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lunedì 15 aprile 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

  

 

GIANLUCA

MOSCARIELLO




 


 

Gianluca Moscariello, di Pagani, ha 27 anni ed è docente Scienze Motorie Sportive Da anni lavora nel mondo del calcio e così ci si presenta.

 

“Ho iniziato 9 anni fa allenando i piccoli amici e man mano ho scalato tutte le categorie del settore giovanile fino alla Juniores Élite.

 

Da quest’anno sono passato alle prime squadre allenando il Sant’Egidio Calcio militante nel campionato di Promozione Campania girone D.

 

Il settore giovanile è stato un lungo percorso di 8 anni, ho lavorato in delle belle società come il Tiki Taka Torino Academy, il San Marzano Calcio, l’Inter Club Parma etc”.

 

 

 


 



La prima domanda che le voglio fare è la seguente: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Dopo i mondiali del 2006, avevo 9 anni ed era la prima volta che mi avvicinavo fortemente al calcio, quella vittoria mi ha legato intensamente a questo sport.

 

I suoi genitori erano d’accordo su questa sua passione oppure le hanno detto la solita frase che si dice spesso: “Non è meglio pensare agli studi?”

 

Sì, infatti ho sempre pensato ad entrambi, sia al calcio che agli studi. Negli anni in cui ero giocatore e studente scolastico le vicende sia sotto l’aspetto dello studio sia sotto l’aspetto calcistico non andavano alla grande, poi successivamente da studente universitario e da istruttore di calcio tutto è migliorato. 



 




Prima di intraprendere la carriera di allenatore, ha frequentato qualche scuola calcio, ha giocato in qualche club, oppure ha iniziato subito questo mestiere?

 

No, fino a 18 anni ho giocato in varie scuole calcio, poi sono arrivato nel settore giovanile della Paganese (squadra del mio paese) e infine due anni in Promozione.

 

 

Perché ha fatto questa scelta, cioè che cosa l’ha spinta a prendere questa decisione così importante?

 

Perché a un certo punto ho capito che mi piaceva di più allenare che giocare, e ho trovato riscontro allenando i bambini dove mi sentivo realizzato, anche se mi piaceva anche giocare, tutt’ora gioco con gli amici, ma allenare mi ha fatto sempre sentire diversamente.

 

Lei ha allenato diverse categorie, quale ricorda con maggior piacere?

 

Tutte, nessuna in particolare, come dicevo prima mi piace allenare, quindi la categoria diventa relativa.

 

 

Tra allenare dei giovanissimi calciatori e allenare gli adulti qual è la differenza principale?

 

Gli adulti non hanno la stessa ambizione che hanno i giovani, i ragazzi sognano di arrivare e lavorano per arrivare, diventa quindi un processo diverso rispetto a  quello degli adulti, questi  vivono il calcio diversamente e con altre esigenze.

 

Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 

 

L’empatia, se non riesci a metterti nei panni del giocatore e vivere le sue emozioni diventa molto difficile allenare bene.

 

Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

Mi dà delle emozioni, che sono il motore della vita, e devo ammettere che mi toglie serenità, perché sto sempre a pensare e a stressarmi continuamente, però so anche che stare “senza il pallone” mi toglierebbe lo stesso la serenità,  comunque, è “condanna e cura”, come dice Rose Villain nella canzone “Click boom” in quel di Sanremo.


 




Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà ai giocatori?

 

È uno stato d’animo ansioso, è impossibile non esserlo, ma si tratta di un’ansia positiva, quella che ti fa stare concentrato, non quella che ti allontana dalla realtà e ti fa perdere energie. Ai giocatori ricordo ciò che è stato fatto in settimana, nient’altro.

 

E alla fine di una partita, invece? Ripensa a quello che ha sbagliato a livello tattico, oppure volta pagina? 

 

Dovrei voltare pagina, imparerò, ma per adesso resto ancora molto legato agli errori e studio per cercare di evitarli.

 

Un suo pregio e un suo difetto (sotto l’aspetto calcistico, di essere un allenatore)?

 

Il pregio:  so di essere un innamorato del calcio, e quindi mi reputo un grande lavoratore nel quotidiano; il  difetto: quello di essere sincero.









