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mercoledì 13 novembre 2019



A CURA DI PAOLO RADI 











 UNA CONVERSAZIONE 
     

     
 CON 



  DAVIDE    
 BERARDI   



Davide Berardi è nato a Roma nel 1995, ha frequentato l’Istituto Tecnico Nautico, e ora è agente immobiliare. 
Ha militato nelle giovanili: Tor Tre Teste, Pro-Roma. Poi ha giocato nel Montecelio, nel Cynthia in D, Fontenuova in eccellenza, e Palestrina in eccellenza. Successivamente: Grosseto serie D, Pro- Roma promozione e Guidonia in promozione.





   
Ho deciso di cambiare la prima domanda, per chi non la conosce, chi è Davide Berardi, come presenterebbe se stesso?

Sono un ragazzo abbastanza solare che da molta importanza ai rapporti umani. Ambizioso nel lavoro come è giusto che sia. Rispetto molto l'opinione altrui. Cerco di evitare persone pronte "a farti le scarpe" ma nella vita purtroppo queste situazioni capitano e spesso ce ne accorgiamo troppo tardi. Le persone che mi circondano mi dicono spesso che sono troppo buono, ma finché non vedo cattive intenzioni non riesco ad essere "cattivo"...










Si ricorda il momento che ha scoperto che il gioco del calcio sarebbe stata la sua più grande passione?

Ci sono stati tanti episodi nel corso degli anni che mi hanno portato a pensare tutto ciò. Uno in particolare quando con la Tor Tre Teste siamo diventati campioni d'Italia e abbiamo rappresentato l'Italia nel mondo, è stato un momento indimenticabile Sono fiero di aver fatto tutto ciò di fronte alla mia famiglia e davanti a migliaia di persone, ma soprattutto davanti a mio nonno che dopo circa 2 anni un brutto male se l'è portato via.











I suoi genitori hanno appoggiato questa scelta oppure le hanno detto la solita frase: “Non è meglio che pensi allo studio?”

I miei genitori hanno sempre appoggiato la mia attività. Lo studio sempre prima di ogni cosa chiaramente! Hanno fatto tantissimi sacrifici soprattutto quando giocavo nella Tor tre Teste. Ancora mi ricordo mio padre che tornava dal lavoro e con lo scooter mi accompagnava al campo. Dai 12 anni in poi ho iniziato a prendere i mezzi per andare a giocare poiché gli allenamenti si svolgevano alle 15. A scuola andavo con lo zaino e con la borsa del calcio… alcuni "amici" già iniziavano a dire "ma chi te lo fa fare"... chi dice queste cose probabilmente non ha mai avuto una grande passione per la quale vivere e lottare tutti i giorni.











Lei ha frequentato l’Istituto Tecnico Nautico, come mai non ha proseguito gli studi frequentato una facoltà affine a quello che lei ha studiato? 

Si ho frequentato l'istituto tecnico nautico, bellissima scuola!! Non ho continuato a studiare o lavorare nel settore per mancanza di stimoli. Senza gli stimoli giusti non si va da nessuna parte. Ho degli amici che si sono imbarcati a 19 anni… penso che per fare un passo del genere a quell'età si deve avere una grandissima passione, probabilmente quella passione non era abbastanza forte. 


Non "butto" niente dei 5 anni di scuola, anzi mi ha fatto conoscere tantissime persone, soprattutto una persona per me molto importante con la quale ho condiviso tantissimo, condivido tutt'ora e spero di continuare nel tempo perché le amicizie nate sui banchi di scuola sono bellissime. 

Condividiamo anche un tatuaggio. Abitiamo distanti, abbiamo tantissimi impegni ma il bene che ci vogliamo è più forte di tutte le difficoltà.










Fra le tante squadre in cui lei è stato, quale ricorda più volentieri? 

La squadra che ricordo con maggior piacere è stata il Fontenuova (probabilmente la mia miglior stagione) ma devo ringraziare il Guidonia e i compagni dello scorso anno per avermi permesso di riprendermi dopo un anno di inattività. Per prestigio non posso non nominare il Grosseto Calcio, il punto più alto della mia "carriera"... esperienza indimenticabile. Li è stato il calcio!




Qual è la principale qualità che deve avere un calciatore? 

