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lunedì 5 febbraio 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ANTONIO

LAGHEZZA

 


 

 Antonio Laghezza è un giocatore   italiano, ruolo portiere è nato   il 18 luglio del 1988, e abita a Francavilla Fontana (Brindisi) e questa è la sua carriera.

 

 Nel 2005 gioca nella primavera del Catanzaro, serie B, 15 le partite.

 

 Nel 2007, stagione 2006 – 2007 Antonio Laghezza esordì nel campo professionistico di serie C2 con il Catanzaro. Viene poi acquistato dal Grottaglie. Con il Grottaglie esordì nel campionato dilettantistico di Serie D, giocando tutte le partite del campionato di Serie D. Con il Grottaglie ha 34 presenze. Nel 2008 viene acquistato dal Francavilla. Con il Francavilla giocò un ottimo campionato di serie D. Con il Francavilla ha 31 presenze. Nel 2009 Antonio Laghezza viene acquistato dal Grottaglie di nuovo. Nel 2010 viene premiato come miglior portiere del girone H del campionato di serie D. Con questo club raggiunse 2011-2012 le 100 presenze nel campionato si serie D. Dopo 6 stagioni decise di trasferirsi, totale 151 presenze. Nel 2015 viene acquistato dal Casarano ed esordisce nel campionato di eccellenza: 19 presenze.

 

 Nel 2016 viene acquistato dal Novoli. Con il Novoli subisce un bruttissimo infortunio nel 2017 alla fine della stagione in Eccellenza. Nel 2017 viene acquistato dal Deghi. Nel 2018, stagione 2018-2019 segna un bellissimo gol nel campionato di Promozione.

 


 Nella stagione 2020-2021 gioca con gli Spartan Boys Ginosa nel campionato di Eccellenza.

 

 Nella stagione 2021- 2022 prima milita nell’Avetrana calcio, in promozione, sempre nello stesso anno a dicembre si trasferisce a Grottaglie in eccellenza, giocando tutte le partite, e fecero fatto un piccolo miracolo, la salvezza, quando arriva a dicembre erano ultimi con 7 punti. Fu una grande festa per tutta la città. 

 

 Poi si trasferisce al Brillacampi, nel 2023 era in promozione, riescono a vincere il campionato tramite i play off, nell’ ultima gara dei play off al 120 minuto para un calcio di rigore, la squadra raggiunge così l’obiettivo dell’eccellenza. Nella stagione 2023-2024 milita ancora al Brillacampi e ho giocato tutte le partite. 

 

 

 

 


 

 


Lei è molto conosciuto, è stimato e tutti la definiscono come un portiere eccellente. È giovane e la mia prima domanda è questa, quali obiettivi si prefigge? 

 

Grazie per il giovane, va detto che sicuramente a 36 anni nella mente sei ancora giovane, ma purtroppo il fisico a volte ti inizia a fare capire che ahimè giovane non sei più, soprattutto quando sei costretto ad allenarti quasi ogni giorno e giocare poi la domenica. Comunque ti parlo da giovane e ti dico che obiettivi nel calcio ne ho ancora qualcuno da poter realizzare, uno di questi è quello prefissato con la mia attuale società ad inizio anno, che sarà difficile, ma “Non Molliamo Mai”.



 


 


Il 5 di novembre del 2023 A novembre la sua squadra attuale, il Brilla Campi vince una gara importante contro l’Ostuni 1945, con un punteggio di 2-0. Questa partita verrà ricordata per un gesto che le fa onorece lo vuole raccontare?

 

Ma credo che il gesto fatto in quella occasione sia alla base della sportività a prescindere da qualsiasi risultato si ottenga sul quel rettangolo verde. 

 

Io ho semplicemente consolato il mio collega portiere avversario che in quella occasione purtroppo era giù di morale per via del risultato negativo ottenuto nei 90 minuti di gara. Noi addetti ai lavori dobbiamo sempre ricordarci che lo sport è un divertimento e per alcuni può essere anche un esempio di vita, perché il calcio o qualsiasi altro sport ti permette di crescere  nei vari periodi della nostra esistenza, e in alcuni casi può darti una mano ad affrontare i vari ostacoli che si presentano sul nostro cammino. 


 




 

Le faccio i miei complimenti, di questi gesti ne vedo pochi, e penso che questo sia il vero calcio, e come dice lei, io stesso di calcio ne vedo poco, secondo lei il vero calcio, il calcio del rispetto dell’avversario c’è ancora?

 

Spero e credo che esista ancora tutto ciò, anche perché noi più veterani dobbiamo essere da esempio per le nuove generazioni che vogliono usare lo sport come loro punto fondamentale della vita! E questi gesti danno una mano a tutto l’ambiente calcistico che a volte si macchia di episodi negativi.



