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giovedì 16 marzo 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

MANUEL 

PANINI 

 


 

Manuel Panini è un giocatore di calcio nato a Marino (Roma) il 5 agosto del 1983.

 

 

Ha iniziato con il settore giovanile della sua città: “La vivace Grottaferrata” poi sono passato dopo un provino alla Juve.

 

Si trasferisce al Frosinone dove con la categoria Berretti ho vinto il campionato, per poi passare in prima squadra l’anno successivo. A Frosinone ho vinto due campionati dalla serie D, alla C2 e dalla C2 alla C1.

 

 Stesso discorso con la Cavese ha vinto due campionati dalla serie     D   alla C2 e dalla C2 alla C1.

 

  Queste sono le squadre dove ha militato: Taranto F.C., Catania S.S.D., Foggia, S.S. Juve Stabia, Aversa, Paganese Calcio, Flaminia Civita Castellana, Sarnese, Agropoli 1921, Albalonga, Flaminia Civita Castellana, e in questo momento gioca nell’A.S. S Unipomezia 1938.

 

 





Non posso che congratularmi con lei, ha 39 anni ancora gioca e ha militato in tantissime squadre, le voglio chiedere questo, qual è il suo segreto nell’avere una lunga carriera, una carriera costellata di tanti successi?

 

Il segreto del successo credo che sia la passione smisurata per questo sport che ho avuto fin da subito, per me è’ stata più una ragione di vita che un semplice sport.

 



 






E veniamo alla seconda domanda, quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho capito che il calcio sarebbe diventato la mia più grande passione quando per la Prima volta ho visto il matusa l’ex stadio del Frosinone pieno, io salivo dalle giovanili e quel giorno il mister mi convocò aggregandomi alla prima squadra, beh quel giorno ho capito che quello sarebbe stato quello che avrei voluto fare!

 

 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori hanno sempre assecondato la mia passione forse anche perché vedevano la mia felicità, non mi hanno mai impedito di inseguire quello che davvero volevo fare anche perché sono andato via di casa giovanissimo!

 








Ad un certo punto lei va alla Juventus, che tipo di esperienza è stata?

 

È stata una esperienza magnifica anche se purtroppo molto breve, io poi che sono tifoso juventino l’ho vissuta con una passione doppia


 

Poi inizia giocare al Frosinone, vincendo due campionati. Che ricordo ha di quell’esperienza?

 

ll Frosinone è la squadra che ha creduto in me e che mi ha permesso di affacciarmi a questo mondo, a quella società che tra l’altro è ancora la stessa di adesso, gli devo tutto.

 

 






Poi lei si trasferisce alla Cavese e successivamente in altre realtà calcistiche. Immagino che non sarà stato facile ambientarsi, oppure non è stato un problema?

 

La Cavese rappresenta per me un vero e proprio amore, sono arrivato appena 17enne in una realtà calcistica completamente diversa dalle quali ero abituato, una città che proietta amore verso la propria squadra e verso i giocatori, sono stati 4 anni magnifici per l’esattezza dove abbiamo vinto un campionato di serie D,una coppa Italia, ed un campionato dalla C2 alla C1.

In quella squadra ho trovato dei fratelli che tuttora ancora sento!

 

 

Girando tante città non le mancava il suo ambiente, la sua famiglia, gli amici?

 

La mancanza di casa e del mio paese è sempre stato un richiamo per me ,parenti e amici sono una sfera alla quale non ho mai rinunciato,  motivo per il quale in qualsiasi luogo  io avessi  giocato, ogni domenica sera non c’era scusa che non mi riportasse a casa dagli affetti!

 


A quale squadra è rimasto più   legato? 

 

La squadra alla quale più legato è la Cavese, per quanto ho già detto precedentemente  in quegli anni  ho vissuto un turbine di emozioni che non si possono descrivere.

 

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Oltre il calcio mi piace molto la formula uno.




Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Il calcio fa parte della nostra cultura, si cresce con le passioni dei propri papà seguendo le gesta di quei giocatori che tu vedi in televisione, diciamo che poi è’ uno sport molto formativo che soprattutto nell’età dell’adolescenza consiglio a tutti, poi ti aiuta nel condividere e a relazionarti con i compagni di squadra!

 



 





Lei gioca nel ruolo di? 

 

Io ho sempre giocato terzino destro, diciamo che poi con il passar degli anni mi sono spostato centrale di difesa.

