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giovedì 9 marzo 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

FRANCESCO

MINNITI

 

 


     

 

 

Francesco Minniti è un giocatore di calcio nato a Reggio Calabria.

 

 

Inizia la scuola calcio all’età di 7 anni, la scuola calcio si chiamava Reggio 2000, fa tutta la trafila, primi calci, pulcini, esordienti e giovanissimi! 

 

All’età di 12 anni quando fa gli esordienti disputa un torneo a Montecatini “eravamo 700 ragazzi alla fine del torneo c’ era la buonanima di Valcareggio il selezionatore della Nazionale praticamente su 700 ragazzi ne sceglie 16 e tra quei 16 ragazzini c’ ero io” fu una soddisfazione immensa fecero  l’amichevole con la Croazia vincendo 3-1!

 

 Poi sempre all’età di 13 anni disputano con i migliori ragazzi d’Italia uno stage a Genova su 300 bambini alla fine vince come: il miglior giocatore.

 

 Da qui inizia una vera e propria asta di calcio mercato all’età di 14 anni lo volevano tutte le migliori squadre d’Italia, Milan, Juve, Inter, Roma, Lazio, Torino, Atalanta e quelle di bassa serie che   nemmeno le nominiamo, deve scegliere e sceglie l’Atalanta, allora nel 2004 era il miglior settore giovanile d’Italia. 

 

  Al primo anno Giovanissimi Nazionali vince lo scudetto e vinse la finale contro la Lazio per 4-2!  Sempre in quell anno disputano il torneo Gaetano Scirea dove c’erano le migliori squadre d’Europa e vincono contro Real Madrid, il Barcellona, infine nella finale del torneo vincono contro il Torino ai rigori. 

L’anno dopo l’Atalanta scese in serie B e quindi fu costretta a dimezzare la foresteria. 

 

Deve fare allievi regionali quindi ha tanto mercato, così viene richiesto dalla Reggina Calcio allora in serie A, viene mandato in prestito con diritto di riscatto a favore della Reggina.  L’’anno dopo la Reggina lo acquista. A Reggio anziché giocare con gli allievi regionali disputa con gli allievi Nazionali praticamente giocando con quelli di 1 anni più grandi. Disputa 30 presenze, la Reggina l’anno dopo lo acquistò inserendolo nell’ affare con Rolando Bianchi, praticamente è stato acquistato insieme a Rolando Bianchi! 

 

Poi da quel momento   inizia la trafila alla Reggina fa 2005-2006 allievi Nazionali, 2006-2007 Primavera, 2007-2008 Primavera e anche qui viene scelto dal tecnico Nevio Orlandi con quelli di un anno più grandi per disputare le finali Nazionali. Viene pure contatto dal club londinese West Ham, ma decide di declinare l’offerta.

 

 Nel giro della Primavera si allena spesso con la prima squadra, praticamente ero pronto a firmare il contratto da professionista solo che ebbe   un brutto infortunio al ginocchio, si ruppe il crociato e il menisco; quindi la Reggina non crebbe più nelle sue potenzialità pensando che non potesse tornare quello di prima.  

 

Ovviamente non si   fermò, si   opera e si riprende dall’ infortunio. L’ anno dopo all’età di 19 anni venni ingaggiato dalla Salernitana, fa un anno praticamente il procuratore e il direttore che mi avevano scelto furono coinvolti nello scandalo Calciopoli, si ritrovò fuori dal giro senza neanche accorgersi, ci dice: “è stata come una doccia gelata! “

 

 Dall’ all’età di 20 gli capitò forse l’opportunità della vita: venne chiamato in serie A in Slovenia al Mura 05.  Ci rimane 6 mesi, furono i mesi più duri della sua vita, perché non riuscì ad ambientarsi.  Quindi ritorna in Italia e inizia a giocare in serie D: Milazzo 2010, Hintereggio 2011-2012-2013-Interpiana 2014, Palmese 2015 e poi in eccellenza locale 2016.   Nuovamente in serie D nel Messina calcio 2017! 

