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lunedì 13 gennaio 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ALESSIO

FLOCA

 


 

 

  Alessio Floca è un giovane giocatore   di calcio   e così si presenta: 

 

Mi chiamo Alessio Floca ho 18 anni e sono nato il 15 aprile del 2006, sono un ragazzo tranquillo, educato e molto solare.

 

La mia passione per il calcio è nata da bambino, all’età di 6 anni ho cominciato a giocare a calcio nell’ oratorio del mio paese, il ruolo era  fare il difensore, ma non  mi piaceva, non era per me, così son passato dopo pochi mesi a fare il portiere,  e  mi divertivo e pensavo che quello sarebbe stato  il mio ruolo perfetto, insomma mi piaceva fare i tuffi e volare in alto come qualsiasi portiere al mondo.

 

Questa passione me l’ha trasmessa papà perché anche lui quando era un ragazzino era un portiere e mi ha sempre raccontato  la sua esperienza; ero molto incuriosito e felice di provare questo ruolo e per questo ringrazierò sempre  mio papà che mi ha trasmesso questa fantastica passione, me la porterò dietro per sempre.

 

 

Da piccolo trovavo spesso molte difficoltà perché non giocavo mai e mi sembrava che gli altri componenti della squadra mi stessero escludendo, ma non ci facevo molto caso e andavo avanti per la mia strada, anche perché ero piccolo e non ragionavo come un ragazzo adulto. Comunque mi son divertito moltissimo e ho imparato tante nozioni, per farla breve le basi del calcio,  ho conosciuto molti amici, oggi  non sento più nessuno perché ognuno   uno ha preso strade diverse e tra tutti quelli l’unico che va avanti con il suo sogno da calciatore sono io.

 

 

All’età di 13 anni io e mio papà abbiamo deciso di cambiare il livello, mi sono trasferito in una squadra vicina al mio paese che si chiama Chiari Football Club. In questa società son cresciuto moltissimo sotto ogni punto di vista grazie al mio preparatore dei portieri che fa di cognome Visagio e a due allenatori che mi hanno dato fiducia Claudio Prandelli e Massimo.  Ho avuto alti e bassi, ma grazie al mio carattere forte e  al mio  papà ho sempre superato qualsiasi difficoltà nel bene e nel male.

 

 

Ho conosciuto anche in quella società molti compagni che mi hanno sostenuto e aiutato, in particolare mi ricordo del compagno Paolo portiere anche lui, avevamo un bel rapporto, ci trovavamo bene insieme e ci divertivamo in ogni allenamento. Dopo questa fantastica avventura di 3 anni al Chiari queste persone non le ho più viste, anche perché ognuno aveva altre strade da prendere e io ho proseguito inseguendo il mio sogno che è quello di diventare un portiere professionista.

Ho militato in diverse squadre, non le menziono non, per far pubblicità o altro, ma perché mi hanno trattato molto male e non ho mai giocato cosi per quasi due anni non avevo un posto fisso in una squadra di un certo livello. A 17 anni sono arrivato al Rezzato calcio, mi hanno dato un po’ di fiducia, mi hanno fatto crescere e ripartire da 0, ho incontrato persone molto simpatiche e gentili come se fossero la mia famiglia. Nel club ho avuto il piacere di conoscere il un mio preparatore di nome Matteo Bonometti, mi ha cresciuto e mi ha insegnato tanto per essere un buon portiere, mi ha sempre sostenuto, aiutato nelle difficoltà, abbiamo   riso e scherzato in ogni allenamento, per farla breve  per me è come un fratello. 

