SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
ALESSIO
FLOCA
Alessio Floca è un giovane giocatore di calcio e così si presenta:
Mi chiamo Alessio Floca ho 18 anni e sono nato il 15 aprile del 2006, sono un ragazzo tranquillo, educato e molto solare.
La mia passione per il calcio è nata da bambino, all’età di 6 anni ho cominciato a giocare a calcio nell’ oratorio del mio paese, il ruolo era fare il difensore, ma non mi piaceva, non era per me, così son passato dopo pochi mesi a fare il portiere, e mi divertivo e pensavo che quello sarebbe stato il mio ruolo perfetto, insomma mi piaceva fare i tuffi e volare in alto come qualsiasi portiere al mondo.
Questa passione me l’ha trasmessa papà perché anche lui quando era un ragazzino era un portiere e mi ha sempre raccontato la sua esperienza; ero molto incuriosito e felice di provare questo ruolo e per questo ringrazierò sempre mio papà che mi ha trasmesso questa fantastica passione, me la porterò dietro per sempre.
Da piccolo trovavo spesso molte difficoltà perché non giocavo mai e mi sembrava che gli altri componenti della squadra mi stessero escludendo, ma non ci facevo molto caso e andavo avanti per la mia strada, anche perché ero piccolo e non ragionavo come un ragazzo adulto. Comunque mi son divertito moltissimo e ho imparato tante nozioni, per farla breve le basi del calcio, ho conosciuto molti amici, oggi non sento più nessuno perché ognuno uno ha preso strade diverse e tra tutti quelli l’unico che va avanti con il suo sogno da calciatore sono io.
All’età di 13 anni io e mio papà abbiamo deciso di cambiare il livello, mi sono trasferito in una squadra vicina al mio paese che si chiama Chiari Football Club. In questa società son cresciuto moltissimo sotto ogni punto di vista grazie al mio preparatore dei portieri che fa di cognome Visagio e a due allenatori che mi hanno dato fiducia Claudio Prandelli e Massimo. Ho avuto alti e bassi, ma grazie al mio carattere forte e al mio papà ho sempre superato qualsiasi difficoltà nel bene e nel male.
Ho conosciuto anche in quella società molti compagni che mi hanno sostenuto e aiutato, in particolare mi ricordo del compagno Paolo portiere anche lui, avevamo un bel rapporto, ci trovavamo bene insieme e ci divertivamo in ogni allenamento. Dopo questa fantastica avventura di 3 anni al Chiari queste persone non le ho più viste, anche perché ognuno aveva altre strade da prendere e io ho proseguito inseguendo il mio sogno che è quello di diventare un portiere professionista.
Ho militato in diverse squadre, non le menziono non, per far pubblicità o altro, ma perché mi hanno trattato molto male e non ho mai giocato cosi per quasi due anni non avevo un posto fisso in una squadra di un certo livello. A 17 anni sono arrivato al Rezzato calcio, mi hanno dato un po’ di fiducia, mi hanno fatto crescere e ripartire da 0, ho incontrato persone molto simpatiche e gentili come se fossero la mia famiglia. Nel club ho avuto il piacere di conoscere il un mio preparatore di nome Matteo Bonometti, mi ha cresciuto e mi ha insegnato tanto per essere un buon portiere, mi ha sempre sostenuto, aiutato nelle difficoltà, abbiamo riso e scherzato in ogni allenamento, per farla breve per me è come un fratello.
A questo punto mi sembra giusto ringraziare anche il mister del Rezzato, questi mi ha trattato come se fossi suo figlio, inoltre mi son sentito come se fossi casa mia. Intanto che giocavo al Rezzato ho conosciuto il mio procuratore Tedesco Claudio che mi ha aiutato a fare diversi provini, anche se non tutti sono andati tutti a buon fine. Lo considero oramai come un secondo papà perché mi ha sempre aiutato e sostenuto e ha sempre cercato una via per me per far in modo che il mio sogno si possa realizzare. Lo ringrazio e lo ringrazierò sempre per tutto ciò che ha fatto fin ora per me. A proposito dei provini negativi voglio precisare che il loro esito negativo ha fatto sì che mi abbattessi a livello psicologico, questo perché sembrava che questo maledetto sogno si stesse allontanando sempre di più. Questo periodo è durato sino a quando non mi fece fare un provino il Chievo Verona in serie D. Sono stato preso, però i sacrifici sono mille, e tanti sacrifici gli ostacoli negativi. Diciamo che un passo verso il mio sogno l’ho fatto, però c’è ancora tanta strada da fare verso il professionismo e se un giorno dovessi riuscire a raggiungerlo, voglio dedicare questa importante traguardo ai miei allenatori che mi sono stati vicino, a papà, alla mia ragazza Anna che, detto sinceramente, ha assistito a tutto quello che è successo durante la mia carriera, conosce i miei ostacoli, gli infortuni e le varie discussioni, infine lo dedicherò al mio procuratore Claudio detto anche CLA.