 

 

 



 

Come prima domanda le voglio fare questa, leggendo la sua carriera non posso che complimentarmi con lei, è arrivato dove pochi arrivano, immagino che lei si senta soddisfatto?

 

Sì, guarda nella mia carriera calcistica di soddisfazioni me ne sono tolte davvero tantissime, già aver fatto circolare il mio nome in giro per l’Italia e non solo, è motivo di orgoglio ovviamente non ho nulla da rimproverarmi certo con la testa di oggi e con la consapevolezza di tutto quello che c’è dietro il calcio sicuramente avrei detto la mia in altri palcoscenici!

 


Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Beh che dire l’ho scoperto sin da piccolo facevo la media di 3/4 partite al giorno vivevo solo di questo, ovviamente all’età di 14 anni ho capito che forse sarebbe diventato un sogno realizzabile! 



 




I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Guarda i miei genitori mi hanno seguitò dappertutto, mi hanno sempre detto che sarebbe giusto che io studiassi e che completassi gli studi, ma sarebbe stato importante che io inseguissi il mio sogno. 


 

Giovanissimo decide di militare nell’Atalanta, come mai scelse questa squadra?

 

Scelsi l’Atalanta perché era il miglior settore giovanile d’ Italia e quindi sarebbe stata la migliore squadra che mi avrebbe potuto potesse aiutare a crescere calcisticamente parlando.




 


 


Lei era un ragazzino, se mi permette, riuscii ad ambientarsi subito, oppure ci volle del tempo?

 

All’inizio feci un po’ fatica, ma giusto perché venivo dal sud e quindi ero visto con un occhio diverso, subito sono riuscito a mettere le cose al proprio posto e mi sono trovato bene!  In foresteria eravamo una famiglia si stava davvero bene non ci mancava niente.

 


Altra avventura: la Reggina. Lei ottiene dei grandi successi, un infortunio però fu fatale per la sua carriera. Si ricorda in che occasione avvenne?


Alla Reggina si è strutturato gran parte del mio percorso a livello giovanile e anche qui soddisfazioni su soddisfazioni come già detto precedentemente. 

Purtroppo però all’età di 19 anni ho avuto un brutto infortunio in allenamento, mi sono rotto crociato e menisco e siccome era l anno che dovevo firmare il contratto da professionista con la Reggina, loro non hanno più creduto in me, mi trovai fuori dal progetto.

 


Che cosa pensò pochi giorni dopo che successe quel fatto?

 

Ovviamente non mi sono abbattuto perché non ero l’ultimo arrivato, ricominciai dalla Salernitana e come ho detto precedentemente è successo quello che è successo.

 

 

Altra esperienza importante a 20 anni, va a giocare in Slovenia in serie A, furono 6 mesi molto duri, come mai non riuscì ad ambientarsi?

 

Dopo la Salernitana ho fatto un’esperienza importantissima in Slovenia in serie A al Mura 05, però purtroppo qui non mi sono ambientato sia per il clima sia per tutti gli altri aspetti.  Si respirava aria fredda in tutti i sensi, io sono un ragazzo molto solare e quindi non ce l ‘ho fatta e tornai in patria. 



 




A mente fredda rifarebbe quello che ho fatto oppure se potesse tornare indietro non farebbe la scelta di ritornare a casa dopo 6 mesi?

 

Ad oggi direi che rifarei tutto quanto, ma non sarei tornato mai a Reggio alla Reggina, sarei rimasto su al nord dove c’è più visibilità e sicuramente avrei fatto un altro tipo di carriera.  Purtroppo non si vive di passato, ma di presente e credimi sono stra-orgoglioso di tutto quello che ho fatto.

 


Lei poi ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

 Non c’è una squadra in particolare perché ovunque io abbia giocato ho avuto amici in tutti i posti, ma se dovessi menzionarne una direi il Messina.