 

 

A questo punto mi sembra giusto ringraziare anche il mister del Rezzato, questi mi ha trattato come se fossi suo figlio, inoltre mi son sentito come se fossi casa mia. Intanto che giocavo al Rezzato ho conosciuto il mio procuratore Tedesco Claudio che mi ha aiutato a fare diversi provini, anche se non tutti sono andati tutti a buon fine. Lo considero oramai come un secondo papà perché mi ha sempre aiutato e sostenuto e ha sempre cercato una via per me per far in modo che il mio sogno si possa realizzare. Lo ringrazio e lo ringrazierò sempre per tutto ciò che ha fatto fin ora per me. A proposito dei   provini negativi voglio precisare che il loro esito negativo ha fatto sì che mi abbattessi a livello psicologico, questo perché sembrava che questo maledetto sogno si stesse allontanando sempre di più. Questo periodo è durato sino a quando non mi fece fare un provino il Chievo Verona in serie D. Sono  stato preso, però  i sacrifici sono mille, e tanti  sacrifici gli ostacoli negativi.  Diciamo che un passo verso il mio sogno l’ho fatto, però c’è ancora tanta strada da fare verso il professionismo e se un giorno dovessi riuscire a raggiungerlo, voglio dedicare questa importante traguardo ai miei allenatori che mi sono stati vicino, a papà, alla mia ragazza Anna che, detto sinceramente,  ha assistito a tutto quello che è successo  durante la mia carriera, conosce  i miei ostacoli, gli  infortuni e le varie discussioni,  infine lo dedicherò  al mio procuratore Claudio detto anche CLA. 

 

 

Questa è in breve la mia storia, ma non dovrei scrivere per mesi quello che mi è successo. Io son arrivato fin dove sono grazie a Claudio, ma soprattutto grazie al mio papà perché lui c’è sempre stato per me sin dalla nascita, mi ha sostenuto sempre facendo in modo che io potessi sempre più progredire in questo sport. Ci tengo a precisare che il suo supporto è stato non solo psicologico, ma anche economico.  Egli aveva dei periodi in cui economicamente c’erano dei grossi problemi, ad esempio non pagava l’affitto pur di mandare me a calcio e di conseguenza comprarmi guanti e scarpe e altro; lui ha sempre creduto in me, ha fatto e sta facendo mille sacrifici in continuazione affinché il mio   sogno da calciatore professionista si possa realizzare.

 

Papà mi ha cresciuto insieme a mia nonna sin da piccolino, perché mia mamma decise tempo fa di prendere un’altra strada con altri uomini, quindi son sempre stato solo con papà e la nonna.

 


Non so cosa significhi avere una mamma vicino che ti aiuta e ti sostiene nei momenti bui, papà ha dato il massimo per far in modo che io potessi andare nei vari club a giocare per far in modo che il mio sogno si potesse avverare. Manca poco al mio sogno e lo ringrazio moltissimo, ho avuto molti ostacoli avendo solo un papà e una nonna che ti crescono; è difficile perché alcune volte di devi “arrangiare “proprio perché la mamma non è presente.   Con il calcio spesso ho bisogno di passaggi per andare in stazione che si trova a 3/4 km da casa mia e quando non c’è nessuno amico o conoscente che riesca ad accompagnarmi, o qualche Pullman, prendo la bici per andare in stazione, da lì prendo il treno e vado a Verona per allenarmi ogni giorno pensando al mio sogno che ho dalla nascita.  Questo sogno lo realizzerò anche se molte persone non credono in me perché sono invidiose, ma son certo che ce la farò non solo per me stesso, ma soprattutto per portare il cognome di papà in alto, affinché lo possano gridare le persone allo stadio rendendolo fiero. 

 

 Poter vedere papà fiero e le persone che ho accanto per me felici, sarebbe un dono magnifico, tutto ciò mi dà più forza in questo inferno per raggiungere l’obiettivo. 

 

Questa è po’ la mia storia e la mia carriera ovviamente c’è altro, ma ho raccontato ciò che mi stava a cuore di più, e ripeto che è grazie alle persone che ho accanto che son arrivato dove sono ora. Voglio di nuovo ringraziare queste persone, grazie papà, grazie nonna, grazie Anna, e grazie Claudio che fai parte della famiglia e sei come un secondo papà,   ringrazio pure anche due amici in particolare che son stati fondamentali nel mio percorso e che si chiamano Stefani e Anis. 

 

 

Ora il mio sogno sta andando avanti e sono al Chievo Verona e sto lottando per avere il mio posto, faccio molti sacrifici tornando stanco morto a casa verso le  21 o le 22 e ciò accadde tutti i giorni.