 

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Purtroppo il goal è sempre stato un mio tallone d’Achille. 

Sicuramente il più importante fu un goal al San Vito di Milazzo nell’anno in cui vincemmo il campionato con la Cavese!

 


Il suo rapporto con i vari mister è stato facile oppure ci sono stati degli screzi (tra l’altro è normale che ci siano)?

 

Il rapporto con gli allenatori non è mai facile soprattutto quando si è’ giovani, il mio è sempre stato pieno di sincerità, con molti allenatori ho un rapporto speciale persone a cui voglio un bene che va al di là dello sport.

 



 


Lei ha una grandissima esperienza, che consiglio darebbe a un giovane che volesse intraprendere la carriera di calciatore?

 

Il consiglio che mi sento di dare ai giovani è quello di crederci fino in fondo, purtroppo viviamo in un’epoca dove i ragazzi si accontentato non hanno la perseveranza di credere in quello in cui fanno

Costanza, sacrifico e voglia di ascoltare sono i consigli che darei al me 18enne.

 


Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Famiglia e amici rappresentano da sempre per me un qualcosa di imprescindibile, con loro sono me stesso senza dover preoccuparmi di nulla.

 

 





A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Dedico questa mia intervista si miei due tifosi più accaniti: i miei due nonni che mi hanno accompagnato in ogni avventura calcistica fin dai primi anni. Loro  purtroppo non ci sono più, ma ogni volta che scendo in campo il mio pensiero spesso vola a quando sentivo le loro voci sugli spalti accompagnato in ogni avventura calcistica fin dai primi anni.

 

 

 

 

Grazie 

 

 

16 03 2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

mercoledì 15 marzo 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ENRICO

NESPOLI 

 

 


     

 

Enrico Nespoli è un giovane giocatore di calcio nato a Matera, e vive a Benevento,  così ci si presenta:

 

Mi chiamo Enrico Nespoli e sono nato a Matera il 2 aprile del 2001.

Gioco nel ruolo di difensore centrale, ho iniziato nel settore giovanile della Casertana, son poi passato nel Vastogirardi (serie d) dove ho totalizzato 28 partite e 2 gol. 

 

Successivamente sono andato nel Genoa primavera, a seguire ho militato   in prestito al Savoia (serie d) dove ho totalizzato 8 presenze, purtroppo durante quell’annata ho riportato la rottura del crociato. 

Sono passato al Giugliano ed ora sono all’Aversa dove ho totalizzato 13 presenze e 2 gol. Sto studiando per laurearmi in economia aziendale presso l’Unisannio di Benevento.

 

 




 



Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto quel lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

Il covid è stato qualcosa di inaspettato ed ha travolto le vita di ognuno di noi, calciatori compresi, durante la pandemia purtroppo dovevamo allenarci a casa, però con i programmi quotidiani del preparatore atletico sono riuscito a tenermi in forma.

 








Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho iniziato a giocare a calcio fin da piccolo e non ho mai smesso, ho 
capito sin  da subito che sarebbe stata la mia grande passione.

 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori hanno sempre sostenuto in ogni mia decisione e sono stati un punto di riferimento soprattutto nei momenti più difficili.




 


 


Una tappa fondamentale della sua carriera è stata al Genoa, come si è trovato, è riuscito ad ambientarsi bene?

 

Andai a Genoa dopo un buon anno fatto in serie D, mi trovai subito bene con compagni e l’ambiente, l’organizzazione è davvero maniacale permette ad ogni giocatore di esprimersi al meglio, spero di rifare esperienze simili

 

 

Lei va in prestito al Savoia calcio, purtroppo subisce un infortunio, com’è successo?

 

Al Savoia ho iniziato bene il campionato, poi purtroppo ho subito la rottura del legamento crociato e per me è dato un duro colpo, ma ne sono uscito più forte e determinato di prima.

 

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Avendo cambiato praticamente ogni anno una squadra non sono legato ad una in particolare.



 




In questo momento si trova all’Aversa calcio, come si trova e come sta andando il campionato?

 

Ora sono all’Aversa e mi trovo molto bene, abbiamo iniziato benissimo il campionato, mentre ora siamo in una situazione delicata, ma sono sicuro che ne usciremo.

 


Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Oltre al calcio seguo molto il tennis, è uno sport che mi è sempre piaciuto.



 


 



Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il mio gol più bello è stato contro il Cassino nel 2019, lo ricordo con piacere perché è stato il mio esordio in serie D.

