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giovedì 25 luglio 2019



A CURA DI PAOLO RADI 










 UNA CONVERSAZIONE 
     

     
 CON 


  
FRANCESCO     
GALEONE







Paolo Francesco Galeone è di Napoli, ed è padre di due bellissimi bambini un di 7 anni che si chiama Francesco Ruesch e  un altro di appena 5 mesi che si chiama Cristiano. 

E' marito di Maddalena una donna che riesce a stargli accanto in tutto sia nelle decisioni semplici sia in quelle difficili e sono 22 anni che gioca a calcio. 



Ho giocato con molte squadre: di seguito l'elenco.

E' cresciuto nelle giovanili del Napoli 88 che allora era una succursale del Napoli del presidente Ferlaino. 

Ha esordito in serie D alla età di 17 anni con la maglia della Viribus Unitis (Somma Vesuviana).
È rimasto per 3 anni per poi passare ad Afragola (promozione) per poi ritornare in eccellenza con l’Internapoli, che è una squadra storica napoletana, e ha sede al Vomero, la permanenza  è durata  4 anni. 

Successivamente inizia a girovagare nel casertano e nell' avellinese tra le quali, Pignataro Maggiore, Vitulazio, Cellole, San Vitaliano, Succivo, Palmese, Saviano e Casalnuovo.  Poi ha fatto ritorno a casa nel napoletano con la maglia della Neapolis per ben 6 stagioni, tra cui 5 da Capitano.  All’ età di 33 anni decide di rimettersi in gioco confrontandosi con piazze abbastanza calorose tra le quali: Serino, Mugnano del Cardinale, ha poi militato, nell’Angri Calcio, una squadra che ha fatto storia nonostante sia arrivata in una età avanzata.

 L’Angri come ci dice lui stesso è “è una piazza che per chi fa calcio deve essere vissuta perché fa del calcio una cosa importantissima e unica, piazza tra l’altra che mi ha visto anche vincitore” 

 È stata in finale di Coppa Italia competizione abbastanza importante per la categoria Nel calcio, ci dice che “ho incontrato molti amici, il calcio ti dà tutto buono e male che sia, ho legato quasi con tutte le società dove sono stato e ho cercato di lasciare sempre un buon ricordo prima come uomo e poi come calciatore .... e cosa che sto riscontrando ora visto che mi ritrovo sui social tifosi che mi cercano ancora”

Ci racconta di aver imparato tanto negli spogliatoi che ha frequentato ad esempio “il rispetto per chi ha qualche anno in più e per chi ha un passato importante “

 Inoltre a ci tiene a precisare che “Ha cercato di fare un bagaglio delle tante cose buone che ha avuto nel corso di questi anni; non so se avessi potuto giocare tra i professionisti, ma è una cosa che avrei voluto, ma non mi è stato possibile per alcune circostanze economiche se così si possono chiamare”. 


 Suo papà gli è stato sempre vicino ha sempre creduto in lui, anche quando magari il sogno di calciatore vero svaniva.  Anzi li è stato ancora più importante perché gli dava la possibilità di allenarmi senza guadagnare abbastanza e lui gli dava ciò che non riuscivo ha comprare. Ora è pronto per i suoi 22 anno nel calcio. Ora ha sposato un nuovo progetto  firmando  con la Sanseverinese, squadra militante in Promozione, il ritiro inizierà l’8 agosto. 











Sono 22 anni che lei gioca, sono tantissimi, il ricordo più bello della sua carriera? 

Proprio perché sono 22 gli anni i ricordi sono tantissimi, ma non potrò mai dimenticare l’esordio in serie D: VIRIBUS UNITIS vs  OTTAVIANO ed era il lontano 2000.












E quello più brutto? 

 Quello che purtroppo ogni giocatore non vorrebbe mai ricordare: un grave infortunio rottura del malleolo caviglia sx, stavo nel più bello della carriera infatti militavo tra le fila del l’Internapoli.













