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mercoledì 17 gennaio 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

MARCO

FORBITI


 



 

 

 

 Marco Forbiti, di Melzo, (Lombardia) è nato il quindici marzo del 1989, ed è un giocatore   di calcio ruolo attaccante, questi sono i club dove ha militato. Inizio stagione: 2006-2007 Giana Erminio (due anni), Settalese (quattro anni), Giana Erminio (un anno), Gessate (un anno), Cavenago Fafnulla (un anno), Offanenghese (un anno), Soresinese Calcio (un anno), Lusiana (un anno) Agazzanese (un anno) ed è presente in questa stagione.

 

 

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente come sta andando questa stagione calcistica?  E’ soddisfatto delle sue prestazioni oppure potrebbe far meglio?

 

A livello personale si potrebbe fare meglio, ho avuto un infortunio muscolare nel girone di andata che mi ha condizionato un po’. A livello di squadra non stiamo vivendo un momento facile, ma siamo un gruppo forte e sono sicuro che ne usciremo.

 






Questa domanda la faccio sempre, ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

L’ho scoperto subito da quando ero piccolino, grazie a mio nonno che mi portava sempre all’oratorio e io passavo le giornate intere a giocare con i miei amici, che frequento ancora oggi.

 






I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori sono sempre stati importanti e non si perdono mai una partita, ma soprattutto mia madre ha sempre preferito che io studiassi piuttosto che giocare a calcio. Ma alla fine ho vinto io!

 

Lei nel club Settalese ci è rimasto 4 anni consecutivi, immagino che sia un club che le sarà rimasto nel cuore, è così?

 

Sì, alla Settalese ho vissuto il passaggio tra l’essere ragazzino e diventare uomo, sono cresciuto molto soprattutto a livello calcistico dove ho fatto molto bene e ho conosciuto persone speciali, che passo spesso a trovare ancora oggi.

 






Nel 2013- 2014 lei con il Giana Erminio gioca in serie D, un’esperienza importante, immagino, è così?

 

 È stata un’esperienza incredibile, dove un gruppo di amici che non aveva mai giocato in D e sperava di salvarsi il prima possibile ha invece vinto la serie D. Per me che arrivavo dalla promozione è stato come andare all’università, avevo davanti a me giocatori importanti, anche se  non ho avuto molto spazio, credo di essere cresciuto molto.



 




Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse?

 

Ho il difetto di essere “monosport”, non provo alcun interesse per altri sport che non sia il calcio. Non riesco nemmeno a guardarli in tv.


Mi chiedo spesso, ma perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Io credo che da bambino sia la passione, il calcio è uno sport bellissimo. Ovviamente crescendo bisogna fare sempre più sacrifici, inutile nascondere che il lato economico ha sempre la sua importanza, ma non deve mai mancare la passione.



 




Lei gioca nel ruolo di attaccante, si ricorda il suo goal più bello?

 

Ho fatto due gol in rovesciata e sono fortunato che entrambe le volte li abbiano ripresi, non è la specialità della casa e quindi credo che siano quelli i miei preferiti; uno in Offanenghese - Valcalepio, e l’altro in Agazzanese - Vignolese.

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Non ho mai accettato le decisioni con serenità quando non giocavo, ma non ho mai fatto sceneggiate. Nel corso degli anni con qualche allenatore ho avuto delle divergenze, ma quando non ero contento ho semplicemente cambiato squadra.

 






Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Ad Agazzano sono il piu vecchio, siamo un gruppo forte dove ci sono molti leader, ma sento la responsabilità di farmi sentire se c’è bisogno e ogni tanto qualche discussione non manca, ma sono anche uno che due minuti dopo non si ricorda neanche di aver discusso e ritorna tutto come prima.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Un mio difetto è che corro poco, che ho tentato di correggerlo e di lavorarci molto negli anni. Un mio pregio è che uso bene entrambi i piedi, ma soprattutto  ho un buon sinistro.

 

Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Quando sono arrivato nel mondo dei grandi nel 2006 mi sono messo come obiettivo quello di giocare in serie D. È andata meglio del previsto perché l’ho vinta. Ho fatto quasi 200 gol rompendo due volte il crociato. Direi che si poteva sempre fare meglio, ma sono comunque soddisfatto.

 






Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

 Un solo Dio: Zlatan Ibrahimovic.

 

Se le arrivasse una telefonata per giocare in un club estero, in Europa diciamo, partirebbe subito oppure rinuncerebbe? 

 

Ho sempre lavorato e giocato anche quando facevo la serie D. Non rinuncerei al lavoro per andare all’estero. Mi sarebbe piaciuto invece giocare in Sardegna perché c’era un’opportunità quando ero più giovane, ma lavorando non ho potuto coglierla e mi dispiace.

 


Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Non si dice, altrimenti non si avvera, giusto?

