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martedì 25 luglio 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

HENRI

SHIBA 

 

 


     

 

Henri Shiba è giocatore di calcio, nato in Albania il 16 marzo del 1998 e ora residente a San Benedetto del Tronto.

 

A  14 anni è partito da San Benedetto per andare al settore giovanile della Reggina a Reggio Calabria, ci rimane   4 anni per poi andare in prestito alla Pro Vasto in C2, successivamente milita a    Novara in C1, Cavese C1, Celano, C2, Barletta C2 nella C1, in queste squadre: Ravenna, Sambenedettese, Sora, Fano, Avezzano, Civitanovese, Jesina, Varesina, Vastese, Castelfidardo, Porto d’Ascoli, L’Aquila, Torrese, e L’Aquila.

 

 



Come prima domanda le voglio fare questa, come si è conclusa la stagione 2022-2023? Soddisfatto nel complesso?

 

È stato un ottimo campionato vincendolo con la maglia del L’Aquila calcio. Di conseguenza sono molto soddisfatto, personalmente la stagione è stata conclusa con 22 gol stagionali.

 

Il prossimo anno lei dove andrà a giocare? Che cosa si sente di promettere ai tifosi?

 

Ho già firmato con la Sangiustese VP Calcio, posso promettere di dare il massimo ogni domenica.



 

 





I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Per essere sincero non sono mai stato un asso nei libri, ma nonostante io abbia finito gli studi senza mai essere rimandato, quando venne la chiamata della Reggina mio padre mi mandò a lavorare in uno chalet al mare dicendomi: “O vai a lavorare o parti per andare a Reggio Calabria”. Allo chalet durai solo una settimana, questo per poi dire a mio padre che sarei partito,  avevo già capito così ho capito che il calcio sarebbe stato il mio lavoro.

 

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Sono rimasto legato alla Sambenedettese, perché dopo anni a girovagare per l’Italia, quando ritornai a casa vinsi il campionato con la squadra della mia città.



 




Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Mi piace vedere il tennis al tempo libero.


Secondo lei grandi giocatori si nasce oppure ci si può diventare grazie ad un duro allenamento?

 

Grazie ad un duro allenamento, di talenti ce ne sono pochi, ed io non lo ero. Un allenatore alla Reggina mi disse che ero migliorato per la mia testardaggine perché quando non mi riusciva qualcosa ritentavo e ritentavo. All’epoca l’allenatore era Luca Gotti e adesso allena in serie A.


Lei gioca nel ruolo di? 

 

Attaccante

 

 

Si ricorda il suo goal più bello?


Il gol più bello l’ho realizzato durante la partita Samb contro Vis Pesaro, uno contro uno con il difensore da un metro dalla lira del fondo, feci gol sopra la testa del portiere andando sotto al set.







Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)? 

 

Ogni volta che sono caduto mi sono rialzato, difetto: sono  troppo buono.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Alessandro del Piero.

 

 

Lei è nato in Albania e poi si è trasferito in Italia, nelle varie squadre dove lei ha giocato qualcuno l’ha in qualche maniera discriminata?

 

Nel calcio non puoi essere mai discriminato perché si lavora utilizzando un unico pensiero per un unico obbiettivo.

 



 




Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La cosa più importante per me è la famiglia come per tutti quelli provenienti dall’Albania, credo tanto nell’ amicizia e farei di tutto per proteggere un mio amico.



 




Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

La vittoria Ucraina

 

 

 

25   Luglio   2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

lunedì 24 luglio 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

VINCENZO 

CASO NATURALE

 



 


 Vincenzo Caso Naturale giocatore   di calcio, attaccante esterno, è nato a Napoli il 24 maggio del 1990.

 

"Ho iniziato all’età di 6 anni al centro Ester a Barra CI sono stato fino a 10 anni di età per poi andare al Napoli, 4 anni poi il Napoli è fallito, purtroppo.

 

Sono stato due anni con la scuola calcio Mazzeo la squadra - classe 90- è stata quella dei record di imbattibilità: 131 partite senza mai perdere, poi ho militato negli gli allievi nazionali con il Potenza.  Dopodiché ero già nel mondo dei grandi con il Savoia in interregionale facendo 10 partite sotto età, purtroppo mi sono fatto male al ginocchio subendo due operazioni, di cui una quella che ha permesso la ricostruzione della cartilagine, questa mi ha tenuto fuori dai campi per tre anni.Terminata la regola degli under ho iniziato il mio percorso che quasi tutti conoscono". 

 


 

 

Questi i club dove ha militato: Savoia 1908 (D); Atletico Vesuvio due stagioni (Ecc); tre stagioni presso l’Herculaneum (la prima in Pro, poi le altre due in Ecc.); FC Casalnuovo (Ecc), Savoia (Ecc); Giuliano tre stagioni (la prima stagione in Ecc, le altre due in D); Afragolese (D); Savoia 1908 (D); Afragolese (due stagioni in Serie D); Nocerina (D). 

