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mercoledì 17 maggio 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

 

GENNARO

NUNZIATA

 




Gennaro Nunziata è nato l’8 agosto del 1989 ad Agropoli (Sa) ma ha vissuto e vive tuttora a San Gennaro Vesuviano (NA) e gioca calcio nel ruolo di esterno di centrocampo o di attacco.

Ha iniziato a giocare nelle giovanili del Napoli (serie b), poi Perugia (serie a) e Arezzo (serie b).

Successivamente prima esperienza “tra i grandi” in serie dalla Gelbison Cilento, poi serie d con pianura calcio, Orvietana e Battipagliese e nel frattempo parentesi tra i professionisti con La Scafatese Calcio in Seconda Divisione.

In seguito diversi campionati di Eccellenza, di cui tre stagioni nel Faiano 1965, Cerignola, Agropoli, Gaeta, Palmese, Ottaviano, Angri.

Esperienze in Promozione con Angri, Potecagnano, San Severino ed in 1a cat con Sangennarese e Atletico Pagàni. 

 

Ha vinto 4 campionati: 1 in eccellenza Agropoli, 2 in promozione – Angri e Polisportiva Santa Maria Cilento, quest’ anno in prima categoria con l’Atletico Pagani.

 

 


 




 

La squadra dove lei milita l’Atletico Pagani ha vinto il campionato in Prima Categoria, che cos’ha provato nel raggiungere questo importante risultato?

 

È stata un’annata calcistica molto intensa, estenuante e stressante che si è conclusa nella miglior maniera possibile.

Eravamo sicuramente la migliore squadra del campionato, ma non siamo riusciti a dimostrarlo nella regular season, ma abbiamo raggiunto il nostro obiettivo attraverso la disputa dei play off, torneo per il quale siamo stati costretti ad affrontare nelle  diverse gare prima della finale in trasferta con un unico risultato a disposizione.

Per fortuna è andata bene e di questo siamo felicissimi sia io, sia i miei compagni di squadra.

 

 

 




Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho sempre pensato e sognato sin da piccolo che il calcio sarebbe stato la mia vita.

In realtà lo è stato in grande parte e mi ha dato tanto. Mi ha insegnato determinate regole, mi ha fatto comprendere il valore del sacrificio e mi ha offerto la possibilità di conoscere tantissime persone.

Per questo sarò sempre grato a questo sport! 

Come tutti i bambini che sognano da piccoli di giocare in serie A, ho sperato di poterci riuscire ed ho coltivato a lungo questo sogno.

Ho avuto molte difficoltà durante il mio percorso calcistico subendo molti infortuni gravi, inoltre ho  avuto problemi di varia genera.

Nonostante tutto mi sono sempre sentito un ragazzo fortunato perché ho praticato per tanti anni lo sport più bello del mondo e mi auguro di potermi divertire ancora un po’.



 


 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Purtroppo ho perso mio papà molto presto, ma ho avuto la fortuna di avere una super mamma che ha dovuto fare tanti sacrifici per accontentare suo figlio, in un mondo “maschilista” come quello del calcio.

Nonostante tutto mi sono laureato ed ho portato a termine gli studi: una soddisfazione enorme, viste le difficoltà che ci sono state durante il percorso.

A mia mamma, alla sua perseveranza e determinazione devo tutto, tra cui anche il fatto di essere riuscito a raggiungere l’obiettivo che mi ero prefissato. 

 

 

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Ho un bellissimo ricordo di tutte le esperienze calcistiche che ho avuto.

Tutte le maglie che ho indossato per me sono state importanti.

Ho sempre onorato i colori per i quali ho giocato e ho dato tutto me stesso con professionalità e serietà.

Ho avuto tante esperienze calcistiche alcune più positive, altre meno, ma tutte, e dico tutte,  mi hanno lasciato qualcosa di importante. Al contempo mi auguro di aver lasciato un buon ricordo, soprattutto sotto l’aspetto umano.

Perché come sostengo da sempre “il calciatore passa, l’uomo resta sempre”. 









Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi?

 

Forse perché i calciatori sono belli, ricchi e conducono una bella vita!

Purtroppo la realtà in cui viviamo - specie al giorno d’oggi, dove i social amplificano e rendono tutto semplice e facilmente raggiungibile- non fa altro che determinare in negativo quella che è una storia che va avanti da anni.

