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lunedì 26 giugno 2017

26  GIUGNO  2017


PAOLO RADI PRESENTA  



LA PASSIONE DELL’APOSTOLO

STORIA DI UN COMPLOTTO

di  Giuseppe Manca












GIUSEPPE MANCA E’ UNO SCRITTORE MOLTO INTERESSANTE DEL PANORAMA LETTERARIO ITALIANO. NOI ORA VE LO PRESENTIAMO.





Giuseppe Manca è nato nel 1972 ad Alghero, in Sardegna. Ha debuttato nel 2003 con il romanzo “La Sottile Verità” e da allora si è dedicato per passione alla narrativa. Dopo avere concluso gli studi d’arte, ha ottenuto la Laurea in Counseling Psychology. Successivamente si laurea in Scienze della Formazione ed in Psicologia Clinica oltre ad un  Master di I livello in Gestione ed Amministrazione delle Risorse Umane.
 Tra i suoi scritti ricordiamo oltre a “LA SOTTILE VERITA’” anche “LA  GABBIA CHE NON HO VOLUTO” e “L’URLO IN MARE APERTO”.
 Finalista al Premio Nazionale Grazia Deledda 2005, come autore del romanzo “La Sottile Verità”.





SINOSSI DEL LIBRO



Dopo anni di instancabili ricerche, nel 1978 l'archeologo Luigi Tabanelli ritrova nelle terre d'Egitto il Vangelo di Giuda, un apocrifo considerato eretico dalla Chiesa Cattolica sin dalla sua nascita per le conversazioni ivi contenute tra il Cristo e l'apostolo Giuda; è una scoperta tanto esaltante quanto pericolosa, che ha il potere di stravolgere le fondamenta stesse del Cristianesimo e che l'archeologo decide di proteggere a costo della propria vita. Conteso dalla Massoneria nella persona di Jacob Miller, Maestro Venerabile nonché Presidente del Dipartimento di Archeologia di Charlotte, South Carolina, e dalla Santa Sede, il Vangelo fa dell'archeologo un perseguitato; costretto ad abbandonare la sua famiglia, dopo essere stato deportato nei sotterranei del Vaticano e torturato, Luigi Tabanelli riesce a scappare e si nasconde in un'Abbazia. Non si hanno più tracce di lui. Viene considerato scomparso.

Dal 1978 al 2005 sia la Massoneria che i Servizi Segreti Vaticani pedinano il figlio, William Tabanelli, ormai divenuto adulto, in attesa che il padre si metta in contatto con lui. Egli diventa archeologo affermato, specializzato sulla vita di Gesù Cristo ed assunto nello stesso Dipartimento per cui lavorava il genitore, presieduto da Jacob Miller...
L'arrivo di una lettera anonima innesca una catena di eventi precipitosi che corrono come una fiamma lungo la miccia, forieri di un finale straordinario ed esplosivo.

Un romanzo perfettamente orchestrato, scandaloso, pieno di pathos e di indizi da interpretare; un giallo che tiene il lettore col fiato sospeso fino all'ultimo colpo di scena, in un altalenante gioco di emozioni che spaziano dalla suspense allo sbigottimento; un nuovo caso letterario sulla scia del Codice Da Vinci, una scottante meditazione sull'opera occultatrice della Chiesa e la violenza che può scatenarsi quando ad essere minacciate sono le piccole e grandi sicurezze su cui l'umanità fonda il proprio Credo. A torto o a ragione.









NOTA CRITICA



Irriconoscibile Manca. Lo psicologo sottile che copriva con il mantello delle sue storie le incursioni nei drammi di anima e di vita, ha lasciato il posto alla prepotenza di uno storyteller che si muove con perfetto agio nella complessità di una struttura aperta, nella quale la saldatura tra realtà e finzione ha la perfezione di un intreccio naturale. Qui allo scavo interiore ha preferito il taglio comportamentale, che trova le sue motivazioni  nelle strategie dell'interesse. Un romanzo? Direi meglio il saggio – sia pure romanzesco – di una straordinaria, demiurgica capacità di manovrare dentro una materia incandescente, che cresce implacabile intorno allo spunto di un recupero: il vangelo di Giuda, per il cui possesso lottano due potenze come la massoneria e il Vaticano: un Vaticano che sembra uscito dai sotterranei di Gide, ma con le complicazioni e i torbidi aggiornamenti di un gioco condotto sul filo oscuro di servizi segreti con la tonaca, spie sotto copertura, sodomie, caccia all'uomo e brutali eliminazioni.