L’esperienza al San Egidio calcio, se dovesse fare un bilancio che tipo d’esperienza è stata? 

 

Straordinaria, anche se è finita male per me, perché c’è stato l’esonero, ma se si fosse lavorato male non si sarebbe mantenuta una squadra fuori dalla zona retrocessione per 23 giornate su 30 in un girone difficilissimo.

 

Un sogno per il futuro?

 

Diventare un allenatore professionista.

 

 

Grazie 

 

15  04 2024

(Tutti i diritti riservati)

 

 

 

 

sabato 13 aprile 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

PIERGIUSEPPE

CERASO

 

 





 

Piergiuseppe Ceraso, si occupa di calcio da diverso tempo e  così si racconta:

 

Mi sono diplomato presso il Liceo Scientifico Filolao di Crotone poi   sono andato a Parma per studiare Giurisprudenza. 

 

Nel frattempo ho iniziato il corso Arbitri dove ho diretto gare del settore giovanile e categorie dilettanti (seconda, terza categoria e assistente in promozione) per circa 7 anni. 

 

Nel dicembre 2015 mi sono laureato con una tesi in Diritto privato che si è incentrata sullo studio del fenomeno sportivo dilettantistico e sulle sue differenze con il mondo professionistico, nonché sullo studio dell'associazionismo sportivo. 

 

Ho iniziato la pratica forense presso uno studio di Parma.  Nel maggio 2016 sono stato chiamato dal F.C. Crotone per svolgere il ruolo di Responsabile della segreteria sportiva del Settore Giovanile. 

 

Qui ho gestito tutte le categorie del settore giovanile dalla Primavera ai Pulcini, ed anche tutto il settore femminile con la prima squadra in serie in serie C. Mi occupavo di tutto, dai contratti degli allenatori, alle trasferte, alla gestione allenamenti, ai tesseramenti dei calciatori e calciatrici, infine ai contratti economici Ovviamente davo manforte anche alla segreteria di Prima squadra essendo la segreteria della società composta solo da due persone (io e il mio collega Anselmo). 

 

Al F.C. Crotone Ho lavorato per 8 stagioni calcistiche, quindi fino ad ottobre 2023 dove ho lasciato la società per intraprendere un altro percorso.  

 

Infatti oggi ho aperto il mio studio legale, essendo un avvocato abilitato, dove mi occupo di diritto sportivo. Offro consulenza legale a calciatori società sportive e allenatori su qualsiasi problematica che può essere riscontrata nel mondo del calcio (tesseramenti, vertenze economiche, squalifiche).

 

 Seguo come consulente promettenti giovani calciatori in tutta Italia. Sono anche un docente di diritto ed economia a supplenza nelle scuole superiori.

 

 

 

Le faccio i miei complimenti per il suo curriculum, la domanda è d’obbligo come si riesce a diventare quello che lei è diventato?

 

Sicuramente studiando tanto e mettere passione in quello che si fa. I miei piccoli traguardi li ho raggiunti mettendoci impegno, costanza, e soprattutto restando umile ascoltando i consigli di chi ha più esperienza. Studiare è la base. Tutti riescono a parlare di calcio ma pochi hanno le competenze tecniche e giuridiche. Studiare è l'unico modo per emergere!

 

Questa domando la faccio quasi sempre: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Sin da bambino vedevo tantissime partite in Tv. Ero e sono tifosissimo del Parma e della squadra della mia citta ovvero il Crotone. Andavo ogni domenica allo stadio per tifare gli squali con mio papà. 

 

Non ero bravissimo a giocare a calcio, quindi ho cercato di far parte di questo mondo attraverso il corso arbitri. Ho arbitrato tante partite, ma appena laureato in giurisprudenza volevo conoscere di più su ciò che esiste dietro una partita di calcio. Dall'organizzazione ai tesseramenti, ai contratti. Li ho capito che il calcio sarebbe potuto  diventare da un semplice hobby ad un vero e proprio lavoro!




 





I suoi genitori hanno cercato di assecondare questa passione per il calcio oppure le hanno detto la classica frase: “Non sarebbe meglio che pensassi prima allo studio!”?