 


 


Si ricorda il momento preciso che ha pensato che il calcio sarebbe diventata la sua passione più grande?

 

Ricordo con molto piacere che quando decidemmo io insieme alla mia famiglia che all' età adolescenziale di 16 anni sarei dovuto  andare via di casa, iniziai a pormi degli obbiettivi e uno di questi era appunto cercare di fare crescere giorno dopo giorno la mia esperienza calcistica, e credo che da quel momento in avanti sia partito un “po' tutto”.

 






I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio” (anche se so che suo padre è stato e sarà sempre il tifoso più grade)?

Tornando a suo padre che cosa le ha insegnato di importante per farla diventare l’uomo che è oggi?

 

I miei genitori sono stati unici in tutto e dovrò dirgli grazie per sempre per aver fatto dei sacrifici nei miei confronti, mio padre è un esempio di vita vissuta e grazie a lui ho imparato e sto imparando ancora adesso il mondo del lavoro, mi rendo conto ora che anche io ho una famiglia e dei figli, che ringrazio ogni giorno per il sostegno che mi danno a partire da mia moglie Emma che è super in tutto sino a finire a miei due splendidi gemelli Cosimo e Pietro che per me sono linfa vitale per ogni cosa che faccio,  portare avanti e sacrificarsi per la famiglia è davvero dura e per questo dico solo grazie a loro per quello che sono. 



 



Un’azione che tutti ricorderanno è quello che è successo  quando lei era al Deghi, nella stagione 2018-2019, dove lei  riesce a segnare il suo primo gol. Ma com’è stato possibile tutto ciò? E che cos’ha la spinta a lasciare libera la porta?

Sicuramente è stato un momento veramente pazzesco della mia umile carriera da giocatore, dove follia e pazzia si sono uniti in un unico momento. Puoi provarlo a sognare un momento del genere da portiere, ma non immagini mai che possa accadere, a me è accaduto e dico grazie alla vita per questo bellissimo goal.

 





 



Durante una partita lei ha subito un brutto fallo, tanto che è stato operato alla milza, mi scusi visto che lei sentiva un gran dolore, non sarebbe stato meglio se non avesse continuato, lei ha rischiato di morire, e questo lo sanno tutti, quello che voglio chiederle e, mi scusi se la domanda può sembrare banale, ma valeva la pena di continuare la partita?

 

Quel giorno purtroppo è stato la mia seconda data di nascita proprio in virtù di quel bruttissimo episodio. 

 

Con il senno di poi dico che sicuramente era meglio stare fermo appena dopo aver subito quel brutto fallo, ma la voglia e determinazione di raggiungere l’ obiettivo di vincere il play- out con la società dove militavo ,che era il Novoli calcio, mi hanno permesso di stringere i denti e festeggiare due avvenimenti, uno la nostra permanenza nella categoria Eccellenza, un bellissimo traguardo e infine la mia salvezza, inteso come vita, grazie al pronto intervento del nostro fisioterapista Renato Rausa, della società Novoli e tutta l’ equipe del Vito Fazzi di Lecce.



 




Al Grottaglie lei ha militato per diversi, anni, sono stati anni importanti dove lei ha avuto modo di mostrare le sue qualità, questi anni che cosa hanno rappresentato per lei, e poi frequenta ancora, a scopo di amicizia, quel club?

 

A Grottaglie ho trascorso tanti anni della mia vita calcistica, dove mi hanno formato sia calcisticamente e sia come uomo di sport. Per me è una seconda casa proprio perché ho curato molto i rapporti umani in primis e poi sono diventato un punto di riferimento per tutta la squadra, ma anche per la cittadina grottagliese. Un popolo che vive di calcio dove ogni domenica ci sono tanti tifosi, esigenti sì, ma veramente fantastici nel loro modo di tifare.



 


 


Nel 2010 viene premiato come miglior portiere del girone H del campionato di serie D, un bel traguardo, si ricorda cos’ha provato in quel momento?

 

Certamente essere premiati all' età di 23 anni è sicuramente motivo di orgoglio e dedizione per tutti i sacrifici fatti nell' annata che si è giocata. Per me il 2010 è stato un anno pieno di soddisfazioni personali in primis parando 4 rigori su 5 subiti, e poi  anche a livello di squadra perche abbiamo fatto un ottimo campionato, appunto nel girone H di serie D, uno dei più tosti di tutta Italia.

 

 







Lei ha giocato in diverse squadre, se dovesse sceglierne una, qual è quel club nel quale lei ci ha lasciato il cuore? 