 

Questi son sacrifici che si devono fare, ma che nessuno vede perché vede solo i risultati finali e magari giudica, ma questo non è importante perché non si deve ascoltare nessuno e quello che conta  è andare avanti per la propria strada sicuri  se stessi e poi in futuro chissà dove finirò per giocare,  se sarò vicino o lontano da casa questo non lo saprò,  ma l’unica cosa che so e che non importa dove sarò un domani,  perché io darò tutto me stesso,  per la mia famiglia e per  tutte le persone elencate che mi son state vicino, un giorno le ringrazierò e cercherò di farle avere  una vita migliore rispetto a quella che conducono adesso. Con questo chiudo spero che un giorno io possa essere ancora qua a leggere questa storia scritta da me mentre sono un portiere professionista con il cognome del  papà sulle “spalle”. 

 

Il sogno continua

Alessio Floca

 



 


 

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente come sta andando la stagione calcistica, si ritiene soddisfatto oppure pensa che potrebbe fare di più?

 

La stagione calcistica per ora sta andando bene, sono soddisfatto per dove sono arrivato, però ovviamente dovrò  fare molto di più per ottenere il mio posto e andare sempre più in alto verso il mondo del professionismo, però son sicuro che ci riuscirò.


 



Si ricorda il momento preciso in cui si è resoconto che voleva praticare questo sport?

 

Il momento preciso non me lo ricordo, so solo che all’età di 6 anni mio papà mi ha mandato a praticare questo fantastico sport e da lì tutta questa passione ha preso forma la quale sarà sempre dentro di me.

 

Lei studia alle superiori e nel contempo al pomeriggio va a Verona per allenarsi, come riesce a conciliare lo studio e lo sport; voglio dire non si stanca? Non ha dei momenti in cui vorrebbe smettere tutto quanto?

 

Allora sicuramente non è facile perché non sono mai a casa,  parto la mattina e torno a casa la sera per le 9 ma anche 10. Questi sono sacrifici da fare se si vuole arrivare a un determinato obbiettivo, sono ossessionato da questa passione, poi ovvio c’è anche lo studio che è un problema, provo a stare sempre attento a scuola, almeno capisco di più questo perché a casa il tempo per studiare è veramente poco.

 






Ho intervistato diversi portieri e tutti mi hanno detto che il ruolo del portiere è quello più difficile, in fin dei conti il portiere è sempre solo, non è così?

 

Il ruolo del portiere  è un ruolo molto difficile perchè hai tante e grosse responsabilità sulle spalle e devi essere forte mentalmente per poter andare avanti e non abbatterti.  Devi dirigere tutta la squadra in un momento importante della gara, ma anche negli  allenamenti, poi in questo ruolo sei anche da solo e  devi affrontare molte situazioni di conseguenza  devi essere forte mentalmente, solo così riesci ad andare avanti senza avere troppi pensieri.

 


Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Diciamo che io seguo solo il calcio però alcune volte seguo anche la Formula 1.

 

Si ricorda la sua parata più bella?

 

La parata più bella che ho fatto è stata durante la stagione in cui ero al Chiari Football Club dove ho giocato contro il Rigamonti. Ho  fatto molte parate belle e importanti poi ovviamente ce ne sono tante di parate belle, ma quella partita da dove ho cominciato a crescere e a migliorare non la scorderò mai.

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

All’inizio le decisioni le ho accettate però appena vedevo che c’erano più “problemi” ne parlavo subito col mister e lo staff,  ovviamente durante la carriera incontri sempre momenti difficili e bui che ti portano a scegliere un’ altra strada in un altro club.



 




Anche se lei è molto giovane, generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Con tutti i miei compagni vado molto d’accordo parlo tranquillamente e se mi danno qualche consiglio lo accetto, poi anche io se c’è bisogno di aiutare qualcuno lo faccio e spero che anche io possa ricevere quando ne avrò bisogno una mano. In  una squadra è molto importante la comunicazione tra i compagni e soprattutto stare bene e andare d’accordo con i compagni, l’allenatore e tutto lo staff.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)? 

