Archivio blog

giovedì 24 marzo 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GIUSEPPE 

LA MONICA

 

 





     

 

 

 

 

Mi chiamo Giuseppe La Monica sono nato a Castellammare Di Stabia in provincia di Napoli il 18/05/2001.  Sono cresciuto nella scuola calcio della mi città, ovvero la Juve Stabia per poi passare alla Virtus Junior Napoli dove sono stato per molti anni.  Finita la scuola calcio ho iniziato col settore giovanile dell’Avellino con l’under 15/16/17. Poi l’Avellino fallì dalla serie B si trovò in serie D e tornai alla squadra della mi città: la Juve Stabia dove sono cresciuto molto negli ultimi anni, stando molto anche nel giro della prima squadra.

 



 

 









Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

Il covid ovviamente ci ha stravolto io mi sono sempre allenato a casa dove facevo dei lavori personalizzati per migliorare la capacità aerobica.

 









Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Sin da quando ero piccolo all’età di 3 anni ho iniziato con la scuola calcio e ho capito che sarebbe stata la mia più gran passione.

 









I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?” Lei allo studio ci ha pensato visto che ha la maturità commerciale. Soddisfatto del percorso scolastico o le piacerebbe laurearsi?

 

I miei genitori mi hanno sempre supportato nella mia scelta, sono stati sempre al mio fianco e mi hanno aiutato per tutto quello di cui ho avuto bisogno.

 









Poi lei arriva all’Avellino, che all’epoca era in serie B. Un traguardo importante, si ricorda quali sono stati i suoi stati d’animo?

 

L’arrivo all’Avellino fu importante perché si trattò della mia prima esperienza lontano da casa. È stato molto importante quell’ambiente, perché mi ha fatto crescere e diventare maturo.

 









Si dice che il calcio dia molto, ma allo stesso tempo il successo e la fama possono rovinare – quello che all’inzio eri. Lei è d’accordo?


Io penso che il successo lo si deve saper gestire restando sempre con i piedi per terra, se sai gestire questo e anche la fama non avrai nessun problema con la tua vita. 














Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Il fatto che tutti provano a diventare calciatori? Possono essere molti i motivi c’è chi lo fa per passione e chi per fama anche se alla base di tutto deve esserci la passione, con quella poi vengono automaticamente i soldi e altro.











Lei gioca nel ruolo di? 

 

Io sono un attaccante centrale, ma mi piace svariare molto sul fronte offensivo e dare fastidio a tutta la retroguardia difensiva. 

 










A coloro che aspirano a diventare calciatori facendo pochi sacratici e ne abbiamo tanti, cos’ha da dire?  

 

Il mio consiglio per i più piccoli che vogliono realizzare questo sogno è quello di non dare mai nulla per scontato e di essere sempre costanti soprattutto negli allenamenti, ma soprattutto di non fermarsi alle difficoltà, ma di superarle. 

 








Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La mia famiglia è molto importante per il mio lavoro e anche la mia fidanzata che mi segue sempre e mi aiuta molto anche mentalmente, anche i miei amici mi sono molto vicini e mi supportano sempre.

 








Un sogno che le piacerebbe che si avverasse a breve?

 

Il mio sogno è quello di arrivare più in alto possibile ed essere la versione migliore di me stesso. 

 

 




 

 




24 marzo 2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

lunedì 21 marzo 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

VINCENZO

RUSSO

 

 

     



 

 

 

 

Vincenzo Russo è nato a Napoli è un giocatore di calcio e così ci si presenta: 

 

“Mi chiamo Russo Vincenzo sono nato a Napoli il 19/09/85. 


Inizio a giocare per strada come gli scugnizzi di Napoli sulle strade asfaltate, poi da lì mio padre (il mio pilastro) mi porta in una scuola calcio all’epoca una delle più quotate della Campania F.C VOMERO dove faccio 4 anni per poi passare con il settore giovanile del Napoli. 



Lì faccio tutta la trafila dai giovanissimi fino ad arrivare in primavera, furono 5 anni meravigliosi. Chi è quel ragazzino di 18 anni che non sogna di arrivare nella massima serie con la squadra del tuo cuore che è poi la squadra della tua città?  Invece è proprio la tua squadra del cuore che dichiara fallimento.


È proprio da quel fallimento della società S.S.C Napoli intraprendo la mia carriera in serie D Ctl Campania, Città di Marino, Arzanese Pomigliano, Torrecuso, Campobasso, Manfredonia, Ebolitana Sorrento, Taranto, Nocerina, Nola. 