Se non avesse scelto il calcio, quale altro sport le sarebbe piaciuto praticare? 

Cosa difficile perché il calcio è una malattia per me, mi sarebbe piaciuto pallavolo, che è sempre un gioco di squadra.













I suoi genitori, quando hanno visto il suo interesse per questo sport, le hanno detto, la fatidica frase: “...pensa a studiare!” oppure hanno sostenuto questo forte interesse? 

No, guarda, i miei genitori sono stati così importanti che mi hanno lasciato decidere da solo senza mai ostacolare le mie scelte ed è proprio per questo  che ho cercato di abbinare le due cose studiando ed allenandomi sin da subito;  infatti mi sono diplomato in ragioneria un  minimo traguardo negli studi. 













Tutti provano a diventare calciatori, almeno in Italia, lei voleva diventare un grande giocatore, oppure cercava più la fama e la celebrità? 

Secondo me le onde viaggiano “appaiate” in Italia se diventi un bravo calciatore sei anche famoso, però sembrerà retorica, ma il calciatore l’avrei fatto a prescindere dal successo.















Il suo goal più bello se lo ricorda? 

Il ruolo che faccio non mi permette di fare tanti goal, essendo un difensore centrale, quindi tra i pochi che ho fatto sono tutti indelebili nella mia mente. Uno resta di più anche nel cuore: quello dedicato a mia madre dopo aver saputo una brutta notizia sul suo stato di salute .... ed era: Carotenuto vs Serino, una partita particolare, visto che l’anno prima giocavo con il Serino.














Squadra italiana in cui il piacere   giocare (uso il presene, perché nella vita tutto è possibile)? 

A chi non piacerebbe giocare nella squadra della propria città, cioè il Napoli, ma tornando alla realtà mi piacerebbe di sicuro ritornare all’ Angri, perché mi ha segnato e resterà per sempre nel mio cuore. 













Lei ci ha detto che nello spogliatoio ha imparato il rispetto; oggi i giovani hanno quel rispetto che lei stesso ha dimostrato, oppure non stanno ad ascoltare i consigli degli “anziani”? 

Ricordo che quando entrai per la prima volta nello spogliatoio della Viribus, non avevo il coraggio di guardare in faccio i cosiddetti “Senatori, prima era diverso e ne sono fiero ed orgoglioso di aver fatto parte di quel calcio. Ora tutto è cambiato siamo “pieni di Messi e Ronaldo”, inoltre molti giovani sono senza rispetto, ma soprattutto senza umiltà.















Lei ad un certo punto stava per entrare a far parte di una squadra professionistica, che successe? 

Diciamo che l’opportunità di arrivare in una squadra professionistica c’era stata, ma purtroppo all’epoca chi si occupava del mio cartellino mi chiese un responso economico che mio padre non volle dare, e ne sono fiero di tutto ciò. Anche questa cosa mi ha fatto capire quali siano i sani principi: io sono il primo di 5 figli e mio padre già faceva di tutto per non farci mancare nulla, non sarebbe stato giusto dare solo a me per poi far mancare qualcosa agli altri. Se fossero state rose dovevano fiorire, prendiamola con filosofia!
















Un suo pregio e un suo difetto. 

Se parliamo calcisticamente questo sta a chi dirlo a chi è competente ed è la stessa cosa per il difetto.  Se parliamo del mio carattere in generale ti dico il mio pregio quasi sempre si trasforma in difetto, do il cuore troppo in fretta e molte volte mi ritrovo con cocenti delusioni, proprio da parte di persone che mai avrei pensato si comportassero in modo diverso dal mio. 












Che valore dà per lei alla   sua famiglia prima di sposarsi, a quella nuova, e agli amici? 