 

Un mio pregio è quello che mi alleno sempre e sono ossessionato da questo sport e non riesco a farne a meno e ho molte abilità, invece un mio difetto nel ambito calcistico riguardano   i piedi, ma ultimamente li ho migliorati, detto ciò  non ho altro da aggiungere.

 

Un portiere che lei ammira tantissimo? 

 

Il portiere che ammiro è Pierluigi Gollini, che spero di incontrarlo il più presto possibile.

 

Terminata la scuola e conseguito il diploma lei riceve una chiamata da un club estero. Cosa fa: accetta subito e decide di pensarci per qualche giorno, oppure rifiuta l’offerta?

 

Sicuramente mi prendo due o tre giorni per pensarci bene e parlarne con papà, però se saprei che quella sarebbe  la strada giusta per raggiungere obiettivi  importanti accetterei la proposta; è molto difficile lasciare amici e famiglia e andare chissà dove e vederli di conseguenza poco, ma se hai un sogno e sei consapevole che lo vuoi davvero farai  di tutto pur di realizzarlo, anche  perché prima o poi i sacrifici verranno ripagati.

 






Che cosa consiglierebbe a un ragazzino che volesse intraprendere la sua stessa carriera?

 

La prima cosa che gli direi è di stare tranquillo e sereno in porta perché son due cose molto fondamentali e importanti per un portiere. Gli direi di essere sempre costante e di non abbattersi mai se dovesse incontrare tanti ostacoli, perché per arrivare al successo devi passare attraverso “un’inferno di ostacoli”, gli direi anche di non mollare mai il suo sogno, perché se non molli e fai tanti sacrifici prima o poi sicuramente avrà ciò che desidera. In conclusione è uno sport che ti insegna a lottare.

 

Lei ha una grande ammirazione per suo padre, ammirazione sconfinata direi, se dovesse descrivere con poche parole a qualcuno che non lo conosce, che cosa scriverebbe?

 

Direi che mio papà è una persona molto educata e gentile che è pronta ad aiutarti se sei in un momento difficile, lui pur di vederti felice farebbe qualsiasi cosa, lascia tutto e fa il possibile per far star bene te, di papà come lui ce ne son pochi, anzi lui è l’unico, per me. Infine è una persona molto costante e decisa che sa ciò che vuole dalla vita e ha sempre una strada da prendere, inoltre   porta sempre a termine e raggiunge ciò che vuole.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?


Questa intervista la dedico a tutte le persone che sono all’interno di questa intervista, però in particolare la dedico a mio papà.

 


 


 

 


Grazie 

 

13  01    2025

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

mercoledì 8 gennaio 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

CLAUDIO

TEDESCO 

 



 


Claudio Tedesco, di Napoli abita a Milano,  nel 2017 ho fatto scouting per il Vicenza quando era in B, poi nel 2019 è stato responsabile juniores al Pavia, dal 2020 è procuratore, il successo è ottimo e ha lanciato diversi giocatori nei professionisti.

 

 

 

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Dopo la morte di mio padre mi appassionai, fino poi a lavorare come scouting per il Vicenza nel 2017.

 

Lei dal 2020 è procuratore e segue tanti giocatori, ma prima di passare a quest’argomento le vorrei fare qualche domanda inerente alla professione che faceva prima; l’Osservatore calcistico. Non è certamente semplice fare l’osservatore calcio, bisogna guardare tante partite, osservare più giocatori contemporaneamente, intraprendere lunghi viaggi e poi bisogna tener in conto i fallimenti; lei al giorno quante ore dedica a vedere le partite?

 

Tutti i pomeriggi vedo allenamenti e nei week end vedo partite per cercare di individuare talenti da far crescere, preciso che  con me  ho avuto dei  giocatori che  sono poi diventati professionisti.

 

Perché molti giocatori ripetono la solita frase (quelli che non sono riusciti ad arrivare a certi obiettivi: “Non ho avuto le giuste conoscenze, se le avessi avute sarei arrivato molto più in alto”?

