A CURA DI PAOLO RADI
UNA CONVERSAZIONE
CON
CIRO
IATTARELLI
Ciro Iattarelli è nato a Napoli, il 05 04 1994. Inizia a giocare a 10 anni nella scuola calcio del suo paese: la Rea Romano. Successivamente è stato preso dal Napoli facendo tutta la trafila delle giovanili dov’è rimasto per ben 7 anni.
Passati i 7 anni è passato al Sorrento in c1 dove ho fatto solo una presenza, e giocava, però spesso con la Beretti nel ruolo di capitano.
Poi milita al Pomigliano in serie D, dove vince vinto la coppa Italia. Decide di scendere in categorie minori e da allora gioca tra eccellenza e promozione, anche fuori dalla Campani: Sicilia, Molise, Puglia, Toscana e Trentino.
Ho frequentato le scuole elementari e medie Aldo Moro Casalnuovo di Napoli, poi per 3 anni la scuola superiore I.P.S.I.A. Tecnico Professionale, per poi decidere di lasciare la scuola per il calcio.
Prima di farle la solita domanda di rito, le volevo far presente questo: Ho letto un suo post dove iniziava con queste parole:
“Quando mi arrivò la chiamata da parte dell’Ischia calcio ero molto felice, e senza pensarci due volte andai a firmare...” Mi ha colpito la sua onestà di uomo e di sportivo nell’ammettere di non essere stato a sentire i consigli di chi la vuole bene. Vede non è da tutti ammettere i propri limiti. Se possiamo chiamarli. Per questo che mi sono deciso a chiederle di farsi intervistare. Da quello che ho letto ho capito che lei è un campione, nella vita e sul campo.
La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il gioco del calcio sarebbe stata la sua più grande passione?
Diciamo che la passione per il calcio è nata molto tardi, perché io non ero bravo e quindi mi vergognavo. Gli altri mi mettevano sempre in disparte, quindi evitavo di iscrivermi alle varie scuole calcio.
Se non avesse scelto il calcio, quale altro sport le sarebbe piaciuto praticare?
Se non avessi giocato a calcio, credo che avrei fatto palestra per hobby, o qualche sport tipo beach volley.
I suoi genitori hanno appoggiato questa scelta oppure le hanno detto la solita frase: “Non è meglio che pensi allo studio?” Come mai non ha pensato di continuare gli studi?
I miei genitori hanno appoggiato a pieno le mie scelte, a mio padre piaceva molto il calcio anche se lui non aveva mai giocato. Mi dicevano di giocare a calcio e di andare bene a scuola, comunque mi dedicavo completamente al calcio e quindi per questo decisi di chiudere con la scuola. Chiusi con la scuola, perché semplicemente non amavo studiare, e per seguire solo il calcio, anche perché giocando con le giovanili del Napoli, un ragazzo di 14 anni si illude che possa fare a meno di un’istruzione: ma ho sbagliato, tornando indietro non la lascerei.
Com’è stata la sua prima esperienza da titolare?
La mia prima esperienza da titolare è stata bellissima, sapere di aver vinto un ballottaggio con un tuo compagno e aver convinto il mister a schierarti per primo è un bel traguardo, direi uno splendido traguardo!
Fra le tante squadre in cui lei è stato, quale ricorda più volentieri?
Non ce n'é una in particolare, che io ricorda più volentieri, perché ognuna di loro mi ha lasciato un ricordo bello o brutto, di conseguenza questo mi ha fatto crescere.
Qual è la principale qualità che deve avere un calciatore?
Penso che la principale qualità sia avere una grande forza mentale e una cura maniacale del suo corpo, a partire dall'alimentazione e poi tutto il resto.
Perché molti ragazzi scelgono come sport proprio il calcio? Cercano la fama, oppure i soldi, o tutti e due? Lei ad esempio da cosa maggiormente era attratto o è attratto?
Mah io penso che al giorno d'oggi si sceglie per la fama perché si possono fare “soldi facili” essere un calciatore è vantaggioso in tutto ciò che fai. Personalmente non ero attratto da nulla, ho iniziato a giocare a calcio solo per divertimento, tutto il resto è venuto dopo.