Mio padre per me è un esempio, infatti se a volte mi paragonano a lui, per me è un vanto che mi rallegra il cuore. Mia mamma è stata la mia maggiore confidente. Ti lascio immaginare che rapporto c’è, anche se ora i miei sono separati per me sono stati eccezionali in tutto, mia moglie ora per me è il centro di ogni cosa e riesce a farmi stare bene sia mentalmente che fisicamente, cercando sempre di accontentarmi sia con gli orari che con l’alimentazione: visto lo sport che pratico; e poi ci amiamo nel vero senso della parola.  Gli amici per me hanno un ruolo importante .... sono loro che arrivano dove magari non può arrivare un familiare per ovvie ragioni, ma purtroppo non tutti curano l’amicizia nel modo più corretto, ma non fa niente è la vita. 







  


Lei è amico di tanti giocatori che ho intervistato ultimamente, siccome non farei far torto a nessuno, so che Ciro Quaranta è un suo amico fraterno, e so che è un ottimo giocatore che milita a Malta, che caratteristiche tecniche possiede? 

Ciro quaranta non lo scopro io .... è un calciatore che ha potenzialità impressionanti, un mancino che vede la porta in modo facilissimo. E poi è un ragazzo d’oro nonostante la giovane età è riuscito ad emergere in una città che purtroppo ti lascia poco spazio se non hai le spalle forti. Ho un ricordo bellissimo abbiamo condiviso insieme il primo anno ad Angri ed è stato bellissimo poter ammirare le sue doti da vicino. Ora sono sicuro di rivederlo tra i professionisti anche in Italia dopo aver fatto il giro un po’ più in largo... passando per Malta dove tutt’ora milita. 













Come ultima domanda, lei abita al Rione Sanità, cosa rappresenta per lei questo quartiere che ha dato i natali al principe Antonio de Curtis, inoltre è ricco di chiese barocche? 

Garda la riposta sta proprio nella domanda, il fatto che io sia proprio del rione sanità mi permette di godermi in tutto questo splendido quartiere, dai vicoli stretti e pieni di vita, alle bellissime strutture che la compongono, e poi credimi è solo un vanto abitare dove è nato il Grande è unico maestro: Antonio de Curtis in arte Totò, il quale ha regalato sorrisi ha tantissime generazioni e non ha ancora finito!













Grazie   

a cura di Paolo Radi   





25     07   2019 
(Tutti i diritti riservati)  























A CURA DI PAOLO RADI 














 UNA CONVERSAZIONE 
     

     
 CON 




SALVATORE    
CANNITO  







Salvatore Cannito è nato ail 09/04/1990 a Grumo Appula (Bari)  

Nella stagione 2006/2007 è al Genoa, allievi nazionali, (finale nazionale persa 4-0 contro il Milan di Paloschi); 2007/2010 Genoa Primavera (Vittoria scudetto coppa Italia e super coppa italiana), 2010/2012 Virtus Entella c2, 2012/2013 Derthona serie D, 2013/2014 è svincolato 2014/2015, Team Altamura, 2015/2016, Team Altamura 2016/2017, Team Altamura, 2017/2018, Team Altamura, 2018/2019 Corato calcio, 2019/2020 United Sly. 

Ad Altamura ci è  rimasto 4 anni, tanto da diventare capitano di un’intera città; poi il divorzio. Ma il presente si chiama United Sly. Una delle più grandi realtà a livello nazionale. Un infortunio grave è stato quando ha rotto, due crociati e una tibia giocando a calcetto nel periodo di fermo e di riposo calcistico), tutto ciò ha caratterizzato parecchio la sua discesa; ma ora è tornato in cima e noi gli abbiamo rivolto alcune domande.








    La prima domanda èun classico: si ricorda più o meno quando ha capito che il calcio sarebbe diventato la sua piùgrande passione?

Ricordo che sin da piccoli si giocava per le strade del paese, ma la mia prima esperienza sportiva non fu per il calcio ma per la kickboxing. Il mio primo provino calcistico all’età di 12 anni fu per l’A.S. Bari, con tanto di firma a seguito. 