Questa è in breve la mia storia, ma non dovrei scrivere per mesi quello che mi è successo. Io son arrivato fin dove sono grazie a Claudio, ma soprattutto grazie al mio papà perché lui c’è sempre stato per me sin dalla nascita, mi ha sostenuto sempre facendo in modo che io potessi sempre più progredire in questo sport. Ci tengo a precisare che il suo supporto è stato non solo psicologico, ma anche economico. Egli aveva dei periodi in cui economicamente c’erano dei grossi problemi, ad esempio non pagava l’affitto pur di mandare me a calcio e di conseguenza comprarmi guanti e scarpe e altro; lui ha sempre creduto in me, ha fatto e sta facendo mille sacrifici in continuazione affinché il mio sogno da calciatore professionista si possa realizzare.
Papà mi ha cresciuto insieme a mia nonna sin da piccolino, perché mia mamma decise tempo fa di prendere un’altra strada con altri uomini, quindi son sempre stato solo con papà e la nonna.
Non so cosa significhi avere una mamma vicino che ti aiuta e ti sostiene nei momenti bui, papà ha dato il massimo per far in modo che io potessi andare nei vari club a giocare per far in modo che il mio sogno si potesse avverare. Manca poco al mio sogno e lo ringrazio moltissimo, ho avuto molti ostacoli avendo solo un papà e una nonna che ti crescono; è difficile perché alcune volte di devi “arrangiare “proprio perché la mamma non è presente. Con il calcio spesso ho bisogno di passaggi per andare in stazione che si trova a 3/4 km da casa mia e quando non c’è nessuno amico o conoscente che riesca ad accompagnarmi, o qualche Pullman, prendo la bici per andare in stazione, da lì prendo il treno e vado a Verona per allenarmi ogni giorno pensando al mio sogno che ho dalla nascita. Questo sogno lo realizzerò anche se molte persone non credono in me perché sono invidiose, ma son certo che ce la farò non solo per me stesso, ma soprattutto per portare il cognome di papà in alto, affinché lo possano gridare le persone allo stadio rendendolo fiero.
Poter vedere papà fiero e le persone che ho accanto per me felici, sarebbe un dono magnifico, tutto ciò mi dà più forza in questo inferno per raggiungere l’obiettivo.
Questa è po’ la mia storia e la mia carriera ovviamente c’è altro, ma ho raccontato ciò che mi stava a cuore di più, e ripeto che è grazie alle persone che ho accanto che son arrivato dove sono ora. Voglio di nuovo ringraziare queste persone, grazie papà, grazie nonna, grazie Anna, e grazie Claudio che fai parte della famiglia e sei come un secondo papà, ringrazio pure anche due amici in particolare che son stati fondamentali nel mio percorso e che si chiamano Stefani e Anis.
Ora il mio sogno sta andando avanti e sono al Chievo Verona e sto lottando per avere il mio posto, faccio molti sacrifici tornando stanco morto a casa verso le 21 o le 22 e ciò accadde tutti i giorni.
Questi son sacrifici che si devono fare, ma che nessuno vede perché vede solo i risultati finali e magari giudica, ma questo non è importante perché non si deve ascoltare nessuno e quello che conta è andare avanti per la propria strada sicuri se stessi e poi in futuro chissà dove finirò per giocare, se sarò vicino o lontano da casa questo non lo saprò, ma l’unica cosa che so e che non importa dove sarò un domani, perché io darò tutto me stesso, per la mia famiglia e per tutte le persone elencate che mi son state vicino, un giorno le ringrazierò e cercherò di farle avere una vita migliore rispetto a quella che conducono adesso. Con questo chiudo spero che un giorno io possa essere ancora qua a leggere questa storia scritta da me mentre sono un portiere professionista con il cognome del papà sulle “spalle”.
Il sogno continua
Alessio Floca
La prima domanda che le voglio fare è la seguente come sta andando la stagione calcistica, si ritiene soddisfatto oppure pensa che potrebbe fare di più?
La stagione calcistica per ora sta andando bene, sono soddisfatto per dove sono arrivato, però ovviamente dovrò fare molto di più per ottenere il mio posto e andare sempre più in alto verso il mondo del professionismo, però son sicuro che ci riuscirò.
Si ricorda il momento preciso in cui si è resoconto che voleva praticare questo sport?
Il momento preciso non me lo ricordo, so solo che all’età di 6 anni mio papà mi ha mandato a praticare questo fantastico sport e da lì tutta questa passione ha preso forma la quale sarà sempre dentro di me.
Lei studia alle superiori e nel contempo al pomeriggio va a Verona per allenarsi, come riesce a conciliare lo studio e lo sport; voglio dire non si stanca? Non ha dei momenti in cui vorrebbe smettere tutto quanto?
