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mercoledì 12 giugno 2019




 A CURA DI PAOLO RADI 






 UNA CONVERSAZIONE 
     

     
 CON 




MIRKO  
MOI  







Mirko Moi è nato a Ostia nel 1990.
 Un grande quartiere di Roma, e ha iniziato a giocare   a calcio da dall’età di 6 anni. Come ci ha raccontato lui: “La strada, i parchetti e gli oratori sono stati i miei migliori insegnanti”. Ancora non ha raggiunto alte categorie, milita nei campionati di serie D ed Eccellenza, la piazza migliore dove ha giocato è stato il Mantova (serie D).

 È il secondo di tre fratelli e una sorella!!! Il suo motto è: “Finché credo oso”. 








    La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventata  la sua più grande passione?

Ho cominciato a capirlo fin da bambino, non facevo altro che giocare a calcio o tenere quel pallone sotto braccio, è stato amore a prima vista... ancora oggi se vedo un pallone mi ci fiondo sopra come un bambino!



  I suoi genitori l’hanno assecondata in questa sua passione, oppure hanno cercato di farle capire, che il calcio non è tutto nella vita?

Hanno sempre cercato di farmi fare quello che più desideravo, se fosse stata la mia felicità,  mi hanno lasciato stare, ma chiaramente non sono mancate le classiche opinioni negative sulla questione.









Lei ha giocato in diverse squadre, a quale squadra rimasto più legato?

Sarò onesto, sono rimasto legato a molte squadre e a molti amici, dalla Tor Tre Teste fino a quest’ultima che era l’Axys Zola, ma chiaramente Mantova mi è rimasta nel cuore, sia per il gruppo che per la piazza.




Se non avesse scelto il calcio, quale altro sport le sarebbe piaciuto praticare? 

Credo che mi sarebbe piaciuto giocate a tennis, sono un vero malato; penso che sia lo sport mentalmente più difficile, 1vs1 in cui l’unica partita da vincere è quella con te stesso.









Che è esperienza è stata quella di giocare in serie D con il Mantova?

 È stato tutto fantastico; avremmo potuto coronare ciò con una bella vittoria finale, ma vincere non è mai facile perciò mi tengo stretto quello che ho passato; basti pensare che in preparazione eravamo 6/7 contati e piano piano arrivarono  “flotte di giocatori” da tutta Italia; essere stato scelto fra tanti mi rende orgoglioso.



Lei ha frequentato il Liceo Scientifico ritiene che una buona istruzione serva per diventare anche buon calciatore? 

Sicuramente l’istruzione ti aiuta a parlare e ad avere rispetto, soprattutto in questo mondo, è fondamentale avere una buona base, ma poi alla fine credo che il talento calcistico influisca poco con l’istruzione.








In che ruolo gioca? 

Sono un po’ un jolly, riesco ad adattarmi abbastanza bene, ma il mio ruolo principale è difensore centrale o centrocampista centrale.




Il tuo goal più bello?

Fiumicino vs Pomezia, mi arriva una respinta su un calcio d’angolo, la palla al volo viene verso di me che ero 5 metri fuori l’area di rigore, la colpisco al volo sotto gli incroci e goal.








Squadra italiana in cui le piacerebbe giocare? 

Mi piacerebbe giocare con il Genoa, quello stadio mi fa impazzire.




Un suo pregio? 

Sono troppo generoso! 



Un suo difetto? 

Sono troppo generoso! 



  


   Qual è il sogno nel cassetto? 

Preferisco tenerlo per me ... grazie.






Grazie   

a cura di Paolo Radi   





12    06    2019 
(Tutti i diritti riservati)  





martedì 11 giugno 2019





A CURA DI PAOLO RADI 









 UNA CONVERSAZIONE 
     
 CON 


LUIGI   
IMBRIANI  









Luigi Imbriani di Napoli (classe 1973) è un allenatore di calcio, inizia con la A.C.  Bagnolese, settore Juniores Regionale, arrivando quarto nella stagione 2008 -2009.

 Viene chiamato da Pasquale Foggia (Pasquale Foggia ha giocato nel Milan, Lazio, e pure nella Nazionale), gli viene proposto di allenare la Categoria ’98, per la società Scuola Calcio ASD Pasquale Foggia, campionato Giovanissimi Regionali, successivamente allena la Categoria 2002, vincendo ben tre campionati e la Coppa Campana.

