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giovedì 17 febbraio 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

LUIGI  

FIAMMENGHI

 





     

 

 

 

 

 


Luigi Fiammenghi è nato a Gaeta è nato il 14 novembre a Gaeta, gioca nel ruolo di attaccante centrale, il piede preferito è il destro, ma sa usare anche il sinistro, il suo numero preferito è il 10. E’ alto  un metro e ottantuno e pesa 69 chili.


E ‘partito con Cassio Club giovanissimi, ha giocato con i ragazzi del 2002 pur essendo un 2004, in quell’anno fece 7 goal e il campionato fu bellissimo. L’anno seguente si trasferisce all’Olimpic Marina dove vince il campionato, venne premiato come capocannoniere, fece 43 goal, inoltre vinsero il campionato assieme alla coppa Lazio. L’anno successivo a Fiuggi fece l’Under 15, fu il suo anno fuori di casa, dovette stare ne convitto, fu il capocannoniere con 54 reti, vinse il campionato e la coppa di Frosinone. L’anno dopo, a 14 anni, fece il primo ritiro con la prima squadra del Lanciano calcio per poi passare con la Juniores Elite U19, dove realizzò ben 18 reti. A causa del covid si bloccò tutto, l’anno successivo passa alla Viterbese U19 squadra che milita in serie C, dove fece varie presenze sia in Primavera 3 che con gli allievi nazionali under 17. L’anno successivo è all’Aprilia Calcio, ha iniziato il ritiro in prima squadra, poi è passato con la Juniores Nazionali 19, a dicembre e passato all’Insieme Formia che milita in serie D. 


Ci ha raccontato che il suo idolo è sempre stato Diego Armando Maradona, queste sono le sue parole:  "Per me rappresenta tanti valori, ad esempio il valore calcistico, lui ha cercato di fare incantare i tifosi e di far sembrare il calcio non solo sotto l’aspetto dei soldi, bensì per quello che il calcio rappresenta, è riuscito a far innamorare tante persone di questo sport. Inoltre come tutti sanno possiamo dire che sia partito dal nulla, dalla fame con solo obiettivo ed è riuscito a vincere il mondiale che è nel sogno di tutti i ragazzini che vogliono diventare giocatori, per me è una fonte d’ispirazione anche perché sono tifoso del Napoli e un giorno mi piacerebbe giocare con il Napoli e indossare così la maglietta azzurra. Infine voglio anche dire che l’idolo del momento è Vlahovic."

 

 

 

 

 

 


 


Questa domanda l’ho fatta a tutti i giocatori intervistati negli ultimi due anni. Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente? Ha avuto dei momenti di crisi vista la situazione? 

 

La pandemia ha stravolto tutti, e visto che ci sono stati molti morti un pensiero va alle vittime. Penso che questo lungo periodo di pausa sia servito anche per conoscerci meglio e ha fatto forse comprendere a chi era incerto sul futuro cosa    avrebbe voluto che si realizzasse per la propria vita.

 

Io ho sempre amato il calcio, e durante il Covid  ho lavorato su di me, sia dal punto di vista fisico che tecnico, grazie ai miei genitori che mi hanno comprato alcuni attrezzi per lavorare sul mio fisico e su alcuni elementi della mio corpo che mi avrebbero aiutato una volta iniziato il campionato.


 Ho cercato di curare tutti i minimi dettagli che ancora  sto continuando per raggiungere alti livelli. Oggi come oggi mi alleno tutti i giorni riposando la domenica, proprio perché vorrei raggiungere un’adeguata preparazione fisica per giocare al massimo della forma.

 

Come momenti di crisi posso dire che mi sono preoccupato per i miei familiari e per i miei nonni che vivono con noi.

 














Lei frequenta il quarto anno di ragioneria, se posso come ha vissuto scolasticamente questi due anni scolastici?

 

 Sono stati difficili come tutto quanto, ho cercato di raggiungere certi obiettivi, per non rimanere indietro nel programma,  e penso di essermi   gestito bene, inoltre ho capito alcuni argomenti  che non mi erano chiari  precedentemente; certamente  mi sono mancati i miei compagni di scuola e i professori, la scuola in presenza è molto diversa dalla Dad.

 

La passione per questo sport le è venuta prima a lei o prima a suo fratello? 