Allora sicuramente non è facile perché non sono mai a casa, parto la mattina e torno a casa la sera per le 9 ma anche 10. Questi sono sacrifici da fare se si vuole arrivare a un determinato obbiettivo, sono ossessionato da questa passione, poi ovvio c’è anche lo studio che è un problema, provo a stare sempre attento a scuola, almeno capisco di più questo perché a casa il tempo per studiare è veramente poco.
Ho intervistato diversi portieri e tutti mi hanno detto che il ruolo del portiere è quello più difficile, in fin dei conti il portiere è sempre solo, non è così?
Il ruolo del portiere è un ruolo molto difficile perchè hai tante e grosse responsabilità sulle spalle e devi essere forte mentalmente per poter andare avanti e non abbatterti. Devi dirigere tutta la squadra in un momento importante della gara, ma anche negli allenamenti, poi in questo ruolo sei anche da solo e devi affrontare molte situazioni di conseguenza devi essere forte mentalmente, solo così riesci ad andare avanti senza avere troppi pensieri.
Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse?
Diciamo che io seguo solo il calcio però alcune volte seguo anche la Formula 1.
Si ricorda la sua parata più bella?
La parata più bella che ho fatto è stata durante la stagione in cui ero al Chiari Football Club dove ho giocato contro il Rigamonti. Ho fatto molte parate belle e importanti poi ovviamente ce ne sono tante di parate belle, ma quella partita da dove ho cominciato a crescere e a migliorare non la scorderò mai.
Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?
All’inizio le decisioni le ho accettate però appena vedevo che c’erano più “problemi” ne parlavo subito col mister e lo staff, ovviamente durante la carriera incontri sempre momenti difficili e bui che ti portano a scegliere un’ altra strada in un altro club.
Anche se lei è molto giovane, generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?
Con tutti i miei compagni vado molto d’accordo parlo tranquillamente e se mi danno qualche consiglio lo accetto, poi anche io se c’è bisogno di aiutare qualcuno lo faccio e spero che anche io possa ricevere quando ne avrò bisogno una mano. In una squadra è molto importante la comunicazione tra i compagni e soprattutto stare bene e andare d’accordo con i compagni, l’allenatore e tutto lo staff.
Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)?
Un mio pregio è quello che mi alleno sempre e sono ossessionato da questo sport e non riesco a farne a meno e ho molte abilità, invece un mio difetto nel ambito calcistico riguardano i piedi, ma ultimamente li ho migliorati, detto ciò non ho altro da aggiungere.
Un portiere che lei ammira tantissimo?
Il portiere che ammiro è Pierluigi Gollini, che spero di incontrarlo il più presto possibile.
Terminata la scuola e conseguito il diploma lei riceve una chiamata da un club estero. Cosa fa: accetta subito e decide di pensarci per qualche giorno, oppure rifiuta l’offerta?
Sicuramente mi prendo due o tre giorni per pensarci bene e parlarne con papà, però se saprei che quella sarebbe la strada giusta per raggiungere obiettivi importanti accetterei la proposta; è molto difficile lasciare amici e famiglia e andare chissà dove e vederli di conseguenza poco, ma se hai un sogno e sei consapevole che lo vuoi davvero farai di tutto pur di realizzarlo, anche perché prima o poi i sacrifici verranno ripagati.
Che cosa consiglierebbe a un ragazzino che volesse intraprendere la sua stessa carriera?
La prima cosa che gli direi è di stare tranquillo e sereno in porta perché son due cose molto fondamentali e importanti per un portiere. Gli direi di essere sempre costante e di non abbattersi mai se dovesse incontrare tanti ostacoli, perché per arrivare al successo devi passare attraverso “un’inferno di ostacoli”, gli direi anche di non mollare mai il suo sogno, perché se non molli e fai tanti sacrifici prima o poi sicuramente avrà ciò che desidera. In conclusione è uno sport che ti insegna a lottare.
Lei ha una grande ammirazione per suo padre, ammirazione sconfinata direi, se dovesse descrivere con poche parole a qualcuno che non lo conosce, che cosa scriverebbe?
Direi che mio papà è una persona molto educata e gentile che è pronta ad aiutarti se sei in un momento difficile, lui pur di vederti felice farebbe qualsiasi cosa, lascia tutto e fa il possibile per far star bene te, di papà come lui ce ne son pochi, anzi lui è l’unico, per me. Infine è una persona molto costante e decisa che sa ciò che vuole dalla vita e ha sempre una strada da prendere, inoltre porta sempre a termine e raggiunge ciò che vuole.
A chi vorrebbe dedicare questa intervista?
Questa intervista la dedico a tutte le persone che sono all’interno di questa intervista, però in particolare la dedico a mio papà.
Grazie
13 01 2025
(Tutti i diritti riservati)
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