Lei ad Altamura ci è rimasto 4 anni, tanto “da diventare il capitano di un’intera città”, in che senso? 

Quattro anni che mi hanno dato la possibilità di rimettermi in gioco, e che difficilmente dimenticherò. Ad Altamura torno con piacere anche per una semplice passeggiata. 








Se non avesse scelto il calcio, quale altro sport le sarebbe piaciuto praticare? 

Oltre il calcio non mi ci vedo. 




I suoi genitori, quando hanno visto il suo interesse per questo sport, le hanno detto, la fatidica frase: “...pensa a studiare” oppure hanno sostenuto questo forte interesse? 

Devo ringraziare i miei genitori per aver coltivato in me questa grande passione. I loro sacrifici a livello fisico ed economico sono stati enormi: il sostenere dall’ età di 12 anni, gli innumerevoli allenamenti verso la città di Bari, sino  al mio approdo nella città di Genova, a 16 anni compiuti. 










Perchétutti provano a diventare calciatori, almeno in Italia, molti cercano più la fama, oppure i soldi?

 È il sogno che si ha da bambini. E sono scelte che a una certa età uno fa. L’esempio lampante è il mio amico Stephan (Elshaarawy). Dopo tanti anni al centro dell’attenzione, per fama con merito: Milan, Roma, Monaco e nazionale non le conquisti per caso, ma perché sei forte. Adesso è arrivato a un punto della sua vita, dove ha messo al primo piano il suo futuro, accettando una proposta alquanto allettante senza pensarci due volte. Carriera migliore non poteva avere. 







Il suo goal più bello se lo ricorda? 

Gol segnati pochi, sui calci d’angolo (occasione più concreto per un difensore) di solito resto dietro a dar copertura. 











Abbiamo saputo, anche se abbiamo capito poco, che lei è arrivato a litigare connell’ ultima stagione, da aggregato in prima squadra, settore   Primavera, in allenamento con Palladino, c’era Sculli che mi ripeteva di calmarmi, questo perché lei e Borriello siete arrivati alle mani; è così? Oppure i fatti sono andati diversamente? Ci può raccontare quando e dove sono successi questi fatti?

Avete saputo un po’ male. Il mio carattere un po’ forte, nel momento migliore dov’ ero aggregato in prima squadra al Genoa, mi ha portato ad arrivare a qualche scontro di gioco con calciatori di prima squadra, ormai affermati come: Raffaele Palladino, Beppe Sculli e Marco Borriello. Scontri animati che magari adesso ci penserei due volte prima di farlo accadere. 
Ricordi gli innumerevoli consigli da parte di Mister Gasperini e dell’allora giovane Mimmo Criscito. 











Nell’ ultimo anno al Genoa, lei dormiva in un albergo solo. Gli altri   ragazzi, che venivano da fuori Genova, nella foresteria. In conclusione lei da solo e gli altri da un’altra parte? Cos’era successo? 

Era successo che nei 4 anni di permanenza lontano da casa, sponda rossoblù, si sanno gli errori che un ragazzo può commettere. 
Se succedeva un qualcosa la colpa era sempre di Sasa, se si tornava tardi in gruppo la colpa era sempre di Sasa. Ricordo che gli alberghi di riferimento erano 2, il Puppo è il Mediterranee. A Genova il Pegli. Io ero situato in un terzo, tra Genova Pegli e Genova Voltri, questo proprio perché non ero ben accetto negli altri due. Ormai tornassi indietro nel tempo cercherei di evitare i molti errori che ho commesso. Che casinista, che testa che avevo!











Squadra italiana in cui le piacerebbe giocare? 

Il cuore dice Inter. La logica in questo momento dice Juventus. 







Un suo pregio? 
Troppo buono e disponibile.











Un suo difetto? 

Non ho mai avuto peli sulla lingua. 




Che cosa rappresenta per lei l’ambiente in cui vive, penso alla sua famiglia, alla sua ragazza, ai suoi amici? 