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

La dedico alla mia ragazza Sara e alla mia famiglia che mi seguono sempre e  che mi sono sempre vicino.

 

 

17 01    2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

venerdì 12 gennaio 2024



SEZIONE ATTUALITA'







Paolo Radi presenta 




“Scampia 1926 nel mondo” e ringrazia i componenti del gruppo per avergli concesso le foto.

 




Grazie e complimenti per l’ottimo lavoro che fate.

 

 

 

 

“SCAMPIA  1926 nel mondo” è un gruppo che cerca di valorizzare i ragazzi di Scampia con delle attività ricreative, come ad esempio il calcio. 



Un ringraziamento particolare per la collaborazione va all'Oratorio Don Guanella  Scampia Calcio 

 

Tutte le nostre attività si basano su una cosa fondamentale: la scuola. Tutti si impegnano per avere ottimi risultati a scuola, e in base a quelli organizziamo le attività”.

 

Questo gruppo cerca di formare un gruppo di uomini che saranno forti nella vita grazie alla cultura e ai valori che possiedono!

 

 

 

"UOMINI FORTI DESTINI FORTI!

 

UOMINI DEBOLI DESTINI DEBOLI!

 

NON C'È ALTRA STRADA!"

 

 

 










































































 




















12 01 2024

 

(Riproduzione vietata)

(Tutti i diritti riservati)



giovedì 11 gennaio 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

MICHELE 

MARTORIELLO

 






Michele Martoriello è nato a Castellamare di Stabia il 10 maggio del 2004,  gioca a calcio nel ruolo di portiere, ed è alto 185 cm. Scuola calcio: 2010-2015 A.S.D. Club Napoli, 2015-2018 S.S.D. Virtus Junior Napoli, giovanili,2018-2019 U.S. Poggibonsi, 2019-2021 S.S. Juve Stabia, 2022 S.S.D. Portici, 2022 U.S. Angri,2023-, A.C. Sant’Antonio Abate 2023,  S.S.D. Scafatese. 

Palmares personale: 2015-2016: miglior portiere del torneo Internazionale di Carcare (Savona), 2017-2018 miglior portiere del torneo delle Sirene (Sorrento), 2018-2019: record di imbattibilità nel Campionato Giovanissimi U15 (373 minuti).

 

 





La prima domanda che le voglio fare è la seguente come sta andando questa stagione. Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure potrebbe fare di più?

 

In questa stagione stiamo vivendo degli alti e bassi, siamo partiti molto bene sia in campionato che in Coppa Italia; purtroppo nell’ ultimo mese e mezzo abbiamo avuto un black out totale in cui non siamo riusciti ad esprimere al meglio le nostre potenzialità, ma soprattutto il nostro calcio. 

 

Per quanto mi riguarda, è una stagione particolare in cui sto cercando di ritagliarmi dello spazio per giocare e fare esperienza; quando sono stato chiamato in causa credo di aver dato il massimo apporto alla squadra.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

L’ ho capito sin da bambino. Mio padre portava me e mio cugino più grande alle terme di Castellammare, solitamente la domenica mattina, in quel luogo  vi è un grande spiazzale dove tutti i bambini giocano a pallone; e da lì nasce la mia passione per il ruolo del portiere, poiché anche in tenera età mi mettevo in porta. In verità, tutto l’amore e la passione per il calcio la devo soprattutto al mio idolo, ormai ex calciatore preferito Zlatan Ibrahimović che per me è un mito e fonte di ispirazione.

 




 


La solita domanda che faccio sempre: suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?” (Anche se lei ha la maturità liceale (liceo linguistico) e sta studiando Scienze Motorie). 

 

I miei genitori mi sono sempre stati vicino nel mio percorso calcistico e non hanno mai forzato le mie scelte. A loro devo molto perché se sono l’uomo che sono oggi lo devo, appunto, a loro. Hanno sempre cercato di supportarmi pur richiedendo in cambio impegno e serietà nello studio. Grazie all’ impegno profuso sui libri e ai loro consigli sono riuscito a diplomarmi al Liceo Linguistico Severi di Castellammare di Stabia con un ottimo voto di 70/100 e di cimentarmi nel mondo universitario nella Facoltà di Scienze Motorie.

 








Lei quando si è reso conto che avrebbe voluto giocare nel ruolo del portiere?

 

Mi sono subito reso conto poiché quando guardavo i cartoni animati da bambino, solitamente “Holly e Benji” mi immedesimavo e rispecchiavo in Benji Price per le sue doti tecniche, ma soprattutto caratteriali. C’è un episodio che non dimenticherò mai di quando ero bambino, al primo allenamento alla scuola-calcio mi venne chiesto che ruolo volessi fare…o risposi prontamente: “il portiere” destando attenzione da parte dell’allenatore Ernesto Ferraro (grande persona e professionista esemplare, colui il quale mi ha fornito le basi del portiere) e del presidente.