Nel calcio di oggi vanno abbinate quantità e qualità. Senza l'una o l'altra non si va da nessuna parte. Poi chiaramente un calciatore deve avere la giusta umiltà, consapevolezza, rispettare il gruppo e le persone che cercano di farti migliorare.








Diversi giocatori mi hanno raccontato che pur di giocare in una qualsiasi categoria hanno abbondanto gli studi, per poi ritrovarsi con un nulla di fatto e con tante difficoltà nel trovare un lavoro. 
Quale messaggio vorrebbe lanciare lei a coloro che guardano al mondo del calcio solo per la fama e il benessere economico? 

Un consiglio che vorrei dare soprattutto ai più giovani è quello di studiare e trovarsi un lavoro. Se non si fa il salto di qualità a 15/16 anni è molto difficile arrivare in categorie che ti permettono di vivere con lo stipendio del calcio. Per categorie che ti permettono di fare tutto ciò parlo di Serie A, B e C.


Il suo goal più bello?

l mio gol più bello è stato sicuramente contro il Villanova. Ci stavamo giocando il primato nel campionato di eccellenza, perdevamo 1-2 e a 5 minuti dalla fine sono partito praticamente da centrocampo e con un colpo di testa ho fissato il punteggio sul 2-2. È stato bello tutto, dal gol, alla corsa che ho fatto nonostante i crampi alle gambe per andare a colpire di testa, alla corsa per andare ad abbracciare il mio grande mister, Giancarlo Oddi, fino ad arrivare alla dedica alla mia attuale fidanzata.









Possiamo chiederle per che squadra tifa e se c’è un giocatore che per lei rappresenta un idolo?

Sono un tifoso della Roma. Daniele De Rossi è il mio idolo da sempre. Soprattutto all'inizio mi ispiravo a lui, ma ora gioco 20 metri più avanti.




Una partita che vorrebbe dimenticare? 

Una partita che vorrei dimenticare è un Trastevere-Fontenuova di qualche anno fa. Ci stavamo giocando il campionato e quella partita fu un vero e proprio furto. Ho avuto la sensazione che il salto di categoria dovevano farlo loro e non noi.





Un suo pregio e un suo difetto?
Sono molto generoso, forse anche troppo. Un difetto? Forse un po' testardo a volte.









Che valore dà all’amicizia? 

L'amicizia è una cosa importantissima. È un valore che si sta perdendo secondo me. Vedo molte persone circondate da tantissima gente e a volte mi domando "ma saranno realmente tutti amici veri? “Per esperienza personale ti dico che gli amici veri si contano sulle dita di una sola mano.








 

La famiglia che cosa rappresenta per lei? 

La famiglia è tutto. È un valore che va coltivato giorno dopo giorno.






La sua ragazza la segue nella sua attività agonistica? 

Sì, la mia ragazza segue la mia attività. Mi sostiene sempre ed è una cosa fondamentale. Devo ringraziarla poiché tutti i sabati sera la costringo a non fare tardi e mi rendo conto che a 21 anni non è semplice.









Quando ho conosciuto e intervistato Thomas Toncelli non immaginavo che foste legati da profonda stima e amicizia, come vi siete conosciuti, e agonisticamente in che cosa siete differenti? 

Con Thomas ci siamo conosciuti a Fontenuova. Abbiamo un ottimo rapporto che si è consolidato nel tempo. Purtroppo negli anni siamo riusciti a giocare solamente due volte insieme, a Fontenuova e a Guidonia. È una persona eccezionale e spero che il nostro rapporto continui a crescere nel tempo. Come giocatori siamo molto differenti. Lui è una prima punta e deve fare gol io sono un centrocampista li devo far fare.








Una previsione per chi vincerà il campionato? 

Quest’anno il campionato è molto equilibrato. Ci sono tante squadre che possono vincere il titolo. A mio modo di vedere sono 7 le squadre che hanno i numeri per vincere il campionato. Conosco molti giocatori del Vicovaro e hanno un grosso potenziale. Sono leggermente dietro alle prime ma probabilmente alla lunga usciranno fuori. Subito dopo ci sono Riano, Sant’Angelo Romano e La rustica. Zena, Subiaco e Fiano Romano sono lì con il gruppo ma li vedo leggermente dietro.












