PAOLO RADI PRESENTA
10 DOMANDE
A
FABIO TOMMASELLI
Fabio Tommaselli nasce a Benevento nel 1996 e inizia a giocare a calcio si da quando aveva 8 anni. Frequenta la scuola di calcio Giorgio Ferrini di Benevento, poi viene ingaggiato dal Benevento Calcio, l’ultimo anno in prima squadra in serie C. Successivamente viene ingaggiato al Fondi a 19 anni, dove con 37 presenza vince la Coppa Italia e Play Off, continua per altri due anni in serie C, durante l’estate la società del Fondi calcio fallisce e così si ritrova senza ingaggio. Da pochi giorni si è trasferito nelle zone di Lecco, dove la società Olginatese lo ha voluto con insistenza, e ora come dice lui “sono pronto a riprendermi ciò che mi è stato tolto con grinta e con cuore che è ciò che mi contraddistingue”.
Signor Fabio Tommaselli, la prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione
Quando da piccolo alle scuole elementari non vedi l’ora che suoni la campanella per andare a giocare è un motivo valido? Penso di sì.
Lei ha giocato in diverse squadre, adesso si è traferito nella provincia di Lecco, cosa si aspetta da questa nuova esperienza?
La considero una buona opportunità per rimettermi in pista, visto che sono stato qualche mese fermo e poi vediamo. Non so per quanto tempo vestirò questa maglia, ma ciò che mi interessa è lasciare un buon ricordo come calciatore, ma soprattutto come uomo!
Ha iniziato molto giovane, se non avesse intrapreso quest’attività che cosa le sarebbe piaciuto fare?
Nutro un profondo amore verso gli animali e da piccolo dicevo sempre che avrei voluto fare il veterinario…se non avessi intrapreso questa strada chissà…
Dai ragazzi il calcio viene visto come un’opportunità per vivere una vita negli agi, nel lusso, oppure frequentare un certo tipo “di mondo”. Per lei invece cosa rappresenta?
Penso che il successo e la fama siano solo una conseguenza…io ho un sogno e sicuramente non è quello di diventare famoso, ma semplicemente di arrivare al massimo delle mie possibilità e non aver rimpianti e certo sarebbe la soddisfazione più grande rendere orgogliosa di me tutta la mia famiglia…quando cresci con qualche difficoltà la famiglia è molto più unita. Per me sono tutto e penso che la famiglia nella vita sia la cosa più importante da preservare.
In che ruolo gioca?
Sono un difensore centrale cresciuto con il concetto di giocare sempre la palla e rischiare la giocata, ovviamente senza esagerare, in difficoltà la palla si butta il più lontano possibile!
Che ha rapporto ha con la tifoseria, e in generale non trova eccessivo che certe tifoserie possano condizionare la scelta di far comprare ad esempio determinati giocatori al posto di altri?
Penso che i tifosi siano la vera anima del calcio…se penso a una partita senza tifosi penso a una partita triste…più ce ne sono e più l’atmosfera diventa bella e stimolante, quindi sì è giusto accontentare i tifosi nel limite del possibile…in fondo sono loro che danno la “clamorosa importanza” al calcio. C’è gente che non esce per una settimana se la squadra del cuore perde e penso che ogni calciatore di qualsiasi squadra debba cucirsi addosso quei colori e giocare da tifoso!
Squadra italiana in cui le piacerebbe fare una splendida carriera?
Giocare per la mia città sarebbe il coronamento di un sogno…vincere per la mia gente e lottare per loro, beh solo a pensarci mi vengono i brividi!!!
Squadra estera, invece?
Mi piacerebbe un giorno fare esperienza in Inghilterra perché penso che sia il campionato più affascinante del mondo.
Messi, Maradona o Ronaldo?
Sono tre fenomeni assoluti e credo che Maradona non faccia testo, Messi è un dono divino, Ronaldo il frutto di un lavoro meticoloso quotidiano e quindi dico: Ronaldo; perché penso che con il lavoro e la perseveranza nessun obbiettivo sia impossibile!
Ultima domanda: tratto principale del suo carattere?
Mi reputo testardo e generoso sia in campo sia nel privato, mi piace rendere felici le persone, mi rende felice anche m.
Grazie
a cura di Paolo Radi
01 11 2018
(Tutti i diritti riservati)