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mercoledì 26 giugno 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

MARIANO

RONGO

 



 

Mariano Rongo di Napoli è un ex giocatore   di calcio e così si presenta: “ 


Ho iniziato a giocare a calcio fin da bambino all’età di 5 anni, già “toccavo” il pallone e a7 ho iniziato con i pulcini di un’associazione dei Quartieri Spagnoli, poi ho iniziato con le prime squadrette: la Mariano Keller, poi fu acquistato dalla Gaetano Scirea dove mi sono “fatto le ossa” poi a 15 anni passai alla Calcio Roma dove non andò molto bene col il gruppo squadra e così chiesi la cessione. 

 

Decisi di trasferirmi all’ Inter Napoli feci 3 anni giocando nel mio ruolo preferito ala sinistra col numero 7, segnando 10 goal nella prima stagione, purtroppo   nell’ ultimo anno mi infortunai: rottura tibiale e da lì inizio l’incubo, temevo di non riuscire a recuperare.

 

Dopo diversi   mesi recuperai, cambiai squadra ma non andò bene, entrai in crisi e a 17 anni partii con mio padre per Pesaro; e grazie ad alcune amicizie che feci riuscii a farmi provinare col Senigallia, mi presero in squadra, è stata un’esperienza bellissima, ho giocato un anno, la preparazione atletica che mi fecero fare fu ottima. Dopo due anni tornai a Napoli, mi sarebbe piaciuto andare all’ estero, o in un’altra città fuori dalla Campania, ma con il mio carattere un po’ timido non andò in porto nulla, decisi di rimanere a Napoli.

 

Successivamente tramite una cara persona che adesso non c’è più e alla quale piaceva molto il mio modo di giocare feci un provino da sogno col Napoli, non volevo fare brutta figura esagerai in campo, non andando tanto bene a causa anche del mio nervosismo.

 

Non volevo andare più, perché essendo più piccolo e il resto gruppo più grande era facile che nascessero degli scontri, il mister mi chiamo da parte e mi disse: “Gioca come sai giocare senza strafare, mi fido di te”, così riprovai e andò ben feci un’amichevole in prima squadra under 18 il destino volle che mi infortunai in malo modo nella stessa gamba del precedente infortunio,  e così  svanì il sogno.

 

Sono   rimasto fermo fino ai 21 anni, ho provato e riprovato, ma la paura c’è e così ho abbandonato il calcio; ma non smetterò mai di ringraziarlo,  perché amo questo sport,  e mi sono divertito, ora ho cambiato sport:  pratico  body building e mi dedico alla mia famiglia e che dire forza Napoli sempre, per concludere   ringrazio soprattutto la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto.”

 

 

La prima domanda che le voglio fare è la seguente sono tanti anni che lei, per motivi che sappiamo, non gioca a calcio, se dovesse ricevere una chiamata domani, comincerebbe di nuovo, magari incominciando da una categoria inferiore, oppure la risposta sarebbe un no secco?

 

Sono sincero salute permettendo risponderei con secco sì, anche se credo che al momento sia giusto dare spazio ai giovani.

 

Lei per qualche anno ha abitato nelle zone vicino a dove io vivo, (Fano, PU), si era ambientato bene?

 

E’ vero sono stato a Fano e ho giocato per il Senigallia, mi sono trovato molto bene era tutto ben organizzato e perfetto, e ringrazio il club ringrazio per l’opportunità che mi è stata data.

 

C’è un momento particolare che si ricorda la nascita della sua passione per il calcio?

 

La mia passione viene dalla mia famiglia, anche mio padre giocava nelle diverse categorie, ho un ricordo: ero piccolissimo e quando avevo 5-6 anni mi feci regalare un completino e un pallone piccolo del Napoli; da quel momento non mi staccai più da quella palla.



 


 



I suoi genitori l’hanno subito sostenuta oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori mi sono stati molto vicini anche, eravamo 5 figli, di sacrifici ne hanno fatti tanti, ed essendo il primo cercavo di complicarli la vita, infatti spesso andavo da solo allenamenti. Con lo studio non ero portato amavo più il calcio, la matematica mi piaceva molto, comunque alla fine nonostante le difficoltà sono riuscito lo stesso a concludere gli studi.