 


Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Un mio pregio calcistico credo sia l’anticipo ed un difetto sicuramente è l’irruenza cosa che sto cercando di migliorare.

 


Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Un giocatore che ammiro tantissimo è Kim del Napoli.



 




Lei oltre a giocare a calcio a breve conseguirà la laurea in economia aziendale come riesce a conciliare spor e studio?

 

Non ho mai abbandonato lo studio perché i calciatori a parer mio soprattutto in queste categorie sono appesi ad un filo , basta un infortunio o una stagione sbagliata per trovarti senza lavoro , credo fortemente nella possibilità di conciliare studio e calcio in quanto noi abbiamo molto tempo libero e non deve essere sprecato .

 

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La famiglia e gli amici sono fondamentali nella mia vita perché permettono di staccare la spina e pensare ad altro. Durante la riabilitazione dal mio lungo infortunio soprattutto la mia famiglia è stata vicina a me e mi ha aiutato ad andare avanti nei momenti più difficili e per questo sarò sempre grato.



 


 


A chi vuol dedicare questa intervista?

 

Voglio dedicare questa intervista alla mia famiglia ed ai miei amici storici del gruppo “momenti indimenticabili “.

 

 

 

 

15 03 2023

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

martedì 14 marzo 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

FELICE

PICCIRILLO 

 

 


 

Felice Piccirillo è direttore sportivo della società calcistica Terzigno 1964 e così si presenta: 

 

Mi chiamo Felice Piccirillo, sono nato a Napoli il 28 ottobre del 1989.

Sono un ragazzo che ha iniziato la mia breve carriera calcistica come tutti i ragazzini girando per varie scuole calcio, poi all’ età di 14 anni vado a giocare con il Sorrento giovanili allora in serie D.

 

  Proseguo poi con la Juniores del San Giorgio Calcio eccellenza per poi fermarmi e dedicarmi agli studi e alla mia carriera come intermediario assicurativo.

 

  Diplomatomi conseguo un master come intermediario assicurativo aprendo nel 2015 la mia agenzia assicurativa. All’età di 24 anni mi rimetto in gioco prima in terza categoria con una squadra di San Giorgio a Cremano per poi passare l’anno successivo in prima categoria con il Barca Ercolanense, finito l’anno calcistico gioco due anni sempre in prima categoria con la United Portici per finire la mia breve carriera nel 2016 con la Stella, splendente squadra di Sant’ Anastasia.

 

  Venendo da una famiglia che viveva di calcio soprattutto per mio fratello minore dove ha fatto carriera di tutto rispetto tra giovanili del Napoli calcio e tanta serie C, D ed Eccellenza, mi sono fatto conoscere da gli addetti hai lavori come intenditore di calcio. Nel 2020 arriva la chiamata del San Sebastiano calcio come direttore sportivo riuscendo a compiere una salvezza storica, dopo due anni con la medesima squadra a dicembre passo con il Terzigno squadra storica con una società fantastica con tifosi straordinari dove mi chiedono di ripetere il miracolo fatto l’anno prima salvando la squadra presa a 9 punti fatti nel girone di andata. 

 

 Ora siamo terzultimi e stiamo provando a fare una scalata sperando che ci permetta di salvarci. Se ci riusciremo potrò dire di aver fatto un’altra impresa calcistica.


 


Come prima domanda le voglio fare questa: lei ci ha detto che il Terzigno calcio è una società fantastica, e che ha dei tifosi fantastici, ci potrebbe dire di più a riguardo?

 

Attualmente io sono andato da loro a dicembre prendendo una squadra a 9 punti ultima in classifica, ora mancano 5 partite e siamo quart’ ultimi a 3 punti dalla salvezza. 

 

Stiamo facendo qualcosa di miracoloso e speriamo che riusciremo nell’ impresa.  La società è formata da tante brave persone e soprattutto che vogliono fare calcio come il direttore tecnico Giovanni Casillo e il direttore generale Gennaro Bianco persone squisite, inoltre menziono il sindaco Francesco Ranieri che è sempre vicino per poi passare alla splendida tifoseria dove con me si è creata la giusta alchimia. Sono dei ragazzi fantastici che ci seguono e ci supportano su qualsiasi campo. Il Terzigno è una società storica che ha militato in serie D ed io la promessa che voglio fare a questi fantastici tifosi è che farò di tutto per non farla retrocedere. Per l’anno prossimo ho un obiettivo: cercare di salire nelle categorie più alte, perché è lì che merita la squadra.

