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giovedì 9 aprile 2020



PAOLO RADI 








I N  T  E  R  V  I  S  T  A







  PIERANGELO   
 ROMANO  



 Pierangelo Romano è nato a Napoli nel 1998 ha frequentato il  Napoli SCC per poi andare alla Salernitana, settore giovanile, tra l’altro fu il miglior giocare del 2015.

Dopo un anno in serie D e due anni in Eccellenza ha iniziato due stagioni fa la carriera da direttore sportivo nell’ Ercolanese con il Presidente Battiloro.

A dicembre erano a 3 punti dalla zona salvezza con una squadra composta da coloro nati nel 1997 sino al 2000 peccato che retrocessero.


Poi le altre esperienze sono state con la Turris, il Gragnano e il Formia.


Nel settore giovanile era uno dei più quotati, mi riferisco al Napoli, però visto che non stava bene fisicamente dovette abbandonare la squadra. Nella Salernitana  invece tutto andò nel verso giusto.










   

La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il gioco del calcio sarebbe stata la sua più grande passione?

Il calcio è la mia più grande passione anche se negli ultimi anni è diventato motivo di gioia e di stress. Secondo me è difficile coltivare passioni quando ci sono degli interessi forti.







I suoi genitori hanno appoggiato questa scelta oppure le hanno detto la solita frase: “Non è meglio che pensi allo studio?”

La mia carriera scolastica è stata condizionata molto dal calcio in quanto a scuola uscivo sempre prima, non facevo mai le giornate complete e il pomeriggio visto che avevo l’allenamento studiavo pochissimo. Mamma forse non era contentissima ma pian piano si è convinta anche lei.






Lei ha iniziato a giocare nel Napoli, era giovanissimo all’epoca che cosa ricorda di quell’esperienza?

Indossare la maglia del Napoli è sempre stato il mio sogno purtroppo è durato poco. Ricordo benissimo il primo allenamento quando mi diedero il completino, mi sembrava di sognare .Quello è di sicuro il ricordo più bello.











Abbiamo saputo che durante la sua permanenza al Napoli, settore giovanile, giusto, lei non è stato bene fisicamente, come mai?

Non amo gli alibi. Dovevo fare di più, mi presero per essere un giocatore importante e non ho mantenuto quelle aspettative .Di sicuro potevo essere un po’ più fortunato, ma non scarico mai la colpa su altre persone






Qual è la principale qualità che deve avere un calciatore? 

Dipende dal ruolo. Se si parla di qualità tecniche io guardo molto il primo controllo e la lettura delle situazioni. Se si parla di qualità generali un calciatore deve essere un professionista a tutti gli effetti e soprattutto deve avere la fame di arrivare. Solo una  delle due caratteristiche ormai non basta più .






Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

Il calcio attira molta gente per tanti motivi. Io ho sempre pensato a divertirmi fin quando non è diventato un lavoro. Non direi nemmeno che lo si faccia per soldi, lo si fa per riscattarsi!












Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

In passato non mi ha fatto fare la stessa vita dei miei coetanei è ovvio, ma non mi è mai pesato. Tutt’ora studio meno perché lavoro e ho qualche pensiero in più rispetto a un 21 enne normale. Ma i pro sono molti più dei contro.










Due anni fa lei ha iniziato la carriera di Direttore Sportivo nell’Ercolanese, come mai questo cambiamento così repentino? 

Successe tutto molto in fretta, ebbi un colloquio col presidente Battiloro e dopo due ore ero già convinto di accettare questo progetto. Il direttore sportivo è stato sempre quello che avrei voluto fare nel dopo carriera non pensavo però di farlo a 21 anni e di diventare, tra l’altro, il più giovane in Italia. Da un lato sono contento ma dall’ altro avrei preferito non avere tutti quei problemi fisici e divertirmi ancora per un po’.






Per diventare Direttore Sportivo, c’è un corso da frequentare e un esame da superare? 

Io nei professionisti non posso lavorare, dovrei fare il corso a Coverciano, ma mi mancano ancora dei punti per potervi accedere. Sono abilitato fino alla serie D che ho fatto l’anno scorso. Spero di poter velocemente diventare un professionista







Per i profani, qual è il ruolo del Direttore Sportivo?

Il direttore sportivo è colui che fa la squadra. Che decide chi acquistare e chi vendere e soprattutto essendo sportivo ha un confronto con l’allenatore per il lato tecnico.






Lei è giovanissimo, come viene visto nell’ambiente calcistico

All’inizio la mia età ha fatto storcere il naso a qualcuno, ma poi i fatti hanno parlato. Sono entrato in spogliatoi in cui c’era gente come Geppino Rinaldi e Felice Prevete che hanno giocato in serie A e in serie  B .Il rispetto non lo devi imporre lo devi guadagnare, e se lo fai a 20 anni vale doppio.






Abbiamo saputo che lei si sta laureando, in quale facoltà?

Economia aziendale, credo manchi l’ultimo anno!










In questo momento lo sport è fermo, e sappiamo il perché, alcuni vorrebbero chiudere il campionato, altri vorrebbero che la stagione 2019 2020 venisse conclusa, ma quando si dovrebbe giocare e quante partite, non so: luglio, agosto, settembre? Perché lei è per far terminare le partite di campionato che rimangono?

Sì, la cosa fondamentale è riprendere, tornare a giocare. È tropo importante per il sistema. Non facendolo si creerebbero molti problemi. Comanda il virus sia chiaro, ma se si potesse iniziare a fine giugno tra più di due mesi e finire a fine agosto sarebbe una buona soluzione.

Non far giocare le partite farebbe sparire sia sponsor che molte squadre, di conseguenza diverse che militano che  in C e D. Un numero alto di  calciatori e addetti ai lavori non percepirebbero alcun stipendio,  ne usciremmo tutti con “le ossa rotte”.










Cambierà qualcosa per il calcio e per lo sport in genere quando l’epidemia sarà terminata?

Forse la regola degli Under, è una regola sbagliata fatta per risparmiare. Illude solo i ragazzi facendogli creare false aspettative, anche perché dopo qualche anno andranno nel dimenticatoio. Si innalzerebbe tanto il livello se cambiasse ciò.






Un suo pregio e un suo difetto?

Difetti tanti. Pregi: beh ...mi faccio voler bene!











Come   descriverebbe se stesso nei riguardi di una persona che non conosce nulla di lei?

Non mi descrivo. Meglio che gli altri mi conoscano e mi giudichino.







   Cosa mette al primo posto: famiglia, amore o amicizia?

Tutte e 3 sullo stesso piano, sono tre  cose che nella mia vita hanno fatto la differenza e mi hanno salvato molte volte.






  
Lei a nato a Napoli, cosa rappresenta per lei Napoli? 

Napoli per me è tutto. Ho un legame viscerale con la mia terra e quando mi sono allontanato alcune volte non è stato facile. Nei momenti un po’ così spesso ci ha pensato lei a tirarmi su il morale.











Grazie   



a cura di Paolo Radi   







09       04       2020
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