 




Lei ha giocato in diverse squadre, qual è quella dove lei ci ha lasciato il cuore?

 

Sono due: lo Scirea e il Napoli, che poi è stato il club che mi ha “spezzato il cuore”.

 

Che cosa ci può raccontare del provino fatto con il Napoli? 

 

Feci questo provino grazie ad una cara persona che ora non c’è più, lui mi guardava giocare per strada e disse a mio padre che avevo talento; e lo ringrazio ancora, è stata l’esperienza più bella della mia vita.



 




Non ho ben capito, c’erano degli screzi tra lei e i ragazzi più grandi, come mai?

 

Purtroppo arrivando come nuovo non volevano darmi spazio, non mi passavano mi facevano sbagliare apposta e mi parlavano dietro, sarò   sincero con qualcuno sono arrivato alle mani (comunque dico no alla violenza).

 

Di lei si è sempre parlato molto bene, secondo lei ciò a cos’era dovuto?

 

Molti amici mi ricordano dicendo come eri forte che peccato che nn giochi più eri velocissimo sulla fascia e io li ringrazio o cercato di dare il meglio sempre

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il mio goal più bello? Ne ricordo due e appartengono alla stessa   partita  Lottavamo per i playoff una rovesciata da fuori aria e un tiro al volo da metà campo, avevo il vizio di gesti atletici!

 


Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Purtroppo ho fatto molte discussioni a causa del mio carattere, giocavo bene, ma ero troppo timido e forse è stato anche per questo motivo che ho avuto diversi infortuni, in conclusione ti posso dire che  rispettavo sempre le scelte del mister.

 

Generalmente che ruolo aveva all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Col gruppo ascoltavo molto, anzi piacevo molto alla maggior parte del gruppo perché ero troppo sereno, sia che ci fosse stata una vittoria e sia che   ci fosse stata una sconfitta per me era uguale, io giocavo perché amavo giocare.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Pregio: sono molto altruista, difetto; timido e giocoliere

 

Ora che è passato del tempo quando ripensa a quei due infortuni che cosa prova?

 

Ripensare a gli infortuni mi mette paura e ansia e ne soffro ancora.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Sarebbe quasi facile dire il mio idolo è Maradona e lo è, ma il mio idolo ed era fonte di ispirazione era uno solo: Ronaldinho il mago del calcio.



 




Lei è vive nei Quartieri Spagnoli, che rappresentano per lei?

 

Per me i quartieri spagnoli rappresentano la Napoli che sogna, è la Napoli dei   famosi scugnizzi che giocano per strada, rappresentano  la tristezza e la gioia delle persone che desiderano riscattarsi.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Per me la famiglia va al primo posto, ed è per essa che   lotto tutti i giorni, anche gli amici sono importanti nei momenti liberi, ho dei ricordi bellissimi.

 





Le voglio fare questa domanda impossibile, lei domani riceve una chiamata da un club estero, non pensi alla categoria, se la sentirebbe di lasciare tutto e partire con sua moglie per questa nuova avventura?

 

La domanda è moto difficile, ma un’avventura all’ estero e un sogno per tutti i giocatori, comunque la proverei questa esperienza.



 




A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

La voglio dedicare alla mia famiglia e ai miei amici e a chi ha condiviso con me ogni minima esperienza, grazie a tutti di cuore.

 

 

 

Grazie 

 

26  06    2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

mercoledì 19 giugno 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 


ALFREDO

AVETA


 




    


 

 

Alfredo Aveta è un giovane giocatore di Napoli, ha militato nella paganese (Pagani) nell’Avellino, nel Giulianova nel Savoia (Torre Annunziata), promozione Neapolis, Oratorio Don Guanella, Polisportiva Bisacesse, e nel club  ASD Montoro.

 

 

Seno passati diversi anni dalla prima intervista e questa è la seconda che ci rilascia.

 

 




 



La prima domanda che le voglio fare è la seguente sono passati 6 anni e in questo lasso di tempo c’è stato il covid, lei come ha vissuto quei due anni di pandemia?

