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martedì 16 maggio 2023

SEZIONE SPORT

 



 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

EDUARDO

DEL SORBO 










Mi chiamo Eduardo Del Sorbo il prossimo giugno farà   23 anni e abito a Santa Maria La Carità in provincia di Napoli.

Dopo aver frequentato il liceo scientifico Severi a Castellammare di Stabia, ho intrapreso il corso di studi alla Federico II in Economia ma ben presto ho capito che non era ciò che volevo fare poi.

Cambio radicale, mi iscrivo alla facoltà di Scienze della Comunicazione corso Digital Marketing e ora sono al terzo anno. Da tre anni curo il club calcistico Santa Maria La Carità sotto l’aspetto della comunicazione.

 


 


 

 

Come prima domanda le voglio fare questa: Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Come la maggior parte dei ragazzi sono appassionato di calcio, una passione che ho coltivato sin da piccolo e da qualche anno è diventato anche il mio lavoro.

 

Da ragazzino ha frequentato qualche scuola calcio oppure giocava al pallone in maniera sporadica?

 

Ho frequentato la scuola calcio fino all’età di 10 anni circa ma nulla più.

 






Lei è tifoso del Napoli, ma sappiamo che lo è in maniera atipica, nel senso che è obiettivo. Ci potrebbe spiegare meglio questo concetto?

 

Sono tifoso del Napoli sin da bambino, ho seguito tutte le vicende della squadra azzurra, ma, mi definisco forse anche per il mio modo di vedere il calcio un tifoso molto obiettivo.

 

Ovvio che esulto, faccio festa quando il Napoli vince, quest’anno è stato un percorso stupendo culminato con la vittoria del campionato che aspettavamo da fin troppo tempo.

Ho avuto la fortuna di vivere questo scudetto al pieno, è stato emozionante al triplice fischio di Udine, le città sono scoppiate in una festa che dura ancora tutt’ora.

 

Sono obiettivo nel senso che analizzo il calcio, le partite, se la prestazione in una gara non c’è stata cerco di non trovare alibi ma capire il perché.



 




Lei è molto legato alla squadra Santa Maria La Carità fondata nel 1974, e cura da tre anni il club sotto l’aspetto della comunicazione. Ci potrebbe spiegare meglio in cosa consiste il suo lavoro?

 

Da tre anni ho avuto ho iniziato a seguire internamente le vicende della squadra della mia città, L’ACD Santa Maria La Carità, club che fondato nel 1974 milita nei campionati dilettantistici campani.

Ne seguo la comunicazione e tutto ciò che concerne l’immagine della squadra: cronaca, rapporti con la stampa, foto, video, interviste ai protagonisti.

È un lavoro che impiega tanto tempo in una giornata e presuppone la presenza assidua con la squadra, vivo con loro durante il campionato.

Quest’anno per la prima volta abbiamo centrato la promozione in Eccellenza, la massima serie regionale dilettantistica prima dei campionati nazionali.

È stato un percorso incredibile che ci ha visti in testa dall’inizio alla fine, abbiamo dominato qualsiasi avversario e su ogni campo.  Una combinazione che sicuramente nel lontano agosto non mi sarei aspettato nemmeno nei sogni più belli: vittoria del campionato della mia città e tricolore del Napoli.

 





 

Ho intervistato diversi giocatori, allenatori, direttori sportivi, e a tutti ho fatto la stessa domanda: Perché molti giocatori ripetono la solita frase (quelli che non sono riusciti ad arrivare a certi obiettivi: “Non ho avuto le giuste conoscenze, se le avessi avute sarei arrivato molto più in alto”?

 

Il calcio fatto ad un certo livello in qualsiasi categoria presuppone un certo stile di vita e determinati comportamenti, molti calciatori anche se molto forti tecnicamente non hanno fatto di questo sport il proprio lavoro per questioni extra-campo, certamente non è semplice, molti ragazzi si perdono una volta raggiunta la maggiore età per la mentalità.

 

Vista la sua grande passione, secondo lei, con un allenamento improntato alla massima serietà, un’alimentazione adeguata e uno stile di vita consono si può diventare un grande campione, oppure bisogna nascerci?

 

Si può affinare la tecnica, si può crescere fisicamente e calcisticamente ma per arrivare a certi livelli credo che una buona base ci deve essere di partenza.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse?

 

Oltre al calcio seguo il ciclismo, passione inculcata sin da bimbo da mio padre che è stato un ciclista e ha ottenuto vittorie importanti anche a livello nazionale, pochi giorni fa ho avuto la fortuna di assistere e di immortalare il passaggio della sesta tappa a Castellammare di Stabia.

 

 

 




Ultima domanda: un sogno per il futuro?

 

Futuro? È presto, vorrei laurearmi al più presto, manca poco.

Mi piacerebbe guidare la comunicazione di club professionistici per vivere ancora di più questo sport che regala emozioni a non finire, chissà magari un giorno con la squadra della mia città.

 

 

 

16 05 2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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