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domenica 21 maggio 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

MARIO

CORRADO

 



  

Mario Giuseppe Corrado è nato a Napoli il 28 giugno del 1997 e ha frequentato la scuola calcio Gaetano Scirea, queste le squadre dove ha militato: Giovanili nazionali, Casertana, Gaeta eccellenza, Gela calcio eccellenza, Castelvetro D, Matese eccellenza, Campobasso 1919 promozione, Monte San Giovanni Campano,Chiaiano promozione, F.C. Avellino promozione, Mugnano prima categoria, Atletico Pagani -vittoria campionato prima categoria -.

 

 

 

 

 

Come prima domanda le voglio fare questa: il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

Beh sicuramente il covid ha condizionato molto la vita tutti noi sportivi, ma nonostante tutto molti come me siamo riusciti a mantenerci in allenamento.

 

 

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Sin da bambino mi appassionavo a guardare le partite in tv il calcio, per me è come una droga sono dipendente da ormai tanto tempo.

 

 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori mi hanno sempre lasciato fare scelte di cuore e il mio cuore batterà sempre per questo magnifico sport.

 

 

 

Lei, anche se è giovanissimo, ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Ho giocato in tante squadre conoscendo fortunatamente uomini veri e poi grandi giocatori, sono rimasto legato al monte San Giovanni Campano e soprattutto a questo ultimo gruppo di cui ho avuto la fortuna di vincere insieme quest anno.

 



 





Le piacerebbe fare l’allenatore un giorno?


Sicuramente mi piacerebbe allenare, ma questa attività non è nei miei pensieri, ho ancora tanta voglia di divertirmi con gli scarpini al piede.




Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Sono tanti ragazzi che come me sono appassionati per  questo magnifico sport poi ovviamente se hai la fortuna è la guida giusta per arrivare a certi livelli è ovvio che lo si fa anche per soldi.

 

 

 

Leggendo la vita di diversi giocatori quello che più mi ha colpito è che una volta terminata la carriera, hanno condotto una vita non certamente bella, chi si è indebitato, chi si è addirittura suicidato, alcuni per non farsi prendere dalla giustizia italiana, sono andati a vivere all’estero, sembra che sia una maledizione, secondo lei è così, oppure tutto nasce dall’aver fatto leggi sbagliate?

 

Io sono sempre stato del parere che troppi soldi fanno nascere molti vizi ed è per questo che qualcuno dopo aver terminato la carriera si ritrova o in brutta situazione oppure nel peggior dei casi si uccisi, dispiace perché sono esseri umani come noi, ma sicuramente non hanno mai avuto una grande testa, altrimenti avrebbero fatto quella fine.

 



Lei gioca nel ruolo di? 

 

Io nasco terzino destro, ma sono anni che mi adatto anche a sinistra.

 

 


Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il mio goal più bello è stato a Castelvetro contro la San Giovannese, è stato un’azione di esterno, da fuori area un goal che porterò per sempre nei miei ricordi più belli.

 

 


Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Il mio pregio è quello di non mollare mai su ogni pallone e soprattutto quello di dare sempre il 110 per cento per i compagni. Il mio difetto è sempre stata la testa, mi lascio andare troppo facilmente fortunatamente crescendo sto maturando.

 



 





Se le venisse fatta una proposta di giocare all’estero (alcuni giocatori che ho intervistato sono stati in Inghilterra, Norvegia, Islanda e Nuova Zelanda) accetterebbe a occhi chiusi, oppure ci penserebbe?

 

Dispende dal tipo di proposta ,sicuramente quando squilla il telefono per una chiamata del genere fa sempre piacere

 


 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Nel mio ruolo è Theo Hernàndez anche se lui è sinistro naturale mi piace molto come interpreta questo ruolo.

 

 


Lei è nato a Napoli che cosa rappresenta questa città per lei e perché per qualsiasi fatto accada si parla sempre solo di Napoli – sembra che in Italia – ci sia solo questa città -?

 

Napoli per me è casa, ogni posto al mondo che ho conosciuto viaggiando  non ha suscitato in me le stesse emozioni che mi offre questa città. Amo Napoli, la amo in ogni suo pregio e soprattutto in ogni suo difetto. Non esiste la città perfetta, la gente buona la si trova da ovunque  e così la gente cattiva; purtroppo è la vita.

 

 

 




Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

La famiglia viene sempre prima di tutto gli amici quelli veri ti riempiono le giornate e soprattutto la vita.

 

 

 

Che cosa si sente di promettere ai suoi sostenitori?

