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domenica 4 ottobre 2015

4  Ottobre  2015


UNA


DOVEROSA


PRECISAZIONE SULLA SICURINT GROUP

Alcune voci dicono che….


Noi abbiamo chiesto una conferma o una smentita al
Presidente Michele Lodi


Gli addetti ai lavori, sanno molto bene che in Italia e in altri paesi del mondo operano diverse Agenzie. Queste,però,   non solo  di tipo governativo al servizio dello Stato.

Le stesse sono ben collocate sul territorio e agiscono di conseguenza in stretto contatto con i servizi segreti.

I direttori e funzionari provengono esclusivamente dalle Forze Armate o con trascorsi nelle varie divisioni dell'intelligence  Governativa.

Voci dicono che tra le potenziali società operanti in tal senso ci sia la Sicurint Group, azienda di Verona che si occupa di una svariata tipologia di attività tra le quali: la sicurezza le investigazioni e  servizi di intelligence.


Abbiamo deciso di sentire  nel merito il presidente del gruppo Michele Lodi, il quale ci riferito quanto segue.  "L'azienda è una struttura privata a tutti gli effetti e non ha mai collaborato o intrattenuto rapporti con Agenzie d'Intelligence governative di nessun tipo e in nessun territorio sia nazionale che internazionale. Non so da dove arrivino le fonti che hanno portato a simili deduzioni, ma la cosa certa è che il nostro gruppo non ha nulla a che fare con questo tipo di strutture o attività"

Ringraziamo il presidente Michele Lodi per la precisazione in merito.










martedì 29 settembre 2015



MARTEDI’ 29 SETTEMBRE 2015





CONVERSAZIONE 

FRANCESCO DI LEVA

RECITARE: LA MIA VITA.






FRANCESCO DI LEVA è ATTORE NAPOLETANO  DI CINEMA, TEATRO E TELEVISIONE, SICURAMENTE NOTO AL GRANDE PUBBLICO ANCHE PER LA FICTION IL CLAN DEI CAMORRISTI.





Francesco sei un attore che recita in teatro, in televisione, al cinema, è ovvio che la fiction il Clan dei Camorristi, ti ha fatto conoscere ha un pubblico molto vasto, prima di passare alle domande volevo che facessi una riflessione sulla notorietà, l’essere famosi, l’essere riconosciuti, che cosa può comportare?




Ovviamente è sempre bello ma a volte anche “stancante”, quando cammino è come se avessi una carta d’identità, è divertente in certi momenti, magari ti può capitare di essere a pranzo e in quel momento vorresti stare in tranquillità, invece…

Ovviamente la riconoscibilità è importante, ma spesso mi domando: chi è per me il famoso? Per il famoso è colui che ti regala qualcosa che ti può, magari cambiare la vita, ti apre al mondo, ti regala un’emozione, la notorietà in sé non la capisco, certo oggi fai un film che al botteghino incassa 25 milioni di euro, diventi famoso al grande pubblico, ma poi se non sei capace di METTERE LO SPETTATORE DI FRONTE A UNA DOMANDA….a che serve questo essere “celebri”?




Film italiano preferito/film straniero preferito?



Film italiano: C’era una volta in America di Sergio Leone  e  Milk di Gus Van Sant, forse perché il secondo affronta certe tematiche particolari.




Quando hai capito che recitare  sarebbe stato la tua vita?

Ti sembrerà strano, ma non l’ho capito io, l’hanno capito gli altri, alle scuole medie ci stavamo preparando per una recita, ma io ero in disparte perché era troppo vivace, il regista che venne per le prove del saggio finale fu  colpito dalla mia vivacità e mi disse: “io vedo in te un fuoco”, così finite le scuole medie ho iniziato a recitare nella sua compagnia.



In genere come scegli un copione, ti attira la trama in generale,  il personaggio, o il cast con cui dovrai lavorare?



Scelgo il copione, non mi interessa recitare con attore molto famoso, anche se posso dire che quello che manca oggi sono i grandi drammaturghi. Recitare per recitare solo per essere riconosciuto, non fa per me.




Hai conosciuto tanti registi e attori famosi, che cosa ti hanno trasmesso in particolare?



Ho lavorato con il grande Francesco Rosi per due anni, all’inizio non sapevo come chiamarlo, e così lo chiamavo Maestro Rosi, lui mi disse:
“Francesco, non chiamarmi Maestro, chiamami per nome, facciamo lo stesso lavoro”.
Conosco Mario Martone da 18 anni, è un grande artista, un grande regista e intellettuale, umanamente mi ha dato molto.


