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venerdì 10 aprile 2020



PAOLO RADI 







I  N T  E  R V  I  S T  A






DARIO 

CANELLI









    Dario Canelli di Caserta è un giovane allenatore UEFA B  (30 anni) molto conosciuto in Campania, con un’esperienza decennale. È stato allenatore delle giovanili della Casertana e attualmente è istruttore dell’Intercasertana Moretti Accademy e allenatore dell’under 19 del Marcianise.



    Vista l’attuale situazione del calcio a causa corona-virus noi gli abbiamo rivolto qualche domanda.











   La prima domanda è la seguente cosa rappresenta per lei il calcio? 

Il  calcio per me è passione, indipendentemente dalla categoria, dalla serie A alle giovanili, resta sempre entusiasmante e positivo.




   
A fine gennaio nei vari media si parlava del contagio causato dal Corona Virus, si sarebbe mai immaginato la chiusura del Campionato, oppure prevedeva solo partite a porte chiuse? 

 Nessuno, si sarebbe aspettato che si arrivasse a tanto. Quindi, è difficile prevedere, ma è stato giusto fermare tutto, anzi l'avremmo dovuto fare prima.




Quando ha saputo che il Campionato non si sarebbe più riaperto, qual è stata la sua prima reazione? 

Ripeto, per me è prima di tutto passione, mi rattrista non andare agli allenamenti e non provare quella bella sensazione della partita. Una reazione triste, ma che va accettata per il bene di tutti.











È stato lei a comunicare la notizia alla sua squadra, oppure lo ha fatto assieme al suo Presidente?

Le notizie ufficiali partono sempre dalle società e da chi gli compete, io apprendo notizie insieme alle mie squadre.





Il settore giovanile ne potrà risentire? 

Ahimè, con molto dispiacere, devo dire che i campionati giovanili sono terminati per questa stagione, mi dispiace per i bambini e i ragazzi, che non hanno potuto finire i vari campionati e disputare i classici tornei estivi. 

Restiamo con la speranza, che dopo l'estate possiamo far ripartire tutto il movimento, ancora più con l'entusiasmo.











Le squadre di serie A, da come ho letto, vorrebbero che il campionato ripartisse quanto prima, e non che venisse assegnato lo scudetto alla prima in classifica? 


Non so dare una risposta definitiva in merito, potrei dire che era giusto far terminare tutto, come ha fatto la FIP, ma gli interessi economici sono tanti, partendo dalla lega e a finire ai presidenti delle società calcistiche. Io sinceramente, non sarei per assegnare lo scudetto alla prima in classifica.

Se si riprende a maggio o giugno, penso che si disputeranno partite a porte chiuse e non si giocherà in regioni con più contagi. 









Alcuni giocatori si sono resi disponibili a ridursi lo stipendio, è così, oppure gli è stato imposto? 

In serie A parliamo di milioni di euro, stipendi milionari, sarebbe vergognoso se non lo facessero e gli venisse imposto. Fuori c'è gente che si muore di fame, non scherziamo! 






A suo avviso quale sarebbe lo scenario più logico   per tutte le categorie, assegnare il titolo alla prima in classifica, ridurre le partite, riprendere a settembre e di conseguenza ridurre tutte le partite del prossimo anno 2020 -2021?

Mi riallaccio alla domanda di prima, per il bene della nostra salute andava fatto terminare tutto, poi se ci saranno condizioni di fare finire i campionati più importanti, lo si faccia a porte chiuse e con tanta sicurezza possibile. 

Per far terminare tutto in breve tempo possibile, ci saranno partite ogni 3-4 giorni, non c'è altra soluzione secondo me










Come vive queste giornate di stop, è dubbioso, o speranzoso per il futuro? 

Ammetto che lo sconforto a volte mi perseguita, ma voglio essere ottimista, la vita continua e voglio essere fiducioso, mi sento ancora molto giovane, sarebbe da folle mollare la presa




A chi vuol dedicare questa Pasqua? 

Dedico questa Pasqua a tutte le persone che stanno soffrendo per i propri familiari, alla nostra Italia, che torni a risplendere come una volta, magari ancora più bella.









a cura di Paolo Radi   





10      04  2020 
(Tutti i diritti riservati)  



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