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lunedì 6 febbraio 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

FILIPPO

DI MARCO

 




 

Filippo Di Marco è Direttore  Sportivo dell’Insieme Formia (campionato di Eccellenza), la squadra ha vinto la Coppa Italia regionale e ha riportato l’ambito trofeo a Formia dopo 16 anni. Noi gli abbiamo rivolto, qualche domanda.


 

 

 

Questa è la seconda intervista che lei gentilmente ci rilascia, non posso che complimentarmi con tutti voi. E visto che la sto intervistando non le posso che dirle bravo. Avete riportato la Coppa dopo 16 anni, l’ultima volta è stato nel 2007 allo stadio Flaminio di Roma contro il Civitavecchia. Che cosa ha provato appena l’arbitro ha fischiato la fine della partita? 

 

Paolo innanzitutto ti ringrazio per l'attenzione che stai dedicando a tutta la Formia calcistica in questa intervista, e poi ti dico che per me aver compiuto una tale impresa a Formia dopo ben 16 anni mi riempie di orgoglio e soddisfazione, la gente ieri in piazza era tantissima oltre quella venuta allo stadio, ci hanno aspettato al ritorno da Artena dopo la partita ed è stato qualcosa di spettacolare che mai potrò dimenticare. 

Un connubio di emozioni che solo chi sa' quanto sacrificio c'è dietro può provare. 



 

Avete giocato contro una squadra blasonata: la “Luiss” dell’omonimo Ateneo capitolino.  Una vittoria schiacciante, 3 a 1, nulla da dire, si aspettava questo risultato?

 

Sicuramente mi aspettavo una grande prestazione da parte dei ragazzi, ma sinceramente il risultato così rotondo mi ha dato ancora più consapevolezza che questa squadra vive un processo di crescita importante e che sta maturando tanto nella gestione della gara. Grazie anche a qualche pedina di esperienza che abbiamo inserito a dicembre.  

 








Ci dica la verità quando siete ritornati in vantaggio con   Djalo intorno alla metà del secondo tempo, ci credevate nella vittoria?

 

Io sinceramente alla vittoria ci ho sempre creduto fin da subito anche quando stavamo sullo 0-0 ero sicuro che prima o poi avremmo trovato la giocata vincente. Non ci siamo disuniti nemmeno dopo l'infortunio di Gabionetta e nemmeno al gol del loro momentaneo pareggio. Io sono consapevole del valore umano di questa squadra otre che tecnico ed i miei ragazzi non mi potevano deludere

 



A chi sente di dedicare questa importate vittoria?

 

Dedico questa vittoria alla mia famiglia a mio padre a mia madre, ma soprattutto a mia moglie Anna ed ai miei due figli Mattia e Leonardo, loro sono la mia forza e la mia ancora di salvezza quando attraverso momenti difficili e di sconforto. I miei figli che amano il calcio sono i miei primi tifosi e io non li posso deludere. 

 



Che cosa rappresenta per lei il patron Alessandro Anelli?

 

 Il patron Alessandro Anelli per me rappresenta un punto di riferimento importante, dormiamo poco tutti e due ed a volte capita che ci troviamo a scambiarci messaggi e riflessioni sulla squadra alle 3 o le 4 del mattino. 

Le nostre chiacchierate in ufficio alle 7:30 del mattino hanno dato vita a decisioni importanti sul percorso e soprattutto dei risultati che stiamo maturando. IL presidente a differenza di tanti altri presidenti che ho avuto sia da calciatore e da dirigente è un vincente e di conseguenza è di poche parole io lo capisco solo con lo sguardo quando devo prendere una decisione. Ero consapevole solo a guardarlo su quello che lui avrebbe voluto ciò che io   decidessi come direttive sul gruppo squadra.  Stare al suo fianco per me è un vero onore. 

 



Che qualità possiede il mister Roberto Gioia?

 

Il Mister Roberto Gioia è una persona umile che ha fame di calcio come me, insieme abbiamo trovato subito una bella alchimia e quando si parla la stessa lingua ci si capisce al volo, il calcio ha una sola lingua e non è per tutti!