La mia famiglia e tutta la gente che mi circonda l’ho sempre messa al primo posto, mettendo me, forse, in secondo piano.


  






Grazie   

a cura di Paolo Radi   





25   07   2019 
(Tutti i diritti riservati)  



















lunedì 22 luglio 2019



A CURA DI PAOLO RADI 










 UNA CONVERSAZIONE 
     

     
 CON 




ADRIANO
CAMPESE  




Adriano Campese è nato a Napoli il 05 /07/1990, Ho frequentato la scuola Alfonso Casanova dove si è diplomato in Tec. delle Industrie Elettriche.

Ho fatto il settore giovanile tra Sporting Neapolis Pigna Calcio passando poi per l’esordio in D con il Pomigliano dove ha disputato più partite “da subentrato”, invece poche da titolare. 

Poi ho fatto la promozione con: Acerrana, Anacapri Minturno nel Lazio, Roccaravindola in Molise, in prima categoria con Boys Pianurese dove ha perso la finale play off con il Sanità, squadra del mio quartiere, alla MAUED ho vinto il campionato di prima categoria, ora è tornato al meglio sotto l’aspetto fisico, questo perché durante la sua carriera   non era stato bene ed era in sovrappeso. 











    La prima domanda èun classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua piùgrande passione?

Da subito considerando che all'età di 7-8 anni già passavo interi pomeriggi a giocare per strada.



Lei ha giocato in diverse squadre, a quale squadra è rimasto più legato?

A.S.D.  Maued Sport.









Se non avesse scelto il calcio, quale altro sport le sarebbe piaciuto praticare? 

Basket.




Dai ragazzi il calcio viene visto come un’opportunitàper vivere una vita negli agi, nel lusso, oppure frequentare un certo tipo di mondo. Perchétutti provano a diventare calciatori?

Oggi forse è come dici tu, i giovani cercano di diventare ricchi più che calciatori ma quando io ero piccolo non pensavo al domani, ma solo a giocare sempre, non importava il posto o l'ora,  l'importante era giocare sempre.








In che ruolo gioca? 

Diciamo che sono un finto attaccante, l’attacco a due per me è perfetto altrimenti nel 4-3-3 posso fare l'esterno.





In questo ambiente ha avuto più soddisfazioni o delusioni?

Più delusioni senza dubbio!










Squadra italiana in cui le piacerebbe giocare? 

Il Napoli fa un bel gioco favorendo molto gli attaccanti. 



Un suo pregio? 

Sono un buon calciatore. 








Un suo difetto? 


Di difetti ne ho tanti, altrimenti avrei giocato ad altri livelli. 



Ad un certo punto della sua carriera lei ha smesso per un po’, cos’era successo?

Sì, è vero.  ho smesso per un po’ a causa delle finte e false promesse fatte da qualche "presidente" che ho avuto in passato. 







Suo padre, che è stato un giocatore come lei, che consigli le ha dato quando lei ha iniziato la carriera?

Mio padre è un esempio di vita in tutto, il legame che ho con lui è qualcosa di inspiegabile, devo dire, a riguardo, però, che calcisticamente mi ha sempre seguito, ma relativamente senza mai entrare troppo nelle mie decisioni. 





  



    Qual è il sogno nel cassetto? 

Avere un figlio che giochi bene a calcio senza essere una schiappa come me!


   Ultima domanda cosa rappresenta Napoli per lei?


Napoli per me è tutto, con tutte le sue sfaccettature, sicuramente abbiamo tanti difetti, ma abbiamo tutto non c'è una cosa che a Napoli non puoi fare, dal cibo alle serate al mare, il paesaggio e il panorama sono favolosi, se volessi scrivere tutti i pregi di Napoli sicuramente non basterebbero dieci righe.
















Grazie   

a cura di Paolo Radi   



22   03   2019 
(Tutti i diritti riservati)