di PAOLO RADI
CONVERSANDO CON...
ALESSANDRO
DELFI
Alessandro Delfi è un giocatore che abita a Palestrina, (Roma) ha 34 anni, è sposato con due bambini e così ci si presenta:
Sono Alessandro Delfi, un ragazzo di Palestrina una cittadina in provincia di Roma, ho 34 anni, sono un ragazzo molto difficile, ma che sta pian piano trovando la sua dimensione. Un passato difficile alle spalle, mille difficoltà e un sogno da raggiungere...purtroppo mai avverato.
Amo il calcio sin da bambino, la mia più grande passione, il mio più grande tormento. Il calcio per me significa tanto, la mia adolescenza dedicata completamente a questo stupendo sport, ragazzo ribelle di periferia, che non amava studiare, ma inseguire il suo sogno, come tanti ragazzi della mia età. Ad oggi, mi sento in dovere e lo faccio con tutto il cuore, di ringraziare mio Padre Bruno, con il quale ho condiviso tutti i miei momenti calcistici, dai primi calci ad oggi ancora. Con lui ricordo con immenso affetto tutti i nostri viaggi in macchina le chiacchieratele risate i malumori...tutto.
Mi portava dappertutto, sempre con la speranza un giorno di ripagare tutti i suoi sacrifici, purtroppo non ce l'ho fatta.
Con lui insieme dai primi gol ai giovanissimi regionali del Real Tuscolano, passando dalla rappresentativa di Roma, Savio dove vincemmo il campionato regionale e purtroppo uscimmo immeritatamente a Nola, semifinale scudetto per aver perso 1 a 0 contro una delle squadre all'ora più forte, la Damiano Promotion. Ricordi indelebili nella mente. Continuava il mio sogno all'Atletico 2000 dei grandi signori del calcio, c’era "IL PRINCIPE" Giuseppe Giannini ex capitano dell a.s. Roma, c’era "IL BOMBER" Roberto Pruzzo, c'era il grandissimo "DODO" Odoacre Chierico, di tanto in tanto venivano Cervone, Desideri, Di Mauro, tutti grandi mostri del calcio vero, quello con la C maiuscola. Io ero un giovane ragazzo esile, timido ma dalle grandi prospettive, veloce, rapido ma tutto sinistro...il destro non c'era verso.
Andammo avanti allenamento dopo allenamento, tanti miglioramenti, tanti provini, piccola parentesi anche nella bellissima Genova, che ancora adesso porto nel cuore, con la Sampdoria, bei ricordi...fino all'estate 2003 quando approdai a Frosinone. La prima esperienza da quasi professionista, un momento della mia vita importante, trasferte importanti, allora c'era il Napoli, Melfi, Fidelis Andria, c'era il Taranto, Sora, Benevento, e tante altre big e ci difendemmo abbastanza bene se non erro arrivammo quarti, bel campionato. Li iniziò la prima vera esperienza, parlo proprio di esperienza di campo...primi allenamenti con la prima squadra, all'epoca in C1 allenata da mister Giorgini...Grandi nomi, grandi uomini prima che calciatori. Con me nella Berretti nazionale militavano giovani che ora giocano in B, presenze in A e cosi via.
Dopo Frosinone ebbi una breve esperienza in D con l'Albalonga, poche presenze, il fattore età contò molto, così a dicembre decisi di tornare a Frosinone, lì era rimasto il mio cuore…mi ripresi a breve dai malumori che avevo avuto dopo la brutta esperienza in D e ricominciai a giocare, ad imparare...tornarono gli allenamenti in C con mister Pagliari prima e Arrigoni poi, Maestri, esperienza breva ma intensa...
Arrivarono le prime chiamate di D, Eccellenze, ma purtroppo da lì in poi inizio un calvario che ahimè tutt'ora mi crea problematiche fisiche, ernie del disco. Ritrovai dopo svariati anni la passione per questo gioco che era diventato a tratti un incubo.
Valanghe di gol divisi in categorie minori, ma la voglia e la passione erano le stesse di quel ragazzo che ci credeva, che ci sperava.
Mio padre mi ha sempre sostenuto. Voleva che non smettessi, lui sapeva bene che per me il calcio è vita, e quindi mi spingeva a non mollare, anche se le categorie non erano più entusiasmanti...non mollare Ale non mollare, divertiti. QUESTO È ED ERA PER LUI. "ALESSA ‘DIVERTITI"
Ora sono grato per quello che il calcio, nel mio piccolo mi ha dato, Il GOL per me è aria che mi permette tutt'ora di stare bene, veramente. UNA SENSAZIONE CHE NON CAMBIEREI X NULLA AL MONDO. OSSIGENO. Ora gioco per una squadra di prima categoria "ASD DINAMO LABICO"
Ringrazio il mister, una grande persona prima che grande mister, il sig. Augusto Lulli, dopo tanti anni ho avuto il piacere di lavorare e crescere ancora insieme a lui. Dopo gli ultimi 2 o 3 anni in completa discesa, il mister mi sta dando nuove motivazioni e stimoli per fare bene e spero di ripagarlo in campo con i gol.
Come prima domanda le voglio fare questa, il mondo dello sport è stato stravolto, come ogni settore della vita, secondo lei, tutto tornerà come prima, oppure anche il calcio subirà dei cambiamenti?
No, non credo che il calcio subirà dei cambiamenti, anzi sono molto fiducioso che tutto possa tornare come prima, per il calcio e per lo sport in generale.
