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venerdì 12 gennaio 2024



SEZIONE ATTUALITA'







Paolo Radi presenta 




“Scampia 1926 nel mondo” e ringrazia i componenti del gruppo per avergli concesso le foto.

 




Grazie e complimenti per l’ottimo lavoro che fate.

 

 

 

 

“SCAMPIA  1926 nel mondo” è un gruppo che cerca di valorizzare i ragazzi di Scampia con delle attività ricreative, come ad esempio il calcio. 



Un ringraziamento particolare per la collaborazione va all'Oratorio Don Guanella  Scampia Calcio 

 

Tutte le nostre attività si basano su una cosa fondamentale: la scuola. Tutti si impegnano per avere ottimi risultati a scuola, e in base a quelli organizziamo le attività”.

 

Questo gruppo cerca di formare un gruppo di uomini che saranno forti nella vita grazie alla cultura e ai valori che possiedono!

 

 

 

"UOMINI FORTI DESTINI FORTI!

 

UOMINI DEBOLI DESTINI DEBOLI!

 

NON C'È ALTRA STRADA!"

 

 

 










































































 




















12 01 2024

 

(Riproduzione vietata)

(Tutti i diritti riservati)



giovedì 11 gennaio 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

MICHELE 

MARTORIELLO

 






Michele Martoriello è nato a Castellamare di Stabia il 10 maggio del 2004,  gioca a calcio nel ruolo di portiere, ed è alto 185 cm. Scuola calcio: 2010-2015 A.S.D. Club Napoli, 2015-2018 S.S.D. Virtus Junior Napoli, giovanili,2018-2019 U.S. Poggibonsi, 2019-2021 S.S. Juve Stabia, 2022 S.S.D. Portici, 2022 U.S. Angri,2023-, A.C. Sant’Antonio Abate 2023,  S.S.D. Scafatese. 

Palmares personale: 2015-2016: miglior portiere del torneo Internazionale di Carcare (Savona), 2017-2018 miglior portiere del torneo delle Sirene (Sorrento), 2018-2019: record di imbattibilità nel Campionato Giovanissimi U15 (373 minuti).

 

 





La prima domanda che le voglio fare è la seguente come sta andando questa stagione. Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure potrebbe fare di più?

 

In questa stagione stiamo vivendo degli alti e bassi, siamo partiti molto bene sia in campionato che in Coppa Italia; purtroppo nell’ ultimo mese e mezzo abbiamo avuto un black out totale in cui non siamo riusciti ad esprimere al meglio le nostre potenzialità, ma soprattutto il nostro calcio. 

 

Per quanto mi riguarda, è una stagione particolare in cui sto cercando di ritagliarmi dello spazio per giocare e fare esperienza; quando sono stato chiamato in causa credo di aver dato il massimo apporto alla squadra.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

L’ ho capito sin da bambino. Mio padre portava me e mio cugino più grande alle terme di Castellammare, solitamente la domenica mattina, in quel luogo  vi è un grande spiazzale dove tutti i bambini giocano a pallone; e da lì nasce la mia passione per il ruolo del portiere, poiché anche in tenera età mi mettevo in porta. In verità, tutto l’amore e la passione per il calcio la devo soprattutto al mio idolo, ormai ex calciatore preferito Zlatan Ibrahimović che per me è un mito e fonte di ispirazione.

 




 


La solita domanda che faccio sempre: suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?” (Anche se lei ha la maturità liceale (liceo linguistico) e sta studiando Scienze Motorie). 

 

I miei genitori mi sono sempre stati vicino nel mio percorso calcistico e non hanno mai forzato le mie scelte. A loro devo molto perché se sono l’uomo che sono oggi lo devo, appunto, a loro. Hanno sempre cercato di supportarmi pur richiedendo in cambio impegno e serietà nello studio. Grazie all’ impegno profuso sui libri e ai loro consigli sono riuscito a diplomarmi al Liceo Linguistico Severi di Castellammare di Stabia con un ottimo voto di 70/100 e di cimentarmi nel mondo universitario nella Facoltà di Scienze Motorie.

 








Lei quando si è reso conto che avrebbe voluto giocare nel ruolo del portiere?

