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martedì 12 gennaio 2016

PAOLO  RADI INTERVISTA







GENNAIO 2016






CONVERSAZIONE

CON RICCARDO ZIMBONE













DAL SOFT-AIR A SQUADREA ANTIFAMIA 7 e  8








RICCARDO ZIMBONE E’ UN GIOVANE CATANESE CHE PRATICA SOFT AIR E CHE ULTIMAMENTE HA PARTECIPATO A SQUADRA ANTIMAFIA 7 e 8. I SUOI PROGETTI FUTURI? LEGGETE…






Riccardo come ti sei avvicinato al mondo soft-air?


Sin da piccolo mi son piaciute le armi e l’avventura perché guardavo spesso film: avventura, azione e poliziesco
Giocavo in una campagna vicino casa mia, con i miei amici  ci inventavamo trame avventurose, (a volte andavamo   e caccia di mostri), per farla breve  imitavamo le trame dei film che seguivamo, più che altro.
A 18 anni comprai la mia prima pistola con ricarica a molla per uso di tiro a bersaglio ma sognavo sempre di poter fare qualcosa di avventuroso in compagnia come una squadra d’azione.
Lungo il mio percorso praticai anche altri progetti al di fuori delle armi quando nel 2009 ebbi la fortuna di conoscere un ragazzo che praticava questo tipo di sport simulativo chiamato soft-air che richiamava quello che facevo da piccolo e mi fece ricordare la mia infanzia tra campagne e boschi è ne fui fiero di volerlo provare. Iniziai ha praticarlo e conoscerlo coinvolgendo altri amici è creare un gruppo per trascorrere le domeniche in buona compagnia. 








Sei siciliano, che cosa rappresenta per te questa terra così splendida, ma allo stesso tempo pervasa da un qualcosa di misterioso.


La Sicilia per me è la terra dei balocchi! E la terra dei sogni dalla Neve al Mare, dalla cucina tipica ai dolci; Diciamo che amo la mia terra e ciò che mi offre. 








Come mai tanto giovani decido di avvicinarsi alla disciplina del Soft-air?


Molti giovani lo frequentano perché è il videogame reale a differenza di quello che lo si usa sulle console, la maggior parte di giovani lo praticano per la passione dei videogame sparatutto.






Adesso raccontaci come sei arrivato a partecipare a Squadra Antimafia  e che ruolo svolgi in particolare nella serie 7 e 8?


Squadra Antimafia è stata una delle mie fiction preferite, diciamo che narra la vita quotidiana in sicilia su dove vivo io. Ho sempre sognato di far parte da quando iniziò a Palermo. 

Con la loro trasferta a Catania grazie ad un amico ebbi la fortuna di essere presente come Stunt-Man sul set a girare.
Sulla 7 ho interpretato un picciotto, sulla 8 sarò un chimico di droga, entrambi ruolo Stunt-Man.







  
Che genere di fiction prediligi in genere? 

Storia, Azione, Spionaggio, Poliziesco,  ma mi piacciono anche le storie dove nasce amore e sentimento. 




Com’è stato il rapporto con gli attori, che tra l’altro sono tutti bravissimi? Penso a Paolo Pierobon nel ruolo dell’enigmatico De Silva, che tipo di attore è?


Paolo è un attore molto bravo! E versatile a secondo del ruolo che deve sceneggiare conoscendolo su altri film.
Il Rapporto con gli attori è stato bello, mi sono trovato molto bene stare con loro “set compreso” condividere il lavoro, stare sul set di squadra antimafia è davvero emozionante perché vivi un qualcosa che hai sempre sognato di voler fare.





  
La tua famiglia come vive questa esperienza televisiva?

Molto bene grazie, sono rimasti contenti compresi  gli amici.





Film italiano preferito/film straniero preferito?

Nuovo cinema paradiso, la vita è bella.
Rambo, Titanic.





 Se ti dovessero chiamare a Hollywood, vaglieresti prima il copione oppure partiresti senza leggere nulla?

Farei il biglietto per  il primo volo disponibile.