 





Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Sì, sono un tipo molto sportivo mi piace il padel e mi sta affascinando molto la pallavolo, non pensavo.



Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Credo che la prima cosa che pensa uno quando fa il calciatore sono i soldi poi viene la fama.

 


Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il gol più bello lo feci quando ero alla Reggina segnai da centrocampo una botta finita sotto l’incrocio erano 40 metri. La partita era Reggina contro Acireale allievi nazionali.

 


Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Come pregio le posso dire che sono stato ammirato sempre per la mia tecnica e la mia visione di gioco, il difetto è che non amavo tanto correre preferivo far correre il pallone.

 


Uno con la sua esperienza sarebbe un ottimo allenatore, come mai ha deciso di non farlo?

 

Ci stavo pensando, ma credo che per il mio temperamento non sarebbe facile farlo.



 





Lei è stato, oppure direi, è un giocatore, visto che è molto giovane, che ha vinto importanti trofei, quanto conta l’essere costanti negli allenamenti e quanto conta nascere con questa dote: che è quella di saper calciare?

 

Credo che prima di tutto bisogna avere la dote senza quella non fai niente, ovviamente l’allenamento è la base di tutto, in base a come ti alleni giochi la domenica, in conclusione devi stare sempre sul pezzo appena abbassi la guardia sei perso.

 


Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Guarda per me la mia famiglia è un punto fermo, qualsiasi cosa per me loro ci devono essere! Ovviamente anche i miei amici hanno una certa importanza nella mia vita, anche se i veri amici per me si contano con le dita delle mani, purtroppo la vita ti fa capire tante cose. 

 


Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Un sogno che vorrei che si realizzasse e farmi al più presto una famiglia!

 

 


 10  Marzo 2023 

 

 

(Tutti i diritti riservati) 

domenica 26 febbraio 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GERARDO

DAURIA

  

 

 


 

 


 

Gerardo D’Auria, classe 2006, di S. Antonio Abate (Napoli),    è un giovanissimo giocatore di calcio che svolge il ruolo di portiere. 

 

 

La sua carriera da calciatore inizia immediatamente subito. All’eta di cinque anni viene iscritto alla Scuola calcio GE.CA.

Dopo due anni si trasferisce all’Olimpia Club, visto che manca un portiere è  lui che assumerà questo ruolo. Il padre non è d’accordo, ma alla fine è il figlio che decide l’essere un portiere e basta.

“Il ragazzo ha qualità e risponde bene”.   Questo gli viene detto dal Mister Aniello Esposito e dice alla famiglia D’Auria a iscrivere il figlio   alla Real Stabia. 

Gerardo si allena con la Scuola dei portieri di Vincenzo Di Filippo fino a settembre, sino a che la Cavese Calcio esprime tutto il proprio interesse per il ragazzo per puntare su di lui.

 

 


 

Come prima domanda le voglio fare questa, quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Era un'estate dove erano passati pochi anni che giocavo a calcio, la scuola calcio che frequentavo organizzò un torneo a Rimini, eravamo una piccola squadra che aveva una bellissima intesa dove codesta ci portò a vincere questo torneo. Quei giorni che passarono provai tante emozioni bellissime che non avevo mai provato, cosi capii che questo sport non poteva non essere la cosa più bella che potessi frequentare.

 

In questo momento, Lei è reduce da un brutto infortunio, com’è successo? E come sta reagendo alla terapia di riabilitazione? 

 

Il 6 luglio del 2022 andai a fare un allenamento dei portieri a Cercola per potermi preparare nel superare dei provini, solo che, quasi a fine allenamento quando stavamo calciando in porta mi arriva una palla di controbalzo che quando la calciai appoggiai il piede a terra  e caddi e sentii un rumore strano nel ginocchio infatti quando mi dovevo rialzare non ci riuscivo perché avevo il ginocchio bloccato e non riuscivo né a piegarlo e né a distenderlo. Ora diciamo che sono guarito ma non riesco ancora a tornare in campo perché il giorno che mi alleno mi fa ancora male dato che non ho abbastanza quadricipite da come dicono i dottori; quindi adesso sto andando in palestra e dopo spero di tornare di nuovo in campo.



