A CURA DI PAOLO RADI
UNA CONVERSAZIONE
CON
FRANCESCO
GALEONE
Paolo Francesco Galeone è di Napoli, ed è padre di due bellissimi bambini un di 7 anni che si chiama Francesco Ruesch e un altro di appena 5 mesi che si chiama Cristiano.
E' marito di Maddalena una donna che riesce a stargli accanto in tutto sia nelle decisioni semplici sia in quelle difficili e sono 22 anni che gioca a calcio.
Ho giocato con molte squadre: di seguito l'elenco.
E' cresciuto nelle giovanili del Napoli 88 che allora era una succursale del Napoli del presidente Ferlaino.
Ha esordito in serie D alla età di 17 anni con la maglia della Viribus Unitis (Somma Vesuviana).
È rimasto per 3 anni per poi passare ad Afragola (promozione) per poi ritornare in eccellenza con l’Internapoli, che è una squadra storica napoletana, e ha sede al Vomero, la permanenza è durata 4 anni.
Successivamente inizia a girovagare nel casertano e nell' avellinese tra le quali, Pignataro Maggiore, Vitulazio, Cellole, San Vitaliano, Succivo, Palmese, Saviano e Casalnuovo. Poi ha fatto ritorno a casa nel napoletano con la maglia della Neapolis per ben 6 stagioni, tra cui 5 da Capitano. All’ età di 33 anni decide di rimettersi in gioco confrontandosi con piazze abbastanza calorose tra le quali: Serino, Mugnano del Cardinale, ha poi militato, nell’Angri Calcio, una squadra che ha fatto storia nonostante sia arrivata in una età avanzata.
L’Angri come ci dice lui stesso è “è una piazza che per chi fa calcio deve essere vissuta perché fa del calcio una cosa importantissima e unica, piazza tra l’altra che mi ha visto anche vincitore”
È stata in finale di Coppa Italia competizione abbastanza importante per la categoria Nel calcio, ci dice che “ho incontrato molti amici, il calcio ti dà tutto buono e male che sia, ho legato quasi con tutte le società dove sono stato e ho cercato di lasciare sempre un buon ricordo prima come uomo e poi come calciatore .... e cosa che sto riscontrando ora visto che mi ritrovo sui social tifosi che mi cercano ancora”
Ci racconta di aver imparato tanto negli spogliatoi che ha frequentato ad esempio “il rispetto per chi ha qualche anno in più e per chi ha un passato importante “
Inoltre a ci tiene a precisare che “Ha cercato di fare un bagaglio delle tante cose buone che ha avuto nel corso di questi anni; non so se avessi potuto giocare tra i professionisti, ma è una cosa che avrei voluto, ma non mi è stato possibile per alcune circostanze economiche se così si possono chiamare”.
Suo papà gli è stato sempre vicino ha sempre creduto in lui, anche quando magari il sogno di calciatore vero svaniva. Anzi li è stato ancora più importante perché gli dava la possibilità di allenarmi senza guadagnare abbastanza e lui gli dava ciò che non riuscivo ha comprare. Ora è pronto per i suoi 22 anno nel calcio. Ora ha sposato un nuovo progetto firmando con la Sanseverinese, squadra militante in Promozione, il ritiro inizierà l’8 agosto.
Sono 22 anni che lei gioca, sono tantissimi, il ricordo più bello della sua carriera?
Proprio perché sono 22 gli anni i ricordi sono tantissimi, ma non potrò mai dimenticare l’esordio in serie D: VIRIBUS UNITIS vs OTTAVIANO ed era il lontano 2000.
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E quello più brutto?
Quello che purtroppo ogni giocatore non vorrebbe mai ricordare: un grave infortunio rottura del malleolo caviglia sx, stavo nel più bello della carriera infatti militavo tra le fila del l’Internapoli.
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Se non avesse scelto il calcio, quale altro sport le sarebbe piaciuto praticare?
Cosa difficile perché il calcio è una malattia per me, mi sarebbe piaciuto pallavolo, che è sempre un gioco di squadra.
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I suoi genitori, quando hanno visto il suo interesse per questo sport, le hanno detto, la fatidica frase: “...pensa a studiare!” oppure hanno sostenuto questo forte interesse?
No, guarda, i miei genitori sono stati così importanti che mi hanno lasciato decidere da solo senza mai ostacolare le mie scelte ed è proprio per questo che ho cercato di abbinare le due cose studiando ed allenandomi sin da subito; infatti mi sono diplomato in ragioneria un minimo traguardo negli studi.
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Tutti provano a diventare calciatori, almeno in Italia, lei voleva diventare un grande giocatore, oppure cercava più la fama e la celebrità?
Secondo me le onde viaggiano “appaiate” in Italia se diventi un bravo calciatore sei anche famoso, però sembrerà retorica, ma il calciatore l’avrei fatto a prescindere dal successo.
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Il suo goal più bello se lo ricorda?
