Archivio blog

mercoledì 5 giugno 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

  

ANTONIO

VALENTINO

 

 


     

 

Antonio Valentino oltre a essere un grande appassionato di calcio, tifoso della Real San Giovannese è anche il fotografo ufficiale di questa squadra. 

 

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente che cosa ha provato al termine della partita che ha decretato il passaggio della Real Sangiovannese in promozione?

 

Al termine della partita a primo impatto per l’euforia non riuscivo a capire ancora realmente cosa siamo riusciti a fare il giorno dopo ho metabolizzato tutto ed ho provato il senso di riscatto su tutto.

 

Immagino che per il quartiere di San Giovanni a Teduccio sia stata una bella soddisfazione?

 

Per San Giovanni a Teduccio è stata una gioia immensa vedere la propria squadra dominare su qualsiasi campo nei quali hanno giocato.

 






Lei ha una grande passione per il calcio, quand’è che ha scoperto di averla?

 

La passione per il calcio  l’ho  scoperta per strada con i miei amici, ci bastava un po’ di spazio per creare un campo da calcio e vedendo ciò  mi sono innamorato di questo sport.

 

Lei è il fotografo ufficiale della squadra, generalmente come si svolge la sua attività, mi spiego, la segue solo nelle partite ufficiali, oppure anche durante gli allenamenti e nelle amichevoli? 

 

Il mio lavoro da fotografo per la squadra riguarda gli allenamenti, le amichevoli e le partite ufficiali, sono sempre presente.

 

 

Com’è riuscito a diventare il fotografo ufficiale, è stato contattato da qualcuno, immagino?

 

Sì, sono stato contattato dai due presidenti in persona e li ringrazio se oggi posso dedicare questa mia passione sia per i social e sia per il calcio.

 

Secondo lei qual è la forza di questa squadra? 

 

La forza di questa squadra è il collettivo, sono sempre pronti ad aiutarsi uno con l’altro, non ci sono “prime donne”, tanto per farmi capire.



Conosco da diverso tempo il signor Ciro Ibello, a mio è una persona squisita, un grande amante di questo sport, per lei cosa rappresenta? 


Il direttore Ciro Ibello per me rappresenta veramente il calcio, è  una persona genuina pronto ad aiutare il prossimo e grazie anche a lui se abbiamo raggiunto questo  splendido risultato della promozione.




Il prossimo anno siete in promozione, e poi dove le piacerebbe che la squadra arrivasse?

 

Per il momento pensiamo a come far bene   in promozione, poi, certamente, in futuro mi piacerebbe vedere sempre la squadra lottare per obbiettivi più importanti.

 






Da come so lei usa come social Tik Tok e so che la squadra ha tante visualizzazioni, ci potrebbe spiegare meglio quello che lei fa su Tik Tok per promuovere la squadra? 

 

Principalmente su Tik Tok si creano contenuti e io promuovo principalmente dei video generati dalla spontaneità dei giocatori,  ad esempio: quando si fa il pre partita e quando si scende in campo con il discorso di un giocatore oppure del presidente.

 

 

Lei è nato a che cosa rappresenta per lei il quartiere di San Giovanni a Teduccio?

 

Per me San Giovanni rappresenta tutto, questo quartiere mi ha dato tanto e ringrazio e lo ringrazio  per la persona che sono oggi.

 


A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

La mia intervista la dedico al direttore Ciro ibello al mister Luigi Principe, ai presidenti Pasquale e Danilo Errico, al direttore Ciro Correale, Andrea Mammarella e l’avvocato Mario Pelliccio e al direttore Alessandro Campagna, infine a tutti i miei ragazzi che hanno portato questa squadra di San Giovanni A Teduccio in  promozione.

