SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
GIOVANNI
CONDOMITI
Giovanni, Gianni, Condomiti, calabrese è un giocatore di calcio e questa è la sua storia.
Muove i primi passi a 7 anni della scuola calcio Aurora Cittanova, per poi essere comprato dalla Reggina (serie A), dopo 3 anni è all’ Empoli (serie A), dopo un anno al Spezia (serie B), a 15 anni al Rosarno Calcio (serie D ), a 16 anni esordisce in serie D con la maglia dell’Interpiana con la quale gioca due anni e colleziona 34 presenze e 3 goal; lo stesso anno viene convocato in nazionale italiana e rappresentativa di serie D. Viene acquistato l’anno dopo dall’Hintereggio in serie C, poi l’anno successivo va a giocare nella Gioiese (serie D) con la maglia viola: 60 presenze in due annate. L’anno dopo milita alla Reggina (serie D/C), l’anno seguente è al Roccella (serie D), poi l’amore della città Cittanova, decide di scendere di categoria, per la precisione in eccellenza, e con la maglia giallorossa del Cittanova, la squadra riesce per la prima volta della storia a salire in serie D.
Ricopre il ruolo da capitano anche l’anno dopo in serie D conquistando 30 presenze e 3 goal, l’anno successivo milita al Locri Calcio, 25 presenze in serie D, l’anno seguente 2019/2020 si divide in serie D tra Castrovillari e Palmese; dopo lo stop causato dal Covid nel 2020 ritorna al Cittanova dove rimane per 5 anni consecutivi fino alla stagione scorsa 2024/2025; nella stagione attuale sposa la causa Soriano Calcio in eccellenza.
In totale nella carriera quasi 300 presenze e potrebbe festeggiare le 300 quest’anno con la maglia del Soriano. Negli ultimi 10 anni di serie D girone I risulta essere tra i primi 10 calciatori che hanno fatto più presenze."
La prima domanda che le voglio fare è la seguente come sta andando la sua avventura calcistica nel Soriano calcio?
La stagione non è iniziata nei migliori dei modi, sono arrivato al Soriano cercando di portare un contributo importante, però siamo adesso a 4 punti in classifica non rispecchia il valore che abbiamo noi, però mi auguro di poter uscire da questa situazione per ottenere risultati importanti.
Come mai ha sposato la causa del Soriano Calcio e come si trova in questo club?
Ho sposato il Soriano perché si è parlato un gran bene, negli ultimi anni ha fatto dei bei campionati in eccellenza, in Calabria società come il Soriano non ne abbiamo tante.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
Da sempre, ho imparato a camminare con il pallone, è una passione che ho, appunto, da una vita, altrimenti non si arriva a fare determinati sacrifici se non si ha la giusta, passione. Per me poi il calcio è diventato un lavoro sin da quando ho 16 anni, percepisco uno stipendio, ribadisco, il gioco del pallone ti deve piacere tanto, perché alle prime difficoltà avrei mollato come tanti hanno fatto.
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
In famiglia mia madre era più per lo studio, mio padre invece riteneva che il calcio fosse più importante. Alla fine il calcio è diventato il mio lavoro, però ho accontentato anche mia madre, infatti mi sono laureato in Scienze Motorie, ma i sacrifici per raggiugere questo traguardo sono stati tanti, in conclusione ho reso felici i miei genitori.
Da giovanissimo lei ha militato in diversi club lontani da dove lei vive, non le mancavano la famiglia e gli amici; in che modo ha superato quei momenti, se li ha avuti di solitudine?
Sicuramente non è stato facile, visto che bisognava fare dei sacrifici importanti, anche perché noi al Sud siamo molto legati alla famiglia, agli amici, alle abitudini, ad un certo punto non avevo più voglia di stare al nord e quando sono sceso avevo perso gli stimoli per giocare a calcio, vorrei precisare che avevi mio fratello e mia sorella più piccoli e di conseguenza sentivo l’esigenza di stare con loro. Però è anche vero che per fare questo sport devi essere sereno, quindi decisi di tornare a casa.
Il rammarico c’è, è ovvio, il nord offre molte opportunità perché ci sono diverse squadre professioniste ogni 50 km.
Lei è stato in diversi club, ha raggiunto risultati importanti, com’è riuscito ad arrivare a determinati obiettivi?
Sì, sono stato in diversi club e raggiungi determinati obiettivi quando hai la voglia di migliorarti, curi ogni aspetto del tuo essere un calciatore, e poi deve avere la disciplina, essa batte il talento sempre, quando i miei amici il sabato uscivano o andavano in vacanza, io a luglio ero già in ritiro, non ho mai vissuto un’estate come la dovrebbe vivere un giovane, tutte queste rinunce mi hanno portato a far sì che raggiungessi risultati importanti.
