Archivio blog

martedì 14 aprile 2020

A CURA DI PAOLO RADI 






UNA CONVERSAZIONE
     

     
 CON  






BIAGIO 
DI DOMENICO 






Biagio Di Domenico è nato il 03-11-1998 a Giugliano in Campania ed ha conseguito la maturità di Geometra. Da dicembre gioca con la USD Paolana eccellenza calabrese

 Ha iniziato a giocare a calcio, secondo lui tardi, a 11 anni nella scuola calcio Boys Melito Poi è andato nelle giovanili dell’Arzanese all’epoca in serie C2.   A 16 anni debutta in Eccellenza con l’Arzanese L’anno seguente milita in serie D prima con la Vastese poi al Castrovillari, (ci rimane due anni) lì vince il campionato d’ Eccelenza. L’anno seguente si trasferisce a Gela in serie D Quest’anno prima giocava con la Reggiomediterranea e poi con la USD Paolana entrambe in Eccellenza Calabrese











Questa volta la prima domanda è diversa, tutto è fermo a causa di questa pandemia, come sta vivendo questo periodo? 

Questo periodo lo sto vivendo con le mie persone più care, cioè la mia famiglia e la mia ragazza restando a casa assolutamente.






Ho saputo che lei ha iniziato a giocare a calcio all’età di 11 anni, e per lei è tardi, perché secondo lei, è stato tardi? 

Ho iniziato a giocare a 11 anni alla scuola calcio, di solito si inizia prima, ma ero più piccolo e non pensavo alla scuola calcio. Un pomeriggio i miei amici più grandi, con cui giocavo a calcio,  pomeriggio andarono dai miei genitori per dirgli che dovevano iscrivermi alla scuola calcio perché, per loro, ero davvero molto forte.










I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

I miei genitori hanno sempre voluto che giocassi a calcio, senza però trascurare gli studi, infatti sono diplomato in Geometra. 






Lei abita a Giugliano, una città metropolitana di con più di centomila abitanti, le occasioni per praticare altri sport non le saranno mancate, possibile che non ci sia stata qualcun’altra attività agonistica avesse potuto suscitare il suo interesse? 

Sì, ma sono sempre stato attratto più al calcio, lo sport più bello del mondo.












Lei ha giocato in tantissime squadre, a quale è rimasto più  legato? 

Ho giocato in più squadre, ma quella a cui sono più legato è stato il Castrovillari Calcio, un gruppo fantastico, dove tutti insieme siamo riusciti ad accedere alla serie D vincendo la finale playoff nazionale di Eccellenza.






Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o più i soldi? 

Entrambe le cose sono importantissime. Tutti sperano di cambiare la propria vita e quella dei loro cari con il calcio. 









Lei gioca nel ruolo di? 

Io sono un centrocampista destro o sinistro è uguale.





Il tuo goal più bello?

Il mio gol più bello è stato con il Gela Calcio in serie D lo scorso anno.









Che cosa le stando il calcio e che cosa le sta togliendo?

Il calcio mi sta dando tante soddisfazioni, ma a volte anche tante delusioni soprattutto per gli infortuni che mi hanno impedito di fare il salto tra i professionisti. Una cosa è certa: mi ha portato a stare lontano dalla mia ragazza e la mia famiglia che sono il mio ossigeno. 




Un mese fa ho letto la frase del presidente dell’Associazione Calciatori, e ha affermato che: “Per giocare bene non serve solo avere dei piedi buoni, ma è utile la testa”. Secondo lei cosa significa questa frase? 

È giusto, non bisogna avere solo dei piedi buoni, ma soprattutto la testa, la quale aiuta ad essere  un professionista dentro e fuori dal campo!










Ho intervistato diversi giocatori e molti mi hanno ripetuto la solita frase: “Non conta essere molto bravi, ci vuole il procuratore adatto, servono le conoscenze Possibile? Corrisponde a verità?  

In alcuni casi è importante avere un procuratore, in altri invece è sono un danno; perché? Perché possono toglierti tante occasioni perché non ci guadagnano o ci guadagnano poco.






Un pregio e un difetto, (oppure solo una caratteristica)?

Mi reputo un ragazzo abbastanza umile, altruista.










