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venerdì 22 settembre 2017

 22   Settembre   2017  



PAOLO RADI PRESENTA







I PENSIERI DI GIORGIO CARTA






Giorgio Carta ex-ufficiale, svolge la professione di avvocato.
Quelle che seguono sono le sue riflessioni.




Premesso che…


Premesso che ritengo ozioso e del tutto inutile assegnare le responsabilità di casi giudiziari di cui non si conoscono i fatti direttamente o tramite le carte processuali, vorrei invitare tutti quanti ad attendere gli esiti delle indagini prima di dare la patente di stupratori ai due carabinieri di Firenze ovvero quella di calunniatrici alle due ragazze americane.
Mi permetto solo di rilevare che la dinamica riportata dai giornali (quindi tutta da verificare) appare compatibile solo con un totale (e perciò tendenzialmente improbabile) spregio delle più note ed elementari regole di servizio. Mi riferisco in particolare all'asserito accompagnamento delle ragazze a casa e all'abbandono dell'autoradio sotto casa delle vittime per il periodo necessario a consumare lo stupro.
Premesso altresì che ogni caso fa storia a sé, la vicenda mi ricorda un caso di cui mi occupai diversi anni fa, nel quale un carabiniere in servizio fu parimenti accusato di aver violentato una cittadina americana.
Come finì quella storia? La ragazza, tre mesi dopo, confessò alla Giustizia americana di essersi inventata tutto, per motivi che non sto a precisare. La fine di un incubo per il carabiniere. A me era bastato guardarlo in faccia per capire che era innocente, ma, ripeto, ogni caso fa storia a sé.
Se ciononostante non vogliamo oggi rinunciare a fare il tifo per qualcuno, tifiamo per la verità, qualunque essa sia. Punto.






Giorgio Carta 22  settembre 2017

domenica 17 settembre 2017

17   Settembre   2017  



PAOLO RADI PRESENTA
  




I PENSIERI DI GIORGIO CARTA

  
Giorgio Carta ex-ufficiale, svolge la professione di avvocato.
Quelle che seguono sono le sue riflessioni.






Da un eccesso all'altro. 



Prima, tutti i carabinieri sono stati compatti nel difendere i colleghi di Firenze e nel dare delle calunniatrici alle studentesse americane. Adesso che uno dei militari ha ammesso il rapporto sessuale (ed ha fatto benissimo a riconoscerlo), tutti scaricano i due graduati e ne sollecitano l'immediata rimozione, accusandoli di aver disonorato l'intera categoria. 
Eppure, per ora, di grave ci sono solo le accuse. Anzi, la sola specifica accusa di aver stuprato le due ragazze.
È vero che potrebbero essere ravvisabili anche altri reati militari e ordinari (sostanzialmente: violata consegna, tentata truffa militare e peculato d'uso), ma attenzione: sono tutti delitti che, da soli, non determinano di regola la destituzione ed, anzi, si possono "chiudere" senza condanna (e addirittura senza processo) con una semplice messa alla prova (essendo tutti punibili, nelle fattispecie base, con una pena inferiore a 4 anni).
Resta centrale, quindi, solo la contestazione della violenza sessuale, reato orribile ed assai complicato da configurare in tutte le situazioni in cui, almeno all'inizio o anche solo nella ragionevole supposizione dei soggetti agenti, ci sia stato il consenso delle presunte vittime. Consenso che, come è noto, può essere revocato anche dopo esser stato inizialmente dato (e qui immaginate la difficoltà di ricostruire i fatti).
Non sarà certo una passeggiata il processo, questo sì, e non bisognerà praticamente sbagliare un colpo, ma davvero ora non comprendo il generale voltafaccia soprattutto del colleghi degli indagati.
Il mio invito resta lo stesso: attendiamo l'esito delle indagini senza dare per scontata alcuna tesi. Questo è un momento terribile per tutti: sia per le presunte vittime che per i presunti carnefici.
Cerchiamo quindi di non accodarci tutti alla lapidazione mediatica dei due militari.



Giorgio Carta 17 settembre 2017 



martedì 5 settembre 2017

04    SETTEMBRE     2017  





PAOLO RADI PRESENTA  



SULLE ORME 
DI 
ANNA
KARENINA




"Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo.

Tutto era sossopra in casa degli Oblònskije. La moglie era venuta a sapere che il marito aveva avuto un legame con una governante francese ch'era stata in casa loro, e aveva dichiarato al marito che non poteva vivere con lui nella stessa casa. Questa situazione durava già da tre giorni ed era sentita tormentosamente e dagli stessi coniugi, e da tutti i membri della famiglia, e dai familiari. Tutti i membri della famiglia e i familiari sentivano che la loro coabitazione non aveva senso e che le persone incontratesi per caso in una locanda erano più unite fra loro che non essi, membri della famiglia e familiari degli Oblònskije. La moglie non usciva dalle sue stanze; il marito non era in casa da tre giorni; i bimbi correvano per tutta la casa come sperduti; la signorina inglese s'era bisticciata con la dispensiera e aveva scritto un biglietto a una amica, chiedendole di cercarle un nuovo posto; il cuoco se n'era andato via già il giorno prima durante il pranzo; la cuoca della servitù e il cocchiere s'erano licenziati. " 



















































































































































SAN PIETROBURGO

18 agosto 2017