 

Sempre la stessa cosa prometto ai miei sostenitori,  chiunque crederà sempre in me io farò di tutto sempre per ripagare la loro fiducia e soprattutto non mollerò mai.

 

 

 

21 maggio 2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

venerdì 19 maggio 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

MAURIZIO 

DE FALCO

 

 

 


 

 



 

Maurizio De Falco di Napoli è giocatore   di calcio che ha calcato diversi palcoscenici. Da giovane è nel Napoli, poi a 14 anni va a giocare nel Fiorenzuola; dopo gli allievi nazionali a 17 anni esordisce in serie C, rimane nel Fiorenzuola anche se retrocede in serie D. Si trasferisce successivamente al Crociati Parma. Prima della fine dell’anno torna in Campania, gioca due anni nel Valdiano e due nel Faiano (tra serie D ed Eccellenza), per 4 stagioni è con la Calpazio, a Gela rimane due mesi, poi riceve una chiamata dal Crevalcore rimanendoci tre anni. Successivamente va giocare e ad allenare in provincia di Bologna, e poi si trasferisce nella scuola calcio di Pieve di Cento. Nella stagione 2020-2021 gioca in promozione nella Centese Calcio.

 


 



 

Come prima domanda le voglio fare questa: il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

Il covid ha stravolto la vite di tutti compreso tutte quelle attività sociali, sportive e agonistiche impedendo purtroppo il normale svolgimento.

 






Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Da bambino giocavo sempre con la palla e da quel momento in poi ho capito che non potevo farne a meno.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Questa frase non mi è stata mai detta perché non mi piaceva studiare, infattipreferivo dedicare tutto il mio tempo al calcio.

 


 




Tutti conoscono la sua bellissima carriera, lei ha girato tante squadre, in alcune ha militato per diverse stagioni, ma la domanda che le voglio fare è questa; l’esperienza è al Fiorenzuola (provincia di Piacenza) com’è stato ingaggiato?

 

Giocavo nella Damiano Promotion (ragazzi tutti selezionati) mi vide l’osservatore del Fiorenzuola e mi volle lì a tutti i costi.

 

Lei ha 14 anni è si ritrova catapultato in una realtà completamente diversa, a distanza di tanti anni qual è il suo bilancio in merito a questa esperienza?


Se tornassi indietro avrei più consapevolezza delle mie azioni.

 

Successivamente va al Crociati Parma, come mai decise di lasciare il Fiorenzuola?

 

In verità non volevo più giocare al nord, ci furono problemi di svincolo e mi diedero in prestito ai crociati di Parma.



 




In questo club come si è trovato?

 

Mi sono trovato bene, ma non c’ero con la testa.

 

Poi però decide di lasciare il Crociati e torna a Napoli, il motivo lei lo ha già chiarito in diverse interviste, rifarebbe questa scelta?

 

Non lo rifarei, a distanza di tempo ho capito gli errori sono ritornato al nord perché abitava la mia ragazza, ora mia moglie.



 




Dopo la breve esperienza di Gela, va a giocare nel Crevalcore, immagino che ci si sia trovato bene visto che c’è rimasto tre anni è così?

 

Sì, era una società storica del calcio bolognese.



 




Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il gol più bello l’ho fatto a Crevalcore da centrocampo portiere fuori dai pali.

 





Dal sud al nord, poi di nuovo al sud e di nuovo al nord, ci dica la verità, quanto del suo spirito napoletano è rimasto al nord?

 

Sempre napoletano in qualsiasi città mi trovassi. 

 






Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Difetto troppo pignolo pregio determinato.

 

Abbiamo già capito che se avesse la possibilità di tornare indietro lei non farebbe certe scelte, ma come dice una battuta di un film “è andata com’è andata”, voglio dire, doveva andare così, ed è inutile avere dei rimpianti, non è così?

 

Scelte che ho fatto giuste o sbagliate che siano, nessun rimpianto.

 






Lei è nato a Napoli ed è legatissimo al suo quartiere che è Fuorigrotta, ci dica che cos’ha di speciale questa città (tra l’altro credo che sia la città italiano con più afflusso di turisti)? 

 

Non perché sono di parte, ma è la città più bella del mondo Napoli e mille culture!


 




In alcune interviste lei ha precisato che se avesse conosciuto sua moglie le cose sarebbero andate diversamente, penso che sia una bellissima dichiarazione d’amore, perché la sua carriera sarebbe andata diversamente?

 

Sì, ne sono certo.