Grazie   



a cura di Paolo Radi   





13        11    2019 
(Tutti i diritti riservati)  
















venerdì 8 novembre 2019

 A CURA DI PAOLO RADI 









 UNA CONVERSAZIONE 
     

     
 CON 



     CIRO     
   IATTARELLI 







Ciro Iattarelli è nato a Napoli, il 05 04 1994.   Inizia a giocare a 10 anni nella scuola calcio del suo paese: la Rea Romano. Successivamente è stato preso dal Napoli facendo tutta la trafila delle giovanili dov’è rimasto per ben 7 anni.
Passati i 7 anni  è passato al Sorrento in c1 dove ho fatto solo una presenza, e giocava, però spesso con la Beretti nel ruolo di   capitano.

Poi milita al Pomigliano in serie D, dove vince vinto la coppa Italia. Decide di scendere in categorie minori e da allora gioca tra eccellenza e promozione, anche fuori dalla Campani: Sicilia, Molise, Puglia, Toscana e Trentino.

Ho frequentato le scuole elementari e medie Aldo Moro Casalnuovo di Napoli, poi per 3 anni la scuola superiore I.P.S.I.A. Tecnico Professionale, per poi decidere di lasciare la scuola per il calcio.



Prima di farle la solita domanda di rito, le volevo far presente questo: Ho letto un suo post dove iniziava con queste parole:
Quando mi arrivò la chiamata da parte dell’Ischia calcio ero molto felice, e senza pensarci due volte andai a firmare...” Mi ha colpito la sua onestà di uomo e di sportivo nell’ammettere di non essere stato a sentire i consigli di chi la vuole bene. Vede non è da tutti ammettere i propri limiti. Se possiamo chiamarli. Per questo che mi sono deciso a chiederle di farsi intervistare. Da quello che ho letto ho capito che lei è un campione, nella vita e sul campo. 










    La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il gioco del calcio sarebbe stata la sua più grande passione?

Diciamo che la passione per il calcio è nata molto tardi, perché io non ero bravo e quindi mi vergognavo. Gli altri mi mettevano sempre in disparte, quindi evitavo di iscrivermi alle varie scuole calcio. 





Se non avesse scelto il calcio, quale altro sport le sarebbe piaciuto praticare? 

Se non avessi giocato a calcio, credo che avrei fatto palestra per hobby, o qualche sport tipo beach volley. 











I suoi genitori hanno appoggiato questa scelta oppure le hanno detto la solita frase: “Non è meglio che pensi allo studio?” Come mai non ha pensato di continuare gli studi? 

I miei genitori hanno appoggiato a pieno le mie scelte, a mio padre piaceva molto il calcio anche se lui non aveva mai giocato. Mi dicevano di giocare a calcio e di andare bene a scuola, comunque mi dedicavo completamente al calcio e quindi per questo decisi di chiudere con la scuola. Chiusi con la scuola, perché semplicemente non amavo studiare, e per seguire solo il calcio, anche perché giocando con le giovanili del Napoli, un ragazzo di 14 anni si illude che possa fare a meno di un’istruzione: ma ho sbagliato, tornando indietro non la lascerei. 




Com’è stata la sua prima esperienza da titolare? 

La mia prima esperienza da titolare è stata bellissima, sapere di aver vinto un ballottaggio con un tuo compagno e aver convinto il mister a schierarti per primo è un bel traguardo, direi uno splendido traguardo!




Fra le tante squadre in cui lei è stato, quale ricorda più volentieri? 

Non ce n'é una in particolare, che io ricorda più volentieri, perché ognuna di loro mi ha lasciato un ricordo bello o brutto, di conseguenza   questo mi ha fatto crescere. 










Qual è la principale qualità che deve avere un calciatore?

Penso che la principale qualità sia avere una grande forza mentale e una cura maniacale del suo corpo, a partire dall'alimentazione e poi tutto il resto. 




Perché molti ragazzi scelgono come sport proprio il calcio? Cercano la fama, oppure i soldi, o tutti e due? Lei ad esempio da cosa maggiormente era attratto o è attratto? 