 

Mi sono subito reso conto poiché quando guardavo i cartoni animati da bambino, solitamente “Holly e Benji” mi immedesimavo e rispecchiavo in Benji Price per le sue doti tecniche, ma soprattutto caratteriali. C’è un episodio che non dimenticherò mai di quando ero bambino, al primo allenamento alla scuola-calcio mi venne chiesto che ruolo volessi fare…o risposi prontamente: “il portiere” destando attenzione da parte dell’allenatore Ernesto Ferraro (grande persona e professionista esemplare, colui il quale mi ha fornito le basi del portiere) e del presidente.

 

L’allenamento di un portiere è differente rispetto a quello degli altri giocatori?

 

L’ allenamento dei portieri è completamente diverso dai calciatori di movimento. È un allenamento ad alta intensità con poche pause rispetto agli altri. Negli ultimi anni si sta modificando sempre più diminuendo la sua durata (30-40 minuti) per via dell’occorrenza dei portieri alla squadra. Come i calciatori di movimento, però, abbiamo un programma settimanale in cui ogni giorno ci dedichiamo ad un fondamentale del portiere.




 


 



Com’è la sua giornata tipo?

 

Non ho una giornata tipo, vivo la mia vita alla giornata: solitamente mi sveglio presto per studiare o lavorare, pranzo leggero e via con gli allenamenti, subito dopo palestra, cena a casa o uscita con gli amici.

 

Si dice sempre che il portiere giochi da solo è così? 

 

Il portiere è un eroe solitario nel bene e nel male; quando fai una parata dicono semplicemente che stai svolgendo il tuo lavoro, quando sbagli ti attaccano tutti e quindi in entrambi i casi sei solo. Non tutti possono fare questo mestiere che richiede grande forza ed elasticità mentale oltre all’ allenamento e alla dedizione giornaliera.

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

La squadra che resterà sempre nel mio cuore è il Poggibonsi, ero un ragazzino di 14 anni e mi hanno accolto come un figlio. Sono stato lì soltanto un anno, è stato un periodo della mia vita in cui ho appreso molto dalle persone che mi circondavano, in primis dal Mister Riccardo Di Pisello, un professionista serio e competente che ha migliorato diversi aspetti delle mie caratteristiche di portiere. 

 

Poggibonsi sarà sempre nel mio cuore non solo dal punto di vista calcistico ma anche a livello umano grazie alla bontà e all’ amicizia che mi lega al Presidente Vellini.

 








Lei ha ottenuto importanti successi e il Palmares lo dimostra, come è riuscito a raggiungere importanti risultati?


I risultati sono sempre frutto di duro lavoro. Bisogna cimentarsi con dedizione in tutto ciò che si fa, ma il merito non è soltanto tuo ma anche delle persone che sono al tuo fianco che ti supportano a dare il meglio di te, sia  negli allenamenti e sia  nelle partite.

 

Lei milita nella società SSD Scafatese, come sono i suoi rapporti con la dirigenza, con l’allenatore, con i compagni di squadra?


Sono da poco alla Scafatese (soltanto 6 mesi), mi trovo bene con tutti in particolare con i mie i compagni di squadra. Siamo un mix di giovani ed esperti, abbiamo il massimo rispetto l’un l’altro e ci stimoliamo ogni giorno negli allenamenti a dare il massimo.

 

Grandi discussioni con il mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Ci sono state persone con cui ho discusso in passato per decisioni che non ritenevo giuste. L’ importante è mettere in chiaro le cose e dire ciò che si pensa. Così sono abituato, non riesco ad essere falso.

 






Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)? 

 

Un mio pregio è sicuramente la professionalità che metto nel mio lavoro. Ogni giorno mi alleno come se fosse l’ultimo e do sempre tutto in qualsiasi cosa faccia. Il difetto è che a volte sono impulsivo, ma fa parte del mio modo di essere e della “pazzia” del portiere.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo?