 

 

 

Grazie 

 

05 06    2024 

martedì 4 giugno 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

GIANFRANCO

CICCONE

 


 

 Gianfranco Ciccone è classe 1976 di Napoli è stato un giocatore   di calcio e ora è allenatore, così si presenta: “ 

 

 

“Cresciuto calcisticamente settore giovanile dell'Empoli fino alla prima squadra, poi ho giocato in Serie C serie D e ho smesso nel 2014 intraprendendo la carriera da allenatore facendo il secondo, poi diventando primo dove ho vinto il campionato juniores Coppa Italia promozione, il campionato eccellenza Coppa, tutto questo in pochi anni.

 

Queste le squadre dove ho militato: Empoli, Iperzola, Fano, Teramo, Maceratese, Mazzara del Vallo, Palmese, Calangianus, Viribus Unitis, Orvietana.

 

Per quel che concerne la mia carriera da allenatore queste sono le squadre: allenatore in seconda, Orvietana dalla promozione dove abbiamo vinto la Coppa Italia fino alla serie D, da secondo allenatore in prima all’ Orvietana juniores campionato vinto, Acquapendente promozione, Orvietana eccellenza vinto il campionato, Atletico BMG eccellenza vinto Coppa Italia.”

 

 


 


La prima domanda che le voglio fare è lei è un calciatore conosciuto, stimato da molti, ha giocato in club importanti, e ora è allenatore, le chiedo come si raggiungono simili traguardi? 

 

I traguardi si raggiungono con sacrificio e dedizione al lavoro. Sicuramente da allenatore e molto più difficile.

 

Questa domanda mi sembra ovvia visto che sono nato a Fano, che cosa si ricorda dell’esperienza fanese? Si era ambientato bene?

 

A Fano ci sono stato nel 1998 benissimo, è una  cittadina fantastica per come si vive,  calcisticamente però  non abbiamo fatto bene.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho iniziato a giocare da piccolo che avevo 5 anni e da subito ho percepito che sarebbe stato tutta la mia vita.

  

I suoi genitori all’inizio hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Mia madre era contraria voleva che pensassi più allo studio, però avevo tutto l'appoggio di papà.



 




A 14 anni lei lascia Napoli e va all’Empoli, dopo pochi giorni che lei era nel club, non le mancava la famiglia; gli amici, non sentiva nostalgia di casa -era un ragazzino- ?

 

Si ha 14 anni sono andato a Empoli e mi sono ambientato subito l'Empoli calcio, mi sentivo  in famiglia, nostalgia di casa  poca visto che da piccolo tornavo ogni 15 giorni a casa.



 




Come sono stati quegli anni che ha trascorso all’Empoli, mi pare di aver capito che sono stati anni positivi e formativi, è così?

 

Gli anni a Empoli sono stati formativi oltre che per il calcio anche a livello di crescita personale, visto che dovevo pensare a me stesso non avendo i genitori vicino.

 

So che ha conosciuto diversi allenatori e calciatori, giovani, ma che poi avrebbero fatto una bella carriera, queste persone che cosa le hanno lasciato?

 

A Empoli ho avuto la fortuna di conoscere allenatori come: Spalletti, Domenichini e  giocatori come: Montella Toni ma soprattutto Totò Di Natale era diventato un fratello, tutti loro  mi hanno insegnato tanto nel proseguo.


 




 

Quando subisce un brutto infortunio? In quel momento non facile chi le è stato vicino?

 

Purtroppo nella mia carriera ho  subito tanti infortuni e gravi, ho rotto per la prima volta i legamenti crociati a 16 anni poi a 20 ,e non è facile reagire, ho avuto la fortuna di avere vicino la famiglia e lo staff medico che mi dava la forza di andare avanti.

 

Dopo l’Empoli lei è stato in diverse squadre, qual è la squadra che le è rimasta nel cuore?

 

La squadra che mi è rimasta nel cuore tutte sicuramente è orvietana visto che  vivo a Orvieto.

 

Quando si va a giocare in tante squadre bisogna avere anche sapersi adattare, nuovi giocatori, nuovo ambiente, lei riusciva ad adattarsi bene? 

 

Dopo Empoli ho girato tanto,  mi sono trovato bene in quasi tutte le regioni dove ho giocato: la Sardegna,  la Sicilia oltre all’ l'Umbria e alla Toscana.