 

L’allenamento di un portiere è differente rispetto a quello degli altri giocatori?

 

L’ allenamento dei portieri è completamente diverso dai calciatori di movimento. È un allenamento ad alta intensità con poche pause rispetto agli altri. Negli ultimi anni si sta modificando sempre più diminuendo la sua durata (30-40 minuti) per via dell’occorrenza dei portieri alla squadra. Come i calciatori di movimento, però, abbiamo un programma settimanale in cui ogni giorno ci dedichiamo ad un fondamentale del portiere.




 


 



Com’è la sua giornata tipo?

 

Non ho una giornata tipo, vivo la mia vita alla giornata: solitamente mi sveglio presto per studiare o lavorare, pranzo leggero e via con gli allenamenti, subito dopo palestra, cena a casa o uscita con gli amici.

 

Si dice sempre che il portiere giochi da solo è così? 

 

Il portiere è un eroe solitario nel bene e nel male; quando fai una parata dicono semplicemente che stai svolgendo il tuo lavoro, quando sbagli ti attaccano tutti e quindi in entrambi i casi sei solo. Non tutti possono fare questo mestiere che richiede grande forza ed elasticità mentale oltre all’ allenamento e alla dedizione giornaliera.

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

La squadra che resterà sempre nel mio cuore è il Poggibonsi, ero un ragazzino di 14 anni e mi hanno accolto come un figlio. Sono stato lì soltanto un anno, è stato un periodo della mia vita in cui ho appreso molto dalle persone che mi circondavano, in primis dal Mister Riccardo Di Pisello, un professionista serio e competente che ha migliorato diversi aspetti delle mie caratteristiche di portiere. 

 

Poggibonsi sarà sempre nel mio cuore non solo dal punto di vista calcistico ma anche a livello umano grazie alla bontà e all’ amicizia che mi lega al Presidente Vellini.

 








Lei ha ottenuto importanti successi e il Palmares lo dimostra, come è riuscito a raggiungere importanti risultati?


I risultati sono sempre frutto di duro lavoro. Bisogna cimentarsi con dedizione in tutto ciò che si fa, ma il merito non è soltanto tuo ma anche delle persone che sono al tuo fianco che ti supportano a dare il meglio di te, sia  negli allenamenti e sia  nelle partite.

 

Lei milita nella società SSD Scafatese, come sono i suoi rapporti con la dirigenza, con l’allenatore, con i compagni di squadra?


Sono da poco alla Scafatese (soltanto 6 mesi), mi trovo bene con tutti in particolare con i mie i compagni di squadra. Siamo un mix di giovani ed esperti, abbiamo il massimo rispetto l’un l’altro e ci stimoliamo ogni giorno negli allenamenti a dare il massimo.

 

Grandi discussioni con il mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Ci sono state persone con cui ho discusso in passato per decisioni che non ritenevo giuste. L’ importante è mettere in chiaro le cose e dire ciò che si pensa. Così sono abituato, non riesco ad essere falso.

 






Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)? 

 

Un mio pregio è sicuramente la professionalità che metto nel mio lavoro. Ogni giorno mi alleno come se fosse l’ultimo e do sempre tutto in qualsiasi cosa faccia. Il difetto è che a volte sono impulsivo, ma fa parte del mio modo di essere e della “pazzia” del portiere.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo?

 

Un giocatore che ammiro tanto è sicuramente “El Dibu” Martinez. Lo seguo da quando giocava al Getafe in Spagna. Posso dire di lui che è una persona vera e pure un grande professionista. È partito giovanissimo da casa proprio come me ed ha compiuto i suoi sogni passo dopo passo, partendo dall’ Independiente all’ Aston Villa, passando per l’ Arsenal e girovagando tramite alcuni prestiti. Non è mai stato considerato un titolare inamovibile, ma alla lunga ha avuto ragione lui dimostrando di essere il migliore nelle competizioni più importanti al mondo (Coppa America e Mondiale).



 




Se le arrivasse una chiamata da un club estero, partirebbe subito oppure ci penserebbe un po’?

 

Partirei subito senza pensarci. Mi piacerebbe apprendere nuove culture, lingue ma soprattutto nuove metodologie di lavoro diverse da quella italiana. So che non avrei problemi con la lingua e la cultura dato che sotto questo punto di vista mi sento un cosmopolita ossia un cittadino del mondo.

 

 Per me sono ben accetti qualsiasi tipo di  cambiamenti che il futuro potrebbe riservarmi,  anche se resto molto legato alla mia Castellammare.

 

 

 


 


A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Vorrei dedicare questa intervista a tutte le persone che mi vogliono bene, ma in particolare a mia nonna in cielo che è sempre al mio fianco.

 

Grazie e buon anno

 

 

 11 01    2024

 

(Tutti i diritti riservati)