Qual è il suo stato d’animo prima di una partita?
Prima di una partita importante o non, ho sempre un po’ d'ansia e cerco di concertarmi al massimo per fare il mio dovere.
E alla fine di una partita, invece? Ripensa a quello che ha sbagliato, oppure volta pagina?
Alla fine di una partita ripenso a tutto quello che ho sbagliato e a quello che avrei potuto fare meglio, se capita di giocare male ci ripenso tutta la settimana e cerco di allenarmi bene per far si che la partita successiva vada meglio, non facendo gli stessi errori.
Il suo goal più bello?
Il mio goal più bello è quello che feci quando giocavo nelle giovanili, si giocava Napoli vs Juve all'Arechi stadio della salernitana, io partii dalla panchina e alla mezz’ ora del primo tempo il mister mi fece entrare, vincemmo quella partita 1 a 0 con un mio goal da fuori area, ricordo ancora la gioia di mio padre nell'esultate dopo il mio goal.
Una partita che vorrebbe dimenticare?
Nessuna partita in particolare
Un suo pregio?
Un mio pregio? Essere troppo buono in campo e non anche con chi non lo merita.
Un suo difetto?
Un mio difetto invece, è il fatto di essere molto diffidente e chiudo subito qualsiasi tipo di rapporto se c'è qualcosa che non va senza tornare indietro.
Ha qualche rimpianto? Del tipo: “Potevo fare di più durante quell’anno calcistico” oppure: “Se avessi dato retta al mio procuratore di andare in quella squadra e non in un’altra”
Ho tanti rimpianti, forse troppi. Ho sprecato delle buonissime occasioni non facendo il mio dovere e pensando ad altro, mi facevo trasportare da chi non aveva niente da perdere e infatti ci ho perso io. Non ho mai avuto procuratori, mi sono sempre gestito da solo.
Come descriverebbe se stesso nei riguardi di una persona che non conosce nulla di lei?
Diffidente infatti come ho detto prima è un mio difetto
La famiglia che cosa rappresenta per lei?
La famiglia è tutto, sono le persone di cui non si dovrebbe mai fare a meno e che ti dovrebbero dare supporto in tutto. anche se io dopo la morte di mio padre io mi sono allontanato e isolato perché ormai quella sensazione di tranquillità che dovrebbe darti una famiglia non esisteva più.
Che valore dà all’amicizia e all’amore?
Hanno un grande valore. L'amore e l'amicizia sono cose importanti per ognuno di noi. Anche se personalmente ho pochi amici e tanti conoscenti. Sono stato fortunato in amore, ho una ragazza che mi appoggia in tutte le scelte che faccio e mi fa ragionare se magari sto sbagliando qualcosa, non mi impedisce nulla ed è la cosa alla quale mi sono “aggrappato” più di tutti in momenti bui della mia vita, non finirò mai di ringraziarla io cerco di essere ogni giorno migliore per me, ma soprattutto per lei.
Alcuni giocatori campani mi hanno detto che quando si sono trasferiti al nord hanno notato una certa diffidenza, all’inizio è stata dura per inserirsi in quella squadra. Anche a lei è successo, oppure invece si è sentito subito a suo agio?
Si, il nord è molto diverso dal sud a partire dallo stile di vita e anche dall'aria che si respira. All'inizio è stata dura prendere i ritmi di quel modo di vivere che è completamente diverso da quella che facevo qui a Napoli, qui è caotico lì molto più tranquilla. Calcisticamente mi sono sentito subito a mio agio, ho trovato una squadra e delle brave persone.
Vorrei precisare che c’erano altri 3 napoletani che mi sono stati d’aiuto.
Un sogno nel cassetto?
ll mio sogno è di trovare presto un buon lavoro che mi permetta di giocare anche a calcio in modo da non lasciare la mia più grande passione, e comunque prendermi cura di una mia futura famiglia.
Grazie
a cura di Paolo Radi
08 11 2019
(Tutti i diritti riservati)
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