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sabato 13 luglio 2019



A CURA DI PAOLO RADI 







UNA CONVERSAZIONE 
     
     
 CON  



FABIO
MARRUCCI



Fabio Marrucci Nato a Empoli il 14/04/1987 è allenatore del Castelfiorentino Calcio Eccellenza Toscana. Per quanto riguarda la carriera da giocatore diciamo che: esordisce in prima squadra nel 2003 a soli 16 anni, proprio a Castelfiorentino, in Eccellenza dove disputa 2 campionati. 

Al termine dei quali sembra cosa fatta il suo passaggio alla Pistoiese ed invece approda a Trento in serie D allenato dal Marco Gaburro, attuale tecnico del Lecco. Disputa un campionato europeo con la nazionale italiana under 18 squadra nella quale giocano con lui Ciccio Caputo attaccante dell'Empoli e Luca Siligardi attualmente a Parma. 

Termina l'attività agonistica a 28 anni dopo campionati di serie D ed Eccellenza in Toscana e fuori regione, inizia nonostante allenasse già anche gli ultimi anni da giocatore, l’attività di allenatore. 

Consegue il patentino UEFA B e nel campionato 2017/2018 allena gli UNDER 19 Regionali del Castelfiorentino classificati secondi ad un punto dalla corazzata Grosseto Nel campionato 2018/2019 sempre guidando gli UNDER 19 Regionali del Castelfiorentino raggiunge la vittoria del campionato e la promozione nel girone regionale élite. Al termine della stagione la proposta della società Toscana di allenare la Prima Squadra in Eccellenza ed essere in questo campionato l'allenatore più giovane presente nei due gironi toscani.







La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

Fin da piccolissimo è sempre stata la mia grande passione, ho iniziato a giocare a sei anni e non ho più abbandonato questo sport.





I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto: “pensa a studiare che è meglio”?

Mi hanno sempre seguito, anche se non mi hanno mai messo quella pressione che, arrivato a 18 anni a giocare un europeo under 18, dovessi fare il calciatore per forza; anzi, mi hanno tenuto “sott’occhio” perché non tralasciassi lo studio soprattutto quand’ero più giovane mentre frequentavo la scuola. 







Lei ha giocato in tantissime squadre, a quale è rimasto più   legato? 

Diciamo affettivamente senza dubbio il Castelfiorentino, ci sono cresciuto mi hanno dato da giovanissimo l’opportunità di giocare un campionato di eccellenza ed oggi dopo due anni sono alla guida della formazione Under 19 Regionale, nonostante sia un allenatore giovane la società mi offre l’opportunità di allenare in una categoria importante come l’Eccellenza. 



In questa foto presentazione di quest'anno calcistico:  Castelfiorentino - Campionato eccellenza.






Si ricorda la sua parata più bella di tutta la sua carriera? 

Diciamo che le parate si ricordano più difficilmente dei gol segnati, ricordo che negli ottavi di finale dell’europeo contro Malta, io che non sono mai stato un “para-rigori” andammo ai penalty e ne parai tre consecutivi... andammo incredibilmente fuori lo stesso, ma ricordo questo simpatico particolare.







Una domanda che mi interessa, forse è perché conosco bene la città, come si è trovato a Trento?

Mi sono trovato benissimo a Trento, a fine anno cambiò la proprietà e quindi non avemmo la possibilità di proseguire, ma la città oltre ad essere bellissima è molto accogliente ci sono stato davvero bene. 







lei termina la sua attività agonistica a soli 28 anni. qualche rimpianto, non so, avrebbe potuto fare di più, le è mancato un incontro particolare, oppure è soddisfatto pienamente della sua carriera? 

Rimpianti non ne ho, anche se sicuramente viste le premesse forse avrei potuto fare qualcosa in più, ma credo che ognuno abbia quel che si merita, quindi evidentemente va bene così.


In questa foto premiazione miglior allenatore 2018/2019 riconoscimento dell’associazione Neri Ferramosca.






Ad un certo punto lei decide di diventare allenatore, perché questa scelta? 

Ho sempre seguito con fascino i miei allenatori, da calciatore non avevo questa dedizione e forse è anche normale. Adesso che lo sono ci metto tanta passione e dedico diverse ore allo studio, perché credo che non si possa allenare ricordandoci di quello che si faceva da calciatori; ma ci si debba sempre aggiornare e studiare, il calcio cambia e molto velocemente:  dobbiamo essere pronti!




Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? lei come riesce a stimolare i ragazzi affinché diano il loro meglio sul campo? 

Io credo che l’allenatore a cui si dà del “voi” sia ormai tramontato, la qualità principale è quella di creare con i calciatori un rapporto trasparente che infonda loro fiducia e serenità, devono percepire che tu credi veramente in loro, ed un calciatore questo lo percepisce molto chiaramente soprattutto i più esperti, solo così saranno veramente con te e daranno più di quello che immagini. 









Lei ha il patentino UEFA B, ha intenzione di prendere anche il patentino per allenare in serie a, b e c?

Senza dubbio, come ho sopra esposto, ritengo che la formazione e lo studio siano fondamentali per un allenatore, questo non solo nei corsi ufficiali ma anche quotidianamente, c’è da imparare e prendere spunti da tutti.





Alcuni allenatori ottengono brillanti risultati in una squadra, poi passano ad un’altra e non riescono a raggiungere nessun obiettivo? quali possono essere i motivi?

Beh un motivo senz’altro è quello di cui parlavo prima, non è sempre facilissimo creare quell’empatia con i calciatori soprattutto a livelli alti, ma in una stagione ci sono molteplici fattori apparentemente banali che però incidono sul raggiungimento o meno degli obiettivi. 




Le ultime stagioni sono andate molto bene, ha ottenuto splendidi risultati, che cosa si prova dentro di sè quando si ottengono successi del genere? 

Tanta felicità e soddisfazione, in primis per la società che ha creduto in te, e poi per i ragazzi perché quando vinci un campionato a qualsiasi livello non basta avere dei buoni giocatori, ci vogliono uomini disposti a sacrificarsi e lottare per lo stesso obiettivo 




     



Il   Il suo più grande pregio?

Non saprei, credo (e spero) di essere bravo a creare un lavoro di squadra dove ci si senta tutti importanti per centrare gli obiettivi prefissati. 




     Il suo più grande difetto?

Sono abbastanza (molto) permaloso!! 









 Lei è diventato papà da poco, cosa rappresenta per lei la   famiglia? 

Ovviamente non è minimamente paragonabile a niente al mondo, è una gioia indescrivibile, l’arrivo di una bimba rafforza ancora di più i legami familiari.



Un’ultima domanda, il pubblico italiano ha seguito con molto interesse il calcio femminile, non è che per caso in futuro il pubblico deciderà di seguire maggiormente le ragazze? 

ll calcio femminile sta, meritatamente, prendendo un po’ più spazio ed un po’ di visibilità, anche se ritengo che difficilmente il pubblico seguirà maggiormente il calcio femminile, mi sembra giusto che gli venga data la giusta importanza.









Grazie   

 a cura di Paolo Radi   





 13    07    2019 

(Tutti i diritti riservati)  





















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