Il campionato di serie A, di B, C e D e così le altre gare di Coppa, è ripartito con gli stadi quasi chiusi (una partita ha un sapore diverso rispetto a uno stadio pieno con migliaia di tifosi) che cosa ne pensa?
La sicurezza e la salute indubbiamente sono di primaria importanza attualmente, normale che le partite di qualsiasi serie, senza tifosi hanno un sapore diverso, ma come detto prima, confido nel fatto che tutto torni alla normalità e che i tifosi tornino a dare il giusto supporto alla propria squadra.
Purtroppo per le squadre che militano dalla serie D, sino all’ultima categoria, queste dovranno ancora aspettare prima di scendere in campo. Lo trova giusto? Molti giocatori delle categorie inferiori sono delusi e amareggianti e molti di loro non riceveranno alcun stipendio, lei cosa ne pensa a riguardo di questa situazione non facile?
Non trovo che sia un ragionamento corretto, se tali restrizioni nascono per una questione di sicurezza, credo debbano essere applicate indipendentemente dalla serie di appartenenza: o tutti o nessuno!
Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più legato?
Senza dubbio il Frosinone, anche perché ho il cuore mezzo ciociaro
Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse?
Il tennis, mi piace ammirare i grandissimi Federer e Nadal.
Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? Lei da che cosa era attratto?
Spero sempre che chi provi a diventare calciatore lo faccia per la mia stessa ragione, "la passione di giocare a Calcio", questo mi attraeva e mi attrae tutt'ora e cioè: il mettersi in gioco, fare parte di un gruppo, di essere gruppo, la sfida personale, la competizione in campo, lottare al fine di raggiungere l'obiettivo, la gioia dopo la vittoria e la rabbia dopo la sconfitta, tutto ciò che ho elencato che alimenta la voglia di migliorare e fare ancora di più nella partita successiva. Ad oggi credo che la maggior parte dei giovani lo fanno sia per la fama sia soldi, vedo ragazzini di 13-14 anni seguiti da procuratori, lo trovo assurdo.
Lei gioca nel ruolo di?
Attaccante.
Si ricorda il suo goal più bello?
Qualche anno fa, cross dalla destra, arrivavo in corsa dalla sinistra, al volo, un missile finito sotto l'incrocio. Per i 10 minuti successivi al gol mi sentivo onnipotente .
Alla fine di una partita, ripensa ai suoi errori, se ci sono stati, oppure gira pagina e si prepara alla prossima?
Sono molto autocritico, ma non mi fossilizzo, sono abbastanza maturo, ora, da incassare il colpo e di raddrizzare il tiro la volta dopo, qualora riconoscessi degli errori.
Che cosa le ha dato il calcio e che cosa le ha tolto?
Dato molto, ma soprattutto imparato tanto, anche a livello personale. tolto nulla, quando una cosa la fai per passione non toglie nulla, il calcio è il valore aggiunto alla mia vita.
Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio (calcisticamente parlando)?
Il mio più grande difetto è la testardaggine nelle scelte delle giocate, il mio pregio è attaccare la profondità.
Un giocatore che lei ammira tantissimo?
Attualmente credo sia Lukaku, per strapotere fisico è un mix di potenza e fisicità impressionante, ha un senso del gol eccezionale. E’ un attaccante completo secondo me. A livello storico sono per Ronaldo il fenomeno. Nessuno come lui.
Se potesse scegliere con quale club internazionale le piacerebbe giocare?
Senza dubbio. Real Madrid.
Lei all’inizio ci ha raccontato qualcosa sulla sua vita, vorrei fare questa domanda, perché era un ragazzo difficile?
Sono un ragazzo testardo, ribelle a tratti impulsivo (troppo). La vita a volte mi ha messo di fronte a situazioni in cui ho dovuto fare i conti proprio con me stesso. E non è stato facile.
Tra l’altro lei ha avuto molte difficoltà, se ce le vuole raccontare, i lettori sarebbero contenti.
Raccontare alcune cose per me non è semplice, colgo questa occasione, come già detto nella presentazione, per ringraziare mio padre in modo particolare, ma tutta la mia famiglia, che nonostante tutte le difficoltà oggettive, mi ha sempre dato la possibilità di inseguire il mio sogno. Ed ora mi rendo conto che i sacrifici sono stati tanti.
Lei è un uomo spostato ha un lavoro, due splendidi bambini, non si sente un uomo arrivato, o per dirla in un altro modo: felice?
Felice molto, ma "felice" non è sinonimo di "uomo arrivato", forse accadrà un giorno, ma non oggi.
Da quello che lei ci ha illustrato lei voleva arrivare in alto, e questo lo posso capire, ma una in vetta sarebbe stato contento, per farla breve: avrebbe trovato la sua dimensione?
Sarei stato in grado di rispondere se alla vetta ci fossi arrivato, ma probabilmente sì, avrei trovato la mia dimensione.
Ultima domanda: un sogno per il futuro?
Essere da esempio per i miei figli e poterli aiutare ad inseguire i loro sogni come la mia famiglia ha fatto con me.
Ringrazio lei per l'opportunità che mi ha dato di raccontare qualcosa sulla mia vita e ringrazio tutte le persone che in questi anni hanno creduto in me.
Grazie
a cura di Paolo Radi
10 12 2020
(Tutti i diritti riservati)
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