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sabato 23 marzo 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

RAFFELE

MIGNOGNA

 




 

Raffaele Mignogna è un giocatore di calcio – ruolo difensore - è  nato a Napoli il 4 gennaio del 1997 ed abita a Ponticelli. Ha iniziato a giocare in una scuola calco vicino a casa. Successivamente muove i primi passi nel calcio dilettantistico con la Sessana (Eccellenza). 

 

Queste le squadre dove ha militato: 

 

Eccellenza: 

2015 Sessana –perdono una semifinale nazionale contro la Vibonese per salire in serie D; 2017 Savoia; 2018 Gladiator; Capri (nell’anno in corso sino a dicembre poi è tornato a Ponticelli per una scelta di cuore; 

 

Promozione: 

piccola parentesi alla Virtus Afragola, San Giovannese (vincono la Coppa Campania con la Juniores); Ponticelli (per 4 anni); Madrigal Casalnuovo; 

 

Prima Categoria: 

due anni vince il campionato con il punto di svolta (Barrese), mentre la scorsa stagione con il Ponticelli hanno perde la finalissima per il salto in promozione (Non riesce a fare la finale per un infortunio (6 mesi).

Nella stagione in corso milita ancora nel Ponticelli.

 

 

 




Come prima domanda le voglio fare questa: come sta andando questa stagione calcistica?

 

Quest'anno stiamo facendo un campionato di sacrificio, con tante problematiche soprattutto a livello di infortuni.

Ma siamo sicuri di raggiungere l'obbiettivo prefissato ad inizio stagione dalla nostra società.





 


L’anno scorso lei ha subito un infortunio, è stata difficile la ripresa?

 

Come ogni brutto infortunio e sempre difficile ritornare ai tuoi livelli… se non ci metti  un impegno adeguato.

Io non voglio negarle il fatto ché essendo stato il mio primo infortunio serio l'ho presa un po' male, anche perché è arrivato in un momento cruciale della stagione dove la mia squadra si stava preparando per i Play-off.

Però posso anche dirle che adesso ho quasi recuperato il problema al 100 per 100. 

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho scoperto di amare questo Sport nei  primi anni della mia vita, perché già da piccolo ho sempre praticato solo il calcio.

 

Il calcio è uno sport che consiglio a qualsiasi bambino perché ti offre emozioni indescrivibili.

 

Lei ha giocato in diverse squadre e ha la stima di tanti, come si riescono a raggiungere dei risultati cosi buoni?

 

Fortunatamente sono rimasto sempre in buonissimi rapporti con le squadre che ho avuto il piacere di giocare, perché ho sempre “sudato” la maglia e dato il massimo delle mie potenzialità e poi mi reputo un ragazzo rispettoso e che si fa voler bene in qualsiasi spogliatoio.



 


 


Molti giocatori iniziano bene, poi però si perdono, come mai. Poca voglia di sacrificarsi ( il calcio è sacrificio, bisogna allenarsi diverse ore al giorno e condurre uno stile di vita sano) ?

 

Spesso capitano queste cose...

Un ragazzo si perde solo se lui stesso decide di farlo, perché se fai tanti sacrifici, una vita sana, ti alleni costantemente e ti poni un obbiettivo con la consapevolezza di avere tanta qualità prima o poi esci fuori.

 

Ha mai avuto degli screzi con gli allenatori, oppure accettava a malincuore la decisione del mister?

 

Riguardo agli screzi con qualche allenatore che io mi ricordi non li ho avuti.

 

Ho sempre avuto dei buonissimi rapporti con gli allenatori anzi forse è proprio perché io ho sempre rispettato il loro ruolo.

 

Pensi che quest'anno ho addirittura il piacere e la fortuna di avere come allenatore una persona per me cara che ha giocato insieme a me per 4 anni (Daniele Guida), è non c'è cosa più bella.

 

Bisogna che  tu rispetti il suo ruolo e capisci che lui è l ‘allenatore e tu il giocatore, poi fuori da quel rettangolo verde siete di nuovo i cari amici di sempre.


 




Che cosa consiglierebbe a un ragazzino che volesse intraprendere la sua carriera?