Un acre sentore di corruzione e di violenza, che si spande dalle trame cardinalizie e che il continuo ricorso al latino rituale marchia di ipocrisia. Dio è nel dettaglio, ha detto qualcuno, ma qui, nei particolari ossessivi di un mondo che Manca sembra avere frequentato da molto vicino tale è la competenza con cui ne scrive, Dio è assente, sostituito com'è dai diabolici intrighi che legano archeologi e monsignori e alla sete di denaro associano la difesa della Chiesa. Con mano ferma e solide conoscenze ha così scritto quello che può infine definirsi  un noir ambientato nel difficile e misterioso retroterra dell'esoterismo e del settarismo, che lui utilizza per sostenere in termini di dottrina il racconto condotto sulla superficie in  apparenza incongruente della modernità tecnologica. E' cambiata la prospettiva, ma lo stile è lo stesso, asciutto, rapido, restio ai compiacimenti formali. Ne è uscito, oltre al resto, un pamphlet contro i pericoli, reali o supposti, derivanti dalle devianze di poteri solo consacrati alla vita dello spirito. O che dovrebbero esserlo.

Dott. Ennio Rossignoli





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martedì 13 giugno 2017

I   N   T   E   R   V   I  S   T   A  





INTERVIEW
ENTRETIEN
ENTREVISTA
ИНТЕРВЬЮ
مقابلة
אינטערוויו
интервју




CONVERSAZIONE

CON
FABIO CONCA


a cura di Paolo  Radi









Fabio Conca è di San Severo, ed è un fonico che ha preso parte sia  a molti film importanti che fiction di successo, qualche titolo: Magnifica Presenza, l’Ultima ruota del carro, Benvenuto Presidente, Rocco Schiavone, Non c’è Kampo, è stato candidato al Ciak d’Oro mentre   Allacciate le cinture  e Indivisibili  hanno ricevuto una candidatura  al David Di Donatello; sempre per Indivisibili ha ricevuto il Ciak d’Oro per il Miglior Sonoro in Presa Diretta.  Noi gli abbiamo rivolto qualche domanda.








Fabio che scuola hai frequentato e quando ti è venuta la passione per fare l’editing del suono?

Ho frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma.



La passione per il cinema l’avevi sin da bambino oppure c’è stato un film particolare che ti ha fatto avvicinare alla settima arte?

È un lavoro che ho scoperto quasi per caso, mi piaceva la musica ed avevo fatto il fonico per qualche piccolo concertino, ma è un lavoro totalmente diverso. 



Come si diventa fonici, mi spiego meglio: le scuole per diventare fonici sono solo a Roma o Milano, oppure  ci sono altre sedi?

Molti fonici fanno questo lavoro senza aver frequentato nessuna scuola, ma solo  avendo fatto una lunga gavetta. Secondo me la scuola però è comunque un tassello fondamentale. Le scuole principali per il cinema sono a Roma.







Quando ti propongono un lavoro ti attira il copione,   il cast con cui dovrai lavorare oppure la tua scelta riguarda solamente la collaborazione con il regista?

Di solito quando sono libero è difficile che rifiuto un lavoro. Quando ho alternative scelgo in base al regista o alla sceneggiatura o semplicemente in base a chi ho dato la disponibilità prima.




La tua famiglia, avrebbe voluto che diventassi avvocato o medico, come sognano tutti i genitori oppure ti hanno appoggiato sin dall’inizio? 

La mia famiglia mi ha sempre appoggiato nelle mie scelte.








A tuo avviso che cosa manca al cinema italiano per ritrovare quella vena creativa che lo aveva reso famoso nel mondo negli anni cinquanta e sessanta?

Non entro in merito nel confronto tra il cinema italiano moderno e quello del neorealismo, ma secondo me ci sono tanti bei film anche oggi.








Hai lavorato con tanti registi e in produzioni importanti, a quale film o sceneggiato televisivo sei più legato?

Sono molto legato a tutti i film che ho fatto. Ognuno di essi è stato fondamentale per me e ho avuto sempre qualcosa da imparare.