 Amici e famiglia, che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?

Io sono molto legato ai miei amici, ma soprattutto alla mia famiglia, hanno un ruolo indispensabile nella mia vita.





Si sta discutendo sulle modalità di far riaprire il campionato, anzi i campionati, lei cosa pensa, si dovrebbe tornare a giocare oppure sarebbe meglio assegnare il titolo alla prima classificata? 

Se si dovrà, in un futuro, far continuare il campionato dovrà essere improntato sulla massima sicurezza per noi giocatori, cioè solo quando non ci sarà più pericolo di contagio. 











Che cosa si aspetta dal futuro? 

Dal futuro mi aspetto e spero che passerà presto subito questo brutto periodo. E finalmente poterci abbracciare. 





                                                                                                                                                              





Biagio Di Domenico alla fine dell'intervista mi dice che saluta la società per cui gioca adesso, la quale  ha fatto dei grandi sacrifici  facendogli   ritornare il sorriso,  questo perché, come dice lui stesso: “sono persone molto accoglienti e da tempo non avevo a che fare con persone così". 







Grazie   

a cura di Paolo Radi   





14   04     2020 
(Tutti i diritti riservati)  





















venerdì 10 aprile 2020



PAOLO RADI 







I  N T  E  R V  I  S T  A






DARIO 

CANELLI









    Dario Canelli di Caserta è un giovane allenatore UEFA B  (30 anni) molto conosciuto in Campania, con un’esperienza decennale. È stato allenatore delle giovanili della Casertana e attualmente è istruttore dell’Intercasertana Moretti Accademy e allenatore dell’under 19 del Marcianise.



    Vista l’attuale situazione del calcio a causa corona-virus noi gli abbiamo rivolto qualche domanda.











   La prima domanda è la seguente cosa rappresenta per lei il calcio? 

Il  calcio per me è passione, indipendentemente dalla categoria, dalla serie A alle giovanili, resta sempre entusiasmante e positivo.




   
A fine gennaio nei vari media si parlava del contagio causato dal Corona Virus, si sarebbe mai immaginato la chiusura del Campionato, oppure prevedeva solo partite a porte chiuse? 

 Nessuno, si sarebbe aspettato che si arrivasse a tanto. Quindi, è difficile prevedere, ma è stato giusto fermare tutto, anzi l'avremmo dovuto fare prima.




Quando ha saputo che il Campionato non si sarebbe più riaperto, qual è stata la sua prima reazione? 

Ripeto, per me è prima di tutto passione, mi rattrista non andare agli allenamenti e non provare quella bella sensazione della partita. Una reazione triste, ma che va accettata per il bene di tutti.











È stato lei a comunicare la notizia alla sua squadra, oppure lo ha fatto assieme al suo Presidente?

Le notizie ufficiali partono sempre dalle società e da chi gli compete, io apprendo notizie insieme alle mie squadre.





Il settore giovanile ne potrà risentire? 

Ahimè, con molto dispiacere, devo dire che i campionati giovanili sono terminati per questa stagione, mi dispiace per i bambini e i ragazzi, che non hanno potuto finire i vari campionati e disputare i classici tornei estivi. 

Restiamo con la speranza, che dopo l'estate possiamo far ripartire tutto il movimento, ancora più con l'entusiasmo.











Le squadre di serie A, da come ho letto, vorrebbero che il campionato ripartisse quanto prima, e non che venisse assegnato lo scudetto alla prima in classifica? 


Non so dare una risposta definitiva in merito, potrei dire che era giusto far terminare tutto, come ha fatto la FIP, ma gli interessi economici sono tanti, partendo dalla lega e a finire ai presidenti delle società calcistiche. Io sinceramente, non sarei per assegnare lo scudetto alla prima in classifica.

Se si riprende a maggio o giugno, penso che si disputeranno partite a porte chiuse e non si giocherà in regioni con più contagi. 









Alcuni giocatori si sono resi disponibili a ridursi lo stipendio, è così, oppure gli è stato imposto? 

In serie A parliamo di milioni di euro, stipendi milionari, sarebbe vergognoso se non lo facessero e gli venisse imposto. Fuori c'è gente che si muore di fame, non scherziamo! 