 

Nel calcio di oggi serve sempre il procuratore che ti dà visibilità, perché se capiti in società sconosciute visibilità non ce n’è, e poi trovi anche società che nascondono gli eventuali interessi di società di livello più alto.

 

Quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente? 

 

In questo momento conta il carattere e la mentalità, ma in un giocatore dopo questo devi vedere prima di tutto se ha velocità, controllo palla e intelligenza calcistica.

 

Lei ha fatto lo scouting per il Vicenza quando era in serie B, che esperienza è stata?

 

Lavorare per il Vicenza società storica è stata un’esperienza fantastica,  questa  mi ha fatto crescere tanto e conoscere tante persone ed è per questo che ringrazio l’allora responsabile scouting Piero Borella.

 

Altra esperienza importante quella del 2019 quando è stato responsabile juniores al Pavia, di questa che cosa ci racconta?

 

Anche a Pavia è stata una esperienza di crescita perché bisognava ricostruire là juniores e penso di aver fatto bene.

 

Che rapporti ha con gli allenatori e i presidenti di club? 

 

Con presidenti direttori e mister ho ottimi rapporti di stima e rispetto.

 

Successi e delusioni si equivalgono oppure maggiori sono i successi rispetto alle delusioni? 

 

Sono stati più successi che delusioni, sono riuscito a far esordire  giocatori all’epoca minorenni bei professionisti, ho preso giocatori dai campionati provinciali e portati nei settori giovanili professionisti.

 

Lei ora è un Procuratore, com’è la sua giornata lavorativa?

 

La mia giornata lavorativa e sentirmi con i miei giocatori, confrontarmi con le società per organizzare i provini e a breve girerò l’Italia per andare a trovare i miei giocatori e per fare il punto sulla situazione.

 

Ci può fare qualche nome di giocatore che ha lanciato nel mondo del professionismo?

 

Giocatori che ho lanciato nei professionisti ce ne sono ma te ne dico uno in particolare che da minorenne è riuscito ad esordire in serie C con il Novara: Yanis Saidi.

 


 




Qual è la qualità maggiore che deve avere un procuratore?

 

La qualità che deve avere il procuratore e sapersi confrontare con le società e relazionarsi con i propri giocatori.

 

Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio, dal punto di vista lavorativo? 

 

Il mio difetto se così si può chiamare e l’insistenza, mentre il mio pregio è che tutti mi vogliono bene e che ottengo sempre quello che mi prefiggo.

 

Chi sono i suoi modelli di riferimento? 

 

Il modello vero e proprio non ne ho, preferisco essere me stesso

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Seguo solo il calcio.


Un giocatore che lei ammira tantissimo e uno che ammira meno? 

 

Un giocatore che ammiro tanto è Kvara, mentre   uno che ammiro meno e Leao che è discontinuo.

 

Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Sono soddisfatto così.

 

Un sogno per il futuro?

 

Il mio sogno per il futuro è vedere i miei giocatori realizzare i loro sogni e raggiungere i loro obiettivi.

 



 Grazie 

 

 08 01    2025 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

lunedì 6 gennaio 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

  

GIANFRANCO 

DE ROSA

      


 


Gianfranco De Rosa, è un giocatore di calcio, ed è nato il due marzo del 2001. 


Nella stagione 18/19 divide le sue presenze tra la juniores e il campionato di Eccellenza con l'Afro Napoli United di Mister Ambrosino. Nei due anni successivi passa al Pianura, il primo anno vince il campionato di Promozione e il secondo in Eccellenza dopo essere stato acquistato a titolo definitivo dalla Famiglia Di Costanzo arriva in semifinale playoff per la serie D. La stagione 21/22 va alla Puteolana dove vince campionato d’Eccellenza.

 

Stagione 22/23 inizia il campionato con il Rione Terra per finirlo con il Quartograd. Giocatore duttile, può ricoprire il ruolo di terzino sinistro, mezz'ala ed esterno d'attacco. Milita  poi  con il Quarto AfroGrad  dove si è messo nelle mani di mister Platone e così ha affrontato una grande annata. Nella stagione in corso gioca nel Mondragone City.