 




Terminata la terapia dove andrà a giocare?

 

Oramai la stagione è quasi finita non credo che andrò in una squadra per ritornare giocare, ma appena ritorno penso che farò la maggior parte delle volte allenamenti privati che mi permetteranno di nuovo a rimettermi in gioco e prepararmi per la stagione successiva.

 

Sappiamo che suo papà Ciro è il suo primo tifoso e sostenitore, che cosa pensa di suo padre?

 

Sì, mio padre è stato il primo a portarmi in campo è sempre stato affianco a me sin da quando iniziai, ormai c'è da dire che l'ha presa più come una passione che crediamo che si avveri. 

 

Penso che non possa avere un padre migliore perché da come ho notato non tutti lo sono, mi accompagna agli allenamenti, alle partite che raramente non ha guardato, ai provini e anche in molte altre cose. 

 

Ad un certo momento della sua giovane carriera, decide che vuol essere un portiere, come mai? Sappiamo che suo padre non era d’accordo su quest scelta, è così? 

 

Non c'è proprio un preciso momento perché io anche da quando ho iniziato volevo stare sempre in porta, mi dava qualcosa di sicurezza che ancora tutt'oggi mi da. A mio padre gli piaceva di più che giocassi  avanti perché voleva che facessi  gol anche io come gli altri, ma non ero portato a farlo cosi passai in difesa dove erano più le volte che stavo in panchina che in campo cosi un giorno quando mancò il portiere in un allenamento decisi di mettermi  io in porta, ero consapevole di non saper fare,  però feci delle belle parate. A fine allenamento il mister andò a parlare con mio padre e gli disse che mi doveva far fare quello che più mi piaceva fare, da quel giorno cambiò idea e mi fece restare in porta portandomi da allenatori che mi hanno fatto migliorare e crescere sia in campo che nella vita.

 

Lei frequenta con dei bei risultati il Tecnico Industriale, come riesce a conciliare studio e attività agonistica?

 

Quest'anno da quando mi sono fatto male ho più tempo per lo studio, ma l'anno scorso quando giocavo nel Sorrento non avevo mai tempo per farlo perché uscivo tardi da scuola, non tornavo neanche a casa e già dovevo prendere il treno per andare a giocare, tornavo giusto all'ora di cena e dopo aver mangiato mi rinchiudevo nella mia cameretta e studiavo il più possibile.

 





 



Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Non seguo molti sport diversi dal calcio ma mi capita di guardare giocare il mio amico a pallavolo e quando ho tempo ci vado


Ho intervistato diversi portieri, tutti mi dicono che forse è il ruolo più difficile, sei solo e quando devi parare un rigore hai tutto lo stadio in silenzio che ti osserva, è così?


Sì, è esattamente cosi, sono tutti in ansia di sapere se il rigore l'attaccante lo sbaglia o lo segna, ma quando sei in porta sei talmente concentrato che non ci dai neanche troppo peso, cerchi di essere il più attento possibile sui movimenti dell'avversario per riuscire ad indovinare il lato dove tira, ovviamente come molti dicono è sia intuizione ed anche fortuna molte delle volte.


Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)

 

Un mio pregio è la sicurezza che do in campo sia con le parole che con le parate, invece un difetto è quello di non saper usare bene i piedi ma sono gia migliorato rispetto a prima. 


Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Certi ragazzi  pensano a diventare il “miglior giocatore” per poter guadagnare qualcosa in più rispetto agli altri, ma io penso che non devi pensare ai soldi perché questo significa che non ti diverti e non capisci le emozioni che ti dà. Secondo me più ci pensi e più la cosa non si avvererà. 

 

Si ricorda la sua parata più bella?