Il ruolo che faccio non mi permette di fare tanti goal, essendo un difensore centrale, quindi tra i pochi che ho fatto sono tutti indelebili nella mia mente. Uno resta di più anche nel cuore: quello dedicato a mia madre dopo aver saputo una brutta notizia sul suo stato di salute .... ed era: Carotenuto vs Serino, una partita particolare, visto che l’anno prima giocavo con il Serino.
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Squadra italiana in cui il piacere giocare (uso il presene, perché nella vita tutto è possibile)?
A chi non piacerebbe giocare nella squadra della propria città, cioè il Napoli, ma tornando alla realtà mi piacerebbe di sicuro ritornare all’ Angri, perché mi ha segnato e resterà per sempre nel mio cuore.
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Lei ci ha detto che nello spogliatoio ha imparato il rispetto; oggi i giovani hanno quel rispetto che lei stesso ha dimostrato, oppure non stanno ad ascoltare i consigli degli “anziani”?
Ricordo che quando entrai per la prima volta nello spogliatoio della Viribus, non avevo il coraggio di guardare in faccio i cosiddetti “Senatori, prima era diverso e ne sono fiero ed orgoglioso di aver fatto parte di quel calcio. Ora tutto è cambiato siamo “pieni di Messi e Ronaldo”, inoltre molti giovani sono senza rispetto, ma soprattutto senza umiltà.
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Lei ad un certo punto stava per entrare a far parte di una squadra professionistica, che successe?
Diciamo che l’opportunità di arrivare in una squadra professionistica c’era stata, ma purtroppo all’epoca chi si occupava del mio cartellino mi chiese un responso economico che mio padre non volle dare, e ne sono fiero di tutto ciò. Anche questa cosa mi ha fatto capire quali siano i sani principi: io sono il primo di 5 figli e mio padre già faceva di tutto per non farci mancare nulla, non sarebbe stato giusto dare solo a me per poi far mancare qualcosa agli altri. Se fossero state rose dovevano fiorire, prendiamola con filosofia!
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Un suo pregio e un suo difetto.
Se parliamo calcisticamente questo sta a chi dirlo a chi è competente ed è la stessa cosa per il difetto. Se parliamo del mio carattere in generale ti dico il mio pregio quasi sempre si trasforma in difetto, do il cuore troppo in fretta e molte volte mi ritrovo con cocenti delusioni, proprio da parte di persone che mai avrei pensato si comportassero in modo diverso dal mio.
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Che valore dà per lei alla sua famiglia prima di sposarsi, a quella nuova, e agli amici?
Mio padre per me è un esempio, infatti se a volte mi paragonano a lui, per me è un vanto che mi rallegra il cuore. Mia mamma è stata la mia maggiore confidente. Ti lascio immaginare che rapporto c’è, anche se ora i miei sono separati per me sono stati eccezionali in tutto, mia moglie ora per me è il centro di ogni cosa e riesce a farmi stare bene sia mentalmente che fisicamente, cercando sempre di accontentarmi sia con gli orari che con l’alimentazione: visto lo sport che pratico; e poi ci amiamo nel vero senso della parola. Gli amici per me hanno un ruolo importante .... sono loro che arrivano dove magari non può arrivare un familiare per ovvie ragioni, ma purtroppo non tutti curano l’amicizia nel modo più corretto, ma non fa niente è la vita.
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Lei è amico di tanti giocatori che ho intervistato ultimamente, siccome non farei far torto a nessuno, so che Ciro Quaranta è un suo amico fraterno, e so che è un ottimo giocatore che milita a Malta, che caratteristiche tecniche possiede?
Ciro quaranta non lo scopro io .... è un calciatore che ha potenzialità impressionanti, un mancino che vede la porta in modo facilissimo. E poi è un ragazzo d’oro nonostante la giovane età è riuscito ad emergere in una città che purtroppo ti lascia poco spazio se non hai le spalle forti. Ho un ricordo bellissimo abbiamo condiviso insieme il primo anno ad Angri ed è stato bellissimo poter ammirare le sue doti da vicino. Ora sono sicuro di rivederlo tra i professionisti anche in Italia dopo aver fatto il giro un po’ più in largo... passando per Malta dove tutt’ora milita.
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Come ultima domanda, lei abita al Rione Sanità, cosa rappresenta per lei questo quartiere che ha dato i natali al principe Antonio de Curtis, inoltre è ricco di chiese barocche?
Garda la riposta sta proprio nella domanda, il fatto che io sia proprio del rione sanità mi permette di godermi in tutto questo splendido quartiere, dai vicoli stretti e pieni di vita, alle bellissime strutture che la compongono, e poi credimi è solo un vanto abitare dove è nato il Grande è unico maestro: Antonio de Curtis in arte Totò, il quale ha regalato sorrisi ha tantissime generazioni e non ha ancora finito!
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Grazie
a cura di Paolo Radi
25 07 2019
(Tutti i diritti riservati)
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