 

Io sono nato con il pallone, sono sempre stato innamorato della forma ovale di questo oggetto che mi ha fatto uscire pazzo, dentro casa tra varie partite, vasi  e mobili rotti,  sembrava di essere in un Camp  Nou , inoltre  prendevamo le magliette delle varie squadre che avevamo a casa e facevamo dei tornei fra di noi.


 Mio fratello maggiore ha rappresentato un compagno di vita calcistico, riusciamo a fare tante cose assieme;  io ho iniziato a giocare a calcio quando avevo tre anni, mio fratello ne aveva cinque.  Da ragazzino  sperimentavo nuovi dribbling e nuove fantasie, mi piaceva fantasticare e inventare nuove situazioni che facevano impazzire i miei amici.


Lei ha giocato in diverse squadre, e ha cambiato tante tante città, quando ha lasciato la sua famiglia lei era un adolescente, le è pesato stare lontano da casa? 


È vero ho cambiato molte città e quando sono partito per la prima volta fuori di casa ero piccolo, avevo finito la terza media, ero entusiasta di questa nuova avventura,  avevo molti stimoli come oggi, l’unica cosa che mi distraeva dalla mia famiglia era il calcio, perché sentivo la mancanza del loro affetto,  cercavo di dimostrarlo in campo per poi riceverlo il fine settimana quando venivano a trovarmi a Fiuggi.  Quindi questa mancanza cercavo di dimostrarla in campo cercando di renderli felici delle mie prestazioni. 

 

Comunque non è stato facile non averli al mio fianco,  ero in convitto con mio fratello, e quando sentivo la loro mancanza stringevo il cuscino e piangevo, questo non l’ho mai voluto raccontare; volevo dimostrare di essere forte, ero uno stimolo in più per entrare in campo e dimostrare il mio valore. 

 

Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi?  

 

Bella domanda, diciamo che quando sei piccolo inizi a intraprendere questo sport con divertimento e felicità poi  quando diventi più grande inizia diventare una professione, inizi a seguire una determinata dieta, cambia il riposo, cambia l’allenamento, tutto è proporzionato in base al tempo. 

 

Tutti vogliono diventare ottimi calciatori, ma è molto difficile riuscirci,  devi fare molti sacrifici, ed è importante avere una certa mentalità, anche la fama è importante soprattutto  chi viene dal nulla e aspira a diventare qualcuno un giorno, non tanto per un punto di vista economico, ma quanto da un punto di vista del riscatto, è importante raggiungere un  obiettivo molto alto. 


I soldi vengono dopo, vanno a consolidare il grande lavori che svolgi è come se fosse un premio per ciò che dai alla società.

 










Oltre al calcio quali altri sport segue? 


Oltre al calcio seguo l’atletica;  si allenano per 4 anni per andare alle olimpiadi e se falliscono hanno buttato via tutto quel tempo per essersi allenati  e invece se vincono i sacrifici vengono ripagati, quindi  l’atletica mi offre ispirazione.  Noi ogni domenica mettiamo in campo il nostro allenamento e se sbagliamo abbiamo la partita successiva, loro invece possono sbagliare poco.













Ho sentito su lei dicono giudizi molto positivi, si sente un po’ di essere sotto pressione, la paura di deludere le persone che hanno grande stima su di lei c’è? 

 

I giudizi sono positivi, la pressione si sente e questa è uno stimolo infatti, cerco di fare sempre meglio, paura di deludere non c’è, l’importante è divertirsi, è ovvio che tutto dipende da me, ma quello che conta è uscire dal campo con il sorriso.

 

Io  conto molto su  me stesso. Vedi  sono consapevole del fatto  che  il progetto che sto portando avanti   viene svolto  per stare sempre un passo davanti agli altri, certamente posso deludere ma ciò riguarda solo la mia persona  per quanto metto in pratica durante la settimana, in fin dei conti tutti sanno che nel calcio ci sono alti e bassi. Punto sempre in alto, spero di riuscire a fare tanti goal per far sorridere le persone che credono in me, e anche  per me.

 









Si ricorda il suo goal più bello?

 

Tutti i goal sono belli e ogni volta che segno in porta è una grande felicità ricordo quando giocavo nel Fiuggi feci il goal contro il Tecchiena Calcio, mi feci una maglietta con una dedica: questo è per mamma e papà: il gol era per loro. 