 

Ero in un torneo in finale, eravamo ai rigori decisivi se lo paravo vincevamo, se no si continuava. L'arbitro fischiò feci una finta di andare in un'altra parte per poter farlo tirare dovevo volevo io, cosi successe e io riuscì a parare con la punta delle dita portando cosi un altro trofeo a casa.

 

Lei è giovanissimo, che sogno vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?

 

Ovviamente ti dico il portiere perché ci sto mettendo tutto me stesso, ma nel caso non ci riuscissi mi piacerebbe diventare un progettista di disegni.

 

 

 


 

27  febbraio 2023

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

giovedì 23 febbraio 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ANTONIO

MONTANO

 

     


 


Antonio Montano è un giocatore di calcio di Napoli e così ci si presenta:

 

  

Mi chiamo Antonio Montano ho una laurea in Scienze Motorie e sono nato il 7 marzo del 2001 a Napoli 


A 13 sono ho ricevuto la chiamata dal Brescia, poi sono andato a Sassuolo dove ho firmato  per poi ritornare per la preparazione, quando sono tornato a Napoli, facendo vari controlli, ho riscontrato un problema al ginocchio dovuto allo sviluppo delle ossa e sono stato 1 fermo. 


Ho iniziato la mia carriera nei dilettanti con la maddalonese 2016/2017 eccellenza con la maddalonese due anni sotto etá 15 totalizzando 15 presenze poi nel 2017/2018 ho firmato per il Gladiator totalizzando 15 presenze e li abbiamo raggiunto i play off nazionali perdendo la semifinale a Canicattì, nel2018/2019 sempre con il Gladiator grazie al ripescaggio siamo saliti in serie D.


2020/2021 ho firmato per il Terracina totalizzando 3 presenze 1 goal e 1 assist poi a settembre sono andato con la Frattese in eccellenza 8 presenze e dicembre serie d con il Nereto totalizzando 22 presenze 1 goal e 2 assist


Quest’anno ho iniziato con il Castelnuovo firmando ad ottobre e totalizzando 7 presenze e 3 goal, e nel mercato di dicembre sono arrivato qui ad Alba adriatica con l’Alba Adriatica

 

 


 




Come sta andando questa stagione calcistica all’Alba Adriatica e quale obiettivo si è prefissato?

 

Ho accettato questa sfida a dicembre dove oltre all’Alba Adriatica ho ricevuto varie chiamate anche vicino casa a Napoli, sono arrivato qui con una classifica non buona e grazie alla fiducia che mi ha dato la società la stiamo ripagando, cerchiamo in tutti i modi di uscire il prima possibile dalla zona play out e ambire ad una salvezza tranquilla.

 

Si è ambientato bene in questa città?

 

Si, conoscevo già bene la città dato che l’anno scorso ho vissuto a pochi passi.

Si vive bene e per me che sono giovane è il posto giusto per dedicarmi ogni giorno al calcio, senza alcuna distrazione.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Beh, sarebbe banale, ma è la verità, la vita mi ha regalato una famiglia perfetta e ringrazio Dio ogni giorno per questo.

 

Mia mamma mi racconta che già da neonato, nella culla mio padre insieme ai miei zii mi riempivano di palloni, in casa mia si respira solo calcio.

 





I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio? (Preciso anche che lei si è diplomato e laureato in Scienze Motorie)”.

 

No, anzi hanno sempre assecondato le mie scelte anche perché come ho detto prima, nasco in una famiglia dove lo sport in generale, ma soprattutto il calcio è molto importante.

 

A 13 anni lei, giovanissimo, va a Brescia, e poi si trasferisce a Sassuolo, si tratta di due importanti esperienze, come le ha vissute?

