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domenica 6 gennaio 2019



PAOLO RADI PRESENTA    








10 DOMANDE 


A  


RAFFAELE VALENTINO











Raffaele Valentino di Napoli, ha quarant’anni e attualmente è Dirigente Sportivo della Montecalvario FCD, squadra di calcio dei Quartieri Spagnoli (Prima Categoria)  Inizia il suo percorso di calciatore nel settore giovanile della Lazio, poi ha militato in C1 nella F.C.S.S. Nola calcio (ha fatto parte della nazionale di C1, avendo come compagni Luca Toni, Cristian Brocchi sotto la direzione di Roberto Boninsegna) e in C2 nella Casertana F.C. calcio (anche in C2 è stato scelto da Roberto Boninsegna per giocare nella nazionale di C2). La squadra Montecalvario ha riempito le prime pagine di tutti i quotidiani per i gravi episodi (e successive conseguenze) che sono successi il 25 di novembre durante il match contro il Lokomotiv Flegrea. Noi gli abbiamo rivolto le nostre dieci domande. 






La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

Sin da piccolo mi sono reso conto che l mio gioco preferito era il pallone.








Lei ha giocato in diverse squadre, a quale squadra è rimasto più legato?

Con tutte le squadre che ho giocato mi hanno lasciato un bel ricordo, forse quelle che mi hanno dato più emozioni sono (Nola C1 e la Casertana C2)








Se non avesse intrapreso quest’attività agonistica quale sport le sarebbe piaciuto praticare? 

Purtroppo a questa domanda non posso rispondere, perché non mi piaceva nessuno sport al difuori del calcio.








Dai ragazzi il calcio viene visto come un’opportunità per vivere una vita negli agi, nel lusso, oppure frequentare un certo tipo “di mondo”. Perché tutti provano a diventare calciatori?

Oggi i ragazzi sono più spinti dai genitori ad entrare nel mondo del calcio e non più come anni addietro che c'era più passione, oggigiorno ci sono vari interessi che poco hanno a che vedere con questo sport.






5) Lei ci tiene sempre a sottolineare che abita nei Quartieri Spagnoli, che cosa rappresentano per lei? 

Ci tengo sempre a sottolinearlo poiché' si dicono tante cose sui quartieri popolari e soprattutto sul mio, le potrei dire tante cose sui Q. S. ma bisogna viverlo qualche giorno per capire tutto ciò'. Questo quartiere sta migliorando anno per anno e le posso dire che è una realtà fantastica.







6) Come lei sa c’è, purtroppo, molto pregiudizio sulla città di Napoli e sui Quartieri Spagnoli, lei prima ci raccontava che quando le capita a qualcuno di dire che vive in questa zona, c’è un’iniziale tendenza a prendere le distanze, o a farla sentire inferiore. 

In realtà mi è capitato spesso stando fuori Napoli e presentarmi da napoletano, ma soprattutto essendo un “quartierano doc” venivo guardato non molto bene, ma dopo avermi conosciuto erano tutti entusiasti del quartierano doc.






Qual è la principale qualità che deve avere un calciatore? 

Per la mia esperienza essere umili è la prima cosa, è come mi consigliava un mio amico (tutt'ora) mio ex compagno di squadra nel Nola C1 Antonio Carannante campione d’Italia nel Napoli, non esaltarsi troppo quando le cose vanno bene e non demoralizzarsi quando le cose non vanno bene.







Una squadra italiana in cui le sarebbe piaciuto giocare? 

Ovviamente come ogni giocatore il sogno e giocare con la squadra della propria città in questo caso il Napoli, ma non nascondo che sono un tifoso dell’Inter e anche li non mi sarebbe dispiaciuto.




Un suo difetto?
Le rispondo come la domanda precedente e soprattutto mia moglie e chi mi conosce l'unico mio difetto è essere tifoso dell’Inter.







Se dovesse descrivere se stesso, a chi non la conosce cosa direbbe, quali qualità mettere in evidenza? 

Sincerità e lealtà.







Squadra estera in cui le piacerebbe giocare? 

Boca Juniors per il caloroso pubblico.