 

Ho avuto la fortuna di avere dei genitori che mi hanno assecondato in tante scelte. La prima quella di studiare a Parma! Ci sono stati tanti sacrifici per permettermi di studiare in un’ università importante. 

 

Non mi è mai stato detto "pensa prima allo studio" in quanto i due percorsi, calcistico e disciplinare, erano paralleli. Infatti oggi sono un avvocato specializzato in diritto sportivo!

 

Quando ha iniziato il corso per arbitri e perché ha deciso di diventare arbitro (un ruolo non facile direi)?

 

Ho iniziato il corso arbitri il primo anno di Università a Parma, spinto da i miei colleghi universitari che a loro volta erano arbitri. 

 

È stata un’esperienza davvero formativa in quanto mi ha fatto conoscere tante persone, mi ha insegnato a prendere decisioni in un lasso di tempo breve, e ad imporre il mio pensiero con la massima gentilezza a persone che non conoscevo. Certo gli insulti erano all'ordine del giorno, ma fanno parte del gioco. Li accoglievo con simpatia.

 

Quando era arbitro ne ha ricevute tante di critiche, oppure nella misura adeguata?

 

Certo che ne ho ricevute. Ma le critiche servono a crescere in tutti i campi della vita.

 

Nel 2016 lei viene chiamato dal club F.C.Crotone per svolgere il ruolo di Responsabile della segreteria sportiva del Settore Giovanile, com’è riuscito ad ottenere un incarico così importante?

 

Mi sono laureato in giurisprudenza con una tesi sul fenomeno associativo. Mi sono occupato dello studio delle associazioni sportive dilettantistiche. Per questo e anche grazie anche al mio passato da arbitro, chiesi di poter fare un tirocinio formativo presso la Squadra del F.C. Crotone. Mi proposero subito di ricoprire il ruolo rimasto vacante di responsabile della Segretaria sportiva del settore giovanile. Sono rimasto li per 8 stagioni sportive fino ad ottobre del 2023.

 

Da come sappiamo lei aiutava, anche con il suo amico Anselmo, la segreteria di Prima squadra, immagino che lei lavorava 24 ore al giorno, come riusciva a gestire ogni i vari settori delle varie categorie?

 

Come segretario sportivo mi occupavo di tutte le categorie del settore giovanile. Dalla primavera ai Pulcini e di tutto il settore femminile compresa la squadra di serie C, gestivo più di 350 ragazzi e tutti gli allenatori del settore giovanile. Mi occupavo dei contratti con gli allenatori, i tesseramenti dei ragazzi, l'organizzazione delle trasferte (hotel, trasporti..)  e delle partite casalinghe delle squadre, la gestione degli allenamenti, nonché della gestione scolastica dei ragazzi. 

 

In più mi occupavo dando ausilio al mio collega Anselmo, uno dei migliori in Italia nel suo campo, da cui ho imparato tantissimo e lo ringrazio, alla gestione di tanti aspetti contrattuali, sportivi della prima squadra. Si lavorava tutta la settimana per il sabato e la domenica. Ho sacrificato amici, fidanzata e famiglia. Quando gli altri andavano al mare a luglio e ad agosto, io ero in ufficio visto che erano i mesi più importanti per preparare la stagione. 

 

Ma lo si faceva perché si aveva la voglia di arrivare e di imparare e soprattutto si era mossi dalla passione!

 

Il Crotone sino adesso è stato tre volte in serie A, poi in B e adesso è in serie C, secondo lei ritornerà in Serie A?

 

Me lo auguro che possa ritornare. Avere una squadra in serie A è una risorsa per l'intera città. La serie A crea un indotto notevole. È una grandissima vetrina per mostrare le bellezze di un territorio e farlo conoscere al mondo, certo è difficile ma non impossibile!

 

Per lei cosa ha significato lavorare per un club che militava nella massima categoria?

 

Lavorare in un club di serie a con una posizione di rilievo è stata un’esperienza unica! Ho avuto la possibilità di confrontarmi con realtà di grande importanza! ho conosciuto tanti colleghi con cui ancora oggi ci sentiamo assiduamente. È stato per me un grandissimo orgoglio.