 

 

 





La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2022-2023 nella ASD Nocerina Calcio 1910? Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più? 

 

Sì, posso dire di  essere  soddisfatto perché è stato anche raggiunto l’obbiettivo prefissato. 

 

 

La prossima stagione giocherà alla F.C. Pompei dove il mister è Diego Armando Maradona Jr. Emozionato di questa nuova avventura?

 

Ti posso dire che mi ha fatto venire tanta voglia il presidente insieme a tutto l’ entourage societarie e tecnica. 

 






Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Fin già da piccolo ho sempre amato il calcio: è la mia vita! 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori hanno sempre pensato ad entrambe le situazioni, ma del calcio ero troppo innamorato per abbandonarlo, nonostante tutti gli infortuni che mi hanno tenuto lontano tanto tempo. 

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Le piazze che sono rimasto più legato sono: Ercolano che mi ha fatto rinascere come calciatore, Giugliano e Torre Annunziata e infine anche la Nocerina anche se è stato per poco, comunque mi sono legato a loro.



 




Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Mi piace ascoltare i pensiero di tutti e poi esprimo anche il mio, però dialogo molto con loro e mi piace scherzare tanto.

 

 Secondo lei si nasce grandi campioni oppure lo si può diventare impegnandosi tante ore al giorno, tutti giorni e conducendo una vita sana?

 

Per diventare campioni secondo me bisogna fare il professionista a 360 gradi, però sono del parere che ci vuole tanta fortuna e trovare le persone giuste sulla tua strada.



 




Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

 Non direi discussioni, ma confronti anche a volte moto forti, ti posso dire che mi sono sempre trovato bene, anche  perché a me piace parlare chiaro con tutti.

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Ce ne sono due o tre belli che ricordo con maggiore piacere, ma secondo me fra i più belli  bello è quello che ho realizzato nella partita  Sessana -Savoia, in rovesciata.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Un mio pregio e che riesco ad approcciarmi con tante persone e capirle, un mio difetto è che non mi piace perdere.

 

Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Dipende da tanti fattori: c’è chi gioca per la i soldi e chi come il dio del calcio Diego Armando Maradona che giocava per amore del calcio e non per un alto stipendio.

 






Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Sono soddisfatto perché la cosa importante nella vita in generale è non mollare mai e quando hai questo carattere già hai vinto, questo secondo la mia opinione. 


Lei è nato a Napoli, quartiere Barra, che cosa rappresenta questo luogo per lei?

 

Questo luogo riguarda la mia infanzia e resterà sempre nel mio cuore.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Famiglia e amici sempre al primo posto sono.



 




A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Questa intervista la dedico alla mia famiglia e alla mia compagna che fa tanti sacrifici insieme a me e mi sopporta e supporta sempre.

 

Grazie 

 

 

24  Luglio   2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

sabato 22 luglio 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

LUIGI

IMBRIANI









Luigi Imbriani di Napoli (classe 1973), giocatore di calcio, allenatore di calcio, procuratore, cosi ci si presenta per la seconda intervista.

 

“Sono Luigi Imbriani nato a Napoli e vivo attualmente a Napoli, ho dedicato la mia vita al calcio di cui sono un grande appassionato, ho giocato da ragazzo in eccellenza calcando i campi polverosi che c’erano un tempo, ora i ragazzi sono fortunati perché questi campi non ci sono più e quindi è tutto più facile per loro, iniziando dalle opportunità di scuola calcio fino al settore giovanile a livello nazionale.

 

 

Quando ho smesso di giocare ho iniziato come allenatore alla scuola calcio Bagnolese del presidente Cosentino, il direttore era Iumiento, abbiamo costruito una grande squadra anche se siamo partiti in ritardo con ragazzi nati nel 92/93;  ci siamo classificati terzi raggiungendo i play off al primo anno. Subito dopo ho attirato le attenzioni della scuola calcio Pasquale Foggia una delle società più forti in Campania, ho avuto un colloquio con Pasquale Foggia ragazzo umilissimo e professionista, mi sono bastati 5 minuti per accettare subito la sua proposta mettendomi in gioco e accettando di allenare la categoria allievi (classe98) dove siamo arrivati secondi  in classifica e vincendo tutti i tornei che c’erano in quel periodo assieme  alla coppa Campania F.I.G.C,  una bella soddisfazione direi. Gli anni successivi sono passato ad allenare i giovanissimi (2002). 

 

 

Abbiamo fatto un grandissimo lavoro vincendo il campionato i tornei e la coppa Campania, subito dopo Pasquale mi ha passato come direttore della sua scuola calcio con risultati eccellenti arrivando a contare circa 420/430 iscritti un picco massimo mai avuto in tutta la sua lunga attività di scuola calcio.