Ed oggi nonostante i miei 36 anni gioco ancora in serie D con la Real aversa, ho citato tante squadre ne vorrei approfittare ringraziando tutti dal primo all’ultimo tra presidenti allenatori e tutti i compagni di squadra. Cosa accadrà in futuro? 


Non lo so se continuerò a giocare oppure se resto nell’ambiente del calcio è tutto da decidere. Non rinnego nulla di ciò che ho fatto, anzi il calcio mi ha dato tanto e mi ha fatto cresce subito”

 

 

 

 


 


Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

 

Il covid l’ho vissuto un po’ male perché sentivo per televisione gente che moriva per un virus e pregavo a Dio tutti giorni che finisse, sono stato tutto il tempo a casa riuscivo ad allenarmi in camera mia facendo un po’ di forza sulle gambe, non potevo fare di più.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ma sin da piccolo mi è sempre piaciuto giocare a calcio, da mio padre per Natale e per la befana mi facevo regalare i palloni oppure i completini da calcio dei campioni.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori mi hanno sempre detto che dovevo prima fare il dovere e poi il piacere, che dovevo andare prima a scuola per poi fare ciò che mi sarebbe piaciuto fare in futuro.




 





Che ricordi ha di quegli anni passati al settore giovanile del Napoli? 

 

I ricordi nel settore giovanile sono i ricordi più belli della mia vita, è lì che  ho conosciuto per la prima volta il vero calcio è cosa mi sarebbe aspettato nella mia vita, non vedo che arrivi il momento giusto per  raccontarlo ai miei figli.

 

Come prese a livello emotivo il fallimento della società? 

 

Il fallimento del Napoli per me è stato una botta al cuore perché ci fu promesso tanto cose per poi vederlo svanire da un giorno all’altro:  fu veramente un fallimento per noi giovane promesse!

 


Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Io penso che tutti giovani provano a diventare giocatori perché se si ha talento uno prova a sfruttarlo per realizzarsi nella vita futura, ma prima bisogna avere fame e poi pensare ai soldi.




Lei gioca nel ruolo di? 


Io gioco difensore centrale

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Non è che ho fatto tanti gol penso di averne fatti circa 15, ma uno che mi viene sempre in mente è stato contro la Cavese, segnai di testa.

 

 








Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Se dovessi tornare indietro cambierei qualche scelta sbagliata che ho fatto, però alla fin fine sono contento di ciò che sono riuscito a costruire.

 

Lei è nato a Napoli che cosa rappresenta questo luogo per lei?

 

Per me Napoli è casa è la città in cui sono nato e dove mi ha fatto crescere nei suoi pregi e difetti,  l’ha difenderò sempre dalle critiche che spesso la città riceve.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei?

 

La mia famiglia per me è sacra e gli amici quelli buoni sono come fratelli.

 

Lei ha 36 anni e ancora gioca, e un sogno che vorrebbe si realizzasse per il futuro?

 

Sì,  ho 36 anni e gioco ancora non so quando smetterò, per il futuro ancora non ci sto pensando perché ho più di un sogno.

 

 

 

 

 

 

 

 

22   marzo 2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

martedì 15 marzo 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

RAFFAELE 

PAPA

 

 


     

 

 

Raffale Papa è un giovane calciatore che abita in provincia di Caserta, così ci si presenta

 

 

“Mi chiamo Raffaele Papa e sono nato il 9 marzo 2002, ho iniziato a giocare a calcio nella Scuola Calcio Gennaro Ruotolo dal 2008 fino al 2014. 

Nella stagione 2015/2016 ho firmato per il Benevento giocando nell'U.15 nazionale sotto età fino a dicembre della stagione 2016/2017 per poi passare all'F.C. Fiuggi. 


Successivamente mi sono trasferito al Castrovillari per la stagione 2018/2019 in cui ho esordito a 16 anni nel campionato di serie D ed ho rappresentato la regione Calabria nel torneo delle regioni categoria under 18 ed il girone I nella rappresentativa dei gironi "juniores cup" sotto età nella categoria under 19.


 Nella stagione 19/20 fino a dicembre sono stato alla Polisportiva Santa Maria in eccellenza campana per poi passare al Cervinara nel medesimo girone collezionando 20 presenze totali fino allo stop forzato per il covid. Durante questa stagione ho avuto la convocazione da parte di Giannichedda per la rappresentativa nazionale lega nazionale dilettanti. Nella stagione 20/21 ho giocato nel Real Agro Aversa nel campionato di serie D girone H collezionando 31 presenze. 


E nella stagione in corso sto militando nel Cassino Calcio, serie D girone 1 

 

 







Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

 

Ciao Paolo innanzitutto ti ringrazio per avermi contattato e saluto tutti i lettori del tuo blog.