 







Oggi lei ha aperto lo studio legale, oltre a occuparsi di diritto sportivo offre consulenza legale a calciatori società sportive e allenatori su qualsiasi problematica che può essere riscontrata nel mondo del calcio, e dunque com’è la sua giornata lavorativa?

 

Da qualche mese ho deciso di intraprendere una nuova strada! Ho aperto il mio studio legale in quanto avvocato abilitato presso il foro di Crotone dove offro consulenza legale a calciatori allenatori e società sportive. È una nuova sfida che ho deciso di affrontare pur essendo navigato in questo mondo. 

 

La problematica principale è sicuramente quella derivante dai tesseramenti e dai contratti, è davvero importate capire ciò che si firma, in quanto potrebbero generarsi problemi di svariata natura.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Oltre al calcio, seguo la Formula 1. Sono tifoso della Ferrari, seguo ogni gran premio. speriamo che quest'anno si riesca a affievolire il dominio Red bull.

 


La nazionale italiana negli ultimi anni non è stata certamente all’altezza rispetto a quando era allenata da A. Sacchi, M. Lippi, tanto per fare qualche nome, come mai?


Secondo me gli insuccessi degli ultimi anni vanno ricercati al fatto che oggi si punta meno sui nostri settori giovanili.  Ci sono tanti ragazzi nei nostri settori giovanili che aspettano un’opportunità. Si punta meno sui ragazzi dei nostri vivai a favore di chi viene da altri contesti e che sono  considerati più pronti. 



Basti pensare alla Champions dove hanno esordito ragazzi di 16 anni in top club. La nazionale riflette il modo in cui noi curiamo i nostri settori giovanili! Anche se negli ultimi anni sto notando una piccola inversione di tendenza. Speriamo bene!


Un giocatore che lei ammira tantissimo e uno che ammira meno? 

 

Non ho un calciatore preferito. sono Cresciuto ammirando la bravura di Cristiano Ronaldo e di Messi.  Se devo esser sincero mi sta davvero simpatico Ibrahimovic un   personaggio che si è costruito da solo, d’altro canto non nutro particolari antipatie per dei calciatori.

 

Le faccio i miei complimenti per questa nuova attività, ultima domanda, un sogno che lei vorrebbe che si realizzasse?

 

Ne ho diversi sogni, magari ne avessi solo uno. Quello che  riguarda la mia attività è che spererei  un giorno di poter far ingaggiare dal Real Madrid un calciatore che seguo. Non mettiamo limiti !

 

 

 

 

Grazie

 

 

 

13  04    2024

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

giovedì 11 aprile 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

  

MATTEO 

SANTI

  

 


 


Matteo Santi è un giocatore di calcio (Pomezia, Roma) e così ci si presenta

 

Ho iniziato a giocare all’età di quattro anni e ho frequentato varie scuole calcio di Roma, ad un certo punto inizio a frequentare il settore giovanile dell’AS Roma, poi sono andato via e ho iniziato a frequentare ad una scuola calcio vicino casa. Successivamente   sono stato acquistato da una società di serie C, chiamata Cavese 1919 a Cava de Tirreni.

 

Ho fatto il mio ultimo anno con i piccoli: allievi nazionali, e l’anno successivo ero subito in prima squadra, ho iniziato così il mio percorso con i grandi dalla serie C che all’epoca era unificata. 

 

L’anno seguente sono stato mandato in prestito in una squadra che militava in serie D, a Roma chiamata: Fidene Calcio, poi mi sono trasferito alla Viterbese sempre in serie D, e poi un ritorno in C2 al Teramo calcio.

 

Nell’anno successivo ho avuto qualche problema a trovare squadra, poi però ho avuto l’opportunità di giocare sempre in serie C alla Lupa Roma!

 

Per varie vicissitudini non ho più fatto il professionista ed ho cominciato a giocare nelle serie dilettantistiche, queste mi danno tante belle soddisfazioni inoltre la loro sede è vicino casa.

 

Ho trascorso i primi tre anni all’Unipomezia dove abbiamo vinto un campionato e due Coppe Italia, i successivi due al Monterotondo Scalo dove abbiamo vinto una Coppa Italia, poi per metà stagione sono stato al Tarquinia Calcio e per metà al Pomezia calcio.