A suo avviso quale sarebbe lo scenario più logico   per tutte le categorie, assegnare il titolo alla prima in classifica, ridurre le partite, riprendere a settembre e di conseguenza ridurre tutte le partite del prossimo anno 2020 -2021?

Mi riallaccio alla domanda di prima, per il bene della nostra salute andava fatto terminare tutto, poi se ci saranno condizioni di fare finire i campionati più importanti, lo si faccia a porte chiuse e con tanta sicurezza possibile. 

Per far terminare tutto in breve tempo possibile, ci saranno partite ogni 3-4 giorni, non c'è altra soluzione secondo me










Come vive queste giornate di stop, è dubbioso, o speranzoso per il futuro? 

Ammetto che lo sconforto a volte mi perseguita, ma voglio essere ottimista, la vita continua e voglio essere fiducioso, mi sento ancora molto giovane, sarebbe da folle mollare la presa




A chi vuol dedicare questa Pasqua? 

Dedico questa Pasqua a tutte le persone che stanno soffrendo per i propri familiari, alla nostra Italia, che torni a risplendere come una volta, magari ancora più bella.









a cura di Paolo Radi   





10      04  2020 
(Tutti i diritti riservati)  



giovedì 9 aprile 2020



PAOLO RADI 








I N  T  E  R  V  I  S  T  A







  PIERANGELO   
 ROMANO  



 Pierangelo Romano è nato a Napoli nel 1998 ha frequentato il  Napoli SCC per poi andare alla Salernitana, settore giovanile, tra l’altro fu il miglior giocare del 2015.

Dopo un anno in serie D e due anni in Eccellenza ha iniziato due stagioni fa la carriera da direttore sportivo nell’ Ercolanese con il Presidente Battiloro.

A dicembre erano a 3 punti dalla zona salvezza con una squadra composta da coloro nati nel 1997 sino al 2000 peccato che retrocessero.


Poi le altre esperienze sono state con la Turris, il Gragnano e il Formia.


Nel settore giovanile era uno dei più quotati, mi riferisco al Napoli, però visto che non stava bene fisicamente dovette abbandonare la squadra. Nella Salernitana  invece tutto andò nel verso giusto.










   

La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il gioco del calcio sarebbe stata la sua più grande passione?

Il calcio è la mia più grande passione anche se negli ultimi anni è diventato motivo di gioia e di stress. Secondo me è difficile coltivare passioni quando ci sono degli interessi forti.







I suoi genitori hanno appoggiato questa scelta oppure le hanno detto la solita frase: “Non è meglio che pensi allo studio?”

La mia carriera scolastica è stata condizionata molto dal calcio in quanto a scuola uscivo sempre prima, non facevo mai le giornate complete e il pomeriggio visto che avevo l’allenamento studiavo pochissimo. Mamma forse non era contentissima ma pian piano si è convinta anche lei.






Lei ha iniziato a giocare nel Napoli, era giovanissimo all’epoca che cosa ricorda di quell’esperienza?

Indossare la maglia del Napoli è sempre stato il mio sogno purtroppo è durato poco. Ricordo benissimo il primo allenamento quando mi diedero il completino, mi sembrava di sognare .Quello è di sicuro il ricordo più bello.











Abbiamo saputo che durante la sua permanenza al Napoli, settore giovanile, giusto, lei non è stato bene fisicamente, come mai?

Non amo gli alibi. Dovevo fare di più, mi presero per essere un giocatore importante e non ho mantenuto quelle aspettative .Di sicuro potevo essere un po’ più fortunato, ma non scarico mai la colpa su altre persone






Qual è la principale qualità che deve avere un calciatore? 

Dipende dal ruolo. Se si parla di qualità tecniche io guardo molto il primo controllo e la lettura delle situazioni. Se si parla di qualità generali un calciatore deve essere un professionista a tutti gli effetti e soprattutto deve avere la fame di arrivare. Solo una  delle due caratteristiche ormai non basta più .






Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

Il calcio attira molta gente per tanti motivi. Io ho sempre pensato a divertirmi fin quando non è diventato un lavoro. Non direi nemmeno che lo si faccia per soldi, lo si fa per riscattarsi!












Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

In passato non mi ha fatto fare la stessa vita dei miei coetanei è ovvio, ma non mi è mai pesato. Tutt’ora studio meno perché lavoro e ho qualche pensiero in più rispetto a un 21 enne normale. Ma i pro sono molti più dei contro.










Due anni fa lei ha iniziato la carriera di Direttore Sportivo nell’Ercolanese, come mai questo cambiamento così repentino? 

Successe tutto molto in fretta, ebbi un colloquio col presidente Battiloro e dopo due ore ero già convinto di accettare questo progetto. Il direttore sportivo è stato sempre quello che avrei voluto fare nel dopo carriera non pensavo però di farlo a 21 anni e di diventare, tra l’altro, il più giovane in Italia. Da un lato sono contento ma dall’ altro avrei preferito non avere tutti quei problemi fisici e divertirmi ancora per un po’.






Per diventare Direttore Sportivo, c’è un corso da frequentare e un esame da superare? 

Io nei professionisti non posso lavorare, dovrei fare il corso a Coverciano, ma mi mancano ancora dei punti per potervi accedere. Sono abilitato fino alla serie D che ho fatto l’anno scorso. Spero di poter velocemente diventare un professionista







Per i profani, qual è il ruolo del Direttore Sportivo?

Il direttore sportivo è colui che fa la squadra. Che decide chi acquistare e chi vendere e soprattutto essendo sportivo ha un confronto con l’allenatore per il lato tecnico.






Lei è giovanissimo, come viene visto nell’ambiente calcistico

All’inizio la mia età ha fatto storcere il naso a qualcuno, ma poi i fatti hanno parlato. Sono entrato in spogliatoi in cui c’era gente come Geppino Rinaldi e Felice Prevete che hanno giocato in serie A e in serie  B .Il rispetto non lo devi imporre lo devi guadagnare, e se lo fai a 20 anni vale doppio.






Abbiamo saputo che lei si sta laureando, in quale facoltà?

Economia aziendale, credo manchi l’ultimo anno!










In questo momento lo sport è fermo, e sappiamo il perché, alcuni vorrebbero chiudere il campionato, altri vorrebbero che la stagione 2019 2020 venisse conclusa, ma quando si dovrebbe giocare e quante partite, non so: luglio, agosto, settembre? Perché lei è per far terminare le partite di campionato che rimangono?

Sì, la cosa fondamentale è riprendere, tornare a giocare. È tropo importante per il sistema. Non facendolo si creerebbero molti problemi. Comanda il virus sia chiaro, ma se si potesse iniziare a fine giugno tra più di due mesi e finire a fine agosto sarebbe una buona soluzione.

Non far giocare le partite farebbe sparire sia sponsor che molte squadre, di conseguenza diverse che militano che  in C e D. Un numero alto di  calciatori e addetti ai lavori non percepirebbero alcun stipendio,  ne usciremmo tutti con “le ossa rotte”.










Cambierà qualcosa per il calcio e per lo sport in genere quando l’epidemia sarà terminata?

Forse la regola degli Under, è una regola sbagliata fatta per risparmiare. Illude solo i ragazzi facendogli creare false aspettative, anche perché dopo qualche anno andranno nel dimenticatoio. Si innalzerebbe tanto il livello se cambiasse ciò.






Un suo pregio e un suo difetto?

Difetti tanti. Pregi: beh ...mi faccio voler bene!











Come   descriverebbe se stesso nei riguardi di una persona che non conosce nulla di lei?

Non mi descrivo. Meglio che gli altri mi conoscano e mi giudichino.







   Cosa mette al primo posto: famiglia, amore o amicizia?

Tutte e 3 sullo stesso piano, sono tre  cose che nella mia vita hanno fatto la differenza e mi hanno salvato molte volte.






  
Lei a nato a Napoli, cosa rappresenta per lei Napoli? 

Napoli per me è tutto. Ho un legame viscerale con la mia terra e quando mi sono allontanato alcune volte non è stato facile. Nei momenti un po’ così spesso ci ha pensato lei a tirarmi su il morale.











Grazie   



a cura di Paolo Radi   







09       04       2020
(Tutti i diritti riservati)