La verità è una:  per diventare calciatori affermati è davvero difficile ed è il risultato di varie componenti tra cui la fortuna e la bravura, queste  devono sommarsi a tanti altri fattori che rendono tutto, veramente, molto complicato.

Però un sogno è un sogno e va coltivato.

È giusto provarci e riprovarci, ma bisogna essere consapevoli che nella vita bisogna avere degli obiettivi e soprattutto delle alternative.

Non tutti ci riescono e finiscono così per perdersi.

Il calcio è mondo molto difficile e pieno di insidie, bisogna essere pronti a tutto ed avere un “piano B”

Infine  importante è sapere che è un mondo dove non esiste riconoscenza e dove gli interessi spesso valgono più dei calciatori stessi. 



 



 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Per fortuna qualche gol bello l’ho fatto! 

Personalmente sono molto legato al primo gol fatto in serie D con la maglia della Gelbison nel 2009 in un derby campano Galbison-Ippogrifo; ma forse il più bello credo sia quello nella partita Angri-Pontecagnano davanti ad una cornice di pubblico straordinario. Era il 2019, un anno che evoca in me bellissimi ricordi, sia per la vittoria del campionato, sia per il matrimonio con mia moglie.

 

 

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Sono pieno di difetti. Ne ho una marea. I pregi, però, lasciamoli dire agli altri! 




 


 

 


Secondo lei si nasce grandi campioni oppure lo si può diventare impegnandosi tante ore al giorno, tutti giorni e conducendo una vita sana?

 

Secondo me nel calcio e nello sport in generale  a qualsiasi livello bisogna essere degli atleti e seguire delle regole.

Personalmente sono molto rigido su questo aspetto, infatti cerco di curare il mio corpo e per renderlo quanto più performante possibile.

Faccio uno stile di vita sano, cerco di dormire il giusto e seguo un’alimentazione attenta e in linea con quelli che sono i principi di uno sportivo.  

Ho sempre pensato che bisogna fare i professionisti anche nella categoria dei Dilettanti, specie ora che non ho più vent’anni!

 

 



 


Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Credo di avere un carattere molto forte ed una personalità abbastanza marcata.

Ascolto tutti, seguo consigli e cerco di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo.

E soprattutto provo a migliorarmi giorno dopo giorno.

Ovviamente non si può stare simpatici a tutti, ma far parte di un gruppo vuol dire condividere esperienze sia negative e sia positive con il massimo rispetto ed educazione.

 


 


 


Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

No, assolutamente! Capita di avere idee diverse dagli allenatori e viceversa ma non ho mai mancato di rispetto a nessuno.

Poi è ovvio che non ho nutrito la stessa simpatia per tutti gli allenatori che ho avuto nella mia carriera, ma una cosa è certa: ognuno di essi mi ha insegnato qualcosa sia nel bene, sia nel male.

 

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Io sono un grande tifoso della Juve e questo perché ero innamorato di Alex Del Piero.

Sono cresciuto ammirandolo e tuttora è il mio idolo indiscusso.

Fortunati noi che ce lo siamo goduti…

Se parliamo a quale giocare però mi sono sempre ispirato, beh... allora ti dico tutta la vita Ryan Giggs.

Un giocatore formidabile e di altri tempi.

Lo vedevo sfrecciare su quella fascia e da piccolo pensavo che mi sarebbe piaciuto essere come lui.

 

 

 




Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La famiglia è tutto per me.

Mia moglie Agnese, mia mamma, i miei fratelli, le mie zie e anche i miei amici. 

Sono fortunato ad avere una famiglia straordinaria a cui devo tutto. Spero di non deluderli mai. 

 

 



 


A chi vorrebbe dedicare quest’intervista?

 

Dedico questa intervista a tutti quei bambini che si divertono a giocare a calcio e a fare sport in generale con tutta la spensieratezza e la leggerezza possibile.

Invito loro a coltivare il sogno di diventare grandi sportivi affermati, ma senza perdere mai di vista i valori sani dello sport che purtroppo latitano al giorno d’oggi.

Provateci a credeteci con tutte le vostre forze, Allo stesso modo invito loro a studiare ed a formarsi perché sarete voi gli attori protagonisti del nostro futuro

 

 

 

 

18  maggio 2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

  

     

 

 

 

 

 


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