 

Credo di aver lasciato qualcosa di buono in tutte le società in cui io ho giocato: Grottaglie, Catanzaro, Francavilla Fontana, Manduria, Casarano, Ginosa, Avetrana, Deghi calcio, Novoli, e infine Brilla Campi, proprio perché ho curato prima i rapporti umani e poi dopo il lato calcistico, in tutte queste società ho dato sempre il massimo e facendo così lasci sempre un pezzettino del tuo cuore per ogni maglia sudata al 100%, va detto anche che sicuramente al Grottaglie ho avuto una grande crescita umana e non posso negarmi di dire di aver lasciato e dato sempre il mio cuore a tutto.

 




 


Si ricorda la sua parata   più bella?

 

Per quanto riguarda la più bella parata, nell’arco di tutte le annate e le partite giocate le parate sono tante come sono tanti anche gli errori fatti, sicuramente una delle ultime che ha cambiato le sorti della vittoria di un mio campionato è stata quella fatta l’anno scorso nella finale playoff su calcio di rigore che ci ha dato la possibilità di vincere quella partita e fare il salto di categoria.


 






Che cosa vorrebbe aggiungere a questa intervista?


In conclusione di questa bellissima intervista voglio ringraziare te Paolo per avermi dato la possibilità di raccontare un po' la mia piccola storia calcistica, sono grato a tutte le società e i giocatori che ho avuto modo di conoscere ed alcuni diventare anche miei amici nella vita privata, sono grato alla mia umile carriera che molto probabilmente questa doveva essere e che ancora alla tenera età di 36 anni non conosce la parola fine in un’ottima categoria che è l’Eccellenza Pugliese. 

 

Piccolo consiglio per le nuove generazioni che si vogliono affacciare a questo sport è il seguente:  date il massimo in ogni allenamento che fate perché solo cosi vedrete il vero miglioramento fisico su voi stesso, ma allo stesso tempo non lasciate perdere tutte le altre opportunità che la vita vi offre come la scuola, oppure il lavoro, o qualsiasi altra chance di vivere la vostra vita; il calcio è una bella opzione per vivere, ma in alcuni casi illude troppo le idee che si possono avere, e quando sarete chiamati ad affrontare la realtà sarà difficile accettare tutto quello che vi circonda, quindi godetevi a pieno la vostra vita calcistica e coltivate anche una vita parallela ad essa.


Grazie.












 05   02   2024

 

(Tutti i diritti riservati) 

 










sabato 3 febbraio 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

EMILIANO

LEONE

 

 


  

 

Emiliano Leone è un giocatore   di Roma, nato nel 1987 e gioca nel ruolo di difensore centrale, così si presenta: “Ho frequentato le Giovanili Lodigiani, per poi passare alla Cisco Roma.

 

In seguito esperienze in serie D con: Lupa Frascati, Cinthia Genzano, Rieti, Monterotondo, Arzachena, Ostia Mare. In Eccellenza con: Civitavecchia, Fregene, Pomezia, Ladispoli (quest' ultima culminata con la promozione in serie D dove ho conosciuto Roberto Masiello), di nuovo nel Ladispoli in serie D, poi in Eccellenza con il Civitavecchia, una breve esperienza all' Aranova (di nuovo con Roberto Masiello), per poi finire nell’ultima stagione in corso vincendo il campionato di promozione con l'Aurelia antica Aurelio”.

 

 

 


 

 

Come prima domanda le voglio fare questa: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Subito, sin da piccolino giocavo con qualsiasi cosa avesse forma di palla. Era un’ossessione, lo è tutt' ora.

 

In questo momento in quale club sta giocando?

 

Non gioco più, ho smesso l’anno scorso, adesso collaboro come secondo allenatore della W3 Maccarese, una squadra che milita in eccellenza laziale.

 

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Beh, credo senza alcun dubbio il Ladispoli, anche perché abbiamo raggiunto un traguardo storico.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Non riesco più a seguire altri sport come prima quando ero ragazzo, mi appassionavo a tutti i tipi di sport, ora faccio fatica


Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Credo tutti e due, ma il calcio in primis per tutti è un amore incondizionato.


Come mai la scelta di essere un difensore centrale? 

 

Posso dire che la scelta fondamentalmente è stata quella di poter vedere tutto il campo e dirigere i miei compagni.

Mi esaltava vincere un duello fisico con l’avversario, poter mettere una riga immaginaria in campo come per dire "qui non si passa" mi faceva sentire onnipotente.


 




Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Ho sempre accettato le decisioni dei mister. Ho avuto sempre grande rispetto per il ruolo dell'allenatore.

 

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Ho fatto tanti anni il capitano in parecchie squadre in cui sono stato, il confronto è sempre costruttivo secondo me. Mi sono sempre comportato, credo, come un esempio per i miei compagni, questo per fare in modo, appunto, che se c'era da mettere qualche puntino sulle "i" l’avrei potuto fare mettere senza problemi.