 

Gli consiglierei di dedicarsi a questo sport in maniera seria e con tanta voglia di divertirsi perché in fondo è pur sempre uno Sport che hai deciso tu di praticare.

 

Avrà tante difficoltà durante la sua carriera, quindi bisogna avere tanta forza mentale e molta pazienza quando ci saranno i momenti bui.

In conclusione non c’è cosa più bella che rialzarsi dopo una brutta caduta.

 





Che cosa le ha dato il calcio sino ad ora e che cosa le ha tolto?

 

Il Calcio sino ad ora mi ha dato tanto soprattutto a livello emotivo perché di riunire 25/30 persone e combattere in quel rettangolo verde ogni fine settimana per lo stesso obbiettivo è molto emozionante.

Il calcio lega veramente tantissime persone, secondo me  se non avessi praticato questo sport non avrei fatto tante amicizie e non avrei conosciuto tantissimi atleti.

 

Poi riguardo alla domanda sul cosa mi ha tolto posso dirle che sicuramente mi ha portato via tantissimo tempo che avrei potuto dedicare alla mia famiglia, però se devo esserle sincero il fatto di giocare non è stato così difficile, dato che  la mia famiglia è sempre stata la prima a sostenermi e supportarmi in questa mia passione e non smetterò mai di ringraziarli; da mia mamma che fatto tanti sacrifici quando ero bambino, visto che ho perso il  papà da piccolo, a mia moglie che e attualmente la mia prima tifosa.

 

Quando scendo in campo lei mi dà la forza affinché io mantenga sempre gli stessi ritmi,  e infine voglio ringraziare anche i miei figli perché spesso è capitato che per colpa di qualche partita io non abbia potuto dedicarli tutto il tempo che meritano nel fine settimana.


 

 




Se la chiamasse un club estero, lei partirebbe immediatamente con la famiglia oppure ci penserebbe su?

 

Non penso, dovresti pensarci  quando sei un ragazzo,  oppure se non  hai una famiglia.

 

Arrivati all’età di 27 anni con una moglie e due  bambini credo che non sia facile lasciare tutto quello che hai qui e trasferirti in un’ altra nazione (ovviamente rimaniamo nell’ ambiente calcistico) poi per il lavoro il ragionamento è diverso.

 

Però sicuramente lo consiglio ai giovani, può solo aiutare un’esperienza del genere.

 

 




Il suo più grade pregio, e il suo più grande difetto (a livello calcistico è ovvio)?

 

Il mio pregio? Credo sia quello di essere un giocatore molto duttile, nel senso che riesco ad occupare più ruoli in campo anche se non l’ho mai fatto e cerco di farlo nei migliori dei modi. Per la mia squadra sono disposto a fare di tutto.

 

Un mio difetto? Sicuramente ne ho tanti però adesso non mi viene uno specifico in mente, chieda a qualche amico di squadra è sicuramente lo risponderà (ride).

 

 

A chi vorrebbe dedicare quest’intervista?

 

Più che dedicare questa intervista a qualcuno preferisco ringraziare lei per il tempo che mi ha dedicato è gli faccio un grande in bocca al lupo per una carriera ricca di soddisfazioni.

 

E io la ringrazio tantissimo.

 

 

Un’ultima cosa che vorrebbe dire?

 

A nome di tutta la mia squadra voglio ringraziare anche i nostri tantissimi tifosi che hanno passato un anno difficile visto che non hanno potuto assistere alle nostre partite casalinghe, per colpa dello stadio chiuso al pubblico.

 

Ma dopo 10 lunghissimi anni finalmente dopo tante battaglie lo stadio è stato riaperto e adesso abbiamo veramente il 12° uomo in campo ogni domenica.

Per noi sono fondamentali…. vi voglio bene!

 




 

 




23  marzo   2024

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

lunedì 18 marzo 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

FRANCESCO

MANZI

   



 

 

  Francesco Manzi è un giocatore   di calcio. 15/01/2003, nato a Terlizzi e vive a Trani, ha frequentato la scuola calcio del suo paese. 