 

Lei è Napoli, in questo momento dove sta giocando?

 

Quest’anno ho vinto il campionato con la Fortitudo dopo 8 anni che mancavo da Napoli.



 




Un giocatore di grande talento ed di grande esperienza cos’ha da dire a quei ragazzini che volessero intraprendere la sua carriera, quali consigli darebbe?

 

Lo sport è prima di tutti divertimento, se manca quello si può anche smettere

 

 19 05 2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

mercoledì 17 maggio 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

 

GENNARO

NUNZIATA

 




Gennaro Nunziata è nato l’8 agosto del 1989 ad Agropoli (Sa) ma ha vissuto e vive tuttora a San Gennaro Vesuviano (NA) e gioca calcio nel ruolo di esterno di centrocampo o di attacco.

Ha iniziato a giocare nelle giovanili del Napoli (serie b), poi Perugia (serie a) e Arezzo (serie b).

Successivamente prima esperienza “tra i grandi” in serie dalla Gelbison Cilento, poi serie d con pianura calcio, Orvietana e Battipagliese e nel frattempo parentesi tra i professionisti con La Scafatese Calcio in Seconda Divisione.

In seguito diversi campionati di Eccellenza, di cui tre stagioni nel Faiano 1965, Cerignola, Agropoli, Gaeta, Palmese, Ottaviano, Angri.

Esperienze in Promozione con Angri, Potecagnano, San Severino ed in 1a cat con Sangennarese e Atletico Pagàni. 

 

Ha vinto 4 campionati: 1 in eccellenza Agropoli, 2 in promozione – Angri e Polisportiva Santa Maria Cilento, quest’ anno in prima categoria con l’Atletico Pagani.

 

 


 




 

La squadra dove lei milita l’Atletico Pagani ha vinto il campionato in Prima Categoria, che cos’ha provato nel raggiungere questo importante risultato?

 

È stata un’annata calcistica molto intensa, estenuante e stressante che si è conclusa nella miglior maniera possibile.

Eravamo sicuramente la migliore squadra del campionato, ma non siamo riusciti a dimostrarlo nella regular season, ma abbiamo raggiunto il nostro obiettivo attraverso la disputa dei play off, torneo per il quale siamo stati costretti ad affrontare nelle  diverse gare prima della finale in trasferta con un unico risultato a disposizione.

Per fortuna è andata bene e di questo siamo felicissimi sia io, sia i miei compagni di squadra.

 

 

 




Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho sempre pensato e sognato sin da piccolo che il calcio sarebbe stato la mia vita.

In realtà lo è stato in grande parte e mi ha dato tanto. Mi ha insegnato determinate regole, mi ha fatto comprendere il valore del sacrificio e mi ha offerto la possibilità di conoscere tantissime persone.

Per questo sarò sempre grato a questo sport! 

Come tutti i bambini che sognano da piccoli di giocare in serie A, ho sperato di poterci riuscire ed ho coltivato a lungo questo sogno.

Ho avuto molte difficoltà durante il mio percorso calcistico subendo molti infortuni gravi, inoltre ho  avuto problemi di varia genera.

Nonostante tutto mi sono sempre sentito un ragazzo fortunato perché ho praticato per tanti anni lo sport più bello del mondo e mi auguro di potermi divertire ancora un po’.



 


 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Purtroppo ho perso mio papà molto presto, ma ho avuto la fortuna di avere una super mamma che ha dovuto fare tanti sacrifici per accontentare suo figlio, in un mondo “maschilista” come quello del calcio.

Nonostante tutto mi sono laureato ed ho portato a termine gli studi: una soddisfazione enorme, viste le difficoltà che ci sono state durante il percorso.

A mia mamma, alla sua perseveranza e determinazione devo tutto, tra cui anche il fatto di essere riuscito a raggiungere l’obiettivo che mi ero prefissato. 

 

 

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Ho un bellissimo ricordo di tutte le esperienze calcistiche che ho avuto.

Tutte le maglie che ho indossato per me sono state importanti.

Ho sempre onorato i colori per i quali ho giocato e ho dato tutto me stesso con professionalità e serietà.

Ho avuto tante esperienze calcistiche alcune più positive, altre meno, ma tutte, e dico tutte,  mi hanno lasciato qualcosa di importante. Al contempo mi auguro di aver lasciato un buon ricordo, soprattutto sotto l’aspetto umano.

Perché come sostengo da sempre “il calciatore passa, l’uomo resta sempre”. 









Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi?

 

Forse perché i calciatori sono belli, ricchi e conducono una bella vita!

