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domenica 2 aprile 2017

I   N   T   E   R   V   I  S   T   A



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ENTRETIEN
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אינטערוויו
интервју





CONVERSAZIONE

con

 ALESSANDRO FEBO



a cura di Paolo Lorenzo Radi





Alessandro Febo attore pescarese che aspira al successo.









Come e quando è nata la tua passione per l’arte, il teatro ed il cinema?

La mia passione per il cinema nasce a 4 anni; vidi un film con Massimo Troisi, Ricomincio da tre e rimasi colpito dalla scena del vaso che lui voleva spostare, semplicemente chiamandolo seduto su una sedia; mi fecero ridere la sua mimica ed il suo modo di parlare, poi provai ad imitarlo e mi  resi conto che riuscivo ad imitare la sua voce alla perfezione, provocando l'ilarità dei miei genitori; a seguire iniziai ad imitare tutti i personaggi comici dello spettacolo e del cinema e personaggi particolari che incontravo e vedevo per strada. L'amore smisurato per il cinema, mi è stato trasmesso dai miei genitori, in particolare mia madre e mia zia amavano ed amano vedere film di Rossellini, Visconti, V. De Sica, Nanni Loy, Fellini, Scola, M. Antonioni, con attori del calibro di Mastroianni, A. Sordi, V. Gassman, Tognazzi, Manfredi, Totò, De Filippo, Aldo Fabrizi, Troisi, e altri.
Per quanto riguarda il teatro, da subito legato alla commedia ed al filone Napoletano in particolar modo e con papà, vedevo tutto Eduardo De Filippo.









Il cinema, lo si dice spesso, non gode di buon salute, a tuo avviso per quale motivo?

Il cinema purtroppo per me è legato a questi nomi, sia per la regia che per la recitazione; ho fiducia nel cinema italiano, ma credo che dovremmo tornare ad osare di più, perché siamo in grado di competere con tutto il mondo; dovremmo osare nel proporre più qualità e meno quantità, con storie più profonde.
Sento spesso dire dal pubblico, è stato un film bellissimo, oppure molto originale, o attori ed attrici perfetti o sono morto dalle risate; in realtà credo che il livello si sia abbassato in tutti i settori e spesso tendiamo a rendere grande un film, una sceneggiatura, un attore o un attrice quando in realtà a paragone con il passato, forse non sarebbero stati neanche considerati o considerati mediocri.
La commedia, soprattutto, vedo molte commedie che a me personalmente non fanno ridere minimamente; certo ognuno è libero di dire ciò che vuole e di giudicare un film bello per lui e brutto per me; quindi siccome ognuno è libero di fare i propri apprezzamenti, anche io sono libero di essere in disappunto con molti giudizi della critica e del pubblico attuale;
magari sarò io ad essere troppo esigente, ma resta il fatto che per ridere con quelli di oggi devo vedere Carlo Verdone, Gigi Proietti e per il suo personaggio che è se stesso Checco Zalone, ma manca di profondità; come disse Alberto Sordi a Carlo Verdone: “sono preoccupato per le nuove generazioni, perché la gente non si stupisce e non si meraviglia più de niente” .







Come hai iniziato a recitare, hai seguito dei corsi particolari, frequentato scuole?