Ha vestito le maglie di: Bitonto serie 2021/22, Bitritto promozione 2022, Lanciano eccellenza 2022/23, Spinazzola promozione 2023, qui dove ho vinto campionato e coppa italia, Molfetta eccellenza, poi Canosa eccellenza 2023/2024.

 





 

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente come sta andando questa stagione calcistica? 

 

Bene grazie a Dio, sono in un ambiente sano, competitivo, circondato da persone importanti dal punto di vista sportivo è umano.



 




La prossima stagione sa dove andrà a giocare?

 

Ancora presto sinceramente, preferisco vivere il momento per poi aspettare la chiamata giusta. 



 





Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?


Sin da piccolino, sempre cresciuto con guanti e scarpe incollate, poi sono un grande tifoso del Bari e non ho smesso di staccarmi da questa mia passione.



 





I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Ho sempre studiato e non a caso non ho un curriculum importante. I miei genitori sanno benissimo che adesso il calcio è come una sorta di “lavoretto” e nel frattempo cerco di dare il massimo nello studio, frequento infatti  Scienze Motorie, magari può essere uno sbocco importante se  dovesse andare male con il calcio. 



 





Nelle squadre dove ha giocato, ce n’è una in particolare che ricorda con piacere?

 

In questa carriera, oserei dire “prematura”, ho avuto un bel ricordo con la squadra del Bitonto, in quanto è stata la mia prima esperienza con i grandi e ho visto da vicino il valore di questo sport.



 




Lei gioca nel ruolo di? 

 

Portiere.



 




Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Ho Sempre accettato le buone e le cattive decisioni, lasciando sempre il “profumo della mia persona”, in modo tale da essere tenuto in considerazione in un ottica futura. 



 





Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà? 

 

Sempre disponibile con i compagni, aperto a tutti i consigli che mi danno loro, non a caso, come si suon dire, “non si finisce mai di imparare”.

 






Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)

 

Pregio costanza e dedizione; difetto alcune volte sono un po’ superficiale. 

 






Da come ho saputo, lei sta studiando Scienze Motorie, le piacerebbe un giorno diventare allenatore?

 

Perché no, la mia più grande abilità e quella di stare in un gruppo, dando la mia piena disponibilità e facendo sentire il mio supporto. Chissà … forse un giorno potrei arrivare in serie A nelle vesti di allenatore.

 

Come tutti sanno il calcio può dare molto, ma può anche togliere, a lei cosa sta dando e cosa le ha tolto (se le ha tolto qualcosa)?

 

Attualmente il calcio è tutto per me, anche se adesso ho capito che devo dare la giusta importanza per questa passione. 

 

All’età di 16 anni ho dovuto affrontare una sequenza di infortuni che mi hanno tenuto lontano dai campi, lontano dalle passerelle importanti dove avrei potuto mettermi in mostra, e per finire è arrivato il Covid.

 

Come detto all’inizio ho dato   troppa importanza al calcio e alla fine il giocare a calcio si è tramutato in una ossessione.

 

 Un’ossessione comporta a sua volta il crearsi un mondo proprio in cui rinchiudersi. Ho compresso alcuni rapporti con chi mi stava attorno (extracalcio, famiglia, amici, ragazza) e nel fare questo mi rendo conto di   sbagliato.

 

Ribadisco che per motivi a mio sfavore ho dovuto rinchiudermi in me stesso e ho  sfogato le mie frustrazioni  sulle persone che mi volevano bene, sbagliata, allontanando chi veramente era disposto ad aiutarmi e a farmi capire che nella vita non bisogna mollare mai.



 




Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?

 

Continuare per la mia strada, centrando tutti gli obiettivi, rendendo orgogliose le persone che sono sempre a mio fianco. 

 






A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

La vorrei dedicare innanzitutto ai miei genitori che nonostante gli anni bui mi hanno sempre sostenuto per realizzare questo mio “piccolo”, sogno: diventare un grande calciatore, e poi la mia ragazza che è stata sempre la mia spalla su cui potevo puntare, mi sono forse sfogato troppo nonostante la sua scarsa conoscenza del calcio.

