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martedì 11 giugno 2019





A CURA DI PAOLO RADI 









 UNA CONVERSAZIONE 
     
 CON 


LUIGI   
IMBRIANI  









Luigi Imbriani di Napoli (classe 1973) è un allenatore di calcio, inizia con la A.C.  Bagnolese, settore Juniores Regionale, arrivando quarto nella stagione 2008 -2009.

 Viene chiamato da Pasquale Foggia (Pasquale Foggia ha giocato nel Milan, Lazio, e pure nella Nazionale), gli viene proposto di allenare la Categoria ’98, per la società Scuola Calcio ASD Pasquale Foggia, campionato Giovanissimi Regionali, successivamente allena la Categoria 2002, vincendo ben tre campionati e la Coppa Campana.

 Nell’anno calcistico che è terminato è stato responsabile del settore giovanile della società Calcio Pomigliano, con la Juniores Nazionale è arrivato 6°, mentre con la Juniores Regionale è arrivato 2°. 







    La prima domanda èun classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua piùgrande passione?

Da piccolo mi piaceva solo il pallone e quando in campo giocavo, mi sentivo già  allenatore che indirizzavo i miei compagni.










Se non avesse scelto il calcio, quale altro sport le sarebbe piaciuto praticare? 

Mi sarebbe piaciuto il Tennis.









Dai ragazzi il calcio viene visto come un’opportunitàper vivere una vita negli agi, nel lusso, oppure frequentare un certo tipo di mondo. Perchétutti provano a diventare calciatori e non allenatori?

Perché il sogno di un bambino è quello di riuscire a diventare un calciatore, per l’allenatore c’è tempo.







Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 


L’allenatore deve essere bravo a farsi volere bene dai calciatori, deve riuscire a fare gruppo, solo così si ottiene il massimo.








Alcuni allenatori ottengono brillanti risultati in una squadra, poi passano ad un’altra e non riescono a raggiungere nessun obiettivo? Quali possono essere i motivi?

Ma i motivi possono essere: non ha legato con i “senatori del gruppo”, a loro non piace la sua metodologia d’allenamento.










  Squadra estera che le piacerebbe allenare?  

Mi piacerebbe allenare le squadre spagnole per il “molto possesso palla”.









Squadra italiana in cui le piacerebbe allenare

Squadra italiana... mi piacerebbe il Napoli, il mio sogno!








Un aggettivo per descrivere sé stesso? 

Mi ritengo una persona con un certo  carisma, però sono  anche umile e con tanta voglia d’imparare, perché nella vita c’è sempre da imparare!









Un suo pregio? 

Pregio:  provo dispiacere con tutti  quando capitano delle incomprensioni, anche con chi non lo meritava










Un suo difetto? 

Difetto: sono orgoglioso e difficilmente torno indietro








   Qual èil sogno nel cassetto? 

Beh il sogno nel cassetto: poter entrare nel calcio che conta!









Come ultima domanda le chiedo: cosa rappresenta Napoli per lei?


Napoli per me è vita con tutti i pregi e difetti che può avere, ho provato ad abitare lontano da Napoli, ma ho resistito solo tre anni!









Grazie.  

a cura di Paolo Radi   





11    06  2019 
(Tutti i diritti riservati)  






























venerdì 31 maggio 2019





A CURA DI PAOLO RADI 









MICHELE DELLA PERUTA
FA IL PUNTO SUL CAMPIONATO APPENA TERMINATO.



Michele Della Peruta è un giovane e determinato calciatore nato a Maddaloni nel 1990 (Caserta) attualmente gioca a calcio a 5, futsal in serie C2 a Mondragone. 







Michele Della Peruta il campionato è finito, risultati? 

Sì, il campionato è finito e siamo arrivati fino al triangolare finale dei play off riuscendo a vincere la prima partita contro il CUS Avellino per 5a2;   sabato scorso,però, abbiamo perso 5a1 in casa del Terzigno. 








Globalmente?

La nostra stagione credo sia stata molto positiva, oltre ad arrivare in fondo ai play off siamo riusciti ad arrivare in finale di coppa, peccato aver perso ai calci di rigore.










A livello personale cosa vorresti dire? 

La mia stagione credo che sia stata buona ho dato una mano al gruppo ed e la cosa più importante. Ho realizzato 26 reti e sono molto soddisfatto di quello che ho fatto. 









Il prossimo anno sarai sempre un giocatore del’ Olympique Sinope?? 

Come ti dicevo il campionato è finito sabato scorso ora ci riposiamo un po’ poi insieme alla società decideremo il dà farsi per il prossimo anno calcistico.