Da come leggo tutti provano a diventare calciatori? Ma non è certamente facile, la concorrenza è spietata, lei che cosa consiglierebbe a un ragazzo che volesse intraprendere la sua stessa carriera?

 

Tutti provano a fare i calciator,  ma non è facile vista la tanta concorrenza che c'è;  il mio consiglio è credere in quello che si fa.

 

Generalmente che ruolo aveva all’interno del gruppo, mi spiego ascoltava i consigli dei compagni, discuteva serenamente con loro, oppure tendeva a imporre la sua volontà?

 

Intendevo a imporre la mia volontà con serenità.

 

Ora lei è allenatore, che effetto le fa essere dall’altra parte?

 

Fare l'allenatore è l'opposto del calciatore, è bellissimo ma pieno di pensieri, si vive solo di calcio 24 su24.

 








La caratteristica principale che deve avere un allenatore?

 

Non c'è una caratteristica principale, io non faccio quello che mi dava fastidio quand’ero un calciatore,  cerco di capirlo a trecento sessanta gradi.

 

Quando una squadra non ottiene quanto si era prefissato all’inizio il primo ad andarsene è l’allenatore, ma non sarebbe più giusto cacciare i giocatori? Se fosse così sarebbero più motivati a giocare bene, non trova?

 

Purtroppo paga sempre una persona, è più facile mandare via il  mister  che venti,  i calciatori fanno le fortune e le sfortune dell'allenatore.



 




Il miglior allenatore in questo momento secondo lei chi è?

 

Italia ci sono tanti allenatori bravi, ma per me Luciano Spalletti e il top.

 

Lei è vive a Orvieto da diversi anni, come ci si trova?

 

Vivo a Orvieto dal 2005 e non posso dire che bene, è una  cittadina di 20 mila abitanti, è  tranquilla, con tanta pace attorno,  inoltre è immersa nel verde.

 

Ci dica la verità, non le manca Napoli?

 

La verità è che sono andato via da Napoli molto presto, quindi non la sento la mancanza, però non nascondo che ci vado spesso.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Il sogno che poi non è un sogno è il seguente: vorrei che ci fosse più serenità tranquillità in questo mondo.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Sicuramente dedico questa intervista a tutte le persone a me care,  a mio papà che ci ha lasciato da poco,  e a una persona che sta nel mondo del calcio, si tratta di  un direttore sportivo, abbiamo lavorato poco insieme , ma  ci sentiamo tutti i giorni lo reputo uno di famiglia, mi consiglia tanto e  riesce a farmi ragionare anche nei momenti quado sono arrabbiato.

 

Grazie 

 

 04  06    2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

venerdì 31 maggio 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

  

CIRO 

IBELLO

 


 

Ciro Ibello, classe 1963, è direttore saporivo della Real Sangiovannese, squadra di calcio di Napoli. Questa è la seconda intervista.

 

 

“Mi chiamo Ciro Ibello sono nato il 15 04 1963 il mio hobby è sempre stato il calcio ho giocato un po' di seconda categoria negli anni 1980 poi ho iniziato come dirigente scuola calcio centro Ester. 

Sono 13 anni che sono il direttore sportivo e queste sono le società dove ho società: Fulgore San Giorgio, Sporting Campania, Sporting Barra, Barrese, l’anno scorso abbiamo vinto il campionato. Ora orgogliosamente sto con il Real Sangiovannese squadra del mio quartiere dove cercherò di fare del mio meglio: dare il massimo!”

 

 





 


 

Signor Ciro Ibello, sabato 25 è data che lei ricorderà per molto tempo, il perché è facile intuirlo: la Real Sangiovannese è riuscita ad approdare in Promozione. Dopo aver battuto lo Sporting Ponte ai calci di rigore! Nello spareggio con i beneventani, ad uscire vincitrice è la squadra di San Giovanni a Teduccio. Un bellissimo risultato e complimenti, dica la verità si aspettava la vittoria, oppure lei aveva dei dubbi su chi sarebbe uscita vincitrice?