GRAZIE




venerdì 8 gennaio 2016


 PAOLO RADI INTERVISTA…









8  GENNAIO 2016





CONVERSAZIONE

CON ALBERT EDWIN FLURY 





RITRATTO DI ARTISTA

 Albert Edwin Flury nasce nel 1974 a Busto Arsizio (Varese), da madre Italiana e padre Svizzero/Inglese. Sin da bambino dimostra di possedere una grande capacità nel mondo della pittura. Queste spiccato senso dell’arte  lo portano ad acquisire, all’età di soli sei anni, uno speciale Attestato di Benemerenza rilasciato dal Presidente del Consiglio Regionale  Sergio. Ora è uno dei più celebri ritrattisti in Italia e nel mondo.




Signor Albert Edwin Flury, lei è un famoso ritrattista, la parola Arte, quale significato assume per lei?

Arte per me è creazione, bellezza, armonia. E’ valore, passione e sacrificio. E’ tutto e nulla nello stesso tempo ma, me lo consenta, è quanto di più sublime l’animo umano possa generare. In tutte le sue declinazioni: dalle arti figurative alla musica fino all’architettura. 








 Raffaello viene comunemente chiamato, il pittore della bellezza (ovviamente riferito al genere della ritrattistica), a suo avviso dopo di lui chi sono per lei i maggiori ritrattisti?


Raffaello è certamente cultore di bellezza. Anche se, a mio avviso, molti sono gli artisti che eccellono nel Rinascimento in questo. Pensiamo alla Cecilia Gallerani di Leonardo, la famosa “Dama con l’ermellino”. Oppure allo splendido profilo della giovane dama del Pollaiolo fino all’Annunciata di Antonello da Messina. I grandi nomi sono moltissimi. Personalmente ho una particolare predilezione per i pittori di corte di Sette e Ottocento. In particolare, potrei citare Louise Elisabeth Vigée-Le Brun che divenne pittrice ufficiale di Maria Antonietta. Oppure gli inglesi Gainsborough e Reynolds che nel XVIII secolo ritrassero molti loro contemporanei immortalandoli in magnifici dipinti. Passando al  XIX secolo, Franz Xavier Winterhalter fu un maestro nella ritrattistica operando in svariate corti e Paesi.  Non dimentichiamo anche Francesco Hayez. Adoro questi pittori poiché i loro ritratti sono sempre riconoscibili per stile e per tecnica. Questa è una caratteristica che considero basilare rispetto al valore di un artista e ritrattista: la riconoscibilità del tocco e del cromatismo.  








Nel 1900 l’arte muta aspetto, o meglio, l’arte diventa meta-arte, pensiamo alle opere di Marcel Duchamp, ritiene che questo di tipo di arte abbia influenzato anche il genere della ritrattistica, pensiamo a certi ritratti di Picasso ad esempio?



 Nulla avviene per caso. Il ‘900 ha ancora molti segreti da confessare ed il mercato dell’arte, spesso inquinato e depredato della committenza che per secoli l’aveva caratterizzato, ha destabilizzato il secolare concetto di sublimazione dell’arte imponendo anche in essa l’estremizzazione di una cultura relativista che caratterizzerà tutto il ‘900 e che, nei nostri giorni, sta raggiungendo eccessi inaspettati in ogni settore della nostra quotidianità.  Una ricerca recente ha dimostrato come la Cia abbia influito sul mercato dell’arte del XX secolo.  Picasso ritrattista? Non posso esprimermi. Certamente non è il modello di artista al quale io mi possa ispirare. Potrei invece citarle Pietro Annigoni, ritrattista del ‘900 che ammiro poiché non rinunciò ai valori estetici in arte e divenne ritrattista ufficiale di Elisabetta II.  Il tempo è un galantuomo; un giorno, se Dio vorrà, ogni cosa ritroverà il giusto posto nella scala dei valori.









Generalmente che cosa le chiedono i suoi committenti? Che cosa vogliono che lei ritragga in particolare?


