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lunedì 5 ottobre 2015








5   OTTOBRE    2015


INVENTARSI

UN

LAVORO





INTERVISTA CON CON  CRISTIANO CIANFA, UN GIOVANE IMPRENDITORE ROMANO




Signor Cristiano Cianfa lei è un giovane imprenditore romano di successo, può dirci in breve qual è stato il suo percorso lavorativo?


Ciao Paolo e grazie per questa opportunità. Ho iniziato a lavorare a Londra all’età di 19 anni, subito dopo la maturità, come “ragazzetto di bottega” in un prestigioso negozio di abbigliamento di new bond street. Mi sono fermato in Inghilterra per un paio d’anni, poi sono tornato in Italia e non trovando lavoro ho fatto per un po’ di tempo il pony express. Poi ho viaggiato un po’, Francia e Argentina per poi rientrare qui ed iniziare la mia carriera di venditore nel mondo del turismo. Ho lavorato con successo per diversi tour operator poi sono passato al settore delle forniture e soluzioni  per uffici, dove sono rimasto per diversi anni, prima di conoscere il network marketing, la mia attuale occupazione e passione: oggi sono un networker ed info marketer.



Oggi molti giovani sono indecisi su cosa intraprendere una volta terminate le scuole superiori, lei che cosa consiglierebbe?


Il mio consiglio è quello di viaggiare , fare esperienze, commettere errori e seguire il più possibile il proprio istinto. Dedicarsi alle proprie passioni, cercando di sfruttarle per guadagnare. devono da subito focalizzarsi sul cercare di fare qualcosa che gli piace, che non sia un peso!




Molti sono i laureati che sono costretti  a uscire dall’Italia, ma non è che all’estero ci sia il paradiso che tutti credono, cosa ne pensa di questa “migrazione italiana”?


Grazie a Dio ho avuto la possibilità di viaggiare molto nel corso della mia vita e devo ammettere che preferisco di gran lunga l’estero al nostro paese. Intendiamoci, viviamo realmente in un uno dei luoghi più affascinanti del pianeta, ma l’incompetenza, l’incapacità e la malafede dei nostri governanti, e non mi riferisco soltanto al governo attuale, ma a tutto quello che si è susseguito in Italia nell’ultimo cinquantennio ha portato questo paese sull’orlo del baratro. Riusciamo a sopravvivere grazie allo slancio prodotto da ciò che hanno creato i nostri avi, quando davvero questo paese era un punto di riferimento per l’universo intero. Qui la meritocrazia è una chimera, per cui le persone che hanno competenze sono costrette a cercarsi percorsi all’estero, purtroppo, ma a ragione.




Perché a suo avviso oggi non basta una laurea per trovare lavoro?


Per due motivi principali. Il primo è che qui lavoro è sinonimo di posto fisso e questo è un concetto antiquato, obsoleto. Il posto fisso è figlio dell’era industriale che è morta da un pezzo. Da una parte viene alimentato dal sistema sociale il bisogno di “sicurezza”, proprio quello che va ad essere soddisfatto dal posto fisso, ma dall’altra il mondo va nella direzione opposta. Vai a scuola, prendi buoni voti, laureati, sposati, trovati un posto sicuro, vai in pensione, non funziona più. 
Il secondo motivo è che il sistema italiano non prepara adeguatamente le persone. Qui da noi, almeno per quello che ricordo della mia esperienza, non si studia al fine di acquisire istruzioni, conoscenze e competenze. L’obiettivo è la valutazione positiva, per cui molto spesso la laurea è solo un pezzo di carta dietro al quale però non c’è una struttura di competenze, abilità, che lo studente dovrebbe aver acquisito. in parole povere è una certificazione a fare qualcosa a qualcuno che non ne ha la capacità pratica.




La politica, anzi, preciso le persone che siedono in parlamento, spesso nei vari talk show affermano che la situazione è migliorata e che diversi sono gli sgravi fiscali per le imprese, a suo avviso lo ritiene vero?

No.  Il cittadino paga le tasse per ricevere in cambio dei servizi dallo stato. Qui in italia non solo abbiamo una delle percentuali di tassazione più elevate a livello mondiale, non solo europeo, ma la cosa più grave è che non riceviamo servizi in cambio! Sanità, istruzione, sicurezza, assistenza, trasporti: tutto ridotto ai minimi termini.  Io ritengo la classe politica, per la stragrande maggioranza in malafede o incompetente. L’informazione è veicolata, non corrisponde alla realtà, per cui a mio avviso, quello che i politici raccontano nei talk show o potremmo chiamarli teatrini, sono tutte cazzate.