 

Il 25 maggio sarà una data che porterò nel cuore per diverso tempo, anche perché ho tantissimi ricordi; sinceramente io ci ho creduto dal primo giorno e con me anche il direttore generale Ciro Correale, abbiamo allestito questa squadra sperando di arrivare primi, personalmente ci credevo, saremmo arrivati primi se la FIGC non avesse  cambiato regolamento,  ma va bene ugualmente, l’obiettivo è stato raggiunto.

 

La seconda domanda è d’obbligo: progetti per il futuro, mi spiego, avete in mente qualche attività particolare per i giocatori? 

 

Per il momento l’anno è chiuso, ovviamente, vedremo nelle prossime settimane assieme alla società,  e in modo particolare con il direttore generale, la società e il mister dove e come dobbiamo lavorare con i ragazzi, in tutta sincerità ti posso dire che personalmente cambierei poco.

 






Secondo lei come siete riusciti a raggiungere un traguardo così importante?

 

Il traguardo raggiunto è un lavoro fatto da tutti noi: dal magazziniere al segretario, nel calcio quello che conta in primis sono le persone giuste al posto giusto, il  rispetto reciproco, il m non scavalcare ruoli e ascoltare tutte le proposte di chi le fa, infine  si decide.

 

 

Ho intervistato diversi mesi fa il vostro capitano Pasquale Esposito, una persona speciale, e credo qualche altro giocatore, per non fare torto a nessuno, le chiedo un breve commento sulle caratteristiche tecniche di questo giocatore, quali sono?

 

L'intervista che ha fatto al nostro capitano Lino Esposito rispecchia la squadra che abbiamo costruita ragazzi, ti posso dire che  sono  uomini  eccezionali e che  nella  finale hanno dato il massimo,  le caratteristiche di Esposito sono uguali  a tutti il resto della rosa, si sono messi  a disposizione del mister in diversi ruoli, e ottenendo ottimi risultati.

 

Avete intenzione di fare una festa, immagino, quando festeggerete, la località sarà San Giovanni a Teduccio? 

 

Sicuramente la Real Sangiovannese dei fratelli D'Errico grandissimi ed eccezionali ragazzi faranno una festa per la squadra e per i tifosi, menzionando quest’ultimi li voglio ringraziare per l’affetto che hanno dato  per la squadra, hanno  riempito sempre gli stadi in casa, ma soprattutto in trasferta. 

 

Quand’è nato che il progetto di questa squadra? 

 

Il progetto è nato tre anni fa, la squadra stava in terza categoria ed il mister Principe è riuscito a  portarla in prima,  quest'anno siamo stati contattati dai presidenti io è il direttore generale  Correale (nella foto a sinistra) , e siamo riusciti  ad allestire  una  squadra che ci ha portato in promozione.  


 






Un sogno per il futuro 


Lavorare in tranquillità, come sono abituato, poi se si fa bene i risultati arrivano.




Che cosa si sente di promettere ai tifosi?


Loro saranno il nostro dodicesimo uomo e se vogliono saranno accettati con grande gioia anche negli allenamenti, potranno avere il piacere di stare assieme ai giocatori e di vivere l’esperienza del calcio a 360°.



Infine a chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

A chi vorrei dedicare questa intervista? Sicuramente per obbligo alla mia famiglia, a seguire il  Presidente, il  mister Principe, il dg Correale,Alessandro Campagna,  Andrea Mammarella, l’ avvocato Pelliccia, il  nostro fotografo Antonio Valentino il  grande magazziniere Giovanni, al preparatore dei portieri Francesco e al mio amico e fratello Gaetano.

 



E un grazie di cuore a tutti i nostri tifosi.

 



Grazie mille complimenti per l’ottimo risultato.

