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giovedì 17 febbraio 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

LUIGI  

FIAMMENGHI

 





     

 

 

 

 

 


Luigi Fiammenghi è nato a Gaeta è nato il 14 novembre a Gaeta, gioca nel ruolo di attaccante centrale, il piede preferito è il destro, ma sa usare anche il sinistro, il suo numero preferito è il 10. E’ alto  un metro e ottantuno e pesa 69 chili.


E ‘partito con Cassio Club giovanissimi, ha giocato con i ragazzi del 2002 pur essendo un 2004, in quell’anno fece 7 goal e il campionato fu bellissimo. L’anno seguente si trasferisce all’Olimpic Marina dove vince il campionato, venne premiato come capocannoniere, fece 43 goal, inoltre vinsero il campionato assieme alla coppa Lazio. L’anno successivo a Fiuggi fece l’Under 15, fu il suo anno fuori di casa, dovette stare ne convitto, fu il capocannoniere con 54 reti, vinse il campionato e la coppa di Frosinone. L’anno dopo, a 14 anni, fece il primo ritiro con la prima squadra del Lanciano calcio per poi passare con la Juniores Elite U19, dove realizzò ben 18 reti. A causa del covid si bloccò tutto, l’anno successivo passa alla Viterbese U19 squadra che milita in serie C, dove fece varie presenze sia in Primavera 3 che con gli allievi nazionali under 17. L’anno successivo è all’Aprilia Calcio, ha iniziato il ritiro in prima squadra, poi è passato con la Juniores Nazionali 19, a dicembre e passato all’Insieme Formia che milita in serie D. 


Ci ha raccontato che il suo idolo è sempre stato Diego Armando Maradona, queste sono le sue parole:  "Per me rappresenta tanti valori, ad esempio il valore calcistico, lui ha cercato di fare incantare i tifosi e di far sembrare il calcio non solo sotto l’aspetto dei soldi, bensì per quello che il calcio rappresenta, è riuscito a far innamorare tante persone di questo sport. Inoltre come tutti sanno possiamo dire che sia partito dal nulla, dalla fame con solo obiettivo ed è riuscito a vincere il mondiale che è nel sogno di tutti i ragazzini che vogliono diventare giocatori, per me è una fonte d’ispirazione anche perché sono tifoso del Napoli e un giorno mi piacerebbe giocare con il Napoli e indossare così la maglietta azzurra. Infine voglio anche dire che l’idolo del momento è Vlahovic."

 

 

 

 

 

 


 


Questa domanda l’ho fatta a tutti i giocatori intervistati negli ultimi due anni. Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente? Ha avuto dei momenti di crisi vista la situazione? 

 

La pandemia ha stravolto tutti, e visto che ci sono stati molti morti un pensiero va alle vittime. Penso che questo lungo periodo di pausa sia servito anche per conoscerci meglio e ha fatto forse comprendere a chi era incerto sul futuro cosa    avrebbe voluto che si realizzasse per la propria vita.

 

Io ho sempre amato il calcio, e durante il Covid  ho lavorato su di me, sia dal punto di vista fisico che tecnico, grazie ai miei genitori che mi hanno comprato alcuni attrezzi per lavorare sul mio fisico e su alcuni elementi della mio corpo che mi avrebbero aiutato una volta iniziato il campionato.


 Ho cercato di curare tutti i minimi dettagli che ancora  sto continuando per raggiungere alti livelli. Oggi come oggi mi alleno tutti i giorni riposando la domenica, proprio perché vorrei raggiungere un’adeguata preparazione fisica per giocare al massimo della forma.

 

Come momenti di crisi posso dire che mi sono preoccupato per i miei familiari e per i miei nonni che vivono con noi.

 














Lei frequenta il quarto anno di ragioneria, se posso come ha vissuto scolasticamente questi due anni scolastici?