 

L’anno seguente sono andato alla Lupa Frascati dove abbiamo vinto un altro campionato.

 

Negli ultimi due anni purtroppo per varie vicissitudini ci sono stati diversi cambiamenti, quindi l’anno scorso nella prima parte sono stato alla Audace calcio e nella seconda alla Campus Eur dove sono stato benissimo. Quest’anno nella prima parte al Colleferro Calcio e adesso alla Anagni Calcio dove mi trovo veramente bene! Questo è un po’ il mio umile percorso”

 

 

 

La prima domanda che le voglio fare è questa: come sta andando la stagione all’Agnani calcio? Soddisfatto delle sue prestazioni?

 

Sì, se devo dire la verità sì sono molto soddisfatto, da quando sono arrivato abbiamo fatto veramente un una parte di stagione molto importante con grandissimi risultati, purtroppo nel momento più importante abbiamo avuto qualche defezione per qualche infortunio, ma devo dire che comunque tutto sommato la stagione è andata molto bene e adesso la vogliamo chiudere nel migliore dei modi.

 

  Per quanto riguarda le mie prestazioni direi che  sono molto soddisfatto, mi sono ripreso dopo una prima parte di stagione, dopo ho giocato poco, quindi non era facile, ma devo dire che con l’aiuto di tutti sono riuscito a fare veramente una parte di stagione molto importante.

 

La prossima stagione pensa di essere ancora in questo club?

 

Nella prossima stagione penso che ci siano buone probabilità di poter rimanere in questa società  il tutto  è veramente studiato e organizzato molto bene  e con una progettualità importante, su di essa  si può creare una continuità veramente importante.

 

Questa è la domanda che faccio sempre: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Secondo me ho scoperto che il calcio era la mia più grande passione quando ogni giorno in ogni istante da piccolo pensavo sempre e solamente a questo sport. Cioè per ogni cosa che succedeva e per ogni evento tutto riportava a questo sport, e quindi da quel momento in avanti  ho capito che sarebbe diventata  una grandissima passione.



 




I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Ovviamente la prima cosa che dicono i genitori è quella di studiare, ma non posso dire che i miei genitori non mi abbiano assecondato, anzi tutto il contrario, sono sempre stati soprattutto mia madre vicini alle mie decisioni e mi hanno supportato in quello che sarebbe stato il mio percorso.

 

Lei ha una grande esperienza, quali consigli darebbe a un giovane che volesse intraprendere la sua carriera?

 

Oggi se posso dare un consiglio a un ragazzo più giovane di me, come faccio spesso nelle società dove gioco, è di mettere sempre al primo posto la dedizione al lavoro che comporta un grande sacrificio, è alla base di tutto, tutto dunque deve essere abbinato nel modo migliore.

 

Voglio precisare che lo studio è fondamentale, mi rimprovero di non aver ci dedicato molto tempo come invece avrei dovuto fare.

 

Ho avuto modo di intervistare numerosi portieri, come mai ha scelto questo ruolo, mi spiego meglio è stata una casualità oppure era un ruolo che se lo sentiva sin da bambino?

 

Allora il ruolo del portiere è stato un ruolo che ho sentito mio sin da subito, anche se mi piaceva tantissimo giocare anche in attacco, però, nonostante tutto alla fine ritornavo in porta.

 

Ho  scelto questo ruolo perché mi è sempre piaciuto essere un po’ pazzo un po’ folle andare a prendermi tutte le palle difficili, contrasti palle aeree, parare tutto quello che si poteva parare e quindi ho scelto questo ruolo perché è ricco di tutto!



 





Il ruolo del portiere è difficile, molto difficile, se para un rigore tutti la portano in trionfo, ma se sbaglia e la partita non viene vinta, tutte le colpe ricadono di lei, perciò le chiedo: qual è il modo migliore per affrontare quei 90 minuti?

 

Beh,  una bella dose di sana follia ci deve sempre essere in questo ruolo posso dirti che i 90 minuti devono essere affrontati dall’inizio della settimana nel curare ogni minimo dettaglio dal primo giorno di allenamento fino ad arrivare al riscaldamento prepartita, tutto questo può far sì che i 90 minuti possano filare liscii e che il portiere abbia delle garanzie su tutto quello che va a fare durante la gara.

