SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
MICHELE
MARTORIELLO
Michele Martoriello è nato a Castellamare di Stabia il 10 maggio del 2004, gioca a calcio nel ruolo di portiere, ed è alto 185 cm. Scuola calcio: 2010-2015 A.S.D. Club Napoli, 2015-2018 S.S.D. Virtus Junior Napoli, giovanili,2018-2019 U.S. Poggibonsi, 2019-2021 S.S. Juve Stabia, 2022 S.S.D. Portici, 2022 U.S. Angri,2023-, A.C. Sant’Antonio Abate 2023, S.S.D. Scafatese.
Palmares personale: 2015-2016: miglior portiere del torneo Internazionale di Carcare (Savona), 2017-2018 miglior portiere del torneo delle Sirene (Sorrento), 2018-2019: record di imbattibilità nel Campionato Giovanissimi U15 (373 minuti).
La prima domanda che le voglio fare è la seguente come sta andando questa stagione. Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure potrebbe fare di più?
In questa stagione stiamo vivendo degli alti e bassi, siamo partiti molto bene sia in campionato che in Coppa Italia; purtroppo nell’ ultimo mese e mezzo abbiamo avuto un black out totale in cui non siamo riusciti ad esprimere al meglio le nostre potenzialità, ma soprattutto il nostro calcio.
Per quanto mi riguarda, è una stagione particolare in cui sto cercando di ritagliarmi dello spazio per giocare e fare esperienza; quando sono stato chiamato in causa credo di aver dato il massimo apporto alla squadra.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
L’ ho capito sin da bambino. Mio padre portava me e mio cugino più grande alle terme di Castellammare, solitamente la domenica mattina, in quel luogo vi è un grande spiazzale dove tutti i bambini giocano a pallone; e da lì nasce la mia passione per il ruolo del portiere, poiché anche in tenera età mi mettevo in porta. In verità, tutto l’amore e la passione per il calcio la devo soprattutto al mio idolo, ormai ex calciatore preferito Zlatan Ibrahimović che per me è un mito e fonte di ispirazione.
La solita domanda che faccio sempre: suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?” (Anche se lei ha la maturità liceale (liceo linguistico) e sta studiando Scienze Motorie).
I miei genitori mi sono sempre stati vicino nel mio percorso calcistico e non hanno mai forzato le mie scelte. A loro devo molto perché se sono l’uomo che sono oggi lo devo, appunto, a loro. Hanno sempre cercato di supportarmi pur richiedendo in cambio impegno e serietà nello studio. Grazie all’ impegno profuso sui libri e ai loro consigli sono riuscito a diplomarmi al Liceo Linguistico Severi di Castellammare di Stabia con un ottimo voto di 70/100 e di cimentarmi nel mondo universitario nella Facoltà di Scienze Motorie.
Lei quando si è reso conto che avrebbe voluto giocare nel ruolo del portiere?
Mi sono subito reso conto poiché quando guardavo i cartoni animati da bambino, solitamente “Holly e Benji” mi immedesimavo e rispecchiavo in Benji Price per le sue doti tecniche, ma soprattutto caratteriali. C’è un episodio che non dimenticherò mai di quando ero bambino, al primo allenamento alla scuola-calcio mi venne chiesto che ruolo volessi fare…o risposi prontamente: “il portiere” destando attenzione da parte dell’allenatore Ernesto Ferraro (grande persona e professionista esemplare, colui il quale mi ha fornito le basi del portiere) e del presidente.
L’allenamento di un portiere è differente rispetto a quello degli altri giocatori?
L’ allenamento dei portieri è completamente diverso dai calciatori di movimento. È un allenamento ad alta intensità con poche pause rispetto agli altri. Negli ultimi anni si sta modificando sempre più diminuendo la sua durata (30-40 minuti) per via dell’occorrenza dei portieri alla squadra. Come i calciatori di movimento, però, abbiamo un programma settimanale in cui ogni giorno ci dedichiamo ad un fondamentale del portiere.
Com’è la sua giornata tipo?