 





Le partite come lei sa, si vincono e si perdono, qual è stata la vostra formula vincente?

 

L’unico modo per raggiungere un obbiettivo e per vincere le partite è avere tanta umiltà, dedizione, perseveranza, ma soprattutto bisogna avere sempre la voglia di sacrificarsi anche quando i risultati non arrivano. Nessuno ti regala niente, anzi a me è capitato addirittura che qualcuno per invidia abbia cercato di mettermi i bastoni tra le ruote commettendo gesti infami e di una pochezza incommentabile. Solo che poi le cattiverie tornano sempre tutte indietro. La vita è questa. 

 


So che in città c’è stata un grande festa è così, inoltre ho saputo che la tifoseria formiana è tra le migliori d’Italia, quali sono i motivi di questo attaccamento?

 

La tifoseria formiana mi è entrata nel cuore io da subito ho capito che questa gente così schietta forte passionale calorosa mi avrebbe fatto innamorare. Parlo sempre nel bene e nel male. Un mio maestro mi diceva sempre " che il calcio va fatto per la gioia della gente " ed io questa gente me la tengo stretta nel cuore. 







Un suo successo personale è stato quello inerente al giovane giocatore dell’Insieme Formia Leonardo Campagna (classe 2006) che è appena passato alla Lazio.  Ha sempre creduto in questo ragazzo? 

 

Il passaggio di Leonardo Campagna alla Lazio è il frutto della programmazione, della competenza, della grande professionalità della società, ma soprattutto di una bella intuizione che fortunatamente ho avuto da subito su questo ragazzo.  Un calciatore che dell'eccellenza passa in serie A non è una cosa di tutti i giorni e che possono permettersi tante società.  

 


Lei di giocatori ne avrà visti, per le ragioni che tutti conosciamo, tantissimi. Qual è la molla che le da dire: “Quel ragazzo ha talento da vendere”? 

 

Oltre al talento una delle caratteristiche che vado a guardare quando punto su un giovane talento sono soprattutto gli atteggiamenti.  Guardo molto l’educazione, prendo informazioni se il ragazzo mangia bene dorme il necessario, si cura a livello fisico, va bene a scuola, ma soprattutto se ha fame di arrivare.  Non posso permettermi di fare brutta figura quando punto su un ragazzo e metto in condizione la mia società affinché venga valorizzato. Al giorno d'oggi conta più la testa che tutto il resto. Senza la fame e quella voglia di alzarti un'ora prima al mattino non si va da nessuna parte. Quindi quando scelgo di puntare su un calciatore non mi posso permettere di sbagliare.  


 





Una domanda che ho fatto a tanti è la seguente: per essere un grande campione che cosa serve di più: la tenacia, la determinazione, un ottimo preparatore, oppure si nasce campioni?

 

Rimango sempre più convinto che il calcio non è improvvisazione,  il calcio è fatto di programmazione di organizzazione e soprattutto di competenze. Sono sempre più certo che chi ha avuto un passato da calciatore una volta che si appresta a fare una carriera da direttore sportivo ha una marcia in più; questo perché psicologicamente devi entrare nella testa del calciatore, devi ottenere la sua fiducia,  e ti posso garantire che quanto entro nello spogliatoio e parlo alla squadra gia so, guardandoli in faccia ad uno ad uno, quello che pensano . Questo è la mia riflessione sul calcio di oggi, i giovani sono importanti, ma quando si compone una squadra bisogna mettergli gli esempi giusti vicino, solo così possono migliorare e dare il meglio di loro stessi.

 

 

La ringrazio, mi permetto di nuovo di complimentarmi con tutti voi (il Presidente, l’allenatore, lei che è il direttore sportivo, i calciatori e tutto lo staff, e infine tutti coloro che vi supportano) perché uniti si vince, e non si vince si arrivi vicini all’obiettivi

 

 

 

 

 

06 02 2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

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