Lei abita a Roma, e ogni giorno c’è sempre qualche novità, purtroppo in negativo su questa città, tutti “danno addosso “ al sindaco Marino, sinceramente i problemi di Roma esistono da decenni, che idea si è fatto a riguardo?


Guardi, io da anni ho scelto di non guardare più la tv ed ho smesso di leggere i giornali, per cui non posso fare un’analisi sulle accuse che gli vengono rivolte. Posso dirle però che girando per la città vedo tante lacune strutturali ed organizzative. quando vedo 4 vigili di fronte ad una colonnina dei semafori, che già da sé dovrebbe garantire un automatizzazione del servizio, mi viene il dubbio che tante cose potrebbero essere fatte meglio o almeno diversamente.





Un’ultima domanda, Pavese scrisse “lavorare stanca” è così anche per lei?

Credo che Pavese facesse riferimento al concetto di lavoro per come ci viene trasmesso. Consideriamo il lavoro la parte più importante delle nostre vite e mettiamo tutto in secondo piano: il lavoro viene prima di tutto. Ci pensi un secondo,  a causa del lavoro rinunciamo alle cose veramente importanti:  mogli, mariti, figli, amici, noi stessi e le nostre passioni. Il lavoro è una parte fondamentale della nostra vita. Il lavoro serve a farci stare bene, a sentirci realizzati, utili, non a farci vivere delle vite mediocri. Avevo un collega che si ammazzava di lavoro, era davvero uno stacanovista, ed ha fatto, meritandola, una brillante carriera. Il  dedicare troppo tempo al lavoro ha però inevitabilmente compromesso la sua sfera familiare. Senza famiglia, E’ caduto in depressione, non rendeva più come prima al lavoro ed ha perso tutto quello che aveva conquistato. Si è ritrovato senza famiglia e senza lavoro.





Grazie a Cristiano Cianfa per questa intervista.














domenica 4 ottobre 2015

4  Ottobre  2015


UNA


DOVEROSA


PRECISAZIONE SULLA SICURINT GROUP

Alcune voci dicono che….


Noi abbiamo chiesto una conferma o una smentita al
Presidente Michele Lodi


Gli addetti ai lavori, sanno molto bene che in Italia e in altri paesi del mondo operano diverse Agenzie. Queste,però,   non solo  di tipo governativo al servizio dello Stato.

Le stesse sono ben collocate sul territorio e agiscono di conseguenza in stretto contatto con i servizi segreti.

I direttori e funzionari provengono esclusivamente dalle Forze Armate o con trascorsi nelle varie divisioni dell'intelligence  Governativa.

Voci dicono che tra le potenziali società operanti in tal senso ci sia la Sicurint Group, azienda di Verona che si occupa di una svariata tipologia di attività tra le quali: la sicurezza le investigazioni e  servizi di intelligence.


Abbiamo deciso di sentire  nel merito il presidente del gruppo Michele Lodi, il quale ci riferito quanto segue.  "L'azienda è una struttura privata a tutti gli effetti e non ha mai collaborato o intrattenuto rapporti con Agenzie d'Intelligence governative di nessun tipo e in nessun territorio sia nazionale che internazionale. Non so da dove arrivino le fonti che hanno portato a simili deduzioni, ma la cosa certa è che il nostro gruppo non ha nulla a che fare con questo tipo di strutture o attività"

Ringraziamo il presidente Michele Lodi per la precisazione in merito.










martedì 29 settembre 2015



MARTEDI’ 29 SETTEMBRE 2015





CONVERSAZIONE 

FRANCESCO DI LEVA

RECITARE: LA MIA VITA.






FRANCESCO DI LEVA è ATTORE NAPOLETANO  DI CINEMA, TEATRO E TELEVISIONE, SICURAMENTE NOTO AL GRANDE PUBBLICO ANCHE PER LA FICTION IL CLAN DEI CAMORRISTI.





Francesco sei un attore che recita in teatro, in televisione, al cinema, è ovvio che la fiction il Clan dei Camorristi, ti ha fatto conoscere ha un pubblico molto vasto, prima di passare alle domande volevo che facessi una riflessione sulla notorietà, l’essere famosi, l’essere riconosciuti, che cosa può comportare?