 

 Sono stati difficili come tutto quanto, ho cercato di raggiungere certi obiettivi, per non rimanere indietro nel programma,  e penso di essermi   gestito bene, inoltre ho capito alcuni argomenti  che non mi erano chiari  precedentemente; certamente  mi sono mancati i miei compagni di scuola e i professori, la scuola in presenza è molto diversa dalla Dad.

 

La passione per questo sport le è venuta prima a lei o prima a suo fratello? 

 

Io sono nato con il pallone, sono sempre stato innamorato della forma ovale di questo oggetto che mi ha fatto uscire pazzo, dentro casa tra varie partite, vasi  e mobili rotti,  sembrava di essere in un Camp  Nou , inoltre  prendevamo le magliette delle varie squadre che avevamo a casa e facevamo dei tornei fra di noi.


 Mio fratello maggiore ha rappresentato un compagno di vita calcistico, riusciamo a fare tante cose assieme;  io ho iniziato a giocare a calcio quando avevo tre anni, mio fratello ne aveva cinque.  Da ragazzino  sperimentavo nuovi dribbling e nuove fantasie, mi piaceva fantasticare e inventare nuove situazioni che facevano impazzire i miei amici.


Lei ha giocato in diverse squadre, e ha cambiato tante tante città, quando ha lasciato la sua famiglia lei era un adolescente, le è pesato stare lontano da casa? 


È vero ho cambiato molte città e quando sono partito per la prima volta fuori di casa ero piccolo, avevo finito la terza media, ero entusiasta di questa nuova avventura,  avevo molti stimoli come oggi, l’unica cosa che mi distraeva dalla mia famiglia era il calcio, perché sentivo la mancanza del loro affetto,  cercavo di dimostrarlo in campo per poi riceverlo il fine settimana quando venivano a trovarmi a Fiuggi.  Quindi questa mancanza cercavo di dimostrarla in campo cercando di renderli felici delle mie prestazioni. 

 

Comunque non è stato facile non averli al mio fianco,  ero in convitto con mio fratello, e quando sentivo la loro mancanza stringevo il cuscino e piangevo, questo non l’ho mai voluto raccontare; volevo dimostrare di essere forte, ero uno stimolo in più per entrare in campo e dimostrare il mio valore. 

 

Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi?  

 

Bella domanda, diciamo che quando sei piccolo inizi a intraprendere questo sport con divertimento e felicità poi  quando diventi più grande inizia diventare una professione, inizi a seguire una determinata dieta, cambia il riposo, cambia l’allenamento, tutto è proporzionato in base al tempo. 

 

Tutti vogliono diventare ottimi calciatori, ma è molto difficile riuscirci,  devi fare molti sacrifici, ed è importante avere una certa mentalità, anche la fama è importante soprattutto  chi viene dal nulla e aspira a diventare qualcuno un giorno, non tanto per un punto di vista economico, ma quanto da un punto di vista del riscatto, è importante raggiungere un  obiettivo molto alto. 


I soldi vengono dopo, vanno a consolidare il grande lavori che svolgi è come se fosse un premio per ciò che dai alla società.

 










Oltre al calcio quali altri sport segue? 


Oltre al calcio seguo l’atletica;  si allenano per 4 anni per andare alle olimpiadi e se falliscono hanno buttato via tutto quel tempo per essersi allenati  e invece se vincono i sacrifici vengono ripagati, quindi  l’atletica mi offre ispirazione.  Noi ogni domenica mettiamo in campo il nostro allenamento e se sbagliamo abbiamo la partita successiva, loro invece possono sbagliare poco.













Ho sentito su lei dicono giudizi molto positivi, si sente un po’ di essere sotto pressione, la paura di deludere le persone che hanno grande stima su di lei c’è? 

 

I giudizi sono positivi, la pressione si sente e questa è uno stimolo infatti, cerco di fare sempre meglio, paura di deludere non c’è, l’importante è divertirsi, è ovvio che tutto dipende da me, ma quello che conta è uscire dal campo con il sorriso.

