SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
PIERDONATO
MELISSANO
Pierdonato Melissano gioca a calcio nel ruolo di portiere ed è nato il 9 luglio del 1998 a Maglie (Lecce) . È cresciuto nelle giovanili del Gallipoli fino a 14 anni; a 15 anni è nella juniores Otranto; a 16 anni “balza” in prima squadra in maniera definitiva; a 17 anni esordisce in Coppa Italia eccellenza contro il Casarano; a 18 anni è nel primo campionato da titolare in promozione con il Leverano, terminato poi con la semifinale play off; a 19 anni è in eccellenza nel Novoli Calcio, a 20 anni ritorna a Gallipoli, primo campionato da Over; 21, a 22 anni si ferma a causa disastro con lo "pseudo procuratore “a 23 anni si rilancia in promozione nel Veglie, conquistando una salvezza insperata alla penultima giornata, a 24 anni ritorna nel Gallipoli, da dicembre decide di fare una nuova esperienza in Sicilia nella Leonfortese, dove milita tutt’ora.
Come prima domanda le voglio fare questa, in questo momento si trova nella Leonfortese, che obiettivo si è prefissato (o vi siete prefissati come squadra) per la fine del campionato?
Nuova esperienza per me qui in Sicilia nella Leonfortese, l’ obiettivo prefissato è quello della salvezza, possibilmente con qualche giornata di anticipo e senza passare dai playout. Il girone è molto tosto, ma è soddisfacente.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
Da subito sinceramente. Mio papà mi ha cresciuto sin da piccolo nella culla con un pallone; ho iniziato a muovere i miei primi passi nel 2004 e a 8 anni ho iniziato ad assaporare la porta, per poi non uscirvi più. Il portiere è un ruolo molto difficile e duro, ma può dare molte soddisfazioni
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio? “(e comunque lei gli ha accontentati visto che si è iscritto alla facoltà di Scienze Motorie)
Preciso che sono iscritto in economia e Turismo; c'è stato un diverbio molto aspro durante tutta la mia vita. Papà e mamma non erano molto d'accordo e non lo sono tutt'ora. Sono comunque un tuttofare; nella vita non si può mai sapere; meglio avere sempre qualche piano di riserva.
Lei, pur se giovane ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più legato?
Ce ne sono state un paio a cui sono rimasto molto legato, parlo di Novoli e Veglie (la prima in eccellenza, la seconda in promozione). Novoli si è conclusa con una retrocessione, ma alla fine ho avuto persone che hanno riconosciuto il mio valore e mi hanno voluto bene; Veglie è terminata con una bella salvezza inizialmente insperata. Anche lì è stata dura, ma alla fine si è usciti vincitori.
Ho intervistato tanti portieri, e tutti mi hanno detto che non si sceglie di essere portieri, ma è il ruolo del portiere che sceglie te, lei dentro di sé, quando era un ragazzino, si sentiva che avrebbe giocato in questo ruolo?
Sinceramente nei primi anni no; tutti solitamente pensano a fare gol e a godersi la fama. Difficilmente si pensa al ruolo che si occupa di evitarli; infatti molti portieri nascono già grandicelli (9-10 anni) e provenienti da diversi ruoli. Io per esempio giocavo da difensore centrale e sono andato in porta per caso. Mai scelta fu più azzeccata.
Non è certamente facile essere un portiere, in fin dei conti si gioca da soli, è così?
Sei immerso in un ruolo tutto tuo, siete presenti solo te e la porta. La difesa è composta da 3, a 4 o 5 componenti così come il centrocampo. Noi invece nella buona e nella cattiva sorte siamo sempre soli, ma come si dice "meglio soli che mal accompagnati"
Che cosa si prova quando si deve parare un rigore, quali sono i pensieri in quei momenti?
Parare un rigore è sempre un'emozione fortissima anche in allenamento. Mi è capitato di pararne uno l'anno scorso che fortunatamente è valso uno 0-1 fuori casa; un portiere spera ovviamente di pararli tutti nello svolgimento della sua carriera (ovviamente non è possibile). Un rigore parato però è una botta di adrenalina assurda, ti fa sentire per un attimo invincibile.
Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse?
In precedenza seguivo tanto il tennis (ora un po' meno); adoro tanto il basket specialmente l'NBA che è puro spettacolo. Ho giocato tanto da bambino a tennis tavolo e pallavolo, anche se non la seguo; ho iniziato l'estate scorsa a giocare con un mio amico brasiliano a Fut Volley “figata assurda”. Non mi dispiacerebbe provare il paddle.
Un portiere che ammira in modo particolare?
In passato Christian Abbiati e Iker Casillas (mio idolo). Oggi ancora osservo tanto il Gigi Buffon di una decina di anni fa, cerco di carpire qualsiasi movimento egli abbia fatto (si cerca di imparare dal migliore).
Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? (Questa domanda gliela pongo perché sembra che in Italia esista solo questo sport, alcuni anni fa spor come il ciclismo, lo sci, erano molto più seguiti)
Credo che sia il fascino della vita esterna e i pregi che hanno i calciatori di serie A. Ma vi posso garantire che fare il calciatore non è affatto facile, specialmente se si ha un carattere più introverso e per tutte le persone maligne che si hanno intorno. Purtroppo è un ambiente in cui gira una quantità spropositata di denaro e come sempre accade, gli ambienti pieni di soldi sono mondi molto difficili.
Una partita che sarà sempre nel suo cuore?
Bitonto-Novoli 1-1. Grande partita in casa della prima della classe, sono entrato dopo 3 minuti per infortunio del portiere; avevo dormito molto poco ed ero affaticato. Quello è stato uno dei più bei giorni di sempre.
Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)
Pregio il fatto di lavorare su qualsiasi concetto e non mollare un pallone.
Difetto… il fatto è che ho molti complessi mentali che non riesco a levare dalla mia testa; cerco sempre di essere perfetto, ma si sa che la perfezione non esiste. Mi faccio abbattere molto facilmente dalle parole di altri; questo è un aspetto del mio carattere che ci lavoro da tanto, per cercare di correggerlo quanto il più possibile.
Lei oltre a giocare frequenta l’università, come riesce a coniugare lo sport con lo studio?
Certamente non è semplice, ma se si ha in testa un obiettivo ce la si fa. Riesco anche a lavorare nel frattempo.
Un libro che ha letto o un film che le è piaciuto?
"Una porta nel cielo" di Roberto Baggio, esempio da seguire e compagno di fede (Buddismo).
Famiglia e amici quanto sono importanti per lei?
Troppo, infatti qui a Leonforte purtroppo sono solo e mi mancano tanto. Non vedo l'ora di finire per tornare a casa.
A chi vorrebbe dedicare questa intervista?
Dedico questa intervista a chi mi vuole bene per davvero, a chi mi ama. Purtroppo persone false e maligne ce ne sono molte, troppe in giro; perciò bisogna godere al massimo delle persone più strette, fino a quando si può.
20 Febbraio 2023
(Tutti i diritti riservati)
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