 

Le porterò sempre nel cuore, eravamo tutti ragazzi che non vedevano l’ora di scendere in campo per correre dietro ad un pallone e in entrambi le esperienze mi ritengo molto fortunato dato che ho conosciuto ragazzi che ora sono calciatori affermati, ad esempio: Sebastiano Esposito e Giacomo Raspadori che ora difende i colori della mia terra e spero con tutto il cuore che quest’anno vinca lo scudetto per regalare una gioia a tutto il popolo partenopeo.



 




Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Ho bellissimi ricordi di tutte le esperienze calcistiche che fino ad ora ho fatto, diciamo che sono rimasto legato più al Gladiator soprattutto per la società che aveva puntato su di me anche l’anno precedente, poi la Maddalonese acquistò il Gladiator e sono stato l’unico riconfermato dell’anno precedente.   Quell’anno mi hanno dato la possibilità di stare in uno spogliatoio di giocatori vincenti che ancora oggi sento e ringrazio per ogni singolo rimprovero che mi hanno fatto.

Soprattutto a Saverio che l’anno scorso mi ha aiutato moltissimo nel mio cambio di ruolo, lo sento tutti i giorni e lo ringrazierò  sempre.



 




Non è facile studiare e nel contemporaneamente   giocare a calcio, come ci è riuscito?


Diciamo che per me è stata più una sfida dato che da piccolo sono sempre stato una testa calda soprattutto a scuola, è stata più una rivincita per me, l’ho fatto soprattutto per regalare una soddisfazione ai miei genitori.


Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

È una domanda molto complicata, di solito arriva sempre chi ha più fame di tutti, poi quando si arriva a determinati livelli bisogna sapersi affiancare a persone giuste, soprattutto perché in quel caso più che amicizia io parlerei di interesse.

 







Non dev’essere stato facile lasciare la sua città per trasferirsi lontano da casa come a Brescia, come è riuscito a superare quella lontanza - mi riferisco dal punto di vista affettivo, famiglia, amici -?

 

In quel caso sono andato via insieme ai miei genitori dato che ero troppo piccolo, poi sono andato a Sassuolo e quando sono ritornato a casa ho riscontrato un problema al ginocchio che mi ha fermato per un anno, nelle altre esperienze al di fuori della Campania ho sempre accettato io in primis di andare via soprattutto per capire realmente il valore della vita quotidiana. All’inizio non è facile poi però viene tutto in discesa e consiglio a tutti di affrontare un’esperienza fuori casa, ti aiuta a crescere prima.

La famiglia la sento tutti i giorni.

 

Gli amici sono indispensabili e soprattutto quando sei fuori casa capisci veramente chi ti vuole bene anche con un semplice messaggio.

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Sembra una frase fatta ma per me ogni singolo goal e ogni singola vittoria è importante, forse il primo goal in D è quello che più mi ha fatto emozionare.

 






Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Sono uno che non si arrende mai e cerca di uscire dal campo avendo dato tutto.

Un difetto che cercherò al più presto di migliorare è quello di essere troppo istintivo in qualsiasi situazione.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo?

 

Ammiro tantissimo Victor Osimhen soprattutto perché ha una storia particolare alle spalle, ma con la fama e la volontà che ha avuto sta raggiungendo il massimo dei livelli.



 





Generalmente come sono i suoi rapporti con gli altri ragazzi che giocano nella sua stessa squadra?

 

Cerco di passare molto tempo con ognuno di loro per creare gruppo, che nel calcio è importantissimo, ho buoni rapporti con tutti, anche perché sono uno che mette sempre armonia nello spogliatoio.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

La famiglia per me è tutto e gli amici sono quelli che ti aiutano a prendere decisioni importanti nella vita.

 




 


A chi vorrebbe dedicare quest’intervista?

 

Dedico l’intervista a tutta la mia famiglia a mio fratello che è la mia spalla forte, ai miei amici in particolare ad Enzo, ma soprattutto a mio nonno dedico ogni mio successo, so che saresti stato molto fiero, non resterai mai un semplice ricordo sarai per sempre con me, mi manchi tanto.

 

 

 

24  febbraio    2023

 

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