Purtroppo la realtà in cui viviamo - specie al giorno d’oggi, dove i social amplificano e rendono tutto semplice e facilmente raggiungibile- non fa altro che determinare in negativo quella che è una storia che va avanti da anni.

La verità è una:  per diventare calciatori affermati è davvero difficile ed è il risultato di varie componenti tra cui la fortuna e la bravura, queste  devono sommarsi a tanti altri fattori che rendono tutto, veramente, molto complicato.

Però un sogno è un sogno e va coltivato.

È giusto provarci e riprovarci, ma bisogna essere consapevoli che nella vita bisogna avere degli obiettivi e soprattutto delle alternative.

Non tutti ci riescono e finiscono così per perdersi.

Il calcio è mondo molto difficile e pieno di insidie, bisogna essere pronti a tutto ed avere un “piano B”

Infine  importante è sapere che è un mondo dove non esiste riconoscenza e dove gli interessi spesso valgono più dei calciatori stessi. 



 



 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Per fortuna qualche gol bello l’ho fatto! 

Personalmente sono molto legato al primo gol fatto in serie D con la maglia della Gelbison nel 2009 in un derby campano Galbison-Ippogrifo; ma forse il più bello credo sia quello nella partita Angri-Pontecagnano davanti ad una cornice di pubblico straordinario. Era il 2019, un anno che evoca in me bellissimi ricordi, sia per la vittoria del campionato, sia per il matrimonio con mia moglie.

 

 

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Sono pieno di difetti. Ne ho una marea. I pregi, però, lasciamoli dire agli altri! 




 


 

 


Secondo lei si nasce grandi campioni oppure lo si può diventare impegnandosi tante ore al giorno, tutti giorni e conducendo una vita sana?

 

Secondo me nel calcio e nello sport in generale  a qualsiasi livello bisogna essere degli atleti e seguire delle regole.

Personalmente sono molto rigido su questo aspetto, infatti cerco di curare il mio corpo e per renderlo quanto più performante possibile.

Faccio uno stile di vita sano, cerco di dormire il giusto e seguo un’alimentazione attenta e in linea con quelli che sono i principi di uno sportivo.  

Ho sempre pensato che bisogna fare i professionisti anche nella categoria dei Dilettanti, specie ora che non ho più vent’anni!

 

 



 


Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Credo di avere un carattere molto forte ed una personalità abbastanza marcata.

Ascolto tutti, seguo consigli e cerco di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo.

E soprattutto provo a migliorarmi giorno dopo giorno.

Ovviamente non si può stare simpatici a tutti, ma far parte di un gruppo vuol dire condividere esperienze sia negative e sia positive con il massimo rispetto ed educazione.

 


 


 


Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

No, assolutamente! Capita di avere idee diverse dagli allenatori e viceversa ma non ho mai mancato di rispetto a nessuno.

Poi è ovvio che non ho nutrito la stessa simpatia per tutti gli allenatori che ho avuto nella mia carriera, ma una cosa è certa: ognuno di essi mi ha insegnato qualcosa sia nel bene, sia nel male.

 

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Io sono un grande tifoso della Juve e questo perché ero innamorato di Alex Del Piero.

Sono cresciuto ammirandolo e tuttora è il mio idolo indiscusso.

Fortunati noi che ce lo siamo goduti…

Se parliamo a quale giocare però mi sono sempre ispirato, beh... allora ti dico tutta la vita Ryan Giggs.

Un giocatore formidabile e di altri tempi.

Lo vedevo sfrecciare su quella fascia e da piccolo pensavo che mi sarebbe piaciuto essere come lui.

 

 

 




Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La famiglia è tutto per me.

Mia moglie Agnese, mia mamma, i miei fratelli, le mie zie e anche i miei amici. 

Sono fortunato ad avere una famiglia straordinaria a cui devo tutto. Spero di non deluderli mai. 

 

 



 


A chi vorrebbe dedicare quest’intervista?

 

Dedico questa intervista a tutti quei bambini che si divertono a giocare a calcio e a fare sport in generale con tutta la spensieratezza e la leggerezza possibile.

Invito loro a coltivare il sogno di diventare grandi sportivi affermati, ma senza perdere mai di vista i valori sani dello sport che purtroppo latitano al giorno d’oggi.

Provateci a credeteci con tutte le vostre forze, Allo stesso modo invito loro a studiare ed a formarsi perché sarete voi gli attori protagonisti del nostro futuro

 

 

 

 

18  maggio 2023

 

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