 

Il periodo Covid è stato periodo, se così lo posso definire, più “brutto” degli ultimi anni, però per me è stato uno dei momenti più belli perché nel pieno della pandemia è nato il mio primo figlio, quindi per me sono stati i mesi più belli della mia vita, è un’emozione indescrivibile diventare papà.



 





Come si è concluso quest’anno calcistico? Soddisfatto delle sue prestazioni, oppure poteva fare di più?

 

Ma, si può fare sempre meglio anche se abbiamo vinto il campionato e sono molto soddisfatto per quello che ho dato alla mia squadra, credo, comunque che si possa e si debba fare sempre di più, anche se quest’anno era impossibile esprimersi al massimo, il perché è semplice: il campionato lo abbiamo vinto!

 

Il prossimo anno sa dove andrà, oppure sta valutando alcune offerte?

 

Il prossimo anno resterò al Montoro, sono arrivate tante offerte, anche molto vantaggiose, ma non ho dubbi sulla mia scelta perché   spero di restarci ancora molti anni. 

 






Le ultime squadre dov’è stato sono state le seguenti: Oratorio Don Guanella Polisportiva Bisacesse, ASD Montoro. Come si è trovato in questi tre club? 

 

Sono tre esperienze diverse, il club  Don Guanella è casa mia, si tratta della   squadra del mio quartiere, ho trovato un mister molto preparato che non avevo ancora avuto il piacere di conoscere e di conseguenza  sono stato molto bene; al club Bisaccia è stato una esperienza negativa per me,  molto fattori hanno influenzato questa avventura, però, penso a livello umano di avere lasciato un buon ricordo di m; il club  Montoro è sicuramente la squadra del mio cuore,  sono molto legato a questa società a questo paese, mi sento a casa e mi vedo ancora tanti anni con addosso questa maglia. 



 




Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione? Non c’era nessun altro sport che la poteva interessare?

 

In realtà è stato mio padre che mi ha trasmesso questa passione,  il calcio è  tutta la mia vita  penso che sia  da quando avevo 3 anni che sia iniziato questo amore e penso che non smetterò mai.



 




Lei ha giocato in diverse squadre in quale ci ha lasciato il cuore?

 

Giocare allo stadio Alfredo Giroud di Torre Annunziata sicuramente è un qualcosa di magico, difendere i colori del Savoia è stata un’emozione indescrivibile, però il Montoro per me ha qualcosa di magico e il mio cuore è lì.

 

Dal punto di vista calcistico qual è il suo punto di forza? Quale il suo punto debole?

 

Il mio punto di forza è la voglia di vincere, il mio punto debole e che forse sono un po’ pigro in settimana (ride).









Lei gioca nel ruolo di? 

 

Io sono un centrocampista centrale, però mi adatto alle esigenze del mister e della squadra.

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il goal più bello? Direi che ce ne sono tanti, ma forse quello che non dimenticherò mai è un calcio di rigore di questa stagione che è valsa la vittoria campionato.



 




Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Io ho un carattere molto particolare, certamente ho fatto tante discussioni con  i vari   mister, ma sono anche una persona che poi riflette e se deve sa chiedere scusa,  quindi, ti posso dire che complessivamente ho sempre avuto un buon rapporto con i miei allenatori.

 

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà? 

 

Io di solito sono quello più vivace del gruppo, mi piace portare spensieratezza e serenità nello spogliatoio.

 






Se dovesse ricevere una telefonata da un club estero, partirebbe immediatamente oppure ci rifletterebbe un po’ su, ne parlerebbe con i suoi parenti, ad esempio?

 

Non saprei risponderti anche perché non ci ho mai pensato e comunque gli sceicchi sono arrivati anche in Campania (ride).

 

Sperando che la nazionale italiana possa vincere gli europei, negli ultimi anni il calcio italiano non è riuscito a esprimere grandi calciatori, secondo lei perché? Quali possono essere le cause dei nostri ultimi insuccessi (pensiamo alla mancata qualificazione al mondiale) 

 

Il problema è generazionale in Italia stiamo rovinati, prima in ogni angolo di strada trovavi bambini a giocare con un super santos o con palle fatte di carta, ora li vedi solo con i telefoni in mano. Secondo me parte già da lì, per poi non parlare delle scuole calcio che affidano bambini a gente che non conosce neanche le basi per come “attaccarsi le scarpe”.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Per noi napoletani esiste solo Maradona, però se devo dirti un giocatore attuale ti dico Phil Foden.

