17 Settembre 2017
PAOLO RADI PRESENTA
I PENSIERI DI GIORGIO
CARTA
Giorgio Carta ex-ufficiale, svolge la
professione di avvocato.
Quelle che seguono sono le sue riflessioni.
Da un eccesso all'altro.
Prima, tutti i carabinieri sono stati compatti nel difendere i colleghi di Firenze e nel dare delle calunniatrici alle studentesse americane. Adesso che uno dei militari ha ammesso il rapporto sessuale (ed ha fatto benissimo a riconoscerlo), tutti scaricano i due graduati e ne sollecitano l'immediata rimozione, accusandoli di aver disonorato l'intera categoria.
Eppure, per ora, di grave ci sono solo le accuse. Anzi, la sola specifica accusa di aver stuprato le due ragazze.
È vero che potrebbero essere ravvisabili anche altri reati militari e ordinari (sostanzialmente: violata consegna, tentata truffa militare e peculato d'uso), ma attenzione: sono tutti delitti che, da soli, non determinano di regola la destituzione ed, anzi, si possono "chiudere" senza condanna (e addirittura senza processo) con una semplice messa alla prova (essendo tutti punibili, nelle fattispecie base, con una pena inferiore a 4 anni).
Resta centrale, quindi, solo la contestazione della violenza sessuale, reato orribile ed assai complicato da configurare in tutte le situazioni in cui, almeno all'inizio o anche solo nella ragionevole supposizione dei soggetti agenti, ci sia stato il consenso delle presunte vittime. Consenso che, come è noto, può essere revocato anche dopo esser stato inizialmente dato (e qui immaginate la difficoltà di ricostruire i fatti).
Non sarà certo una passeggiata il processo, questo sì, e non bisognerà praticamente sbagliare un colpo, ma davvero ora non comprendo il generale voltafaccia soprattutto del colleghi degli indagati.
Il mio invito resta lo stesso: attendiamo l'esito delle indagini senza dare per scontata alcuna tesi. Questo è un momento terribile per tutti: sia per le presunte vittime che per i presunti carnefici.
Cerchiamo quindi di non accodarci tutti alla lapidazione mediatica dei due militari.
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