 

Poi ovviamente l’aspetto mentale è tutto, quindi oltre che l’allenamento va curato anche l’aspetto mentale, una vita sana normale senza troppi stravizi ma sempre con quel bel divertimento e sano divertimento che contraddistingue i ragazzi!

 

Lei ha giocato in serie C, come si riesce a raggiungere un simile obiettivo?

 

La  serie C si raggiunge passo dopo passo allenamento dopo allenamento, dopo momenti belli dopo momenti brutti ci sono salite e discese, sempre in tutti gli anni che si gioca, ci sono momenti particolari sia quando le cose vanno bene che quando le cose vanno male, tutto ti dà un insegnamento che poi ti rimanda all’ esperienza e ti porta a raggiungere quell’obiettivo che ti poni  quando inizi a giocare.

 

 Senza un obiettivo non si va da nessuna parte, quindi io mi sento di dire che quando ho iniziato a giocare mi sono dato un obiettivo: quello di voler diventare un calciatore.  Lo sono stato per poco, ma nel mio piccolo posso dire che quell’obiettivo che mi ero prefissato alla fine un pochino l’ho raggiunto.

 

Si senta libero di rispondere, perché ad un certo punto ha deciso di non giocare più nei professionisti?

 

Sarei un falso se ti dicessi che ho deciso di non giocare più nei professionisti, purtroppo per mille fattori e milioni di motivi tante volte le situazioni non vanno come vorresti che vadano! In tanti momenti, soprattutto all’inizio, non sono stato all’altezza perché non avevo una linea guida, non avevo persone fidate che si prendessero cura di me e spesso.

 

Mi sono sentito solo in un mondo che forse era più grande di me, soprattutto perché avevo 19 anni e quindi per non sapevo ben gestire quello che mi veniva proposto. Quindi ti dico che da una parte ovviamente non ho più trovato squadra e quindi ho deciso di fare scelte diverse, dall’altra ti voglio far presente  che nella seconda parte, se nella prima sono stato poco all’altezza, nella seconda mi sono mi sono sicuramente fatto trovare pronto, ma forse era troppo tardi…nonostante ne avessi solo 21 di anni!

 

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Sono sempre stato una persona che ha pensato solo e unicamente al gruppo, al noi! 

 

Mi piace molto sentire le idee e le opinioni dei miei compagni per discuterne insieme e diventare una dimensione unica! Ho sempre voluto questo e lo vorrò sempre, quindi non potrei mai imporre una mia idea una qualsiasi cosa all’interno dello spogliatoio.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Un pregio è che sono sempre pronto ad aiutare qualsiasi mio compagno o qualsiasi persona che fa parte della mia squadra,  un difetto, soprattutto che riguarda il mio passato e che sono stato una persona permalosa!

 

Se ricevesse in questo preciso istante un’offerta da un club estero partirebbe immediatamente oppure ci rifletterebbe?

 

Se ti dovessi rispondere alla prima cosa che mi passa per la testa è che  andrei subito, immediatamente, ma ho una famiglia e quindi prima di prendere qualsiasi decisione se ne parla dentro casa e si affronta il tema insieme per poi prendere una decisione definitiva!

 

Il miglior portiere attualmente in circolazione?

 

Mi piace tantissimo Vicario.



 




Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La famiglia per me è tutto specialmente perché sono cresciuto con genitori separati e il 95% della mia vita l’ho passato con mia madre e i miei nonni, quindi posso dire che è la cosa più importante, poi da quando ho conosciuto mia moglie voglio precisare  che questo aspetto ha acquisito un’importanza ancor più rilevante nella mia vita, perché mi ha trasmesso dei valori molto importanti di una famiglia unita come la sua!

 

Subito al di sotto ci sono gli amici che sono parte fondamentale della vita con cui condividi i momenti importantissimi della vita sia belli che brutti, ma di uguale importanza!

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Un sogno immediato… diventare padre!!!

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

La vorrei dedicare a mia moglie, la mia famiglia e anche un po’ me stesso… perché no!

 

Grazie 

 

11 04 2024

 

(Tutti i diritti riservati)