Il mio approccio all'arte è iniziato come appunto imitatore, poi come animatore turistico, che credo sia stata una delle esperienze più belle della mia vita, un vietnam della vita, dove ho imparato a vincere la timidezza che avevo, e che  spesso riemerge ancora oggi, nascosta dietro i miei vari personaggi.
Ho fatto per alcuni anni il modello, mai considerata come la mia strada, fino a quando, diverse persone che mi notarono negli hotel e nei villaggi, tra cui alcuni legati al cinema ed allo spettacolo, mi dissero: devi fare l’attore…e cosi iniziai a studiare con l' insegnante di dizione e di tecniche di recitazione  Patrizia di Fulvio( che ha avuto tra i suoi allievi Enrico Brignano), il compianto regista Mario di Iorio, il M. e direttore d'orchestra Paolo Cerasoli( con cui ho la fortuna di collaborare ancora a teatro per diversi testi e spettacoli) per poi continuare a studiare recitazione  cinematografica a Roma c/o la scuola Officine Cinema Italia film con il regista Giorgio Capitani e la casting director Simona Tartaglia e Marta Gervasutti. Successivamente ho continuato i miei studi con l'insegnante della New York Film Academy, Jennifer Norton ( attrice, regista ed Actor coach) per finire poi con la scuola Studio Cinema a Roma ( Giancarlo Giannini, Michele Placido, Michele Alaique, Tonino Zangardi, Pupi Avati, Ivano di Matteo, Alexis Sweet ed il casting director Pino Pellegrino) e varie masterclass con Il M. E REGISTA Marco Risi, Sergio Rubini e Giovanni Veronesi.







Hai conosciuto registi a attori importanti, cos’hai imparato da loro?

Ho imparato davvero tanto, molto da loro, da alcuni in particolar modo e mi sono affezionato alle parole ed alle emozioni che mi hanno detto soprattutto: Marco Risi, Sergio Rubini, Pupi Avati, Michele Placido e Michele Alaique e Pino Pellegrino.
Con loro mi sono sentito più a mio agio ed ho trovato delle soluzioni per la mia strada da attore, mi hanno indicato la via giusta; nascendo come comico e cabarettista, sono sempre stato convinto di essere solo comico e dunque predisposto per la commedia anche  nel cinema; in realtà loro mi hanno dimostrato il contrario, dicendomi che invece nel cinema, forse sono più drammatico che comico; li ringrazio e li ringrazierò sempre e ringrazierò anche me stesso, per essermi procurato queste occasioni di conoscenza ed apprendimento, motivo di sacrificio fisico ed economico; ma tutto ciò che ho imparato ed appreso, spero di poterlo mettere finalmente in pratica su un grande set;
Mi sento ancora voglioso di imparare ed apprendere e credo che il miglioramento individuale, misto all’umiltà, sia il modus operandi corretto per arrivare prima o poi alla realizzazione di qualsiasi grande sogno.






Ad un certo punto si passa dallo studio per poi mettersi in gioco, o se vogliamo essere più precisi, dopo teatro, corti e mediometraggi a quando il debutto sul grande schermo?

Credo che oltre tanta teoria, la pratica sia necessaria e doverosa per un attore;
e così senza aspettare l’arrivo dal cielo, di chi sa che cosa, oltre ad aver scritto e portato in scena diversi testi e commedie scritte da me a teatro come:” Pensavo fosse amore invece non è che agg capit tanto buon”  ( una commedia su 4 tipologie di coppia, sull’amore, ispirato al film appunto di Troisi: “ Pensavo fosse amore invece era un calesse”)  al Teatro auditorium Flaiano di Pescara e al Teatro F. PAOLO TOSTI DI ORTONA, ho avuto modo e fortuna di fare il protagonista di moltissimi cortometraggi e mediometraggi  con registi di varie parti del mondo, c/o la New York Film Academy di Firenze e con altri registi italiani emergenti, per finire con un progetto interessante ed a mio avviso buono, di un cortometraggio, diretto  da un regista belga presentato al 48h film festival di Roma sezione cortometraggi. 
Diciamo che ora appunto, sono in attesa del grande match, come si direbbe nell’ambito della boxe, il match per il titolo, cioè il primo lungometraggio.




Il futuro cosa ti riserva? Ci puoi anticipare qualcosa?

