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lunedì 13 luglio 2020

DI PAOLO RADI 









CONVERSANDO CON...
     


     

MASSIMO 
PAPA 







Massimo Papa è nato a Napoli il 2 settembre del 199,4 inizia a giocare all’ età di 5 anni nella Juve Domizia una squadra di Licola.

 Poi ho militato nella juniores Turris per 2 anni, si    trasferisce all’età di 18 anni nel campionato molisano di eccellenza segnando 11 goal. Poi a 19 anni passa nel campionato nell’Itri Calcio (Lazio)   sempre eccellenza: 8 gol.


 A 20 anni abbandona il calcio, gli nasce un   figlio, e di logica conseguenza deve dedicarsi completamente al lavoro.

 Dopo 3 anni ha ripreso a giocare nella squadra del suo paese Castel Volturno in prima categoria vincendo una finale play off di 2° categoria, l’anno successivo vince una finale di Coppa di 1° categoria mettendo a segno in 2 anni 76 gol.

Quest’anno ho giocato a Cellole mettendo a segno 16 gol fino a che non hanno sospeso il campionato. Ora si trova a firmare con l’Aversa (serie D) per l’anno 2020 /21.










Come prima domanda le voglio fare questa, il mondo dello sport è stato stravolto, come ogni settore della vita, secondo lei, tutto tornerà come prima, oppure anche il calcio subirà dei cambiamenti? 

Pian piano stiamo ritornando alla normalità in tutti i settori sia sportivo che lavorativo, il calcio credo non subirà cambiamenti o almeno lo spero, l’unica cosa negativa e stata abbandonare i campionati all’inizio di marzo quando tutti erano concentrati a raggiungere i propri obbiettivi prefissati.










Secondo lei c’erano le condizioni per far ripartire il campionato di serie A? Anche perché le squadre che hanno una rosa limitata non possono competere con altre squadre, visto che si gioca due volte a settimana.

Sì, sono professionisti ed hanno materiale a disposizione per garantire sicurezza ai propri calciatori e staff, chi ha una rosa limitata può avere qualche difficoltà in più, ma allo stesso tempo sono tutti giocatori di serie A, e così qualche giovane può mettersi in mostra più facilmente. 



Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

Sin da piccolo all’età di 5 anni i miei genitori mi hanno iscritto alla scuola calcio, oggi ne ho quasi 26 e sono ancora innamorato di questo sport. 




I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

Si come ti dicevo prima i miei genitori erano felici di farmi praticare questo sport , ma allo stesso tempo bisognava anche studiare. 







Lei abita a Napoli, le occasioni per praticare altri sport non le mancano, possibile che non ci sia stata qualcun’altra attività agonistica che avrebbe potuto suscitare il suo interesse? 

In verità non mi sono mai interessato ad altri sport al di fuori del calcio. 






Lei ha giocato in tantissime squadre, a quale è rimasto più  legato? 

Sicuramente la mia ultima esperienza a Cellole la porterò nel cuore, ho incontrato persone fantastiche dal presidente Freda al direttore Tommasini il mister Diana sino a tutti i miei compagni di squadra, non posso dimenticare il tifo spettacolare che in promozione non sempre è presente.  Militare nel Castel Volturno è stimolante perché giocare nella squadra del proprio paese e sempre un po’... più stuzzicante! 
















A 20 anni le nasce un figlio, e come sappiamo ha dovuto abbandonare questa attività, è diventato papà molto presto, che cosa si prova a diventare genitore così giovani?

Si sono diventato papà a 20 anni, all’ epoca ero under in eccellenza e quindi non riuscivo a portare a casa una gran somma per mantenere avanti la famiglia, quindi decisi di smettere con il calcio per andare a lavorare; fu una decisione sofferta, ma non avevo scelta.





Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

Credo che il calcio sia il gioco più bello che ci sia, non credo sia una questione di soldi, anche  perché in altri sport si guadagnano  comunque cifre importanti.





Lei nel Castel Volturno mette a segno 76 goal in due anni, ma come ha fatto, a cosa è dovuto questo numero così alto?

E lì che ho iniziato di nuovo a giocare dopo la pausa per la nascita di mio figlio, c’ erano degli amici che ringrazio tantissimo, questi mi chiamarono e mi chiesero se volessi tornare a giocare, le condizioni me lo permettevano perché facevano allenamento alle 8 di sera e quindi riuscivo a lavorare per poi andare ad allenarmi; così   accettai. Il segreto di fare 76 gol sta nella voglia di rimettermi in gioco e credo che ci sono riuscito visto che pochi giorni fa ho firmato con l’Aversa in serie D.




Che cosa le stando il calcio e che cosa le sta togliendo?

Come dicevo prima il calcio mi sta dando tante soddisfazioni e n.n. mi sta togliendo niente. 





Il suo più grande difetto?

Credo di non avere difetti... (ride).




Il suo più grande pregio?

Essere sempre a disposizione.







Quanto è importante la famiglia per lei? 

La famiglia per me viene prima di tutto.




In una risposta precedente lei ci ha comunicato che la prossima stagione sarà nell’Aversa in serie D, com’è arrivato in questa nuova società?
Per questa mia nuova avventura devo ringraziare il Direttore Paolo Filosa, che assieme al Presidente Pellegrino mi hanno dato questa possibilità di disputare un campionato importante, appunto la serie D.















Grazie   

a cura di Paolo Radi   





13 07      2020 

(Tutti i diritti riservati)  





















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