Un altro bel goal  è stato quando giocai nel Lanciano contro il Montesilvano, su punizione feci una grande elevazione, e mi permise di fare un goal di testa, c’erano i miei genitori e il goal permise alla squadra di pareggiare. Quando segnai feci una corsa immensa verso gli spalti, ogni goal è felicità. 

 








Per chi non la conosce che cosa direbbe sul suo carattere, sul suo modo di rapportarsi con gli altri? 

 

Sono un ragazzo molto socievole, non invidio nessuno e auguro il meglio a tutti,  e mi piace aiutare il prossimo, negli ultimi anni pur essendo  sempre stato il più piccolo della squadra ho fatto il capitano, forse per il carisma che ho, so di  essere un leader e ho dimostrato di essere pure  un buon  trascinatore per la squadra; mi piace scherzare, ridere, e dove sono andato mi hanno sempre voluto tutti bene e vengo ricordato  con affetto.




 





Lei ha un fratello più grande di un anno che gioca a calcio, una qualità che ha suo fratello e che a lei manca? 


È difficile da dire, giochiamo su due ruoli diversi, non è semplice fare un paragone, in quanto per il ruolo che ognuno di noi svolge le qualità sono diverse però una cosa che mi piace di lui è che non ha mai paura di mettere il piede e di fare il contrasto.

 








Le voglio fare questa domanda, so che voi due siete molto legati, vi trovate a giocare una partita importante, però militate in due squadre diverse, l’emozione di trovarvi nello stesso campo potrebbe fare la differenza sul risultato di quella partita? 

 

Essendo abituati a giocare sempre insieme, giocare contro sarebbe difficile, da una parte c’è l’amore per mio fratello, dall’altra c’è l’amore per la maglietta che indosso. Durante una partita di calcio bisogna frenare i sentimenti, quello che conta è la maglietta che si sta indossando. Sarebbe un’emozione immensa giocare una partita contro mio fratello, che vinca il migliore, mi piacerebbe che in quella partita facessimo un goal, e che quella partita finisse in parità sarebbe un’emozione immensa, sono sicuro che se uno dei due vincesse la partita inizierebbero le varie prese in giro.

 









Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La mia famiglia è un grande pilastro, hanno fatto dei sacrifici, sono stati sempre presenti, non ci hanno fatto mancare nulla, sono molto fiero di loro, il loro atteggiamento spero di poterlo dimostrare ai nostri figli, grazie di cuore, non tutti i genitori sono come loro. Sono orgoglioso. 


Per aver girato spesso, ho molti amici, ci telefoniamo spesso, il calcio ti porta a socializzare molto, a conoscere culture diverse, tutti mi vogliono bene e ho la possibilità di avere tanti amici in varie parti dell’Italia.



 





Un sogno che vorrebbe che si realizzasse subito? 

 

Ho due sogni: di giocare in serie A e di vincere un mondiale per entrare nella storia del calcio italiano. I sogni sono belli, ma si realizzano subito non hanno lo stesso valore, perciò voglio continuare per la mia strada, voglio continuare a fare i sacrifici, per poi un giorno essere fiero di me, e di chi ha creduto in me, spero di fare un percorso di maturazione.





Nella foto Luigi con il fratello Augusto assieme al loro papà.







18  febbraio 2022

 

(Tutti i diritti riservati) 


martedì 15 febbraio 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

AUGUSTO 

FIAMMENGHI

 

     

 


 


 

Augusto Fiammenghi è nato a Gaeta il 14 gennaio  del 2003, è residente a Formia ed è attualmente tesserato con l’Insieme Formia società militante nel campionato di serie d. Le  società precedenti dove ha militato sono:  Lanciano Calcio, Fiuggi, Itri calcio, Viterbese. Sta frequentando ragioneria a Formia

 


 


Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente? Ha avuto dei momenti di crisi vista la situazione? 

 

Il momento di covid ha toccato ogni atleta di ogni sport impedendo purtroppo il costante allenamento. Per quanto mi riguarda, in mia autonomia, sono riuscito ad allenarmi costantemente nonostante la problematica covid. Comunque è stato molto difficile per me stare lontano dal campo.

