Di Paolo Radi
CONVERSANDO CON...
FABIO
TOMMASELLI
Fabio Tommaselli nasce a Benevento nel 1996 e inizia a giocare a calcio si da quando aveva 8 anni. Frequenta la scuola di calcio Giorgio Ferrini di Benevento, poi viene ingaggiato dal Benevento Calcio, l’ultimo anno in prima squadra in serie C. Successivamente viene ingaggiato al Fondi a 19 anni, dove con 37 presenza vince la Coppa Italia e Play Off, continua per altri due anni in serie C, durante l’estate la società del Fondi calcio fallisce e così si ritrova senza ingaggio.
Altre squadre dove ha militato Lecco, (società Olginatese), Spoleto, Fondi e ora gioca nel Pomezia Calcio 1957
Il campionato di serie A, di B, C e D e così le altre gare di Coppa, è ripartito con gli stadi quasi chiusi (una partita ha un sapore diverso rispetto a uno stadio pieno con migliaia di tifosi) che cosa ne pensa? Non sarebbe stato meglio sospenderlo?
Senza ombra di dubbio il pubblico e i tifosi sono la vera essenza del calcio, senza di loro il calcio è molto più triste e ne stiamo avendo la conferma in questo periodo, per quanto riguarda la sospensione credo a che le società spendano enormi capitali per affrontare una stagione, e ancora di più in questa situazione, quindi è giusto provare in tutti modi di continuare e finire la stagione regolarmente.
Purtroppo per le squadre che militano dopo D per arrivare sino all’ultima categoria, dovranno ancora aspettare prima di scendere in campo. Lo trova giusto? Molti giocatori sono delusi e amareggianti e molti di loro non riceveranno alcun stipendio, lei cosa ne pensa a riguardo di questa situazione non facile?
È facile intuire il perché, un ciclo di tamponi spesso due a settimana, rappresenta una spesa troppo importante per la maggior parte delle società dilettantistiche, ma bisogna salvaguardare il calcio minore, senza quello, facciamo l’esempio di un grattacelo che viene abbattuto, cadono facilmente anche i piani più alti.
Sono passati due anni dalla prima intervista e in due anni sono accaduti diversi fatti, comincia dalla sua esperienza al Lecco, come si è trovato?
È stata una stagione anomala per me in quanto cominciata agli inizi di novembre, comunque mi sono trovato benissimo, una società seria e solida come se ne vedono poche, l’ambiente è sereno e tranquillo nonostante le difficoltà trovate sul campo, porterò questa esperienza sempre con me.
Dell’esperienza di Fondi e Spoleto cosa ci potrebbe raccontare?
Per quanto riguarda Fondi sono stati tre anni meravigliosi che mi hanno permesso di scrivere pagine importanti in serie D e di affacciarmi al professionismo per alcuni anni, è un posto in cui sono cresciuto sia come uomo sia come calciatore, una società importante come l’Unicusano che continua a farsi notare in giro per l’Italia.
A Fondi ho toccato il punto più alto della mia carriera disputando i play off per la B, però per alcune situazioni, anche per una mia colpa, non sono andate come mi aspettavo, ma la città di Fondi resterà sempre nel mio cuore, e chissà un giorno... gli amori fanno dei giri immensi e ritornano! Per quanto riguarda l’esperienza dello scorso anno a Spoleto posso solo dirvi di aver trovato un gruppo straordinario fatto prima di uomini e poi di calciatori, una squadra affamata che senza lo stop per il Covid avrebbe potuto tranquillamente vincere quel campionato, questo è l’unico rammarico, ma sono contento di aver trovato dei veri amici più che compagni di squadra a Spoleto.
Adesso lei milita nel Pomezia Calcio 1957 (Lazio) immagino che il campionato sia fermo, lei in questo momento vive a Pomezia o a Benevento?
Il campionato è fermo, io mi sto allenando per conto mio per farmi trovare pronto appena si ricomincerà.
Il tuo goal più bello in questi due anni?
Per importanza, a prescindere da un bel colpo di testa in aria, il gol contro la diretta concorrente per la promozione dello scorso anno. Sono riuscito a sbloccare il risultato con uno stacco in aria su calcio d’angolo dopo pochi minuti “la strada per la vittoria era tutta in discesa, purtroppo poi finì con una sconfitta, che poi con lo stop per Covid ci è costata il campionato
Fino ad ora che cosa le ha dato il calcio e che cosa le sta togliendo, oppure le ha tolto?
l calcio mi ha dato e mi dà tutto, a partire da quello che metto a tavola ogni giorno, fino alle immense emozioni che regala questo sport, senza di esso mi sentirei perso e inutile.
Se dovesse descrivere se stesso con poche parole, che cosa direbbe a chi non la conosce?
Una persona semplice, seria e con la cultura del lavoro che crede in quello che fa, credo che sia estremamente importante per un atleta avere la serietà nel lavoro quotidiano, solo attraverso la costanza si possono raggiungere risultati impensabili.
La morte di Diego Armando Maradona tiene banco su tutti i media da almeno 6 giorni, molti hanno giudicato il suo privato, che cosa ne pensa di coloro che hanno criticato la sua vita di eccessi, senza menzionare il suo genio calcistico?
Credo che bisogni ricordare Maradona per le emozioni che ha regalato a quelle generazioni che le hanno poi tramandate a quelle future rendendo Maradona eterno. È stato un grande calciatore, probabilmente il più grande di tutti, ed è stato soprattutto il simbolo della vittoria dei più deboli contro i più forti, quello che faceva nella vita privata non dovrebbero essere fatti nostri, bisogna solo ringraziare Dio per aver donando al calcio una leggenda come lui.
Che cosa si aspetta dal futuro?
Credo nelle favole, cercherò con tutto me stesso di tornare dove ho dimostrato di poterci stare, quindi lavorerò sodo per tornare presto tra i professionisti e questa volta per restarci.
Grazie
a cura di Paolo Radi
03 12 2020
(Tutti i diritti riservati)
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