 

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente, quest’anno lei milita nel Mondragone City, siete primi in classifica, se l’aspettava di essere in cima alla vetta?

 

Vi dico la verità mi aspettavo un campionato da protagonisti considerando la rosa che ha allestito per questa stagione la società.

Abbiamo il dovere di arrivare primi a fine campionato, è il nostro obiettivo insieme alla coppa.

Il girone di ritorno sarà molto complicato quindi dobbiamo alzare la concentrazione.

La società ci tiene tanto e noi faremo di tutto per accontentare loro e la piazza perché se lo meritano per come ci trattano.

 

Qual è il “vostro segreto” per essere cosi vincenti? 

 

Il nostro “segreto” e può sembrare una frase fatta è il gruppo. Siamo una famiglia ci mettiamo a disposizione l’uno per l’altro sia dentro che fuori dal campo.

Io sono molto contento di condividere uno spogliatoio con tanti ragazzi per bene.

Con alcuni ho un rapporto speciale.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

L’ho scoperto da bambino ero sempre con il pallone tra piedi. Il calcio per me è vita. Ci gioco, lo osservo e non mi stancherò mai.

 






Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

In ogni squadra dove ho giocato sono legato e ho bei ricordi. Se devo sceglierne una ti dico Puteolana dove abbiamo vinto il campionato. È stato un anno indimenticabile!

 

Come mai secondo lei il calcio italiano, mi riferisco alla Nazionale non esprime molto - per due mondiali non siamo stati qualificati - ?


Bisogna far giocare i giovani, farli sbagliare e farli crescere.

Per me il problema nasce dalle scuole calcio, sicuramente va modificato qualcosa.

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il gol più bello per me è stato quello contro la Frattese era il 19 Novembre 2022,  con il mio piede debole da fuori area al volo.

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Non ho mai avuto grandi discussioni con i mister, mi ritengo fortunato perché sono stato allenato da persone serie e sincere che mi hanno insegnato tanto, quindi quando trovi allenatori del genere diventa complicato litigarci.

 

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Il mio ruolo all’interno del gruppo spero sia apprezzato da tutti.

Sono un ragazzo disponibile che ha sempre ascoltato i consigli dei più grandi e ad oggi cerco di trasferirli ai ragazzi più giovani di me.



 




Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

Un mio pregio è la velocità, mentre un difetto ti potrei dire il colpo di testa.

 

Ho intervistato i fratelli De Lucia, qual è la loro dote più importante?

 

Con i grandi fratelli De Lucia ho un rapporto bellissimo e sono certo che continuerà dopo la fine di quest’anno calcistico.

La loro dote più importante? Alessio è un portiere molto forte con una grande personalità. Ivan è un ragazzo d’oro, professionista serio, un grande difensore dove è molto difficile superarlo.

 

Lei domani riceve una telefonata da una società estera, partirebbe immediatamente per fare una nuova esperienza, ci penserebbe per qualche giorno, oppure rifiuterebbe l’offerta?

 

Sicuramente sarebbe una bella esperienza, ma rifiuterei. Ho molto chiaro in mente quello che voglio in futuro.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Senza dubbio Paolo Maldini.

 

Lei è nato a Napoli, e io ho intervistato tantissimi giocatori di Napoli e dei comuni vicini, che cosa rappresenta per lei Napoli?

 

Napoli è Napoli. Ogni angolo racconta una storia indimenticabile.

Nelle strade di Napoli si respira l'essenza della libertà e della gioia di vivere.



 




Le piacerebbe un giorno diventare allenatore?

 

Sì, certamente, sarebbe una bella esperienza.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La mia famiglia, la mia ragazza e i miei amici sono molto importanti per me e per loro ci sarò sempre.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Tornare nel passato e vivere una giornata con il mio papà

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

A mio nonno,  per tutto quello che ha fatto  per me, questa intervista è l'occasione giusta per dirglielo: ti sarò grato per tutta la vita.

 

Grazie e buon anno

 

 

06  01   2025

 

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