Per quanto concerne i progetti futuri… cercare produzioni per una sceneggiatura che ho scritto, per la quale sto cercando una casa editrice, il titolo è provvisorio ( Mare Amaro), in attesa di un progetto con un altro regista, stiamo cercando anche dei fondi, per cortometraggi a sfondo e tema sociale; a teatro invece insieme al M. Paolo Cerasoli che mi accompagnerà al pianoforte,  stiamo scrivendo e porteremo in scena il proseguimento delle relative coppie, con il testo” I figli sono lo specchio appannato dei genitori” ed un altro testo comico: “ Le favole… vanno raccontate per bene” , altro progetto su un libro con audio book e musiche; ultimamente  ho portato in scena la storia e la vita di Massimo Troisi che vorrei riproporre spero in qualche teatro, con un ricordo anche di altri grandi attori del passato.







In tanti vorrebbero fare cinema, solo che si tratta di un mondo difficile, ti senti un po' frustrato per il fatto che ancora sia arrivata per te la grande occasione? Hai paura che non possa arrivare o sei convinto che arriverà? cosa ci puoi dire a riguardo?

Legandomi al mondo del pugilato, potrei dire che sono nato da sempre con questa frase: sei un talento, ma sei bravissimo, vedrai, prima o poi ce la farai, arriverai…. Muhammad Ali diceva: “ è la ripetizione delle affermazioni che ti porta a crederci. E quella credenza si trasforma, poi in una convinzione profonda, e le cose cominciano ad accadere”;
Questo per dire, che sicuramente non sarà facile per me, ma sono convinto che la grande occasione per un film importante o per il grande schermo, prima o poi arriverà e se non dovesse arrivare dagli altri, sarò io a costruirmela ed a procurarmela.
Mi sento come un pugile che nasce talentuoso, scoperto ed allenato, inizia a fare incontri di esibizione, poi passa a dilettante e diventa professionista… ora questo pugile dopo diversi incontri che potrei dire cortometraggi, teatro e mediometraggi, ha bisogno del grande match, l’incontro per il titolo, cioè il grande film…magari perderò, ma almeno ci avrò provato…

Il cinema non è un mondo facile e credo arrivare ad alti livelli, oggi sia un impresa ardua, ma lo farò e continuerò a provarci, fino a quando avrò energia,  stimoli e motivazioni; certo non dipende solo da noi e non dipenderà solo da me, ma purtroppo io non sono in grado di controllare gli altri, sono responsabile solo per me stesse e per le mie azioni o non azioni.
Per molte cose non basta avere talento e studiare, anche se alcuni esempi dimostrerebbero il contrario; Ho sempre pensato che il talento da solo non arrivi lontano ed idem che non basti solo studiare.
Credo che non debba essere io a dover dire, se sia o meno talentuoso, ma che sia compito di altri; ma le assicuro che aver ricevuto giudizi positivi e di stima da parte di grandi registi e casting director, sia una buona iniezione di fiducia per poter andare avanti.



C’è qualcosa che temi per il tuo futuro di artista?

Non ho paura di nulla, se non forse del tempo che passa, ma ho fatto tutto quello che potevo fare, in base alle mie  possibilità economiche ed in base al mio tempo; ognuno ha la sua strada, le sue possibilità ed i suoi tempi, certo se avessi iniziato a studiare da zero ora come attore, probabilmente, già mi sarei fermato.


Cambiamo argomento, sei riuscito a conciliare l’amore con la tua professione? Una professione che ti porta sempre in giro per l’Italia.

Un po' per sfortuna, un po' per i miei lavori, un po' forse per il mio carattere non proprio semplice, ho dovuto rinunciare spesso all'amore che credo ormai sia quasi una cosa in secondo piano;
spesso sono stato anche io a lasciar perdere o a non voler iniziare nulla, non per interesse, ma per paura di dover andare via come spesso è successo e quindi fare ancora più del male all’altra persona; l'amore è difficile per chi fa questo lavoro o fa l'artista soprattutto oggi Dove tutto viene bruciato su Facebook o sui social e dove non c'è più tempo per confrontarsi, parlare e vedersi.
Quindi se non dovessi essere un valore aggiunto per l’altra persona o se non dovessi incontrare una donna che sia un valore aggiunto per me, preferisco stare solo ed impiegare il tempo, leggendo, studiando, andando al cinema, vedendo molti film( vedo 3-4 film a notte, perché dormo poco) viaggiare e pensare a nuovi testi e personaggi.
Per chi fa questo lavoro credo sia fondamentale emozionarsi, essere curiosi e mettersi alla prova ed in gioco, parlando con le persone nella vita reale, osservare…( io per questo, vado spesso a pranzo e cena da solo, viaggio molto e da questi momenti ho sempre tratto beneficio ed ho avuto molta ispirazione).






