SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
FABIANO
DI SCALA
Fabiano Di Scala di Napoli ha giocato a calcio sino a qualche anno fa, ora svolge il ruolo di preparatore dei portieri. Cosi ci si presenta:
“Mi chiamo Fabiano Di Scala, sono nato a Napoli il 07/04/1992, calcisticamente ho fatto tutta la trafila nella scuola calcio Real Capodimonte accanto alla Sanità di Napoli dove poi lascio a 17 anni.
Inizio a giocare vari campionati di categorie come promozione e prima categoria per poi lasciare il calcio giocato prematuramente
La sua carriera di mister lei la inizia molto giovane a soli 22 anni, questo accade tramite la scuola calcio di mio fratello dove riesco a conseguire alcuni brevetti per allenare, ma soprattutto partecipo al corso per preparatore dei portieri settore giovanile e dilettantistico. In periodo pandemico inizio la mia carriera dei dilettanti.
Parto dalla Puteolana in serie D con mister Luca De Martino per poi passare l’anno seguente con la Rappresentativa Campania guidata da mister Carlo Sanchez seguendo l’under15 e l’under17, purtroppo per colpa della pandemia non disputiamo il torneo delle regioni l’anno seguente.
Sono stato a Milano con il Calcio Club Milano in eccellenza per poi passare con l’Acerrana con il mister Vincenzo La Manna prima e poi con il mister Vincenzo Di Buono dopo.
Successivamente sono stato nella primavera del Napoli femminile con il mister Pasquale Illiano.
E quest’anno ho sposato il progetto della famiglia La Peccerella persone che hanno nell’ umanità, professionalità e nella serietà il loro punto di forza con il mister Raffaele Cottuno e credo che la squadra abbia tutte le carte in regola per tornare in eccellenza.
Nel frattempo ho sempre abbinato le prime squadre con le scuole calcio, sono stato nella Cantera Napoli, Montefusco soccer, Pianura Accademy, mentre da quest’anno sono con la King Sport Academy e la ASD Sibilla Bacoli”
Come prima domanda le voglio fare questa, il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo momento di pausa?
Il covid ha stravolto le vite di tutti e soprattutto chi come me viveva di calcio ne ha risentito molto fisicamente e mentalmente, ma non ho mai smesso di aggiornami. Poi militando in serie D ci siamo fermati poco.
Ad un certo punto lei decide, da giovanissimo, di lasciare il calcio, le posso chiedere il perché?
Attorno ai 22 anni ho capito che potevo vivere di calcio. Era un mondo (quello giocato) che non mi attirava più e da lì la scelta di iniziare ad insegnare.
Decide di diventare allenatore, grazie alla scuola calcio di suo fratello, infine diventa, conseguendo diversi brevetti per diventare allenatore die portieri. Come mai questa scelta, che cosa l’ha spinta a diventare quello che è diventato oggi?
La scelta di allenare i portieri arriva da piccolo. Quando inseguivo questo ruolo (il mio idolo era Frey dell’Inter pensa un po’!) mi sono sempre aggiornato, la passione era tanta che poi è diventata lavoro.
Un’esperienza importante è stata quella con la Rappresentativa Campania guidata da mister Carlo Sanchez seguendo l’under15 e l’under17, che cosa ci può dire a riguardo?
È stata un’esperienza bellissima quella che ho fatto con Mr Sanchez. Persona splendida che custodisco con grande affetto, andare sui campi della nostra ragione e conoscere tanti ragazzi è stato veramente bello
Peccato che per il covid non si è fatto il torneo delle regioni, visto che la squadra era attrezzata per fare bene.
Dell’esperienza attuale che cosa ci può dire, inoltre che obiettivi avete?
Quest'anno ho sposato il progetto della famiglia La Peccerella persone che hanno nell'umanità, professionalità e nella serietà il loro punto di forza, con mister Raffaele Cottuno e credo che la squadra abbia tutte le carte in regola per tornare in eccellenza.
Qual è la principale qualità che deve avere un prepatore?
Io credo che oltre ad essere preparato avendo studiato deve esserlo anche tecnicamente. Una delle doti più importanti è quella umana. Bisogna entrare in simbiosi con i propri portieri e diventare un tutt’uno.
Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo?
Il calcio ti dà tutto, ma allo stesso tempo ti toglie tanto tempo da poter dedicare alla famiglia
La famiglia e gli amici che cosa rappresentano per lei?
La famiglia credo che sia la cosa più importante che una persona possa avere. Gli amici per me sono alla base della mia vita, ci sono sempre stati e so che ci saranno sempre per me
A chi vorrebbe dedicare quest’intervista?
La dedico ai miei portierini delle scuole calcio, ma anche ai portieri della prima squadra del Neapolis (Barbaro e Chiariello), ma fondamentalmente la dedico a mia moglie che mi é sempre vicino e a mio figlio che è nato 4 mesi fa.
26 gennaio 2023
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