 

Che cosa rappresenta per lei la città di Napoli?

 

Napoli per me è la città più bella del mondo.



 




A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

La voglio dedicare ai miei due figli Ernesto e Vittoria che sono tutto per me, alla mia famiglia e agli ultras 83025.

 

 

Grazie 

 

20  06    2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

martedì 18 giugno 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

EMANUELE

TOMA

 


 

   

 

  Emanuele Toma è un giocatore di calcio nato a Copertino (provincia di Lecce) per quattro anni è stato nelle giovanili dell’ASD Veglie, e dopo 4 anni è arrivato in prima squadra, sempre nell’ ASD Veglie, sino ad ora ha giocato solo in questo club.

 

  Ha giocato la partita del cuore il 6 di maggio del 2024.

 

 

 

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata la stagione 2023-2024, soddisfatto delle sue prestazioni?

 

È terminata in maniera positiva la stagione 2023/24, nell’andata non siamo andati bene perdevamo ogni partita in casa e inoltre abbiamo perso contro il Leveranno fuori casa.  

 

Comunque anche se l’inizio non è stato promettente ci siamo giocati il play out in trasferta contro il Galatone ai tempi supplementari, per fortuna ci siamo salvati e questo grazie alla rete del nostro capitano Lillo.   

 

La prossima stagione sa dove andrà a giocare?

 

Beh credo che rimarrò al Veglie per la prossima stagione, non ne tengo di dubbi.



 





Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione, oltre il calcio non c’era o non c’è, visto che lei è molto giovane nessun sport che la poteva o che le può interessare? 

 

L’ emozione di essere un calciatore io ho sentita dal primo giorno che ho iniziato a giocare, e ovviamente la mia passione è aumentata quando mi sono reso conto di stare bene con i nuovi compagni di squadra, questo ti rende felice e così non t’ importa più di nulla se non di giocare bene.

 

I suoi genitori hanno cercano di assecondarla in questa sua passione oppure le dicono la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori mi dicono sempre di fare del mio meglio quando sono in campo e di stare attento agli avversari.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Seguo la formula 1, il calcio, ovviamente, il tennis con il grande Sinner, e il Moto GP Mondiale.

 

Secondo lei perché tutti vorrebbero diventare grandi calciatori, sono attratti dal diventare famosi oppure dal condurre una vita molto agiata?

 

Per quel che mi riguarda mi rende felice giocare a pallone, è anche una vera gioia anche essere famoso, ad esempio sulla Rivista Lecce Prima c’è un articolo su di me, si dice che il Veglie mi ha riconfermato.

 

Grandi discussioni con i mister le ha, oppure accetta le sue decisioni con serenità?

 

Ho conosciuto tanto mister dalla mia carriera: il mister de Blasi mi ha fatto emozionare sin dal primo giorno che l’ho conosciuto, il mister Sardelli era un grande allenatore, mi vengono alla mente il modo di allenare, infine c’è il mister Russo, gli sono grato per avermi dato un’occasione nell’ultima partita e così ho potuto  dimostrare quello che so fare.

 





Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)? 

 

Non credo di avere difetti.

 

Lei domani riceve una chiamata da un club estero, se la sentirebbe di lasciare tutto e partire immediatamente per una nuova avventura?

 

Non lascerei il club dove milito ora, perché mi trovo bene non me la sentirei, come precisato prima, di lasciare il Veglie.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Ammiro tantissimo Mbappé.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Il mio sogno sarebbe giocare in nazionale, in tanti me lo chiedono però ancora sono in promozione.

 

Come ultima domanda le faccio questa lei ha disputato il 6 maggio la partita del cuore, ci potrebbe spiegare meglio di che partita si è trattata e contro chi?

 

È stata la partita tra il Veglie Olds contro le vecchie glorie del Veglie, questi hanno già fatto la storia quando avevano giocato da giovani, è stata una partita speciale e il ricavato è andato in beneficienza. 

 

 

 

Grazie 

 

19 06    2024 

 

(Tutti i diritti riservati)