Tutte le cronache hanno riportato i fatti che sono successi il 25 di novembre del 2018 quando avete giocato contro il Lokomotiv Flegrea, un vostro giocatore è stato squalificato per tre anni, altri giocatori per 6 mesi più mille euro di multa. Tutti si sono domandati il perché di queste sanzioni così pesati, lei cosa vorrebbe dire a proposito di questa vicenda che l’hai coinvolta in prima persona?

Sono molto deluso e rammaricato dalla Lega, non ho trovato giusto questo tipo di sentenza. È stato fatto un parapiglia in campo fra giocatori e dopo che l'arbitro ha sospeso la partita siamo stati aggrediti dai tifosi avversari fin dentro agli spogliatoi e ci sono filmati che provano tutto ciò, E vedere che la squadra avversaria non ha subito nessuna penalizzazione questo mi fa ricredere che anche in queste piccole categorie ci sono interessi, perché non si spiega tutto ciò.








Grazie per la disponibilità, ci auguriamo che un giorno la verità di come siano successi i fatti verrà alla luce, auguriamo il meglio alla sua squadra, ai collaboratori, ai giocatori a lei e alla sua famiglia e un saluto da parte mia ai Quartieri Spagnoli. 

a cura di Paolo Radi   





06   01   2019 
(Tutti i diritti riservati)  





















sabato 29 dicembre 2018



PAOLO RADI PRESENTA    








10 DOMANDE 


A  


FRANCESCO PUCA



 Francesco Puca, nasce nel 1997 a Fratta Maggiore il 30/07/97. Giovanissimo ha iniziato a giocare con il Cardito per un paio di anni, poi è andato a giocare a Volla, per 1 anno, a Polena Drocchiolo, Sempre per 1 anno, successivamente a Qualiano, sempre per 1 anno, poi è stato 2 anni in promozione con il Villa Literno e 2 anni sempre di promozione con Albanova, - l’anno scorso ho vinto il campionato – si tratta di una squadra di Casal di Principe: lasquadra dei record.










La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

Da quando avevo 4 anni, visto che mio zio giocava, andavo sempre a vedere le sue partite, a termine gara con lui andavo nel campo da solo a tirare e così mi sono accorto che il calcio sarebbe stata la mia passione.





Lei ha giocato in diverse squadre, a quale squadra è rimasto più legato?

La squadra che sono più legato e l’Albanova, è una famiglia per me, il presidente Zippo, che è una persona eccezionale; non ha fatto mai mancare niente a nessuno e spero che vinceranno parecchi campionati in un  prossimo futuro. 










La sua famiglia ha appoggiato questa scelta di diventare calciatore, oppure invece avrebbe preferito che lei continuasse a studiare? 

La mia famiglia è sempre stata con me e  mi hanno detto sempre: “se sei felice tu siamo felici tutti”.



Dai ragazzi il calcio viene visto come un’opportunità per vivere una vita negli agi, nel lusso, oppure frequentare un certo tipo “di mondo”. Perché tutti provano a diventare calciatori?

Semplicemente perché è un sogno diventare calciatore, è il sogno di tutti i bambini, per me poi  e lo sport più bello al mondo.



In che ruolo gioca?

Gioco esterno sinistro d’attacco oppure come seconda punta.










Qual è la principale qualità che deve avere un calciatore? 

Per me la qualità che deve avere un giocare è la tecnica.



Una squadra italiana in cui le piacerebbe giocare?

Juventus



Un suo difetto?

Ho solo un difetto: litigo sempre nel campo, devo stare più calmo!








Cosa direbbe di se stesso agli altri che non la conoscono?

Non direi niente, lo dimostro il valore lo dimostro quando sono su un prato verde.



 Mercoledì abbiamo assistito a degli episodi molto brutti prima e durante la partita Inter – Napoli, andare allo stadio tranquillamente come si va al cinema, sarà mai possibile in Italia?


Sarà ancora difficile andare allo stadio come si va per andare al cinema, ma sarebbe bellissimo per offrire un bel esempio ai bambini.