Quale partita rimarrà maggiormente impressa nella tua memoria? 

La partita più che mi rimarrà nella mia testa è stata quella in finale di coppa. Anche se abbiamo perso ai rigori resterà sempre un bel ricordo.








Hai qualcosa da recriminare sugli arbitraggi? 

Sugli arbitri non dico niente gli errori ci sono in tutte le partite.










Se ti dovessi dare un voto da uno a dieci? 

Dare un voto specifico non so ma credo che sia stata una stagione positiva







Un sogno per il prossimo anno? 

Il prossimo anno il sogno è quello di vincere il campionato






Grazie   

a cura di Paolo Radi   





31    05    2019 
(Tutti i diritti riservati)  





















A CURA DI PAOLO RADI 








INTERVISTA


A  


VINCENZO DI RUOCCO


VINCENZO DI RUOCCO


VINCENZO DI RUOCCO


VINCENZO DI RUOCCO

VINCENZO DI RUOCCO








Vincenzo Di Ruocco, 1987 Castellammare di Stabia (NA).  Cresciuto nel Sorrento debutta con gol a 16 anni, poi ha militato nelle seguenti squadre: Vico Equense, Angri, Libertas Stabia, Ischia, Pompei, Marcianise, Gragnano, Sessana, Positano e Poggiomarino. Ha vinto 5 campionati e ha realizzato 200 gol. 





La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

Ho scoperto che amavo questo sport quando qualcuno, alle elementari portava il pallone a scuola, per giocare nell’intervallo. 











Se non avesse scelto il calcio, quale altro sport le sarebbe piaciuto praticare? 

Nessuno, forse qualche sport dove “c’ era di mezzo la sfera”.









Lei ha giocato in tantissime squadre, a quale è rimasto più  legato? 

Sono rimasto in buoni rapporti in qualsiasi squadra  io abbia militato,  mi e rimasto qualcosa dentro come “esperienza di vita”.





 





Dai ragazzi il calcio viene visto come un’opportunità per vivere una vita negli agi, nel lusso, oppure frequentare un certo tipo “di mondo”. Perché tutti provano a diventare calciatori?


Prima quando ho iniziato io non sapevo ne meno che si guadagnava era solo una passione adesso e un lavoro











Il suo gol più bello? 

ogni gol ha un sapore diverso ma forse il gol più bello Libertas Stabia Nola al 95esimo 5 a 4 da 35 metri bellissimo rivedo ancora il video a you tube.







Che cosa le ha dato il calcio e che cosa le ha tolto? 

Il calcio mi ha dato tutto quello che ho oggi; cosa mi ha tolto? Senza quel gravissimo infortunio che ebbi alcuni anni fa, posso dire, senza presunzione, che la carriera sarebbe proseguita giocando tra i professionisti e forse chissà, con le mie due squadre del cuore: Juvestabia e Juventus, peccato!







Squadra italiana in cui le piacerebbe giocare? 

Juvestabia e Juventus.








A quale giocatore lei veniva paragonato da ragazzo? 

Cassano, tutti da piccolo mi paragonavano a lui: genio e sregolatezza dolce e salato!








Che cosa rappresenta la famiglia per lei? 

La famiglia la forza per  andare avanti quando tutto non va bene!










Ho visto che lei è molto attivo sui vari social, non teme che possano rappresentare un limite per rapportarsi con le persone, oppure per lei rappresentano un mezzo per conoscere nuove persone? 


Oggi e così, i social vanno di moda e poi mi piace conoscere gente, specialmente del mondo del calcio.




Abbiamo notato le foto di lei assieme ai figli, foto molto belle dove si evince il forte amore che c’è, che padre è lei? 

Un padre divertente, sono tutto per loro,  un amico e un genitore.















Ultima domanda, ci racconti qualcosa su lei, chi è veramente Vincenzo Ruocco, il suo rapporto, con i suoi genitori, cosa rappresenta la donna che ha sposato, che valore dà all’amicizia, e se esiste un Vincenzo Ruocco che nessuno conosce: 

La donna che ho sposato è una santa, mi sopporta tutti giorni, secondo me non esiste più la vera amicizia di quando ero ragazzo, adesso dove c’ ‘è interesse c’ ‘e amicizia, perciò amici pochi, ma buoni
Scuramente c’ è una parte di me che nessuno conosce, credo ogni un ce l’abbia. 






Grazie   

a cura di Paolo Radi   





31    05    2019 
(Tutti i diritti riservati)