Il covid nel mondo del calcio, così come un po’ dappertutto, ha creato soprattutto all'inizio non pochi problemi, infatti numerosi campionati si sono bloccati e addirittura cancellati nel marzo del 2020.

Durante questo blocco ho seguito un programma che potevo svolgere dentro casa e nella zona circostante, con l'aiuto anche di mio padre che mi aiutava con gli esercizi con il pallone.

Fortunatamente già dalla stagione scorsa abbiamo avuto nuovamente la possibilità di scendere in campo, ma purtroppo con gli stadi ancora a porte chiuse per quasi tutto il campionato.

Quest'anno ritrovare i tifosi è stato un vero piacere, perché sono l'anima di questo sport.




 





Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Fin da subito e non ho mai avuto dubbi nemmeno sul ruolo, dall'età di 6 anni ho subito indossato i guantoni e da allora non li ho più tolti e spero di poterli indossare ancora a lungo.




 





I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?” Lei allo studio ci ha pensato visto che ha la maturità commerciale. Soddisfatto del percorso scolastico o le piacerebbe laurearsi?

 

I miei genitori sono stati bravi a darmi la giusta educazione e a farmi raggiungere la maturità di capire fin da subito che il calcio è una passione che va coltivata, ma che lo studio sia come cultura personale che come prospettiva di futuro è altrettanto importante. Al momento sono soddisfatto del mio percorso di studi essendomi diplomato in ragioneria e mi sto dedicando al calcio perché vorrei stabilirmi in questo mondo facendolo diventare il mio lavoro definitivo. Resto con i piedi per terra e sono consapevole che è un mondo complicato quindi ovviamente ho anche altre alternative.

 










Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Tutte le società in cui sono stato hanno arricchito il mio bagaglio calcistico, se proprio devo citarne qualcuna dico Real Aversa e Cervinara, faccio tutt'ora il tifo per loro.

 

Si dice che il calcio dia molto, ma allo stesso tempo il successo e la fama possono rovinare sotto tutti gli aspetti quello che ti ha dato inizialmente, lei è d’accordo?


Su questo non posso risponderti da diretto interessato perché sono distante anni luce dalla fama, ma sono d'accordo con quest'affermazione, la mente umana in questi casi può giocare brutti scherzi e mandarti in crisi, i beni materiali non sono tutto e non fanno la felicità.










Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Non tutti ci provano, gran parte desidererebbe diventare calciatore, ma pochi ci provano veramente dando il massimo.

Sono convinto che con la dedizione e perseveranza si possono raggiungere traguardi inimmaginabili.

Per quanto riguarda me, niente di tutto ciò. Io ho fame di far diventare la mia passione il mio lavoro, gli aspiranti calciatori con le motivazioni che hai citato prima, dubito che raggiungeranno il loro obiettivo.


Lei gioca nel ruolo di? 

 

Portiere, è il ruolo di famiglia, tantissimi miei cugini lo sono stati e lo sono ancora.

È un ruolo pieno di responsabilità, porti il peso di tutta la squadra sulle spalle e proprio per questo mi piace.

 

Grandi giocatori si nasce, oppure ci si può diventare con molti sacrifici?

 

Non si nasce calciatori, il talento senza allenamento è nulla.

Qualsiasi cosa nella vita si raggiunge facendo sacrifici, non credo alle strade facili senza ostacoli.

 







Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Come pregio la forza esplosiva e la reattività.

Difetto invece la gestione podalica, il calcio si è evoluto e anche noi portieri dobbiamo adattarci, ma ci sto lavorando e sto avendo buoni risultati.

 







Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Cristiano Ronaldo, ha una mentalità e dedizione al sacrificio disumani.

Può non piacere come giocatore, ma come atleta non gli si può reclamare nulla, è unico nel suo equilibrio e continuità, gli atleti come lui sono un dono della natura

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Tantissimo, la mia famiglia mi ha trasmesso dei valori importanti di cui vado fiero, si sono sempre fatti in mille pezzi per me e non finirò mai di ringraziarli.

Non posso non citare la mia fidanzata che da 5 anni condivide con me piaceri e dispiaceri e la mia cerchia molto ristretta di amici con cui ho un legame speciale.

 







Lei è giovanissimo, che cosa si aspetta per il futuro?

 

Come ti dicevo prima sto dando tutto me stesso per cercare di stabilirmi nel mondo del calcio, ma ovviamente non è un percorso facile ne tantomeno sicuro.

In caso ho altre alternative.

 

 

 

 Grazie del tempo che mi hai dedicato Paolo, alla prossima! E un saluto a tutti i lettori. 

 

16 marzo 2022

(Tutti i diritti riservati)