 

Un giocatore che ammiro tanto è sicuramente “El Dibu” Martinez. Lo seguo da quando giocava al Getafe in Spagna. Posso dire di lui che è una persona vera e pure un grande professionista. È partito giovanissimo da casa proprio come me ed ha compiuto i suoi sogni passo dopo passo, partendo dall’ Independiente all’ Aston Villa, passando per l’ Arsenal e girovagando tramite alcuni prestiti. Non è mai stato considerato un titolare inamovibile, ma alla lunga ha avuto ragione lui dimostrando di essere il migliore nelle competizioni più importanti al mondo (Coppa America e Mondiale).



 




Se le arrivasse una chiamata da un club estero, partirebbe subito oppure ci penserebbe un po’?

 

Partirei subito senza pensarci. Mi piacerebbe apprendere nuove culture, lingue ma soprattutto nuove metodologie di lavoro diverse da quella italiana. So che non avrei problemi con la lingua e la cultura dato che sotto questo punto di vista mi sento un cosmopolita ossia un cittadino del mondo.

 

 Per me sono ben accetti qualsiasi tipo di  cambiamenti che il futuro potrebbe riservarmi,  anche se resto molto legato alla mia Castellammare.

 

 

 


 


A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Vorrei dedicare questa intervista a tutte le persone che mi vogliono bene, ma in particolare a mia nonna in cielo che è sempre al mio fianco.

 

Grazie e buon anno

 

 

 11 01    2024

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

giovedì 28 dicembre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

  

ALBERTO FAVIA 






 

Alberto Favia lavora nel mondo del calcio e così ci si presenta.


 

 Mi chiamo Alberto Favia e sono Direttore Generale del Givova Capri Anacapri, abbreviato G.C.A, Società sportiva campana militante nel Girone A Eccellenza,  sono  nato a Bari (BA) il 09/05/1983 e fin da piccolo ho coltivato con grande dedizione la mia passione per il calcio.

 

Dall'età di 6 anni calpestavo i campi baresi.

 

Da ragazzino ero un grande tifoso della squadra della mia città, ho visto giocatori nell' "astronave" del San Nicola di Bari, dal vivo come Joao Paolo, Igor Protti, Cassano.

 

 

Mi sono laureato presso l'università di Roma in Scienze Giuridiche.

 

Oltre a svolgere la figura di Direttore Generale ho lavorato come consulente marketing presso Juve Stabia in Serie C, culminata con la promozione in B, precedentemente ho lavorato per una società facente parte di Lottomatica nel Nord Italia”. 

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Come prima domanda le voglio fare questa: come sta andando il campionato del Givova Capri Anacapri? Soddisfatto delle prestazioni, oppure si potrebbe fare qualcosa di più?

 

Abbiamo concluso il girone di andata con 21 punti in classifica, è un girone molto complesso, ribattezzato da molti addetti ai lavori come una D2. Abbiamo rispettato gli obiettivi stagionali, al momento, però auspico un girone di ritorno più soddisfacente, mi auguro di riuscire a sorprendere, bisogna sempre crederci e migliorarsi, chi si ferma è perduto.



 




Questa domanda è diventata un classico per gli intervistati: come mai questa passione per il calcio?

 

La mia passione nasce da molto lontano, sin da bambino sui campi di calcio, da "pulcino", e fuori dal campo seguendo la squadra della mia città, Bari, con mio padre e mio fratello e con tanti amici appassionati, in casa e a volte anche in trasferta, sino ad arrivare ad oggi, non c'è giorno in cui non sono sul prato verde di un campo di calcio.

 


Già a sei anni lei calcava i campi baresi, poi ha frequentato delle scuole calcio, oppure il giocare a calcio era solo un divertimento?

 

All'età di 6 anni, mio nonno, grande appassionato e ex giocatore della primavera del Bari, mi portò al Green Park, una delle migliori scuole calcio baresi negli anni 90', adesso i numerosi campi di calcio sono stati quasi del tutto "sostituiti" da campi di padel e da un bar intitolato a Sofia Loren. 

 

Ho giocato per qualche anno, capendo i grandi sacrifici e le grandi privazioni che un ragazzino deve fare per provare ad inseguire il sogno di diventare calciatore, la passione deve spingere a gettare il cuore oltre i sacrifici, deve partire da lì la spinta. 

