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sabato 8 settembre 2018



PAOLO RADI PRESENTA    






10 DOMANDE 

A  


FRANCESCO BOCCHETTI








Francesco Bocchetti è nato a Napoli nel 2000, ha iniziato a giocare dall’età di 6 anni nella scuola calcio Arci Scampia. 
A 14 anni ha militato nell’Arzanese (all’epoca in serie D), successivamente gioca nella Cavese, per poi trasferirsi nell’Avellino e viene selezionato nel- l’Under 17 nazionale. Ora gioca nel Savoia di proprietà della società Ercolanese Calcio.  





    Signor Francesco Bocchetti, la prima domanda è un classico:  quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione

  Ciao Paolo, ho scoperto sin da bambino che il calcio potesse   essere la mia passione perché all’età di 4 anni giocavo con una pallina di spugna nel salotto di casa, tanto da rompere molti vasi a mia mamma, poi a 6 anni, i miei genitori  hanno deciso di iscrivermi a scuola calcio e da lì è iniziato tutto.










Lei ha giocato in diverse squadre, ci potrebbe spiegare meglio ai nostri lettore cos’è l’Under 17 nazionale? 

L’unger 17 nazionale è un campionato dove si affrontano tutte le squadre di serie A e serie B, un campionato molto affascinante dove ho avuto l’onore di confrontarmi con calciatori e con squadre di livello assolutamente superiore.



Possiamo dire che ha iniziato molto giovane, se non avesse intrapreso quest’attività che cosa le sarebbe piaciuto fare, anche se vista la sua giovane età, può svolgere qualsiasi professione? 

Se non avessi avuto questa passione probabilmente a quest’ora sarei  a lavorare con mio padre nella sua azienda, un lavoro che mi affascina e che potrei imparare ancora a fare, visti i miei 17 anni, però preferisco il calcio








Dai ragazzi il calcio viene visto come un’opportunità per vivere una vita negli agi, nel lusso, oppure frequentare un certo tipo “di mondo”. Perché tutti provano a diventare calciatori, 

      Io penso che tutti questi ragazzi che vedono il calcio come rampa di lancio per soldi e vivere in posti lussuosi sbagliano, prima di tutto il calcio devi vederlo come un divertimento, seconda cosa devi essere umile, altrimenti  non arrivi molto lontano, vedo calciatori vivere nella semplicità nonostante siano già affermati e penso che sia quello "il lavoro per il successo", il lusso ed i soldi vengono per ultimi nel calcio. 

    Perché tutti vogliono diventare calciatore? Non ti so dire, il calcio è un sogno, io ti rispondo che vorrei diventare calciatore perché sono innamorato del calcio, ma ovviamente ognuno ha un suo modo di pensare.



In che ruolo gioca? 

Gioco a centrocampo, sia come mediano che come interno, ma preferisco fare l’interno perché ricevo palla più vicino alla porta.







Perché a suo avviso molti calciatori, e alcuni sono anche giovani si lasciano tentare dal “calcio scommesse” e così rovinarsi la carriera? 

Molti di loro si fanno trascinare dal calcio scommesse perché le società dove giocano alcune volte non pagano gli stipendi, allora molta gente è pronta a fiondarsi nel calcio scommesse per guadagnare quello che la società non gli dà: ovviamente è una cosa sbagliatissima.


Squadra italiana in cui le piacerebbe fare un splendida carriera? 

Milan, visto che è la squadra del mio cuore sin da bambino, penso che vincere e giocare col Milan sarebbe un sogno.




Squadra estera in cui le sarebbe piaciuto giocare? 

      Come squadra estera impazzisco per il Real Madrid, quindi ti   dico Real.





Messi, Maradona o Ronaldo? 

Maradona è il calcio, è quella sfera che rotola in campo, nessuno può fare quel che ha fatto lui, però non l’ho vissuto, fra Messi e Ronaldo che seguo, ti dico Ronaldo per i record che ha infranto, un mostro sacro anche a 33 anni!


Ultima domanda: meglio 30 scudetti, oppure 1 scudetto e una coppa dei campioni?

1 Champions ed 1 Campionato, ma vincere il Mondiale con la propria nazionale credo sia il massimo.



Grazie   

a cura di Paolo Radi   





08    09  2018 
(Tutti i diritti riservati)  





















martedì 4 settembre 2018


PAOLO RADI PRESENTA    








10 DOMANDE 


PAOLO DI MARZIO



Paolo Di Marzio, di Napoli, è un giovane calciatore  Ha militato nel Casavatore e due anni fa nel Chiaiano. Quest’anno non sappiamo ancora in quale squadra giocherà. Noi gli abbiamo rivolto le nostre classiche 10 domande.







