DI PAOLO RADI
CONVERSANDO CON...
PAOLO
FILOSA
Paolo Filosa nato a Mondragone il 2.8.1969 è figlio di papà Giovanni e mamma Nicolina, inizia giovanissimo è alla Sinuessa nel 1981, poi gioca con la Mondragonese tutto il settore giovanile compresa la prima squadra, per passare al Falciano con il compianto presidente Palazzo.
A 27 anni passa al San Castrese dove a metà stagione purtroppo il mister Mimmo Capriello visto che il mister si era ammalato gravemente, la società gli affida il doppio ruolo di allenatore e calciatore, l'anno dopo passa come allenatore al Sacro Cuore di cancello Arnone, e a 29 anni si ritrova perle la prima volta ad essere allenatore degli allievi del Mondragone con il quale vince il campionato.
E da qui che scatta la svolta, infatti viene promosso dirigente sportivo del Psv Mondragone con il quale vince tre campionati consecutivi.
Poi continua sempre come ds al San Pio vincendo ancora un altro campionato.
Successivamente milita nel:
Villa Literno promozione definiti 3 anni straordinari,
Boville Enrica con il quale vince il campionato di eccellenza e viene promosso in D, sempre con il Boville arriva 6° in classifica nel campionato sardo laziale;
San Pio Mondragone la vittoria sfuma in casa perdendo una finale play off, si tratta dell’unico suo grande rammarico sportivo;
l’anno successivo passa alla Virtus Carano vince il campionato di promozione contro Acerrana staccata di 9 punti in classifica;
poi sempre con il Carano arrivava secondo in classifica altra finalissima play off contro il Gladiator;
successivamente è al Vitulazio all’Albanova;
un anno dopo è al Gladiator stavolta serie D come direttore organizzativo, facendo il campionato siciliano- campano di serie D.
Con l’Aversa Normanna cerca di fare un miracolo subentrando a dicembre, la squadra era ultima con soli 6 punti;
a 5 partite dalla fine la squadra era salva. Si dimette poiché non accetta che la società abbia esonerato il suo mister Marasco, in 5 partite non faranno neanche un punto:ne bastavano 2 per la salvezza diretta.
Poi passa alla Sessana del compianto amico Franco Orabona alla quale riorganizza la società, successivamente è al Real Agro Aversa del patron Guglielmo Pellegrino con questa squadra batte ogni record:
più 15 punti sulla seconda (la squadra Maddalonese),
miglior difesa d’Italia, sono sei i gol subiti,
miglior attacco del girone,
infine altro record: 13 vittorie esterne consecutive.
Ora sempre con il Real Agro aversa farà la D.
Inoltre è un ufficiale amministrativo della società di vigilanza Union Security
Attualmente è direttore sportivo del Real Aversa, serie D
Come prima domanda le voglio fare questa, il mondo dello sport è stato stravolto, come ogni settore della vita, secondo lei, tutto tornerà come prima, oppure anche il calcio subirà dei cambiamenti?
Nel calcio può sembrare tutto stravolto perché questa pandemia mondiale ci porta a delle riflessioni serie, io credo che il calcio lo pratica chi ha passione e con la passione il calcio non morirà mai, e mai avrai cambiamenti.
Secondo lei c’erano le condizioni per far ripartire il campionato di serie A?
Assistere a una partita senza pubblico mi sembra molto triste, per lei è così?
Le condizioni di far ripartire il calcio di serie A si sono create ad hoc poiché intorno al sistema calcio professionistico da sempre molti sono interessi e soprattutto molte penalità di contratti stipulati in precedenza, ed è logico ripartire, ma non trovo logico un calcio senza tifosi, spero che quanto prima alcuni settori vengano riaperti.
Che futuro si prospetta per le squadre delle categorie minori?
Il calcio delle categorie minori cioè i dilettanti, che fanno questo sport per diletto hanno un grande vantaggio che è quello di avere un presidente della Lnd Sen. Cosimo Sibilia, il quale si è battuto in prima persona per cautelare le società dilettantistiche. Vedi i tanti bonus che le società usufruiranno, e di questo alcuni, anzi molti presidenti ne hanno preso atto, dimostreranno che il calcio dilettantistico darà atto alle società professionistiche che la passione per il calcio supera gli interessi.
E adesso veniamo alle classiche domande: Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
Bella domanda... ho scoperto che il calcio sarebbe stata la mia più grande passione più o meno 5 anni stavo sempre con i miei nonni materni, loro erano contadini e il nonno Antonio mi portò un giorno un pallone di colore giallo e rosso, iniziai a passare pomeriggi interi con quel pallone, anzi addirittura ci dormivo! Ogni volta che vedevo una sfera per me era tutto.
Poi all’età di 12 anni mi padre Giovanni uomo mite, mi porto alla prima squadra di calcio creatosi nella mia città Mondragone, la squadra, la Sinuessa 81, allenata da Doriano Crocco ex allenatore della SPAL.
L'hanno successivo passai allo Scauri societa satellite della Fiorentina sempre allenata da Mister Crocco, poi quando arrivò presidente Salvatore Conte questi mi portò alla Mondragonese dove iniziai i primi passi con la juniores, nonostante avessi 15 anni ero una dei più piccoli. Restai a Mondragone fino al 18 anni e la buonanima del mister Scungio ex del Cesena mi fece debuttare in D contro il Tivoli Terme, di quel momento ancora oggi riserbo un bellissimo ricordo.
Passai al Bus Falciano di mister Franco Magliulo esperienza bellissima. Poi andai ancora al Psv Mondragone per passare in tante squadre ancora.
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
I miei genitori diciamo che si erano rassegnati, io passavo intere giornate a pensare al calcio, avevo proprio una passione innata ci piangevo quando mi imponevano giustamente di studiare, alla fine decidemmo che c'erano orari per lo studio e orari per io calcio.