Grazie  

a cura di Paolo Radi   





29   12   2018 
(Tutti i diritti riservati)  





















venerdì 28 dicembre 2018



PAOLO RADI PRESENTA    








10 DOMANDE 


A  


 EMILIANO CARLOS SANTORO










Santoro Emiliano Santos è nato in Argentina nel 1988, ma ha il passaporto italiano in quanto la nonna materna era di Jesi (Ancona) Ha giocato in serie C nel campionato argentino, poi si è trasferito in Spagna dove ha militato sempre in serie e pure nella categoria promozione/eccellenza. Adesso gioca nel Tonara, (Sardegna), nella categoria eccellenza. Noi gli abbiamo rivolto qualche domanda. 










La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

   A 15 anni ho iniziato ad allenarmi seriamente e a 19 anni ho scoperto che il calcio sarebbe stato il mio “lavoro” oltre che la mia passione. Ho sempre lavorato con impegno, e pensandoci bene, il calcio mi è sempre piaciuto si da bambino.








Lei ha giocato in diverse squadre, a quale squadra è rimasto più legato?

Sono stato legato a due squadre, una in Argentina che si chiama Claypole e una squadra italiana del paese di Ginosa: A.S. Ginosa.






Lei è nato in Argentina, ma ci ha riferito che ha il passaporto italiano, di conseguenza la domanda è pertinente, che differenza c’è tra il calcio argentino e quello italiano? 


Il calcio argentino si assomiglia in parte, c’è il contatto fisico e il contrasto, però la differenza più grande è che in Argentina c’è una problematica importante legata agli stipendi di milita in serie D e C, il calciatore deve lavorare, quello che prende non gli basta, qui in Italia le condizioni sono migliori, inoltre in Italia si lavora molto a livello difensivo, e non è un caso che abbia vinto 4 mondiali. 







Se non avesse intrapreso quest’attività agonistica quale sport le sarebbe piaciuto praticare? 

Non ho mai pensato ad un altro sport, a scuola giocavo a pallavolo, mi piace il tennis, però avevo in mente solo il calcio.



Dai ragazzi il calcio viene visto come un’opportunità per vivere una vita negli agi, nel lusso, oppure frequentare un certo tipo “di mondo”. Perché tutti provano a diventare calciatori?

Il mondo del calcio è particolare, nella serie D non sei un top player, da piccoli tutti vogliono diventare famosi, il calcio è altro, è uno stile di vita, non ho mai pensato a diventare una star, è un lavoro come tutti gli altri, bisogna avere sempre il “piede a terra “e sempre bisogna lavorare per migliorare. Gioco a calcio perché è la mia passione. 





In che ruolo gioca? 

Il ruolo mio è difensore centrale, qualche volta ho fatto il mediano difensivo e il terzino destro.



Perché a suo avviso molti calciatori, e alcuni sono anche giovani si lasciano tentare dal “calcio scommesse” e così rovinarsi la carriera? 

Non succede solo ai giocatori, capita agli allenatori, al mister, ai dirigenti, il motivo sono i soldi.   È ovvio che un giocatore si rovina la carriera, ma si tratta di un fenomeno che sarà sempre presente.




Qual è la principale qualità che deve avere un calciatore? 

La principale caratteristica è l’umiltà, bisogna lavorare anche se sei nato con un “bel piede”, se sei umile arriverai più lontano possibile. 






Un aggettivo per descrivere te  stesso? 

L’aggettivo per me è “guerriero” non è stato facile, ho lottato da solo, e sono sempre stato da solo, dopo la morte di mio padre mi sono impegnato sempre di più, sì guerriero perchè non mi sono mai fermato di lottare e mai mi fermerò.





Ultima domanda, Maradona o Messi due campioni che hanno caratteristiche differenti, quali sono le loro differenze e lei chi preferisce? 

Se devo fare una scelta: Maradona, egli è il calciatore argentino per eccellenza, sono troppo malato per malato per Maradona, ho pure un tatuaggio: al 100 x 100 scelgo Diego: anche se Messi è il giocatore più forte da 15 anni a questa parte. 



Ti voglio ringraziare per questa intervista, e ringrazio mia moglie che mi è stata sempre vicino anche durante i periodi difficile, tutto quello che ho fatto senza di lei sarebbe stato impossibile.





Grazie   

a cura di Paolo Radi   







27   12    2018 
(Tutti i diritti riservati)