    Signor Paolo Di Marzio, la prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il gioco del calcio sarebbe stata la sua più grande passione? Inoltre per quale club ha firmato per la stagione che inizierà a breve?

Da ragazzino ho fatto un buon percorso e ho avuto qualche soddisfazione, ma non tutto va come vorresti. 
Ho scoperto che il calcio sarebbe stata la mia più grande passione fin da piccolo, grazie a mio padre. Mi racconta che da quando avevo appena 1 anno mi legava al piede sinistro un palloncino. 

Se amo così tanto il calcio è solo grazie a lui.Ero un ragazzino, pensavo solo al calcio, non esisteva altro oggetto al di fuori del pallone nella mia infanzia. 

Infine, per quanto riguarda la mia prossima squadra a breve verrà ufficializzato e attraverso i social lo saprete.








Com’è stata la sua prima esperienza da titolare? 

La mia prima esperienza da titolare è legata sicuramente a quando muovevo i primi passi alla Mariano Keller, giocammo contro la Juve Stabia e segnai su punizione.






Come   descrivere se stesso, mi spiego meglio, come si rapporta con gli altri quali sono i suoi valori più importanti, ho fatto alcuni esempi.

I valori per me più importanti sono l'umiltà, l'amore e la passione, sono tre elementi fondamentali nella vita. 
Non sopporto la falsità e l'ipocrisia delle persone







Possiamo sapere dove giocherà nella stagione che inizierà a breve?

Per quanto riguarda la mia prossima squadra a breve verrà ufficializzato e attraverso i social lo saprete.


Qual è la principale qualità che deve avere un calciatore? 

Umiltà, passione, sacrificio e forse anche un po’ di fortuna.







     Si parla sempre di “calcio malato”, a suo avviso esagerano i giornalisti, oppure effettivamente è così?

Decisamente si! 
Purtroppo uno sport così bello tanti fattori lo stanno distruggendo.
Ci sono troppi interessi e tante persone di mezzo che col calcio non hanno nulla a che fare.
In campo senza meritocrazia, contano solo il portafogli dei genitori, gli sponsor e così via...
C'è tanto marcio, a qualsiasi livello. 


    Qual è il suo stato d’animo prima di una partita?

Le emozioni che si hanno prima di scendere in campo non si possono spiegare, vanno provate.








Avrà sicuramente conosciuto diversi giocatori qual è quello che l’ha maggiormente colpito e perché?

Ho sicuramente visto diversi giocatori forti, ma se proprio devo fare un nome, ti direi Francesco Procentese, per il semplice motivo che interpreta il ruolo e il modo di giocare a calcio che più si avvicina al mio, lui è più forte però.
Meriterebbe altri palcoscenici. 






     
     Ultimo film visto?

Non guardo molto la Tv, se non per guardare partite e Sky sport 24.
L'ultimo film che ho visto, o meglio l'ultima serie Tv è stata "La casa di carta" su Netflix. 
Mi ha appassionato molto.


 Messi, Maradona o Ronaldo? 

Senza ombra di dubbio Maradona!






 Ultima domanda: meglio 30 scudetti, oppure 1 scudetto e      una coppa dei campioni?

   1 scudetto e 1 Champions.



  Grazie   

a cura di Paolo Radi   





  04    09   2018 
  (Tutti i diritti riservati)  





















venerdì 31 agosto 2018



PAOLO RADI PRESENTA    


10 DOMANDE 

A  

ALFREDO AVETA









Alfredo Aveta  è un giovane giocatore di Napoli, in ha militato nella paganese (Pagani) nell’Avellino, nel Giulianova nel Savoia (Torre Annunziata) e adesso gioca promozione nel Neapolis. Noi gli abbiamo rivolto qualche domanda.





Signor Alfredo Aveta, la prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il gioco del calcio sarebbe stata la sua più grande passione?

Direi più o meno che dall’età di due anni mio padre già mi insegnava a calciare.







Ad un certo punto quando le hanno comunicato che avrebbe giocato come titolare nella prima squadra di una certa importanza, quali sono stati i suoi sentimenti?

Ero entusiasta e mi sono sentito ripagato dei miei sacrifici.
Pero’ il calcio è un mondo strano e bisogna trovarsi nel posto giusto al momento giusto.







Lei ha militato in diverse squadre di diverse città, a quale è rimasto più legato?  

Ho un legame particolare con la città di Torre Annunziata perchè ho esordito in prima squadra “sotto età” ed anche a livello juniores i tifosi ci seguivano sempre.




Avrà sicuramente conosciuto diversi giocatori qual è quello che l’ha maggiormente colpito e perché?


Ho conosciuto tanti calciatori, ma devo dire che chi mi ha colpito è stato il mio grande amico Pasquale Ferraro che alla veneranda eta’ di quasi quarant’anni ha ancora la volontà di un ragazzino.