La società di oggi è molto complessa, ti ci trovi bene?

Ho 36 anni ma forse credo che mi sarei trovato meglio se fossi nato 10 o 20 anni fa; non mi trovo molto bene in questa società, forse perché sono tanto duro, quanto sensibile, forse troppo.
Sono sempre stato legato ad iniziative solidali, credo molto anche se pratico poco in chiesa, e cerco di seguire il Buddismo come filosofia di vita, purtroppo per il momento con scarsi risultati, perché sono un tipo che non riesce a lasciare correre, che non ama le ingiustizie e che non sopporta i prepotenti contro i più deboli; ho sempre combattuto i sistemi, nella maniera della meritocrazia e mi piace credere nella verità.
 Ho fatto uno spettacolo per l’ Agbe ( associazione genitori e bambini emopatici) e con il Rotary( per la ricostruzione dei campi sportivi c/o i salesiani don Bosco di Ortona per togliere i ragazzi dalla strada); spero in un progetto a favore dei bambini terremotati, dopo essere stato testimonial ad  una mostra sui loro disegni.



Qualche delusione che hai avuto?


Delusioni tante, tantissime, soprattutto da persone vicine a me cosi come aver lavorato spesso i primi tempi gratis, per progetti e con registi che forse dovrebbero fare altro nella vita… progetti mai andati in porto ed ancora peggio, non aver ricevuto neanche il materiale girato; purtroppo ci stà fa parte di questo mondo, ormai le persone serie se ne trovano poche, certo è che io non dimentico… quindi prima o poi chi mi ha fatto del male, sono sicuro che la vita me li ripresenterà davanti e li sarò io con i fatti a vendicarmi, in maniera naturale… solo le montagne non si rincontrano e tutto torna… bisogna avere fiducia in nostro signore, colui che ha progettato tutto e decide tutto…
Uno dei miei più grandi dispiaceri e non è  essere riuscito a trovare terreno fertile nella mia città e nella mia regione, l' Abruzzo non avendo trovato nessuno interessato al mio progetto per il cinema cosi come per il teatro, pur avendo fatto per più di due volte, spettacoli legati alla beneficienza; Ma come diceva “ qualcuno”:
Nemo propheta acceptus est in patria sua “.
 Credo che qui in questo paese sia tutto difficile,  i giovani diventano piano piano vecchi e le loro qualità ed abilità nonché studi e sacrifici spesso svaniscono e passano inosservati. Questa sarebbe una grande amarezza…piuttosto deciderò di andare via, in ritiro su qualche isola o qualche monastero ..Non potrei accettare un fallimento ..
Credo molto in me stesso e nelle mie capacità, credo che si debba sempre reinvestire su se stessi. Studiare, migliorare e migliorarsi sempre anche se questo paese, dimostra il contrario, ma questo ci permette e permetterà sempre di andare a testa alta, non piegare la testa e non avere paura di nulla e nessuno. 






E’ difficile avere amici nel mondo della recitazione?