 

Dopo 12 anni sono andato a Pomigliano e mi hanno fatto direttore della juniores nazionale giocando con ragazzi sotto età, ci siamo comportati benissimo arrivando sesti in classifica, devo dire che non si è continuato il progetto per divergenze calcistiche, così  sono passato a fare il procuratore per questi ragazzi. 

 

Oggi attualmente ho molti ragazzi in serie D, eccellenza e promozione e mi diverto a seguirli perché questa è una passione che non mi abbandona mai, inoltre seguo anche altri ragazzi nei campionati nazionali.

 

Per finire sto cercando di restare nel calcio e aprirmi nuovi canali al nord, perché per il momento lavoro per la Campania e tutto il sud”.

 

    

 

 


    



L  La prima domanda qual è il segreto del suo successo, mi tolga questa curiosità?

 

Il segreto del mio successo è stato essere sempre chiaro, sincero e onesto con i genitori, ma soprattutto con i ragazzi.



 




Il Napoli ha vinto il suo terzo scudetto, se lo aspettava?

 

Sinceramente il Napoli vincente non me l’aspettavo è stata veramente una sorpresa, speriamo di riconfermarci l’anno prossimo.

 


Ho intervistato tanti giocatori di Napoli e di alcune città vicine, ingenuamente pensavo che fossero tutti tifosi del Napoli, invece non è così; questo non me l’aspettavo, secondo lei perché?

 

Perché sono giovani e sono nati in un’epoca dove il Napoli non vinceva niente, anzi veniva da più fallimenti, ma ora la nuova generazione tifa tutta Napoli.

 



 


Che esperienza è stata quella alla scuola Pasquale Foggia?

 

La mia esperienza alla Pasquale Foggia è stata costruttiva e mi ha fatto crescere sotto tutti i punti di vista, lavorare al fianco di un grande campione, ma, non solo come calciatore, soprattutto come uomo mi ha formato tanto.

 




 


In questo momento lei è procuratore, esatto? La caratteristica principale che deve avere un procuratore qual è?

 

Sì, è vero in questo momento sto intraprendendo questa strada, come dicevo prima ci vuole tantissimo lavoro, essere sempre sinceri e non giocare mai con la psicologia dei ragazzi.

 


Una domanda che ho fatto spesso è questa: Dai ragazzi il calcio viene visto come un’opportunità per vivere una vita negli agi, nel lusso, oppure frequentare un certo tipo di mondo. Perché tutti provano a diventare calciatori e non allenatori?

 

Tutti vorrebbero intraprendere la carriera di calciatore, tutto parte dai genitori che vogliono inculcare questa idea ai figli, ma è un percorso difficile, e uno su mille ce la può fare. Non hanno la mentalità di provare subito ad allenare, e quindi cercano di sfondare nel calcio, poi per loro è un ripiego l’allenatore

 







Secondo lei quali sono le qualità principali qualità che deve avere un allenatore? 

 

Un allenatore deve essere preparato, pronto al dialogo, lavorare duramente in campo e fuori ed essere sempre sincero e chiaro.




 




Il suo più grande pregio e il suo più grande difetto nelle attività che svolge e che ha svolto -lei è stato un giocatore di calcio e poi un allenatore - ?

 

Sono stato un giocatore, poi allenatore, poi direttore e ora procuratore. Il mio più grande pregio e la bontà d’animo, esserci sempre con tutti anche per chi non lo meritava. Il mio difetto essere istintivo e dire le cose in faccia che non sempre vengono apprezzate, ma per me è un pregio perché oggi si nascondono quasi tutti avendo una doppia faccia.

 


  La miglior squadra estera in questo momento è la?

 

Oggi come oggi è il Manchester City

 


Un pronostico: quale saranno il prossimo anno le prime 4 squadre italiane in classifica?

 

Il prossimo anno credo e spero in questa sequenza: 1)Napoli, 2)Inter, 3)Milan e 4)Juve.

 



 





Quant’è importante per lei la famiglia e quanto lo sono gli amici?

 

La famiglia è tutto, ti dà serenità, equilibrio e stabilità mentale. Gli amici se così si possono definire sono merce rara, oggi come oggi sono sempre di meno, sono come le mosche bianche in via d’estinzione e chi ha la fortuna di averle lo deve custodire per bene.

 


   Il  sogno nel cassetto in questo momento? 

 

Il mio sogno nel cassetto è portare almeno un ragazzo tra i professionisti e dire finalmente: “ci sono riuscito, e il mio sogno si è avverato”.

 






A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Questa intervista la voglio dedicare a tutti coloro che hanno sempre creduto in me, specialmente nei momenti di difficoltà dove mi sono stati veramente vicini, perché salire sul carro quando le cose vanno bene è facile. 

 

E poi voglio ringraziare te che sei una persona stupenda e avremo modo di cenare insieme qualche volta sotto il cielo di Napoli a presto.

 






Io la ringrazio verrò quanto prima a Napoli e faremo quest volta un’intervista in diretta.

 

 

 

22c 07 2023

 

(Tutti i diritti riservati)