Qual è la principale qualità che deve avere un calciatore? 

Bisogna essere propensi al sacrificio e c’è anche bisogno di una buona dose di fortuna.



Si parla sempre di “calcio malato”, a suo avviso esagerano i giornalisti, oppure effettivamente è così?

Effettivamente è così. Ho ho rinunciato al mio sogno perchè vedevo che andavano avanti i raccomandati quelli che i papà portavano sponsor per far giocare i propri figli e quindi ad un certo punto della vita bisogna fare una scelta. Così ho deciso di lavorare nell’azienda di mio zio e continuo a divertirmi giocando in una società pulita sana, ma a livello dilettantistico ed è comunque una rarità incontrare persone sane nel calcio. Per mia fortuna alla Neapolis non ci fanno mancare nulla.





   Ad un certo livello qualsiasi giocatore non ha nulla da invidiare agli altri.  Allora perché alcuni diventano idoli pur avendo, più o meno le stesse qualità, e altri no? Mi viene in mente David Beckham, un grande campione, anche se non ha vinto mai nessun mondiale e nessun campionato europeo, oggi Bechham non è solo un ex giocatore, ma è attore e modello, è un’icona del marketing, a cosa è dovuto questo? 

   È dovuto a quello che le dicevo prima, ci vuole sempre una buona dose di fortuna al di là del fatto che Bechham e’ stato un grande calciatore.







Squadra estera in cui le sarebbe piaciuto giocare? 

Barcellona.






Pelé, Maradona o Ronaldo? 

Maradona tutta la vita!




Ultima domanda: meglio 30 scudetti, oppure 1 scudetto e una coppa dei campioni?


Meglio 1 scudetto e 1 coppa campioni!







Grazie   

a cura di Paolo Radi   





31   08 2018 
(Tutti i diritti riservati)  





















mercoledì 4 luglio 2018

PAOLO RADI PRESENTA   





10 DOMANDE 


SAVINO MARTONE





Savino Martone, di Gragnano, è un giocatore professionista, ha esordito nella primavera del Torino, poi ha militato in C1 con il Benevento e in C2 con il Lamezia. Ora è il capitano del Gragnano (serie D). Il suo ruolo è quello di centrocampista. Noi gli abbiamo rivolto alcune domande.




Signor Savino, quando ha scoperto che il gioco del calcio sarebbe stata la sua più grande passione?

Ho scoperto la passione per il calcio praticamente da quando sono nato, ho iniziato alle di 5 anni a giocare e ora oltre a giocare gestisco pure una Scuola calcio:  il calcio è la mia vita.


Ad un certo punto lei da Gragnano si traferisce a Torino, 
com’è avvenuto questo ingaggio nella primavera del Torino?
Giocavo nel Gragnano nelle giovanili e mi volevano diverse squadre tra cui l’ udinese e il Torino andai prima alla Gabetti succursale del Torino vincendo un campionato regionale e poi passai alla primavera del Torino che purtroppo a fine anno  fallì ...



Da Gragnano a Torino è stato un bel salto, come si è sentito una volta arrivato a Torino, è riuscito ad integrarsi bene? 

Per prima  cosa posso dire che  è stato emozionante arrivare al Torino. Mi sono trovato bene, sono esperienze che ti fanno crescere e migliorare nella vita perché poi lì vivendo lontano dagli amici genitori e parenti ti crei un carattere cresci e maturi prima.



Lei ha giocato in C1 e C2, che ambiente è il calcio quando lo si vive dall’interno?

Il calcio è vita,  qualsiasi cosa del calcio è paragonabile alla vita. Il calcio è unione, passione, momenti di aggregazione in cui conosci  tanti amici diversi e dove condividi con loro quasi tutta la giornata. In conclusione voglio  precisare che: se si vuole giocare in queste categorie ci vuole professionalità fare sacrifici e mettercela tutta.







Secondo Lei è meglio essere un giocatore conosciuto nell’ambito in cui lei vive, oppure essere considerato un giocatore mediocre in serie A? 

Naturalmente meglio giocare in serie A però ti posso assicurare che nella vita non contano solo i soldi o le categorie  in cui hai  militato. L’importante farsi volere bene ed essere apprezzato nel mondo del calcio,  poi riuscirlo a farlo nel tuo paese e da capitano offre soddisfazioni incredibili.


Ultimo film visto  ?

Balla coi lupi di Kevin Costner


Programma o serie televisiva preferita? 

Sky 24 e calcio


Paese estero in cui le piacerebbe vivere? 

A Parigi Francia


Tratto principale del suo carattere? 

Solare e grintoso








Ultima domanda? Pelé , Maradona o Ronaldo? 

Maradona tutta la vita


Grazie  

Grazie a te ciao



a cura di Paolo Radi





04  07  2018 
(Tutti i diritti riservati)