 

Dopo qualche anno di " sacrifici" ho deciso di giocare solo per divertimento. Lo sport di squadra ti permette di socializzare e di crescere sia in un contesto di scuola calcio che non.

 






Lei attualmente direttore generale del Givova Capri Anacapri, com’è riuscito a far parte di questa importante club?

 

Sono giunto sull'isola di Capri grazie alla "chiamata" del mio amico fraterno Adalberto Cuomo, grande imprenditore e Presidente dell'Asd Anacapri, scuola calcio divenuta realtà giovanile consolidata e importante nel panorama calcistico campano, grazie al grande lavoro meticoloso e scrupoloso. 

 

Nel 2021 è nato proprio grazie alla sinergia tra Adalberto Cuomo, Nino Florio e Luigi Federico, imprenditori isolani passionali e competenti (ultimi due sono gli attuali Presidente e Vice Presidente Gca) il Givova Capri Anacapri, che deriva del Real Anacapri 2018. 

 

Un progetto partito dalla seconda categoria e giunto in Eccellenza, per il secondo anno di fila, la mia "famiglia caprese" potrei definirla. Devo a queste persone il mio ruolo a Capri, di cui sono davvero onorato, hanno creduto nelle mie capacità e competenze, umane e professionali e ogni giorno mi impegno per far si che possano essere sicuri di aver fatto la giusta scelta.






Lei è nato a Bari, ma da circa 7 anni lavora in Campania, come mai questa regione, e non ovviamente la Puglia?

 

Penso che il mercato del lavoro non abbia più confini, quando ci sono delle opportunità importanti bisogna coglierle, anche se ciò comporta spostarsi dal luogo dove sei nato e essere lontano dalla propria famiglia, e poi è  difficile essere profeti in patria. 

Senz'altro ritrovo delle similitudini tra le due regioni, forse è questo il motivo per il quale mi trovo bene.

 


Perché molti giocatori ripetono la solita frase (quelli che non sono riusciti ad arrivare a certi obiettivi: “Non ho avuto le giuste conoscenze, se le avessi avute sarei arrivato molto più in alto”?

 

Sicuramente avere conoscenze può aiutare inizialmente, ma sono convinto che solo chi ha le giuste ed adeguate capacità può "arrivare”, ne sono fermamente convinto.

 


Generalmente quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente? 

 

Sono in controtendenza rispetto al trend del calcio moderno che si basa sulla fisicità, sulla struttura e sulle qualità aerobiche-motorie. 

 

A me colpisce molto la tecnica individuale e la "fantasia" di un giocatore, la capacità di vincere i duelli, di saltare l'uomo in dribbling, di vedere "giocate" che altri giocatori non vedono, ahimè nei campi di calcio se ne vedono sempre di meno di calciatori con queste determinate caratteristiche, il calcio a tutti i livelli è diventato uno sport molto fisico e basato sulla struttura.

 







Sino a questo momento, successi e delusioni si equivalgono oppure maggiori sono i successi rispetto alle delusioni? 

 

Ricordo solo i successi.  Le delusioni le cancello in fretta, per fortuna, resetto e vado avanti.

 


Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio (dal punto di vista lavorativo è evidente)? 

 

Penso che il mio più grande pregio sia quello di essermi sempre cimentato in tutto, anche in dinamiche lavorative lontane dalla mia formazione di base, questo mi ha portato ad imparare e a crescere, anche quando le difficoltà mi sembrano insormontabili ho capito che bisogna provarci sempre, con impegno e perseveranza ci si può arrivare. 

Il mio difetto è senza dubbio che nelle rare volte che perdo la pazienza è meglio stare alla larga.

 


Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Perché esistono altri sport? (ironico)

 

Un sogno per il futuro?

 

Portare il Givova Capri Anacapri in Serie D, se posso sognare ancora più in grande nei professionisti.



 




Ultima domanda, a chi vorrebbe dedicare quest’intervista?

 

La dedico a tutte le persone che mi hanno voluto bene in questo cammino professionale e che hanno stima e fiducia in me e a tutto lo staff con cui quotidianamente collaboro.


Grazie e buon anno.



28  12    2023

 

(Tutti i diritti riservati)