 

31 maggio     2024

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

lunedì 27 maggio 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 


RENATO 

VOLLARO 



 



     

 

Renato Vollaro classe 2006 è un giocatore   di calcio, ruolo difensore, ed abita a Scampia (Napoli). Ha militato nelle seguenti squadre: Arci Scampia, Boys-Melito, Gladiator 1924, (solo un anno), quest’anno gioca nell’ Alvignano, promozione girone A. 

 

 

 





La prima domanda che le voglio fare è la seguente, lei ha subito un infortunio e a causa di ciò è dovuto stare a casa tre mesi, come ha superato questo difficile momento? 

 

Ti posso dire che questo infortunio mi ha causato il fatto che sono dovuto stare fermo quasi tre, mesi, ho superato questo momento non proprio esaltante grazie a mio padre e mamma, tutti i giorni mi hanno sostenuto e mi sostengono ancora: inoltre dico grazie a me stesso, crederò in me sino all’ultimo respiro. 

 

Quest’anno lei giocato con il club Alvignano, com’è terminata la stagione?

 

Quest’anno con l’Alvignano la stagione è terminata che ci siamo salvati tra alti e bassi, sono contento di come sia andata, mi hanno trattato fin dal primo giorno benissimo, mi sentivo a casa.

 






Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Il calcio è diventato la mia grande passione sin da quando ero un bambino piccolo, da 9 anni mi sono reso conto che diventare un bravo giocatore sarebbe stato il mio sogno più grande.

 

I suoi genitori, visto che lei studia, cosa le dicono: pensa a studiare, oppure cerca di dare il massimo sia nello sport sia a scuola?

 

Per I miei genitori  la scuola è fondamentale per il mio futuro, ma ritengono che anche il calcio sia altrettanto importante.

 

L’esperienza al Gladiator è stata importante per lei, come si era trovato in quel club?

 

Al Gladiator sono stato benissimo, i ragazzi sono bravissimi, per chiudere si tratta di  una società meravigliosa sotto tutti gli aspetti.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Oltre a calcio mi piace seguire anche molto il tennis, è un bel sport.

 

Secondo lei, visto che sei giovanissimo, perché tutti vogliono diventare giocatori, per diventare famosi oppure per condurre una vita nel lusso?

 

Io non penso al lusso o a diventare famoso, penso sempre a divertirmi, poi se dovessi diventare famoso ed avere certi agi andrebbe bene, ma non sono i miei obiettivi. 

 

Come mai ha scelto il ruolo del difensore?

 

Ho scelto il ruolo del difensore perché mi piace essere il leader nel comandare la difesa e di marcare a uomo.

 






Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

All’interno di un gruppo ascolto sempre le persone che hanno più esperienza, inoltre cerco di discutere serenamente con tutto il gruppo.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Un mio pregio: la marcatura a uomo e leggere il gioco, un difetto: riguarda la  costruzione della palla a terra. 

 






Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Il mio idolo è  Giorgio Chiellini, in lui vedo alcune mie caratteristiche, in sintesi: vedo me stesso.


 

Ho intervistato tanti giocatori di Scampia, alcuni giovani e altri meno giovani, che cosa rappresenta per lei questo quartiere?

 

Per me Scampia e uno di quei quartieri che se lo vivi dall’ interno è bellissimo, però Scampia per la gente del nord porta fa una certa  impressione, “brutta “ ovviamente,  invece non è così:  Scampia e un quartiere fantastico. 

 

Di lei ho sentito parlare benissimo, che ha delle grandi doti, come è riuscito a diventare un bravo giocatore?

 

Forse perché sono sempre umile, devo anche specificare, inoltre, il fatto che   devo crescere ancora e imparare ancora molto, ma  molto; per concludere è  la mentalità che deve migliorare affinché cresca sempre.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Di diventare un calciatore professionista. Questo  per aiutare  tutte le persone che mi sono state vicino e che mi sono  vicino;   mio padre e mia mamma  fanno tanti sacrifici;  se questo sogno diventasse  realtà vorrei aiutare i bambini bisognosi.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

A tutta la mia famiglia.

 



Grazie 

 

27  05    2023

 

(Tutti i diritti riservati)