Pochi sulle dita di una mano, in generale proprio come amici, ma devo dire che persone soprattutto attrici belle, brave e dolci a cui mi sono legato ci sono; il discorso dell’amicizia è un po' come quello dell’amore, diventa amicizia quando non ci sono interessi e competizione e soprattutto maturità da ambo le parti; Perché alla fine siamo sempre e solo noi a risolvere ed a salire sul ring. La tendenza è quella di averne tanti sulla cresta dell'onda e nessuno durante la salita e le difficoltà. 
Sono sempre stato pragmatico ed amo le persone risolute e che dicono ok bella idea facciamola. Mi allontano dalle persone che screditano, negative e che tendono a dire sempre che una cosa sia difficile e che non si possa fare. ..Non ho bisogno di queste persone nella mia vita...A cose fatte tutti vogliono salire sul carro dei vincitori..


Oltre a recitare, cosa ti piace fare?

Altri hobby amo cucinare ed ho imparato a farlo da piccolo per necessità e credo sia una forma d'arte. .
Ho fatto sport agonistici ad alto livello soprattutto da ragazzo e da giovane, calcio, basket, nuoto, sci fondo e discesa, pattinaggio e karate e difesa personale. Diciamo che di sport li ho fatti quasi tutti, fino a rompere definitivamente le mie ginocchia a 26 anni prima di un provino di calcio .
Non era quella la mia strada, lo sport mi ha aiutato mi ha dato la disciplina, datami anche dai miei genitori e dalla mia famiglia; devo ringraziare i miei genitori perché sono stati autoritari ed autorevoli mi hanno insegnato come si sta al mondo e mi hanno dato valori importanti. Sicuramente non sono un santo ma neanche un diavolo, posso e so essere tutte e due le cose a seconda delle situazioni.
Attualmente sto lavorando e mi sto allenando per un progetto che mi auguro possa andare in porta con tematiche sociali insieme ad un ex campione della boxe italiana che mi sta facendo da coach che ringrazio ma per il momento preferisco non nominare, per suo rispetto.









Quali sono i tuoi attori preferiti?

Senza dubbio V. Gassman, Alberto Sordi e Nino Manfredi per me universali. Poi nella commedia napoletana Totò, De Filippo e Troisi.
Attori viventi direi: Proietti, Verdone, Michele Placido, Silvio Orlando, Sergio Rubini e Nino Frassica ( di una comicità unica); per poi passare ai nuovi Lo  Cascio, Alessio Boni, Kim Rossi Stuart e Francesco Scianna, mentre per le attrici mi piacciono  molto: Giovanna Mezzogiorno, Giuliana  De Sio,  Laura Morante , Margherita  Buy, Monica Guerritore. 
Per gli attori stranieri prediligo sicuramente Jack Nicholson, numero uno, poi a seguire Al Pacino, De Niro, M. Brando, P. Newman, Morgan Freeman, Denzel Washington, C. Bale, Daniel Day Lewis e Christopher Walken.


A chi assomigli o a chi ti ispiri?


Ma diciamo che assomigliare, credo che non assomigli a nessuno, come sosia hanno fatto diversi nomi, ma cerco di essere me stesso sempre, però sicuramente mi ispiro ai più grandi e nel dramma direi Denzel Washington e Nicholson come attori stranieri, mentre come attori italiani, i miei riferimenti, sia nella commedia che nel dramma, rimangono, V. Gassman, Sordi, Manfredi, Tognazzi, Mastroianni, Totò, De Filippo, Troisi, Verdone e Proietti.
Ma mi basterebbe avere anche solo un dito della loro genialità e grandezza.








In questo preciso momento in cosa speri?

Per il momento continuo a sognare, sperando che questo sogno prima o poi possa diventare realtà, tenendo i piedi per terra, spero che prima o poi qualcuno si accorga delle mie potenzialità e che possano andare in porto tutti i progetti sia teatrali che cinematografici, o almeno alcuni di essi.
Da piccolo sognavo di conoscere i grandi maestri del cinema e sono riuscito non solo a conoscerli, ma addirittura ad averli come insegnanti ed a fare un provino sul tg2 al festival del cinema con uno dei miei miti: Carlo Verdone.
Se ci fossero produzioni cinematografiche e case editrici, possono tranquillamente contattarmi sulla mia pagina Facebook: Alessandro Febo.
Grazie a te per l’intervista ed un saluto a tutti coloro che non si arrendono mai ed inseguono i loro sogni, con grandi sacrifici quotidiani.