Quanto crede che sia importate avere una buona cultura per frequentare il “mondo del calcio”?
Io credo che oltre alla passione devi avere cultura senza cultura non puoi capire gli aggiornamenti perché il calcio si evolve e urgono aggiornamenti delle regole Noif e regole di vita. Senza cultura rimani indietro!
Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi?
Io credo che oggi il calciatore abbia tutto: fama soldi e tante altre cose, basti pensare che se un ragazzino di scuola calcio fa un goal negli allenamenti ed ecco che simula l’ esultanza di Cristiano Ronaldo, già da piccoli si cresce per emulare calciatori, poi sono al centro del gossip e addirittura vengono preferiti ad attori e cantanti per gli spot pubblicitari: oggi la parola calciatore e uguale alla parola business.
Il dirigente sportivo, per chi ne capisce poco di calcio, che mansioni ha?
Il direttore sportivo per molti sarebbe quello che compra i calciatori, invece io ho tutta un’altra teoria: essere direttore sportivo vuol dire essere quella figura che faccia trend union tra squadra e società, il direttore e quella figura che si interfaccia con il mister durante la settimana sulla gestione del gruppo e non sulle scelte che l allenatore dovrà fare, a mio avviso che sono al 26° anno da dirigente e sempre stato così.
Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo?
Il calcio mi sta dando tantissimo poiché mi porta tante conoscenze che a volte, anzi il più delle volte sono preziose anche nel mio campo lavorativo, essendo un dirigente di un importante società di vigilanza privata e avendo a che fare con tanti presidenti proprietari di aziende devo ammettere che mi porta a dei vantaggi anche nel settore del lavoro. A me il calcio ha solo dato e mai tolto nulla.
Nel corso della sua bella carriera lei ha ottenuto e sta ottenendo ottimi risultati, ho visto un articolo dove la chiamavano Re Mida, a che cosa è dovuto il suo successo straordinario?
Nella mia carriera da dirigente posso ammettere con fierezza di aver vinto diversi campionati nelle mie primo tre anni ne vinsi tre consecutivi con il Psv Mondragone, poi uno a Carano in promozione, uno con il Boville Enrica in eccellenza che andò in serie D, uno ancora a Mondragone. E quest’anno con l’Agro Real Aversa ho battuto molti record nazionali. Re mida fu chiamato a Carano dove portai un paesino di 4 mila abitanti nel vertice del calcio regionale fu da quel momento che mi iniziarono a descrivere in tal modo. Però ci tengo a dire che sono una persona umile e se ho vinto e solo grazie a tutte le componenti creatosi e create in quei momenti.
Il suo più grande difetto?
Il mio più grande difetto... che non mi accontento mai, cerco sempre di superare un altro obiettivo appena ne raggiungo uno (inoltre penso che non abbia fatto nulla di particolare. Molti si cullano sugli allori io invece sono il primo a mettermi sempre in discussione.
Il suo più grande pregio?
Il mio pregio è l ‘altruismo sono uno capace di restare senza nulla pur di aiutare chi ha bisogno.
Se dovesse descrivere se stesso con poche parole, che cosa direbbe?
Sono un uomo solitario che vive per i fatti suoi, ma sempre al servizio del prossimo in caso di bisogno.
Quanto è importante la famiglia per lei?
La famiglia per me è tutto ho una grande famiglia: 5 figli e un nipotino. Mia moglie Eleonora poi Nicol, Mesia, Umberto, Francesco, e Gioia, poi c'è mio genero Decoroso e mio nipote Mauro. Queste persone sono il “mio tutto” il mio orgoglio e riferimento.
So che sta prendendo il patentino per salire di grado come dirigente sportivo, è così?
Sì, sto facendo il corso Adise per direttore sportivo di categoria superiore a quella attuale, essere qualificati ti porta ad evolversi anche culturalmente nelle regole federali. È importante essere esperti nelle proprie mansioni.
Che cosa si aspetta dal futuro?
Vorrei solo che il calcio riprendesse senza più fermarsi, per quanto riguarda me personalmente mi piacerebbe che mio figlio Umberto facesse un percorso nella Figc, che diventasse una figura istituzionale.
Come ultima domanda mi permetta di chiederle che cosa sta succedendo a Mondragone, quanto c’è di vero e quanto di falso?
Mondragone, è già la mia Mondragone... vedi io esco la mattina causa lavoro e rientro la sera.
Mondragone è una ridente cittadina del litorale Domizio dove ci sono km di dune naturali e spiagge un mare bellissimo, le terme, la mozzarella di bufala, il vino Falerno e tante altre cose meravigliose.
E successo che si è acceso un piccolissimo focolaio Covid e che la politica nazionale tutta: sia di destra sia di sinistra ci abbia fatto propaganda elettorale sopra.
Creando un allarme mediatico hanno fatto in modo che unici a pagare le spese è stata e sarà l’economia della mia città.
Spero che tutti vengono a Mondragone perché trattasi di una delle più belle città del sud Italia.
Alla fine di questa intervista desidera ringraziare qualcuno?
Posso dire che se ho la possibilità di continuare a fare calcio è solo perché devo ringraziare il presidente della union Security nella figura del presidente dott. Valerio Iovinella che mi ha dato la possibilità di far conicidere entrambe le cose, lo ringrazio pubblicamente avendo io un ruolo dirigenziale nella union Security, diciamo che mi devo ritenere soddisfatto di questa possibilità che mi ha dato il dott. V Iovinella, cercherò di ripagare – questa possibilità- sia nel mio lavoro sia nel calcio.
Grazie
a cura di Paolo Radi
O4 07 2020
(Tutti i diritti riservati)
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