 Nell’anno calcistico che è terminato è stato responsabile del settore giovanile della società Calcio Pomigliano, con la Juniores Nazionale è arrivato 6°, mentre con la Juniores Regionale è arrivato 2°. 







    La prima domanda èun classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua piùgrande passione?

Da piccolo mi piaceva solo il pallone e quando in campo giocavo, mi sentivo già  allenatore che indirizzavo i miei compagni.










Se non avesse scelto il calcio, quale altro sport le sarebbe piaciuto praticare? 

Mi sarebbe piaciuto il Tennis.









Dai ragazzi il calcio viene visto come un’opportunitàper vivere una vita negli agi, nel lusso, oppure frequentare un certo tipo di mondo. Perchétutti provano a diventare calciatori e non allenatori?

Perché il sogno di un bambino è quello di riuscire a diventare un calciatore, per l’allenatore c’è tempo.







Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 


L’allenatore deve essere bravo a farsi volere bene dai calciatori, deve riuscire a fare gruppo, solo così si ottiene il massimo.








Alcuni allenatori ottengono brillanti risultati in una squadra, poi passano ad un’altra e non riescono a raggiungere nessun obiettivo? Quali possono essere i motivi?

Ma i motivi possono essere: non ha legato con i “senatori del gruppo”, a loro non piace la sua metodologia d’allenamento.










  Squadra estera che le piacerebbe allenare?  

Mi piacerebbe allenare le squadre spagnole per il “molto possesso palla”.









Squadra italiana in cui le piacerebbe allenare

Squadra italiana... mi piacerebbe il Napoli, il mio sogno!








Un aggettivo per descrivere sé stesso? 

Mi ritengo una persona con un certo  carisma, però sono  anche umile e con tanta voglia d’imparare, perché nella vita c’è sempre da imparare!









Un suo pregio? 

Pregio:  provo dispiacere con tutti  quando capitano delle incomprensioni, anche con chi non lo meritava










Un suo difetto? 

Difetto: sono orgoglioso e difficilmente torno indietro








   Qual èil sogno nel cassetto? 

Beh il sogno nel cassetto: poter entrare nel calcio che conta!









Come ultima domanda le chiedo: cosa rappresenta Napoli per lei?


Napoli per me è vita con tutti i pregi e difetti che può avere, ho provato ad abitare lontano da Napoli, ma ho resistito solo tre anni!









Grazie.  

a cura di Paolo Radi   





11    06  2019 
(Tutti i diritti riservati)  






























venerdì 31 maggio 2019





A CURA DI PAOLO RADI 









MICHELE DELLA PERUTA
FA IL PUNTO SUL CAMPIONATO APPENA TERMINATO.



Michele Della Peruta è un giovane e determinato calciatore nato a Maddaloni nel 1990 (Caserta) attualmente gioca a calcio a 5, futsal in serie C2 a Mondragone. 







Michele Della Peruta il campionato è finito, risultati? 

Sì, il campionato è finito e siamo arrivati fino al triangolare finale dei play off riuscendo a vincere la prima partita contro il CUS Avellino per 5a2;   sabato scorso,però, abbiamo perso 5a1 in casa del Terzigno. 








Globalmente?

La nostra stagione credo sia stata molto positiva, oltre ad arrivare in fondo ai play off siamo riusciti ad arrivare in finale di coppa, peccato aver perso ai calci di rigore.










A livello personale cosa vorresti dire? 

La mia stagione credo che sia stata buona ho dato una mano al gruppo ed e la cosa più importante. Ho realizzato 26 reti e sono molto soddisfatto di quello che ho fatto. 









Il prossimo anno sarai sempre un giocatore del’ Olympique Sinope?? 

Come ti dicevo il campionato è finito sabato scorso ora ci riposiamo un po’ poi insieme alla società decideremo il dà farsi per il prossimo anno calcistico.







Quale partita rimarrà maggiormente impressa nella tua memoria? 

La partita più che mi rimarrà nella mia testa è stata quella in finale di coppa. Anche se abbiamo perso ai rigori resterà sempre un bel ricordo.








Hai qualcosa da recriminare sugli arbitraggi? 

Sugli arbitri non dico niente gli errori ci sono in tutte le partite.










Se ti dovessi dare un voto da uno a dieci? 

Dare un voto specifico non so ma credo che sia stata una stagione positiva







Un sogno per il prossimo anno? 

Il prossimo anno il sogno è quello di vincere il campionato






Grazie   

a cura di Paolo Radi   





31    05    2019 
(Tutti i diritti riservati)