 

Lei frequenta il quinto anno di ragioneria, se posso come ha vissuto scolasticamente questi due anni scolastici?

 

In ambito scolastico questi due anni di covid hanno reso la vita difficile a noi studenti, soprattutto per la mancanza di organizzazione da parte di tutto il consiglio scolastico. Personalmente questi anni di DAD sono stati non facili da gestire perché ho dovuto frequentare le lezioni al chiuso nella stanza e per me non stare a contatto con compagni e insegnanti è stato drammatico.







 


 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho iniziato giocare a calcio all’età di 6 anni, ma ho scoperto che sarebbe diventata la mia più grande passione quando ho deciso all’età di 13 anni di allontanarmi da casa e trasferirmi a Fiuggi, appunto  per questo sport.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori fin da piccolo hanno sempre appoggiato le mie decisioni, ovviamente pretendendo un costante impegno scolastico.

 

Lei ha giocato in diverse squadre, e ha cambiato tante tante città, come ha vissuto questi periodi lontani dalla sua famiglia? 

 

I periodi in cui sono stato lontano dalla mia famiglia non sono stati molto facili da affrontare. All’inizio ho fatto fatica ad abituarmi alla lontananza, ma non mi è mancato il loro appoggio e la loro presenza pur essendo lontani. E grazie a ciò ho vissuto dei momenti a livello calcistico meravigliosi.











Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi?  

 

A livello personale quello che mi ha spinto a diventare calciatore è il sogno che avevo fin da bambino, così mi sto allenando costantemente per realizzarlo. Attualmente credo che ci siano tanti ragazzi col mio stesso sogno e altrettanti che purtroppo si lasciano trascinare dalla “foga dei soldi.”

 

Di lei dicono che sia un giocatore di grande talento. Secondo lei si nasce ottimi giocatori oppure conta molto la costanza, mi spiego: allenarsi tutti i giorni, fare una dieta sana, andare a letto presto la sera? 

 

Intanto ti ringrazio per le belle parole, credo che per diventare un buon giocatore sicuramente bisogna avere delle caratteristiche sin da piccoli che poi man mano devo essere migliorate con allenamento, tempo e sacrificio. Solo chi dedica tempo a tutto ciò avrà successo.

 








Si ricorda il suo goal più bello?

 

I goal più belli della mia carriera sono stati due. Il primo siglato all’ultimo minuto nel derby Lanciano Calcio-Atessa sugli sviluppi di un calcio d’angolo e regalando la vittoria alla squadra che ci costò il primo posto in classifica. Il secondo goal più emozionante è quello fatto proprio recentemente nella partita tra Formia Calcio-Flaminia portando la squadra in vantaggio al 25^ del primo tempo raccogliendo una sponda dell’attaccante e impattando la palla prima contro il palo e poi in rete.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)

 

Un mio pregio è il tanto sacrificio che dimostro in campo e un mio difetto è il volere sempre di più (se si può chiamare difetto).

 

Lei ha un fratello più piccolo di un anno che gioca a calcio, una qualità che ha suo fratello e che a lei manca? Avete mai giocato nella stessa squadra? 

 

 

Io e mio fratello abbiamo sempre giocato sin da piccoli insieme condividendo molte esperienze tra le quali Fiuggi, Lanciano, Viterbese e Formia. A livello qualitativo è un ottimo giocatore, ma è difficile fare un paragone tra noi due avendo due ruoli completamente diversi.

 










Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Al giorno d’oggi avere una famiglia unita alle spalle che ti supporta è molto importante. Io ho la fortuna di averla e la metterò sempre al primo posto. Gli amici anche in questi anni sono stati importanti soprattutto quelli con cui ho legato nei luoghi in cui sono stato per il calcio.

 

 

 

 

 

 

 

 

16  febbraio 2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

sabato 29 gennaio 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

FABIO

ESCA

 

 


  


 

 
Fabio Esca is 29 years old and lives in Aversa. He graduated in Sports Science, and CSI basic coach. Career as a football player

: Settore giovanile Mariano Keller-campione regionale Aversa normanna-allievi nazionali, Berretti nazionale



Coaching career: Aversa normanna: giovanissimi e Allievi regionali, Virtus Liburia: Juniores regionale, Contea Normanna: categorie 2015-2012-2009

 



 




 

 

Covid has turned our lives upside down, how did you experience this long period of pause? How did you manage to train your very young players?