 

 





Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora?

 

È normale che a “bocce ferme” qualche scelta non l’avrei fatta. Ma credo che poi tutto torna nella vita. ognuno raccoglie quello che semina e va bene così.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Sergio Ramos

 

Lei conosce Roberto Masiello, è stato intervistato per questo blog diverso tempo fa, che cosa mi sa dire di questa persona dalle tante attività, infatti è preparatore atletico?

 

Roberto un amico, un grande preparatore atletico (il migliore che avuto) è un grande sotto tutti i punti di vista.

 


 




A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Proprio a Roberto.

 

Grazie 

 

03 02   2024 

venerdì 2 febbraio 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

SALVATORE 

GUERRA

 



Salvatore Guerra, è nato il quattro di agosto del 1986 vive a  Napoli ed è un calciatore, ruolo portiere e così ci si presenta: 

 

“Gioco a calcio da quando avevo circa 6 anni e ho militato in diverse squadre regionali, poi per scelte lavorative ho lasciato il calcio per qualche anno, per poi riprenderlo e ad oggi non posso farne a meno di questa maledetta passione. Il mio ruolo è molto particolare perché sono portiere, quindi ti lascio immaginare le responsabilità che mi spettano in ogni partita.”

 

 

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente, lei adesso milita da diversi anni nel club: Casal Di Principe, e visto che sono diversi anni che lei è in questa squadra le vorrei chiedere che cosa rappresenta per lei questo club?

 

A Casal di Principe ho giocato per 3 anni , bellissima piazza, molto appassionata per il calcio è dopo aver vinto il campionato nel 2022 ci siamo lasciati, da allora ho  cambiato altre 2 società, sono andato prima a Grumo Nevano e ho vinto un altro campionato, lo scorso anno e poi quest’anno a dicembre nel mercato invernale ho scelto il San Nicola la Strada

 

La solita domanda che faccio sempre: suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori mi hanno assecondato e mi hanno sempre sostenuto sin da piccolo fino, ma in primis sempre c'era  la scuola.






 


Lei quando si è reso conto che avrebbe voluto giocare nel ruolo del portiere?

 

All’età di 13 anni dopo aver trascorso circa 6 anni nel ruolo di terzino sinistro, e sono sincero: ero anche bravino, sempre titolare e con qualche gol fatto, in una partita di campionato ci fu l' esigenza di sostituire il portiere perché era assente, siccome in allenamento per divertimento ci andavo spesso in porta, decisi di sostituirlo io. La partita finì con una sconfitta di 5-3, ma feci davvero delle ottime parate, da quel giorno spinto anche dal mister decisi di non voler più abbandonare questo ruolo.

 

L’allenamento di un portiere è differente rispetto a quello degli altri giocatori?

 

L’allenamento del portiere ti posso garantire che è molto impegnativo, fatto bene e forse  è più duro degli altri

 

Si dice sempre che il portiere giochi da solo è così? 

 

Una volta sì il portiere giocava da solo, adesso nel calcio di oggi che si gioca tanto con i piedi iniziando la manovra da dietro, il portiere è diventato quasi un altro difensore, pertanto molto impegnato nella fase iniziale di gioco, ad oggi ti posso dire che non gioca più da solo e non è più un ruolo a sé, forse soltanto il fatto che a differenza degli altri può toccare il pallone con le mani.



 




Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Discussioni con i mister nn è ho avute mai, ho preferito stroncare subito i rapporti alla prima occasione, ma ho sempre evitato scenate.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)? 

 

Un mio pregio è il carisma, la determinazione e soprattutto l’impegno che ci metto sempre, un difetto che forse tatticamente non sono così bravo ad apprendere.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo?

 

Un giocatore che attualmente ammiro tantissimo nel mio ruolo è Maignan attuale portiere del Milan, un mio idolo di sempre è stato Taglialatela ex portiere Napoli ed il più forte in questo ruolo in assoluto per me è stato il grande Gigi Buffon.

 

 


 





Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La famiglia per me è tutto, per me la famiglia rappresenta la vita, senza non riuscirei a vivere, se poi alla famiglia riesci ad affiancare amici importanti e soprattutto veri, allora credo che si abbia tutto!

 

Lei ha definito il calcio “una maledetta passione”, perché maledetta? Le è successo qualcosa di negativo durante la sua carriera; ovviamente se, se la sente di risponder.

 

Il calcio lo definisco maledetta passione perché è quasi una droga, ti accorgi a tal punto che senza non ci riesci più a stare , in un’arco temporale  della mia vita ho provato a farlo, ma non ho avuto riscontri positivi.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

L’intervista la dedico a tutte le persone che mi seguono e che mi vogliono bene.

 

 

 

 02  02    2024 

 

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