 

Io  conto molto su  me stesso. Vedi  sono consapevole del fatto  che  il progetto che sto portando avanti   viene svolto  per stare sempre un passo davanti agli altri, certamente posso deludere ma ciò riguarda solo la mia persona  per quanto metto in pratica durante la settimana, in fin dei conti tutti sanno che nel calcio ci sono alti e bassi. Punto sempre in alto, spero di riuscire a fare tanti goal per far sorridere le persone che credono in me, e anche  per me.

 









Si ricorda il suo goal più bello?

 

Tutti i goal sono belli e ogni volta che segno in porta è una grande felicità ricordo quando giocavo nel Fiuggi feci il goal contro il Tecchiena Calcio, mi feci una maglietta con una dedica: questo è per mamma e papà: il gol era per loro. 

Un altro bel goal  è stato quando giocai nel Lanciano contro il Montesilvano, su punizione feci una grande elevazione, e mi permise di fare un goal di testa, c’erano i miei genitori e il goal permise alla squadra di pareggiare. Quando segnai feci una corsa immensa verso gli spalti, ogni goal è felicità. 

 








Per chi non la conosce che cosa direbbe sul suo carattere, sul suo modo di rapportarsi con gli altri? 

 

Sono un ragazzo molto socievole, non invidio nessuno e auguro il meglio a tutti,  e mi piace aiutare il prossimo, negli ultimi anni pur essendo  sempre stato il più piccolo della squadra ho fatto il capitano, forse per il carisma che ho, so di  essere un leader e ho dimostrato di essere pure  un buon  trascinatore per la squadra; mi piace scherzare, ridere, e dove sono andato mi hanno sempre voluto tutti bene e vengo ricordato  con affetto.




 





Lei ha un fratello più grande di un anno che gioca a calcio, una qualità che ha suo fratello e che a lei manca? 


È difficile da dire, giochiamo su due ruoli diversi, non è semplice fare un paragone, in quanto per il ruolo che ognuno di noi svolge le qualità sono diverse però una cosa che mi piace di lui è che non ha mai paura di mettere il piede e di fare il contrasto.

 








Le voglio fare questa domanda, so che voi due siete molto legati, vi trovate a giocare una partita importante, però militate in due squadre diverse, l’emozione di trovarvi nello stesso campo potrebbe fare la differenza sul risultato di quella partita? 

 

Essendo abituati a giocare sempre insieme, giocare contro sarebbe difficile, da una parte c’è l’amore per mio fratello, dall’altra c’è l’amore per la maglietta che indosso. Durante una partita di calcio bisogna frenare i sentimenti, quello che conta è la maglietta che si sta indossando. Sarebbe un’emozione immensa giocare una partita contro mio fratello, che vinca il migliore, mi piacerebbe che in quella partita facessimo un goal, e che quella partita finisse in parità sarebbe un’emozione immensa, sono sicuro che se uno dei due vincesse la partita inizierebbero le varie prese in giro.

 









Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La mia famiglia è un grande pilastro, hanno fatto dei sacrifici, sono stati sempre presenti, non ci hanno fatto mancare nulla, sono molto fiero di loro, il loro atteggiamento spero di poterlo dimostrare ai nostri figli, grazie di cuore, non tutti i genitori sono come loro. Sono orgoglioso. 


Per aver girato spesso, ho molti amici, ci telefoniamo spesso, il calcio ti porta a socializzare molto, a conoscere culture diverse, tutti mi vogliono bene e ho la possibilità di avere tanti amici in varie parti dell’Italia.



 





Un sogno che vorrebbe che si realizzasse subito? 

 

Ho due sogni: di giocare in serie A e di vincere un mondiale per entrare nella storia del calcio italiano. I sogni sono belli, ma si realizzano subito non hanno lo stesso valore, perciò voglio continuare per la mia strada, voglio continuare a fare i sacrifici, per poi un giorno essere fiero di me, e di chi ha creduto in me, spero di fare un percorso di maturazione.





Nella foto Luigi con il fratello Augusto assieme al loro papà.







18  febbraio 2022

 

(Tutti i diritti riservati) 


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