 

It was really bad to be away from the fields, but I always tried to keep the contacts alive by interacting on social networks and trying to keep the enthusiasm alive

 

 

In your opinion, what will this long period of pause mean for adolescents?
 
It will certainly not be easy to be able to experience sport as before because there is always a bit of fear, but I hope that thanks to the help of vaccines we can return to normal.

 

When did you discover that football would become your greatest passion?
 
From an early age I felt a deep feeling for this sport, it is a passion that was passed on to me by my father and I have been lucky enough to collaborate with him for years, when we are on the pitch just a glance is enough to understand us.

 



 






You have played in different teams, which one are you most attached to?
 
Surely in the youth sector of Mariano Keller they were wonderful years managing to win a regional championship. The years with the Aversa Normanna were also beautiful, competing in the National Allievi and Berretti Nazionale.
 
Why do you think everyone tries to become a footballer? What attracts them, plus the fame or the money?
 
Certainly, the economic aspect plays a fundamental role, but I strongly believe that it is truly the most beautiful sport in the world.

 

Why did you decide at some point in your life to become a manager?
 
Coach is an important word. At the moment I feel more like an instructor. There are two things that prompted me to undertake this path: the first was dictated by the fact that I had a father who already did this "job" and the second is the satisfaction of seeing the children being able to learn new things with my advice. .
 
What is the main quality that a coach must have?
 
Loyalty
 
 
You train very young players, how do you relate to them?
 
I relate with extreme humanity, but sometimes you also need to be a little hard to try to keep your attention always alive.

 

 

What is the biggest difficulty you have with these players?
 
Definitely keep concentration alive.
 
How are the relationships with the parents?
 
I always try to create a collaboration with parents, obviously always maintaining a certain respect between the roles.
 









 What is football giving her and what is it taking away from her?
 
Football hasn't taken me away and it's not taking anything away from me. It has enriched and will continue to enrich my wealth of experience.
 
You graduated in Sports Science, in your opinion how could it change your future life?
 
I hope to reach important goals, currently I am happy to be in a serious Norman County society, which does not make me miss anything and always puts the good of the students first.
 
Are you going to take the Uefa B license?
 
Yes, I would like to try to train myself more and more so that I can always transmit important notions to my players.
 









One of his strengths and weaknesses, in football terms, is it obvious?
 
I always prefer others to talk about my strengths. 
As for the defects, I think I still have to improve a lot and this is an aspect that leads me to always want to improve and update myself.
 
A dream for the future?
 
My dream is to continue working in the youth sector and be able to train many good players.

 

 

January 29, 2022
 
(All rights reserved)

 

 

venerdì 28 gennaio 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GIANLUCA

CAPONE

 










Gianluca Capone, calciatore, ha 20 anni è nato e cresciuto a Licola Mare comune di Giugliano. 




Noi lo abbiamo intervistato di nuovo.






Nell’ultima intervista militavi in Eccellenza, e la tua   squadra attuale era l’Albanova, nonostante che fossi in prestito dal Giugliano. In questo momento dove stai giocando? 


Ciao Paolo, si…ora sto di nuovo in Eccellenza e gioco nel Real Forio ad Ischia.

 

Come sei arrivato a quest’ingaggio?

 

Sono arrivato a Real Forio il 6 dicembre quando si è aperto il calciomercato, ero al Vastogirardi in Serie D, sono arrivato qua perché il mister e il direttore già mi conoscevano e mi hanno voluto fortemente, già ad agosto mi avevano chiamato, ma avevo scelto un’altra destinazione perché in quel momento la sentivo più efficace.

 

La stagione com’è iniziata?

 

La mia stagione come ti ho già detto l’ho iniziata al Vastogirardi, era iniziata abbastanza bene stavo giocando spesso poi per alcune scelte e alcune prestazioni mie un po’ spente ho giocato poco… poi vabbè i motivi sono anche altri.

 

Ora sto al Real Forio e sto bene sto giocando con continuità e sto cercando sempre partita dopo partita di dare il mio contributo, sto in fiducia e ora come ora voglio solo pensa a far bene e a salvare il Forio Calcio è un obiettivo personale ma ovviamente anche collettivo!