 

Inoltre voglio rivolgere un appello ai ragazzi della mia età, in quanto giovani, di non farsi prendere troppo dai momenti bui. Il calcio  certamente  può essere una “malattia” per chiunque, ma bisogna sempre dare valore a quella che è la vita reale, ovvero, vivere i momenti e non mettere una determinata cosa al primo posto perché altrimenti  diventa una lama a doppio taglio.

 

Grazie 

 

 18 03 2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

venerdì 15 marzo 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

  

FRANCESCO

PERRONE

 





 

Francesco Perrone di Rende è nato il 27 marzo del 1995 ed è un giocatore di calcio, ha frequentato la Scuola Calcio Commenda.

 Questa la sua carriera:

 

Primavera Reggina, Reggina Serie B 4 presenze, Reggina serie C, Akragas serie D, Roccella serie D, Locri promozione, Roggiano eccellenza, Montalto Calcio, Cassano Sybaris promozione, Db rossoblù città di Luzzi promozione e Bisignano.

 

Per concludere con questi club: Akragas, Locri, e Montalto calcio ha vinto tre campionati. 


La prima domanda che le voglio fare è questa: come sta andando la stagione calcistica in corso? Soddisfatto?

 

Purtroppo non erano questi i miei progetti, ma un infortunio mi ha fatto ribaltare ciò che desideravo, nonostante tutto sono felice del percorso di quest’anno, sono grato come sempre ad ogni occasione che mi viene concessa.

 

Per quel che concerne la prossima stagione sa dove andrà a giocare? 

Ancora nulla di certo, penso a vivermi il presente e concludere al meglio questa stagione.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Da piccolo, ciò che mi rendeva felice era correre dietro un pallone. Sin dall’inizio ero certo che il calcio sarebbe diventato la mia più grande e unica passione.



 




Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Ho buoni ricordi in tutte le squadre di cui ho preso parte, ovviamente un particolare legame rimane con la Reggina poiché mi ha fatto crescere e fatto conoscere il mondo dei professionisti.


Lei ha giocato in serie B in serie C, le chiedo: come si riesce a raggiungere determinati obiettivi?


Sicuramente passione e grinta è ciò che mi contraddistingue. Ma anche un pizzico di fortuna aiuta a crescere in queste occasioni.









Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Bellissima domanda, penso che la fama sia la prima cosa che attira, ma andando avanti dai importanza anche al fattore economico bisogna essere sinceri. 



 




Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Le discussioni aiutano a crescere, ho voluto sempre affrontare ogni problematica per capire lo sbaglio e cercare di correggermi, aiuta anche questo a crescere e prendere consapevolezza; per fortuna ho sempre avuto un buon rapporto con la maggior parte degli allenatori e grande stima reciproca. 

 

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Cerco sempre di fare gruppo, perché, secondo me, aiuta ad essere davvero una squadra, il parlare, il confrontarsi aiuta tanto ad essere sereni in campo. 



 




Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Un pregio che mi contraddistingue penso sia la mia tecnica. Difetti? Sicuramente l’impulsività. 

 

So che lei ha avuto delle chiamate per dei club all’estero, come mai non si è concretizzato nulla?

 

Purtroppo questa fortuna è arrivata quando ero ancora immaturo per affrontare una scelta così importante che sicuramente mi avrebbe stravolto la vita, ma dopo il fallimento della Reggina ho avuto un crollo emotivo e non ho creduto in me stesso, ad oggi però mi rimangio le mani!

 





Se ricevesse una chiamata in questo momento per andare fuori dall’Italia, partirebbe immediatamente oppure valuterebbe il da farsi?

 

Ad oggi sono più maturo e ho qualcuno al mio fianco che mi appoggerebbe in qualsiasi decisione pur di rendermi felice, quindi sarei in grado di affrontare un’esperienza del genere, non farebbe altro che arricchirmi.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Bernardo Silva è un giocatore che io ammiro tantissimo per la sua visione di gioco e la sua tecnica individuale.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Ad oggi non saprei rispondere, auspico solo al meglio.



 




A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Vorrei dedicare questa intervista alla mia compagna Debora, il mio unico punto di riferimento, che mi supporta e sopporta in ogni scelta e decisone.

 

Grazie 

 

 

 

16  03   2024

 

(Tutti i diritti riservati)