Hai mai pensato di diventare regista? E se ci hai pensato che tipo di film vorresti girare?

Non ho mai pensato di fare il regista.






13    giugno     2017

Grazie

























lunedì 22 maggio 2017

PAOLO    RADI    PRESENTA  









DENTRO LA MENTE DI PIETRO







PIETRO FORTE E’ UN NOME FITTIZIO. HA ACCETTATO LA MIA PROPOSTA DI FAR PUBBLICARE SU QUESTO BLOG GLI ARGOMENTI DELLA NOSTRA TERAPIA. A PIETRO FORTE GLI E' STATO DIAGNOSTICO UN DISTURBO BIPOLARE. NON ESSENDO DI GENOVA GLI INCONTRI SONO OGNI DUE SETTIMANE.


DOTTOR ROBERTO ROSSI.
PSICHIATRA E PSICOTERAPEUTA
Genova 22 maggio 2017









GENOVA  1 SEDUTA 16 MAGGIO 2017 Ore: 13:00





Buona pomeriggio, come lei sa, sono venuto perché sono anni che soffro di depressione, la mia terapia farmacologica prevede, 2 compresse alla sera, una al pomeriggio e tre prima di dormire. Io insegno, insegno sin da quando avevo 27 anni. Adesso sono di ruolo,
ma ogni quando mi alzo la mattina e devo andare a scuola sono sempre angosciato, inizio a volte a sudare, cerco di arrivare prima a scuola, perché non mi va di arrivare con gli alunni, mi sento sempre gli occhi puntanti addosso, adesso va meglio, ma prima non era così. Mente camminavo da solo, avevo sempre paura che qualcuno mi potesse fermare, o chiedermi qualcosa. Adesso no, però quando entro a scuola, preferisco che non mi veda nessuno, sistemo le mie cose, i miei libri e poi accendo il cellulare e vedo cos'è successo su facebook, ho molti amici su facebook, 5000 nel primo profilo e 4800 nel secondo profilo. Poi quando suona, vado in classe ma cerco sempre di rallentare qualche minuto, perché quando entro in classe ho sempre l paura di non tenere la disciplina, diciamo che lo devo ammettere, gli alunni mi mettono paura e per me insegnare è sempre angosciante, diciamo che ci sono degli alunni che mi intimoriscono e altri no. Perciò alla mattina quando entro in classe guardo sempre se quell'alunno che mi intimorisce non c'è e se non c'è tiro un sospiro di sollievo, Io ho tre classi, due seconde e una prima, Nelle due seconde mi trovo bene, e non ci sono problemi, la prima classe è composta di 29 alunni, e quel numero è molto alto e vedere 29 persone mi angoscia terribilmente. Ecco così inizia la mia giornata, non nego che mi piacerebbe portare delle bottigliette di alcool, per fare calmare l'ansia. Ecco perché sono venuto. Questo è solo l'inizio della mia giornata.




E quali sono gli alunni che la intimoriscono? Come si comportano? Chi sono? Se ce ne uno in particolare me lo può descrivere?


In genere gli alunni che mi intimoriscono sono quelli che hanno apparentemente una personalità più spiccata. A volte provocano, Chi sono? Possono essere anche delle ragazze. Il problema è che hanno una forte personalità. Uno? Ma quest'anno scolastico in particolare ci sono alcuni alunni più strafottenti degli altri ma nessuno che mi provoca ansia più di tanto. In particolare ne ho uno nella classe I. Ha un anno più degli altri, ed è di origine polacca a volte ci sono stati degli scontri verbali molto accesi, e allora l'ho portato dal preside



Da ragazzo quando andavi a scuola avevi la stessa sensazione di disagio entrando a scuola?
l'hai mai avuta?



Non ho subito bullismo, all'inizio frequentavo le commerciali, poi dopo 6 mesi ho cambiato scuola, perché non mi trovavo bene con i miei compagni, e poi non capivo le lezioni, anche se alcuni mi prendevano in giro, ma niente di più. I soliti scherzi. E visto che mi trovavo male sono andato al Liceo d'arte, e lì mi sono sentito a mio agio.
Eravamo una classe di 15 alunni, ad un certo punto in II superiore arrivo un ragazzo da Pavia, e io mi sentivo minacciato. Poi in III superiore arrivò un altro ragazzo che veniva dal classico. Era un ragazzo con una forte personalità e non mi sentivo a mio agio. Anche se era simpatico, quando non veniva mi sentivo meglio.