 

Il Covid ha stravolto le nostre vite, come hai vissuto questo lungo momento di pausa? Riuscivi ad allenarti quotidianamente?

 

Il Covid si concordo con te ha un po’ stroncato tutto, ma proprio tutto e penso che ora come ora dobbiamo solo conviverci come sta facendo la Spagna e l’Inghilterra. Nel periodo del Covid “fortunatamente” mi sono riuscito ad allenare da solo purché a casa di zia ho alcuni attrezzi e quindi mi sono allenato tutti i giorni tranne la domenica è così ho passato la mia quarantena, allenandomi e guardando Nefflix, penso di non essere stato l’unico a passarla così. 

 








Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Da bambino il calcio è sempre stata la mia passione sempre e chi mi conosce sa che è pura verità, stavo giorno e notte a giocare solo con il pallone e man mano che crescevo lo sentivo sempre più mio e che avrei voluto fare solo questo e infatti attualmente faccio solo questo, questo sport è la mia passione, la mia più grande passione, è anche il mio lavoro, in conclusione: per me il calcio viene prima di ogni cosa.

 

Hai giocato in diverse squadre, a quale sei rimasto più   legato? 

 

Sono stato bene in tutte le squadre che ho giocato, ma dove mi sono divertito più di tutto è stato giocando con il  Giugliano, tra l’altro è stato  il mio primo anno di serie D, in eccellenza sono stato per poco per poi andare in prestito in un’altra squadra,   sono stato comunque bene a prescindere da tutto, ma quell’ anno in D mi sono divertito molto, forse perché giocavo a casa mia e avevo legato molto con i miei vecchi amici di squadra che ora lo sono anche al di fuori dal campo e questa è una cosa bella per me.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


In realtà quando ho quel poco di tempo libero non seguo molto altri sport a volte nemmeno il calcio guardo solo le partite importanti preferisco vedere qualche serie quando sto da solo, oppure stare con i miei amici.


Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Bella domanda dipende, diventare calciatore è un sogno che tutti vorrebbero che si realizzasse è una cosa che hai  da bambino, ma per chi come me viene dalla fame non importa chi sarai importa che non avrai più problemi da cui preoccuparti, chi vuole capire capisca.












In quale ruolo giochi? 

 

Centrocampista (mezz’ala).

 

Te lo ricordi il tuo goal più bello?

 

Paolo, non sono uno che fa tanti gol ma attualmente il più bello è quello che ho fatto a Giugliano in serie D contro il Licata in mezza rovesciata, spero di iniziare a segnare però cosa molto difficile.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)?

 

Sono volenteroso ho voglia di fare, capire e a volte voglio fare di più, ma esagero e quindi di conseguenza sbaglio, questa è una cosa che devo riuscire a migliore subito.

 

Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Se parliamo della vita personale cambierei tantissime cose, mentre per quella calcistica per ora non voglio cambiare nulla, le scelte che ho fatto sono state decise in maniera consapevole perché ritenevo opportune farle e anche perché erano le più appropriate. Ho scelto di ritornare indietro (Eccellenza) per farne due in avanti, non sarà facile, forse mi sono complicato da solo, ma a me le sfide piacciono, ora devo solo dimostrare che so risalire!





 







Un giocatore che lei ammira tantissimo?

 

Da piccolo ero innamorato di Ronaldinho poi confrontando le mie caratteristiche con le sue ho capito che non poteva essere un mio idolo, anche se crescendo l’ho comunque sempre seguito; ti posso dire che Zinedine Zidane per me è il più forte di tutti, e anche se io non ho le sue caratteristiche, giocava con una tranquillità veramente rara e questa cosa mi piace tantissimo!

 

Lei è abita vicino a Napoli che cosa rappresenta questo luogo invidiato da tutto il mondo?

 

Napoli è Napoli e per me non ci sono paragoni e  mai ci saranno.

 

Un sogno che vorresti che si realizzasse nell’immediato? 

 

Potrei dirti di diventare calciatore e aiutare la mia famiglia, ma ora come ora vorrei rivedere i miei genitori ancora per un po’.

 

 











 28     gennaio      2022

 

(Tutti i diritti riservati)