Non ho una giornata tipo, vivo la mia vita alla giornata: solitamente mi sveglio presto per studiare o lavorare, pranzo leggero e via con gli allenamenti, subito dopo palestra, cena a casa o uscita con gli amici.
Si dice sempre che il portiere giochi da solo è così?
Il portiere è un eroe solitario nel bene e nel male; quando fai una parata dicono semplicemente che stai svolgendo il tuo lavoro, quando sbagli ti attaccano tutti e quindi in entrambi i casi sei solo. Non tutti possono fare questo mestiere che richiede grande forza ed elasticità mentale oltre all’ allenamento e alla dedizione giornaliera.
Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più legato?
La squadra che resterà sempre nel mio cuore è il Poggibonsi, ero un ragazzino di 14 anni e mi hanno accolto come un figlio. Sono stato lì soltanto un anno, è stato un periodo della mia vita in cui ho appreso molto dalle persone che mi circondavano, in primis dal Mister Riccardo Di Pisello, un professionista serio e competente che ha migliorato diversi aspetti delle mie caratteristiche di portiere.
Poggibonsi sarà sempre nel mio cuore non solo dal punto di vista calcistico ma anche a livello umano grazie alla bontà e all’ amicizia che mi lega al Presidente Vellini.
Lei ha ottenuto importanti successi e il Palmares lo dimostra, come è riuscito a raggiungere importanti risultati?
I risultati sono sempre frutto di duro lavoro. Bisogna cimentarsi con dedizione in tutto ciò che si fa, ma il merito non è soltanto tuo ma anche delle persone che sono al tuo fianco che ti supportano a dare il meglio di te, sia negli allenamenti e sia nelle partite.
Lei milita nella società SSD Scafatese, come sono i suoi rapporti con la dirigenza, con l’allenatore, con i compagni di squadra?
Sono da poco alla Scafatese (soltanto 6 mesi), mi trovo bene con tutti in particolare con i mie i compagni di squadra. Siamo un mix di giovani ed esperti, abbiamo il massimo rispetto l’un l’altro e ci stimoliamo ogni giorno negli allenamenti a dare il massimo.
Grandi discussioni con il mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?
Ci sono state persone con cui ho discusso in passato per decisioni che non ritenevo giuste. L’ importante è mettere in chiaro le cose e dire ciò che si pensa. Così sono abituato, non riesco ad essere falso.
Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)?
Un mio pregio è sicuramente la professionalità che metto nel mio lavoro. Ogni giorno mi alleno come se fosse l’ultimo e do sempre tutto in qualsiasi cosa faccia. Il difetto è che a volte sono impulsivo, ma fa parte del mio modo di essere e della “pazzia” del portiere.
Un giocatore che lei ammira tantissimo?
Un giocatore che ammiro tanto è sicuramente “El Dibu” Martinez. Lo seguo da quando giocava al Getafe in Spagna. Posso dire di lui che è una persona vera e pure un grande professionista. È partito giovanissimo da casa proprio come me ed ha compiuto i suoi sogni passo dopo passo, partendo dall’ Independiente all’ Aston Villa, passando per l’ Arsenal e girovagando tramite alcuni prestiti. Non è mai stato considerato un titolare inamovibile, ma alla lunga ha avuto ragione lui dimostrando di essere il migliore nelle competizioni più importanti al mondo (Coppa America e Mondiale).
Se le arrivasse una chiamata da un club estero, partirebbe subito oppure ci penserebbe un po’?
Partirei subito senza pensarci. Mi piacerebbe apprendere nuove culture, lingue ma soprattutto nuove metodologie di lavoro diverse da quella italiana. So che non avrei problemi con la lingua e la cultura dato che sotto questo punto di vista mi sento un cosmopolita ossia un cittadino del mondo.
Per me sono ben accetti qualsiasi tipo di cambiamenti che il futuro potrebbe riservarmi, anche se resto molto legato alla mia Castellammare.
A chi vorrebbe dedicare questa intervista?
Vorrei dedicare questa intervista a tutte le persone che mi vogliono bene, ma in particolare a mia nonna in cielo che è sempre al mio fianco.
Grazie e buon anno
11 01 2024
(Tutti i diritti riservati)
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