Tu come uomo come ti definiresti? Dai una definizione di te in poche righe....




Non saprei come definirmi mi sembra una domanda molto difficile, cosa significa essere uomo? Non lo so. Mi dica lei dottore, cosa significa essere uomo. Prendersi delle responsabilità? essere legati ai genitori. Cercare sempre un aiuto? Se è questo non mi sento un uomo.



L'immagine di uomo ce la diamo noi, tu mi devi dire che cosa è un uomo, io posso dirti la mia visione di "uomo" ma non sarà la tua..... Sicuramente "prendersi delle responsabilità" è una parte che condivido ma non mi aspetto una risposta superficiale e non mi aspettavo la definizione di "uomo"... Mi sarei aspettato un più generico "essere umano".... Tu sei umano? Quali sono i punti di contatto tra gli umani... ? Ti riconosci in alcuni di questi punti?? Oppure ti sei escluso? Non vuoi essere "umano".... Cosa sei?




Dottore, non la seguo mi scusi, è ovvio che sono un essere umano anche se certi esseri umani mi fanno schifo. I punti di contatto? I soliti punti di contatto. Non lo so dottore. Mi piace fare le cose che fanno tutti gli esseri umani. Non mi escludo. A volte sì, a volte mi piacerebbe essere escluso quando certe persone so che potrebbero mettermi angoscia. Li eviterei. Infatti alla mattina mi prende l'ansia, quando devo andare a cena con qualche amico, sono felice, ma poi c'è sempre una piccola agitazione. Cioè vado a cena, ma quando sono in macchina, a volte vorrei ritornare a casa. Mi piace l'dea di uscire, non il fatto concreto.






Ma poi quando sei con il tuo amico a cena, stai bene? Oppure ti dici: Era meglio non uscire?


Dipende, a volte mi annoio,


Ma è noia non terrore o sgomento giusto?




A volte esco perché non voglio stare solo No saprei, se è noia, terrore  no!




Disagio...?


Non lo so, non lo so...mi stanco.



Con gli amici che frequento nessun disagio.



Stai bene con loro?

Molto, molto e poi spesso e volentieri facciamo dei viaggi.




Bene e quali sono gli esseri umani che ti fanno schifo?? Che caratteristiche hanno? Cosa ti fa più schifo??





Quelli che io ripongo la mia fiducia e mi tradiscono. I militari. Non mi piacciono, non mi piacciono quelle persone che fanno gli autoritari. Anche le donne quando sono autoritarie non le sopporto. Quando vedo certi uomini in giacca e cravatta, che sembrano darsi certe arie, da persone vissute, dentro di me, gli mando aff… non so il perché.




Le divise ti piacciono? Nel senso, le guardi, sei in qualche modo attratto dalla storia della guerra?


Sì, la divisa mi piace, e le storie della guerra mi piacciono.



Ma poi quando conosci nello specifico i militari, vedi che sono tutti dei grandi “cazzari”, la bandiera, la patria. Sono scuse, perché loro con la bandiera ci hanno fatto i soldi. Non tutti i graduati sono così.





Quindi la cosa che ti infastidisce è l'ipocrisia dietro chi si ammanta di valori fittizi ma invece lucra e si approfitta..?



Sì, sì. loro ti fanno credere che sanno fare questo, sanno fare quello, ti fanno credere che sono più di te. Che sono più uomini di te, e questo mi irrita. E poi con questa patria. Prendono 6000 euro di pensione. Alla faccia della patria.


E scusa se salto di palo in frasca ma parlami un po’ della tua famiglia, della tua infanzia della tua vita di giovane


Dottore, mi scusi, credo che sia passata l'ora. Voglio dire abbiamo concordato un'ora . Adesso devo prendere il treno. Lei è gentile che mi ha preso in cura, ma hi abito a Cesena. E devo andare. E poi tanto non avrei voglia di parlare della mia vita da giovane.



Bene ,bene, allora ci vediamo presto spero









Ore: 14:07 FINE SEDUTA