02   Aprile    2017




Grazie




lunedì 27 marzo 2017



PAOLO RADI

PRESENTA





DIARIO DI BORDO


di Giovanni Sanzullo














Venerdì 3 febbraio 2017

Per quelli che di solito seguono i miei post ferroviari un po' deliranti: stamattina c'è il misterioso uomo dalla doppia busta che contro la pioggia ipotizza tute impermeabili indossate sotto i vestiti. Versione moderna del "pigiama sotto" di quand'ero bambino.



31 gennaio 2017

Centro commerciale della Stazione Termini: mentre cammino speditamente verso la scala che porta ai binari vengo investito in pieno, con energia, da una donna sotto i 40 che corre distratta col cellulare in mano. Resto in piedi a fatica e l'afferro prima che cada, tenendola per la vita.
Nell'arco di un secondo mi chiede scusa tre volte con tono preoccupato. Le sorrido e le rispondo che sto benissimo e che non c'è nulla di cui scusarsi. Cambia completamente espressione, si rilassa e chiede se può offrirmi un caffè.
"Ma non aveva fretta?" le dico, sempre sorridendo. "Sì, ma il tempo
Per prendere un caffè ce l’ho” replica lei.
Le tendo la mano: "Grazie, ma ho il treno in partenza. Però la prossima volta il caffè giuro che l’offro io”.


"Ci conto! Ma senza bisogno di scontri" risponde ridendo e  accettando la stretta di mano. Poi infila il cellulare nella borsa e si allontana con calma.

Le persone ormai sono disabituate alla gentilezza: le sorprende.



24 gennaio 2017


Pendolo in treno sulla tratta Velletri-Roma da vent'anni.
Da vent'anni incontro un signore che porta un'anonima busta di plastica azzurra al cui interno c'è come rinforzo una seconda busta uguale, bianca, contenente qualcosa di indefinibile e voluminoso, abilmente occultato, non saprei dire se compatto o meno.
È una persona distinta: entra nella carrozza qualche stazione dopo la mia, si siede, appoggia la doppia busta sul pavimento, tra i piedi, e durante il viaggio discute amabilmente di un po' di tutto con altri passeggeri.
Arrivato a Roma prende lo strano bagaglio nella mano sinistra e si allontana con passo veloce, facendolo oscillare.
Più di una volta mi è capitato di incontrarlo anche al ritorno, sempre con al seguito la stessa doppia busta, piena allo stesso modo, con identica postura e medesimo comportamento fino alla discesa dal treno

La domanda è: che scorta ha di questi shopper resistenti di un tempo - diversi da quelli sottilissimi, organici, di adesso - e soprattutto che cavolo ci tiene dentro di così importante?
È un mistero, magari in proposito scriverò un libro.
Titolo provvisorio: "Storia di un bagaglio informale". Potrebbe diventare un bUst seller.



19 Gennaio  2017

A volte la sera, in treno, non hai voglia di leggere, non hai voglia di parlare e non hai voglia di ascoltare. Hai solo voglia di guardare il buio oltre il finestrino e di immaginare che le luci che punteggiano i campi siano stelle che guidano i pensieri verso la prossima stazione, liberi per il resto di vagare nel vuoto dell'attesa. E in fondo l'attesa è proprio il senso della vita: l'attesa di conoscere, l'attesa di arrivare, l'attesa di avere, persino l'attesa di quello che, lo sai già, non tornerà più, perché continuare ad attendere anche quando non c'è ragione aiuta a rendere sopportabile il viaggi.


2 Gennaio 2017

Anno nuovo, treno vecchio.

Stamattina il Circeo sembra un'isola.