Ovviamente è sempre bello ma a volte anche “stancante”, quando cammino è come se avessi una carta d’identità, è divertente in certi momenti, magari ti può capitare di essere a pranzo e in quel momento vorresti stare in tranquillità, invece…

Ovviamente la riconoscibilità è importante, ma spesso mi domando: chi è per me il famoso? Per il famoso è colui che ti regala qualcosa che ti può, magari cambiare la vita, ti apre al mondo, ti regala un’emozione, la notorietà in sé non la capisco, certo oggi fai un film che al botteghino incassa 25 milioni di euro, diventi famoso al grande pubblico, ma poi se non sei capace di METTERE LO SPETTATORE DI FRONTE A UNA DOMANDA….a che serve questo essere “celebri”?




Film italiano preferito/film straniero preferito?



Film italiano: C’era una volta in America di Sergio Leone  e  Milk di Gus Van Sant, forse perché il secondo affronta certe tematiche particolari.




Quando hai capito che recitare  sarebbe stato la tua vita?

Ti sembrerà strano, ma non l’ho capito io, l’hanno capito gli altri, alle scuole medie ci stavamo preparando per una recita, ma io ero in disparte perché era troppo vivace, il regista che venne per le prove del saggio finale fu  colpito dalla mia vivacità e mi disse: “io vedo in te un fuoco”, così finite le scuole medie ho iniziato a recitare nella sua compagnia.



In genere come scegli un copione, ti attira la trama in generale,  il personaggio, o il cast con cui dovrai lavorare?



Scelgo il copione, non mi interessa recitare con attore molto famoso, anche se posso dire che quello che manca oggi sono i grandi drammaturghi. Recitare per recitare solo per essere riconosciuto, non fa per me.




Hai conosciuto tanti registi e attori famosi, che cosa ti hanno trasmesso in particolare?



Ho lavorato con il grande Francesco Rosi per due anni, all’inizio non sapevo come chiamarlo, e così lo chiamavo Maestro Rosi, lui mi disse:
“Francesco, non chiamarmi Maestro, chiamami per nome, facciamo lo stesso lavoro”.
Conosco Mario Martone da 18 anni, è un grande artista, un grande regista e intellettuale, umanamente mi ha dato molto.


Per quel che concerne gli attori Tony Servillo mi ha lasciato una gran voglia di nutrirsi  di cultura perche mi diceva che solo “quello può far diventare un bravo attore in  qualcosa di unico....”
Vorrei menzionare Ennio Fantaschini, mi ha lasciato una grande forza umana, possiede una tecnica eccezionale, e poi è molto acuto nell’osservare e nel comprendere la modernità, e comprendendo la modernità lui ti fa capire anche la storia passata. Quando decide di prendere parte a un progetto lui “ci si butta dentro, si vuole fare male a livello emotivo”; cerca di capire il personaggio a 360 gradi.






La tua famiglia come vive la tua carriera di attore?




Nel complesso la vive bene, ho due figli, i quali dicono” papà è un po’ pazzo”, forse perché oggi ci sono e  domani capita che devo partire e stare via per dei mesi. Quando possono  mi raggiungono sempre.



A tuo avviso che cosa manca al cinema italiano per ritrovare quella vena creativa che lo aveva reso famoso nel mondo negli anni cinquanta e sessanta?



Cosa manca? Il coraggio, una statistica ha dimostro che 9 attori conosciuti al grosso pubblico hanno realizzato l’80%dei film italiani prodotti. Mi sembra di aver detto tutto!



Un regista  con cui vorresti immediatamente lavorare?


Paolo Sorrentino, Matteo Garrone e se posso aggiungere come regista straniero ammiro molto David O Russel, i suoi fim sono davvero geniali.



Se ti proponessero un film a Hollywood accetteresti senza pensarci due volte, oppure prima vaglieresti con cura il copione?


Diciamo che accetto, però vorrei leggere il copione, certo se mi chiamasse Woody Allen…accetterei  senza alcuna riserva!




Hai mai pensato di diventare regista? E se ci hai pensato che tipo di film vorresti girare?



Sì, ci ho pensato, e mi piacerebbe, sto per iniziare un corto, ma per il momento non posso dire nulla.




Francesco sei nato  a Napoli, cosa rappresenta per te questa città dalle mille contraddizioni?



Non vorrei passare per retorico, ma come cito questa frase del regista e scrittore Pier Paolo Pasolini che COMPRENDE TUTTO QUELLO CHE IO PENSO DI NAPOLI: “ la meravigliosa  straziante bellezza del creato”.





Un grazie all’attore Francesco Di Leva.