 

 


Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Il calcio è stato sempre dentro di me avendo mio padre che è un ex capo ultras della curva del Napoli le lascio immaginare… noi abbiamo mangiato pane e pallone e poi ho seguito mio fratello nella sua lunga carriera calcistica divisa tra giovanili del calcio Napoli tanta serie C e serie D e ora è qui con me al Terzigno a darmi una mano come calciatore.

 

 


I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Come calciatore non ho fatto carriera, ma mi sono divertito, ho fatto un po’ di settori giovanili e poi ho smesso per dedicarmi allo studio e al mio lavoro attuale che è: l’intermediario assicurativo. Poi all’età di 24 anni ho sono di nuovo sceso in campo: in prima categoria con lo United Portici, Barca, Ercolanese e Stella Splendente Sant’ Anastasia, infine mi sono dedicato a fare il direttore sportivo.

 

 

 


Nel 2020 avviene la svolta viene chiamato come direttore sportivo per la San Sebastiano Calcio, che tipo di esperienza è stata?

 

Mi chiamò il presidente voleva che portassi mio fratelloMi disse: “Mi dai una mano a portare tuo fratello qui al San Sebastiano? Abbiamo un nuovo progetto e vorremmo come calciatore tuo fratello. Quando andai a parlare con il presidente Saverio Ardolino nonché mio collega assicurativo, mi chiese se mi sarebbe piaciuto stare vicino alla squadra come Team Manager. Sono vicino alla squadra diciamo sino a dicembre come esterno. Poi mi hanno chiesto se volessi fare il direttore sportivo prendendo una squadra che era penultima per portarla alla salvezza. Poi ricevo una chiamata dal Terzigno durante l’anno in corso, però per varie vicissitudini decido di rimanere ho deciso di rimanere al San Sebastiano quando poi a dicembre mi richiama di nuovo il Terzigno e essendo una squadra importante ho deciso di accettare la loro proposta.

 


 

Adesso è direttore sportivo della Terzigno 1964, so che è molto legato a quest’ambiente, quali sono i motivi?

 

Mi lega l’amore per la squadra, per la propria maglia, è una città che sogna in grande, una città che vive di calcio, io che sono giovane come direttore mi piace sognare insieme ai tifosi. Si è creata subito un’alchimia tra la squadra, i tifosi e la società. Vorremmo sognare tutti assieme anche categorie superiori perché questa città lo merita, e lo meritano gli ultras.

 


 





L’anno scorso avete fatto una bella rimonta, quali sono stati i motivi principali?

 

Ti posso dire che l’anno presi il San Sebastiano che era una squadra demotivata, non aveva voglia, che era stata cambiata totalmente, l’anno scorso con i play out abbiamo fatti risultati e a mantenere la categoria.

 

 

Quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente? 

 

Direi la prima cosa è la testa, la testa e l’essere uomo, se non hai la testa a calcio non puoi giocare, prima viene la testa e poi le qualità, tutto guardano le qualità, ribadisco che prima ci sono altre qualità.

 


 

Che rapporti ha con gli allenatori e i presidenti di club? 

 

Come rapporto con gli allenatori, ti posso dire che oggi al Terzigno abbiamo il mister Michele Califano, ci sentiamo tutti i giorni, è una persona preparata, una persona perbene, ma soprattutto è un grande amico, ho istaurato un rapporto di fiducia reciproca, e nei progetti futuri lo voglio come allenatore.

 

 

Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio, come direttore sportivo è ovvio? 

 

Ti posso dire che dovrei contare fino a 10, questo perché sono impulsivo, è la voglia di fare bene, è l’amore per il calcio che mi porta, il pregio è che riesco a creare un gran rapporto con la dirigenza, con gli allenatori, e con la squadra. Sono un ragazzo che si è fatto da solo e che riesce ad ottenere dai calciatori il meglio.

 

 

Ultima domanda: un sogno per il futuro?

 

Ti posso dire che ho tutto, ho un lavoro, un’azienda, ho un’agenzia assicurativa da 10 anni, ho una splendida famiglia, con mia moglie e mia figlia, per il momento penso solo a fare bene al Terzigno, e magari l’anno prossimo a fare una squadra che ci potrà fare il salto di qualità, 

 

 

15  03 2023

(Tutti i diritti riservati)