Sicuramente si aspettano di essere somiglianti. Inutile nascondersi dietro ad ipocrisie: un ritratto che non somigli ad un soggetto non può dirsi un ritratto. Detto questo, devo riconoscere che in genere mi lasciano totalmente libero di interpretare il dipinto e la loro figura. Forse poiché chi desidera un mio ritratto ha già avuto modo di apprezzarne le caratteristiche e, quindi, sa cosa aspettarsi nel momento di cui perfeziona la commissione. Io tendo però sempre a coinvolgere i miei soggetti nella realizzazione: decidiamo insieme la posa e gli abiti. Spesso inserisco nel ritratto  anche vedute particolari legate alla vita o alla storia del soggetto.  




Lei è molto conosciuto negli Stati Uniti d’America, in Francia, in Inghilterra, che cosa rappresenta per lei, la fama, la celebrità, un punto d’arrivo, oppure un approdo per poi rielaborare nuove forme espressive?



Vede, fin da bambino desideravo realizzare ritratti. Ho iniziato ad esporre, a diciotto anni, i miei lavori per strada, nei centri storici aggregandomi ad associazioni artistiche.  Era faticoso ma, quelle estemporanee, mi permettevano di trovare i miei primi committenti e di iniziare un percorso artistico a me sconosciuto. Ho un bellissimo ricordo di quelle esperienze dal gusto un po’ bohémien...Poi arrivarono le prime commissioni importanti. La cosa affascinante dell’essere ritrattista è che le occasioni arrivano inaspettate e, all’improvviso, ti ritrovi a ritrarre il Primo Presidente di Cassazione, un famoso Professore o un esponente della Nobiltà. La fama non è un punto di arrivo. Semmai è proprio il contrario: è un’occasione affinché un pubblico sempre maggiore possa conoscerti portandoti a poter ritrarre personalità affascinanti e stimolanti del nostro vivere contemporaneo o passato. 







Qualcuno che è rimasto un po’ deluso da un’opera che le avevano commissionato?

Senza falsa modestia posso dirle che i miei committenti sono sempre rimasti soddisfatti del loro ritratto. Anche in virtù del fatto che, come ho espresso poc’anzi, il mio modus operandi è quello di coinvolgere, quando possibile, il soggetto nelle fasi di realizzazione. 










Il personaggio che ha avuto maggior piacere mentre elaborava il ritratto c’è? Oppure ogni persona la colpisce in egual misura?

Ogni personalità è differente da un’altra per cui sempre è grande il mio interesse nel ritrarla. Tuttavia ho una particolare predilezione per  i ritratti importanti, grandi, che mi possano dare maggior occasione di creatività. Tra i ritratti a figura intera citerei l’Arcivescovo di Milano Angelo Scola, la Marchesa d’Aragona, il cav. Giampaolo Guida, il console Gianalberto Scarpa Basteri con la moglie Ludovica e, ultimo eseguito, il dott. Danilo Iervolino, Presidente dell’Università Pegaso.  





Come ultima domanda l’opera pittorica a cui lei è più legato, infine se dovesse scegliere di portare con sé su un’isola un ritratto di un artista del 1500, 1600, 1700, quale opera porterebbe?


 E’ una domanda crudele…Ma se proprio dovessi portare un solo ritratto, pur amando molto il ‘700, credo che sceglierei il ritratto per eccellenza: Monna Lisa ovvero “La Gioconda” di Leonardo che è, tra l’altro, il quadro più famoso al Mondo.







Grazie per l’intervista.










venerdì 25 dicembre 2015




25 DICEMBRE 2015










PAOLO RADI NOMINA




PERSONAGGIO DELL’ANNO 2015





Recep Tayyip Erdoğan



MOTIVAZIONE


Per come ha saputo reagire e affrontare il leader russo Putin. Erdogan rappresenta il modello, in parte, il modello del perfetto principe di N.Machiavelli, forte come il leone e astuto come la volpe.





MENZIONE SPECIALE ALL’AVVOCATO






GIORGIO CARTA

MOTIVAZIONE


L’avvocato Giorgio Carta difende con passione e coraggio quei militari che si sentono offesi dalle varie istituzioni presso le quali prestano servizio.



buone feste