Che cosa pensa di fare quando raggiungerà il traguardo delle 300 presenze?
Mi auguro presto, non farò nulla di trascendentale, però sono contento, a 31 anni è un traguardo importante, non è che si raggiunga questo obiettivo tutti i giorni, mi auguro che sino a che avrò quel fuoco dentro possa fare più presenze possibili.
Lei per diversi anni ha militato nel Cittanova, che cos’ha questo club di particolare che appunto ha fatto in modo che lei ci rimanesse per tanto tempo?
Diciamo che Cittanova è casa mia, e di conseguenza avevo un sogno riportare la squadra in Serie D, visto che non c’era mai riuscita nella storia, e non è stato facile “combattere” contro delle società blasonate, come il Catania, Bari, Messina, è stato un motivo d’orgoglio visto che queste squadre avevano giocato in Serie D, ho fatto il capitano è stato veramente molto bello, in conclusione è stata una bella soddisfazione portare la squadra oltre i confini regionali, poi gli stimoli sono diversi e c’è la necessità di cambiare. Però mai dire mai, forse potrei ritornare.
Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?
Nel calcio, le discussioni ci possono stare, però sempre con rispetto e l’educazione perché è giusto che si rispettino le scelte degli altri, quand’ero più giovane ho avuto qualche battibecco, però succede, ovviamente gli aspetti personali e umani vanno oltre. Ci tengo a dire che grosse discussioni con gli allenatori non le ho mai avute, se dovessi fare un bilancio per il 95% i rapporti sono stati sempre positivi.
Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?
Nel gruppo cerco sempre di capire un po’ tutti i miei compagni, devi conoscere le loro esigenze, non è facile, loro devono comprendere la mia volontà, ma non a parole, ma con i gesti, far vedere che mi alleno seriamente, comportandomi da professionista e spero che guardandomi mi possano seguire in quello che faccio, cerco di essere un esempio, quello che conta è raggiungere il risultato e di conseguenza bisogna avere la stessa visione.
Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)
Bisognerebbe chiederlo agli allenatori, comunque sono un giocatore molto fisico, ma anche veloce perché sono stato abituato a giocare sulla fascia, un altro pregio è che non mollo mai, ci credo sempre sino a che non termine la partita, ho personalità e carattere, in conclusione ho carattere e personalità, altri possono essere più forti però se non hai personalità certi obiettivi non li raggiungi.
Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora?
Ti posso dire che a 13 e 14 non è facile stare lontano da casa, forse dovevo tenere “più duro”, essere più determinato, in certi ambienti, se fossi rimasto, sarei cresciuto tantissimo, e avrei avuto la possibilità di calcare campi più importanti; però con il senno di poi è tutto più facile. Nonostante ciò ho fatto delle scelte valide, una scelta è stata quella di aver scelto di diventare calciatore per lavoro, poi mi sono divertito, ho conosciuto tante persone, con alcune siamo diventati amici, allo stesso tempo sono stato sereno perché sono stato vicino alla mia famiglia, come sai noi calabresi siamo molto attaccati alla nostra famiglia, per me viene prima la famiglia in quanto sono molto legato, non rimpiango nulla, certamente avrei potuto ottenere altri risultati, quello sì, però alla lunga le scelte che si fanno ragionandosi sopra per me pagano.
Questa domanda la faccio spesso: se lei domani dovesse ricevere una chiamata da un club estero se la sentirebbe di lasciare tutto per partire per questa nuova avventura?
Non so se me la sentirei di partire, anche perché a 31 anni guardi la vita in maniera diversa, hai più la necessità di condurre una vita nella quotidianità di dove vivi. Se parti significherebbe ripartire da zero, “buttarsi” in una nuova situazione, i fattori sono tanti, ma visto che spesso decido al momento potrei accettare questa proposta. Perché no!
Famiglia e amici quanto sono importanti per lei?
Al primo posto viene la famiglia, sapere che essa è al mio fianco è molto importante, mi rende più forte, più sereno, essa è la base essenziale di ogni cosa, ho tanti amici, molti conoscenti, ma amici veri pochi, sono molto selettivo, ribadisco la famiglia è fondamentale, senza di essa non sarei riuscito a realizzare determinati obiettivi.
Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?
Il mio piccolo sogno è quello di vincere ancora sino a quanto dirò basta, è stimolante vincere ancora qualche campionato, qualche coppa, un altro grande sogno è quello di lavorare con società professionistiche come direttore sportivo.
A chi vorrebbe dedicare questa intervista?
Mi sembra ovvio, sempre alla mia famiglia, mi hanno sempre “spallegiato”, mi sono sempre stati vicini quando ho avuto infortuni importanti, e mi hanno sempre aiutato a uscire da alcune situazioni difficili, perciò questa intervista la dedico a loro.
Grazie
03 11 2025
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