SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
ANTONIO
MONTANO
Antonio Montano è un giocatore di calcio di Napoli e così ci si presenta:
Mi chiamo Antonio Montano ho una laurea in Scienze Motorie e sono nato il 7 marzo del 2001 a Napoli
A 13 sono ho ricevuto la chiamata dal Brescia, poi sono andato a Sassuolo dove ho firmato per poi ritornare per la preparazione, quando sono tornato a Napoli, facendo vari controlli, ho riscontrato un problema al ginocchio dovuto allo sviluppo delle ossa e sono stato 1 fermo.
Ho iniziato la mia carriera nei dilettanti con la maddalonese 2016/2017 eccellenza con la maddalonese due anni sotto etá 15 totalizzando 15 presenze poi nel 2017/2018 ho firmato per il Gladiator totalizzando 15 presenze e li abbiamo raggiunto i play off nazionali perdendo la semifinale a Canicattì, nel2018/2019 sempre con il Gladiator grazie al ripescaggio siamo saliti in serie D.
2020/2021 ho firmato per il Terracina totalizzando 3 presenze 1 goal e 1 assist poi a settembre sono andato con la Frattese in eccellenza 8 presenze e dicembre serie d con il Nereto totalizzando 22 presenze 1 goal e 2 assist
Quest’anno ho iniziato con il Castelnuovo firmando ad ottobre e totalizzando 7 presenze e 3 goal, e nel mercato di dicembre sono arrivato qui ad Alba adriatica con l’Alba Adriatica
Come sta andando questa stagione calcistica all’Alba Adriatica e quale obiettivo si è prefissato?
Ho accettato questa sfida a dicembre dove oltre all’Alba Adriatica ho ricevuto varie chiamate anche vicino casa a Napoli, sono arrivato qui con una classifica non buona e grazie alla fiducia che mi ha dato la società la stiamo ripagando, cerchiamo in tutti i modi di uscire il prima possibile dalla zona play out e ambire ad una salvezza tranquilla.
Si è ambientato bene in questa città?
Si, conoscevo già bene la città dato che l’anno scorso ho vissuto a pochi passi.
Si vive bene e per me che sono giovane è il posto giusto per dedicarmi ogni giorno al calcio, senza alcuna distrazione.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
Beh, sarebbe banale, ma è la verità, la vita mi ha regalato una famiglia perfetta e ringrazio Dio ogni giorno per questo.
Mia mamma mi racconta che già da neonato, nella culla mio padre insieme ai miei zii mi riempivano di palloni, in casa mia si respira solo calcio.
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio? (Preciso anche che lei si è diplomato e laureato in Scienze Motorie)”.
No, anzi hanno sempre assecondato le mie scelte anche perché come ho detto prima, nasco in una famiglia dove lo sport in generale, ma soprattutto il calcio è molto importante.
A 13 anni lei, giovanissimo, va a Brescia, e poi si trasferisce a Sassuolo, si tratta di due importanti esperienze, come le ha vissute?
Le porterò sempre nel cuore, eravamo tutti ragazzi che non vedevano l’ora di scendere in campo per correre dietro ad un pallone e in entrambi le esperienze mi ritengo molto fortunato dato che ho conosciuto ragazzi che ora sono calciatori affermati, ad esempio: Sebastiano Esposito e Giacomo Raspadori che ora difende i colori della mia terra e spero con tutto il cuore che quest’anno vinca lo scudetto per regalare una gioia a tutto il popolo partenopeo.
Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più legato?
Ho bellissimi ricordi di tutte le esperienze calcistiche che fino ad ora ho fatto, diciamo che sono rimasto legato più al Gladiator soprattutto per la società che aveva puntato su di me anche l’anno precedente, poi la Maddalonese acquistò il Gladiator e sono stato l’unico riconfermato dell’anno precedente. Quell’anno mi hanno dato la possibilità di stare in uno spogliatoio di giocatori vincenti che ancora oggi sento e ringrazio per ogni singolo rimprovero che mi hanno fatto.
Soprattutto a Saverio che l’anno scorso mi ha aiutato moltissimo nel mio cambio di ruolo, lo sento tutti i giorni e lo ringrazierò sempre.
Non è facile studiare e nel contemporaneamente giocare a calcio, come ci è riuscito?
Diciamo che per me è stata più una sfida dato che da piccolo sono sempre stato una testa calda soprattutto a scuola, è stata più una rivincita per me, l’ho fatto soprattutto per regalare una soddisfazione ai miei genitori.
Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi?
È una domanda molto complicata, di solito arriva sempre chi ha più fame di tutti, poi quando si arriva a determinati livelli bisogna sapersi affiancare a persone giuste, soprattutto perché in quel caso più che amicizia io parlerei di interesse.
Non dev’essere stato facile lasciare la sua città per trasferirsi lontano da casa come a Brescia, come è riuscito a superare quella lontanza - mi riferisco dal punto di vista affettivo, famiglia, amici -?
In quel caso sono andato via insieme ai miei genitori dato che ero troppo piccolo, poi sono andato a Sassuolo e quando sono ritornato a casa ho riscontrato un problema al ginocchio che mi ha fermato per un anno, nelle altre esperienze al di fuori della Campania ho sempre accettato io in primis di andare via soprattutto per capire realmente il valore della vita quotidiana. All’inizio non è facile poi però viene tutto in discesa e consiglio a tutti di affrontare un’esperienza fuori casa, ti aiuta a crescere prima.
La famiglia la sento tutti i giorni.
Gli amici sono indispensabili e soprattutto quando sei fuori casa capisci veramente chi ti vuole bene anche con un semplice messaggio.
Si ricorda il suo goal più bello?
Sembra una frase fatta ma per me ogni singolo goal e ogni singola vittoria è importante, forse il primo goal in D è quello che più mi ha fatto emozionare.
Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)
Sono uno che non si arrende mai e cerca di uscire dal campo avendo dato tutto.
Un difetto che cercherò al più presto di migliorare è quello di essere troppo istintivo in qualsiasi situazione.
Un giocatore che lei ammira tantissimo?
Ammiro tantissimo Victor Osimhen soprattutto perché ha una storia particolare alle spalle, ma con la fama e la volontà che ha avuto sta raggiungendo il massimo dei livelli.
Generalmente come sono i suoi rapporti con gli altri ragazzi che giocano nella sua stessa squadra?
Cerco di passare molto tempo con ognuno di loro per creare gruppo, che nel calcio è importantissimo, ho buoni rapporti con tutti, anche perché sono uno che mette sempre armonia nello spogliatoio.
Famiglia e amici quanto sono importanti per lei?
La famiglia per me è tutto e gli amici sono quelli che ti aiutano a prendere decisioni importanti nella vita.
A chi vorrebbe dedicare quest’intervista?
Dedico l’intervista a tutta la mia famiglia a mio fratello che è la mia spalla forte, ai miei amici in particolare ad Enzo, ma soprattutto a mio nonno dedico ogni mio successo, so che saresti stato molto fiero, non resterai mai un semplice ricordo sarai per sempre con me, mi manchi tanto.
24 febbraio 2023
(Tutti i diritti riservati)