Mah io penso che al giorno d'oggi si sceglie per la fama perché si possono fare “soldi facili” essere un calciatore è vantaggioso in tutto ciò che fai. Personalmente non ero attratto da nulla, ho iniziato a giocare a calcio solo per divertimento, tutto il resto è venuto dopo. 




    Qual è il suo stato d’animo prima di una partita?

Prima di una partita importante o non, ho sempre un po’ d'ansia e cerco di concertarmi al massimo per fare il mio dovere.




E alla fine di una partita, invece? Ripensa a quello che ha sbagliato, oppure volta pagina? 

Alla fine di una partita ripenso a tutto quello che ho sbagliato e a quello che avrei potuto fare meglio, se capita di giocare male ci ripenso tutta la settimana e cerco di allenarmi bene per far si che la partita successiva vada meglio, non facendo gli stessi errori.





Il suo goal più bello?

Il mio goal più bello è quello che feci quando giocavo nelle giovanili, si giocava Napoli vs Juve all'Arechi stadio della salernitana, io partii dalla panchina e alla mezz’ ora del primo tempo il mister mi fece entrare, vincemmo quella partita 1 a 0 con un mio goal da fuori area, ricordo ancora la gioia di mio padre nell'esultate dopo il mio goal. 




Una partita che vorrebbe dimenticare? 

Nessuna partita in particolare 




Un suo pregio? 

Un mio pregio? Essere troppo buono in campo e non anche con chi non lo merita. 




Un suo difetto?

Un mio difetto invece, è il fatto di essere molto diffidente e chiudo subito qualsiasi tipo di rapporto se c'è qualcosa che non va senza tornare indietro.










Ha qualche rimpianto? Del tipo: “Potevo fare di più durante quell’anno calcistico” oppure: “Se avessi dato retta al mio procuratore di andare in quella squadra e non in un’altra”

Ho tanti rimpianti, forse troppi. Ho sprecato delle buonissime occasioni non facendo il mio dovere e pensando ad altro, mi facevo trasportare da chi non aveva niente da perdere e infatti ci ho perso io. Non ho mai avuto procuratori, mi sono sempre gestito da solo. 











Come   descriverebbe se stesso nei riguardi di una persona che non conosce nulla di lei?

Diffidente infatti come ho detto prima è un mio difetto



 La famiglia che cosa rappresenta per lei? 

La famiglia è tutto, sono le persone di cui non si dovrebbe mai fare a meno e che ti dovrebbero dare supporto in tutto. anche se io dopo la morte di mio padre io mi sono allontanato e isolato perché ormai quella sensazione di tranquillità che dovrebbe darti una famiglia non esisteva più.





    



   Che valore dà all’amicizia e all’amore? 

Hanno un grande valore. L'amore e l'amicizia sono cose importanti per ognuno di noi. Anche se personalmente ho pochi amici e tanti conoscenti. Sono stato fortunato in amore, ho una ragazza che mi appoggia in tutte le scelte che faccio e mi fa ragionare se magari sto sbagliando qualcosa, non mi impedisce nulla ed è la cosa alla quale mi sono “aggrappato” più di tutti in momenti bui della mia vita, non finirò mai di ringraziarla io cerco di essere ogni giorno migliore per me, ma soprattutto per lei. 

















Alcuni giocatori campani mi hanno detto che quando si sono trasferiti al nord hanno notato una certa diffidenza, all’inizio è stata dura per inserirsi in quella squadra. Anche a lei è successo, oppure invece si è sentito subito a suo agio? 

Si, il nord è molto diverso dal sud a partire dallo stile di vita e anche dall'aria che si respira. All'inizio è stata dura prendere i ritmi di quel modo di vivere che è completamente diverso da quella che facevo qui a Napoli, qui è caotico lì molto più tranquilla. Calcisticamente mi sono sentito subito a mio agio, ho trovato una squadra e delle brave persone. 
Vorrei precisare che c’erano altri 3 napoletani che mi sono stati d’aiuto.





Un sogno nel cassetto? 

ll mio sogno è di trovare presto un buon lavoro che mi permetta di giocare anche a calcio in modo da non lasciare la mia più grande passione, e comunque prendermi cura di una mia futura famiglia.


   Grazie  

a cura di Paolo Radi   





08       11    2019 
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