Per quel che concerne gli attori Tony Servillo mi ha lasciato una gran voglia di nutrirsi  di cultura perche mi diceva che solo “quello può far diventare un bravo attore in  qualcosa di unico....”
Vorrei menzionare Ennio Fantaschini, mi ha lasciato una grande forza umana, possiede una tecnica eccezionale, e poi è molto acuto nell’osservare e nel comprendere la modernità, e comprendendo la modernità lui ti fa capire anche la storia passata. Quando decide di prendere parte a un progetto lui “ci si butta dentro, si vuole fare male a livello emotivo”; cerca di capire il personaggio a 360 gradi.






La tua famiglia come vive la tua carriera di attore?




Nel complesso la vive bene, ho due figli, i quali dicono” papà è un po’ pazzo”, forse perché oggi ci sono e  domani capita che devo partire e stare via per dei mesi. Quando possono  mi raggiungono sempre.



A tuo avviso che cosa manca al cinema italiano per ritrovare quella vena creativa che lo aveva reso famoso nel mondo negli anni cinquanta e sessanta?



Cosa manca? Il coraggio, una statistica ha dimostro che 9 attori conosciuti al grosso pubblico hanno realizzato l’80%dei film italiani prodotti. Mi sembra di aver detto tutto!



Un regista  con cui vorresti immediatamente lavorare?


Paolo Sorrentino, Matteo Garrone e se posso aggiungere come regista straniero ammiro molto David O Russel, i suoi fim sono davvero geniali.



Se ti proponessero un film a Hollywood accetteresti senza pensarci due volte, oppure prima vaglieresti con cura il copione?


Diciamo che accetto, però vorrei leggere il copione, certo se mi chiamasse Woody Allen…accetterei  senza alcuna riserva!




Hai mai pensato di diventare regista? E se ci hai pensato che tipo di film vorresti girare?



Sì, ci ho pensato, e mi piacerebbe, sto per iniziare un corto, ma per il momento non posso dire nulla.




Francesco sei nato  a Napoli, cosa rappresenta per te questa città dalle mille contraddizioni?



Non vorrei passare per retorico, ma come cito questa frase del regista e scrittore Pier Paolo Pasolini che COMPRENDE TUTTO QUELLO CHE IO PENSO DI NAPOLI: “ la meravigliosa  straziante bellezza del creato”.





Un grazie all’attore Francesco Di Leva.

















venerdì 25 settembre 2015




25  SETTEMBRE 2015





A DIFESA DELLE

DONNE




CONVERSAZIONE CON MARCELLO FILZI




Marcello Filzi è un middle management  per una multinazionale giapponese, nonché cintura nera di Kung-Fu, Karate e cintura marrone di Aikido;  è stato campione nazionale di  Sanda (Kung- Fu negli anni 1991 e 1992)  per due anni consecutivi.
Si dedica quando ha tempo a tenere dei corsi di Difesa Personale e Arti Marziali.
Questi corsi sono rivolti soprattutto    alle donne che possono essere oggetto di maltrattamenti o di stupro.




Signor Filzi lei è un campione di Sanda, come si è avvicinato a questa attività?

E’ stato un caso, da ragazzo facevo atletica presso il campo di atletica alla Terme di Caracalla, successivamente la struttura venne chiusa; un amico, conosciuto all’università, mi convinse a frequentare la palestra frequentata dallo stesso. 




 Rispetto ad altre discipline, che cos’ha di diverso, non so, forma il carattere, ci rende più consapevoli?

Ti rende più consapevole delle tue capacità, non ti rende né più forte, né più debole, ribadisco: solo più consapevole.



Lei tiene dei corsi anche di difesa personale, da chi sono frequentati?

La maggior parte delle volte da:  casalinghe, ragazze e ragazzi che vogliono imparare ad avere il controllo di una situazione critica, tengo a precisare che sono lezioni gratuite.




Leggiamo ogni giorno di aggressioni e stupri, un corso di fesa personale, può limitare queste aggressioni e far fuggire lo stupratore, voglio dire: una donna si sentirebbe più sicura ad uscire di casa da sola?

Lo scopo del corso è proprio quello di evitare situazioni critiche e di affrontare in maniera non passiva un’aggressione. E’ ovvio che se ti aggrediscono puoi decidere di non muoverti, ma in maniera consapevole: non sei bloccato dal terrore:



A questo punto una domanda è obbligatoria: ma se una donna o un uomo vengono da lei per frequentare corsi di kung-fu o difesa personale, verrebbe da chiedersi, lo Stato dov’è?

Lo Stato dovrebbe provvedere all’educazione dei giovani e non sempre avviene. Nelle scuole maggiore dovrebbe essere una certa “educazione”.



Molte sono le violenze domestiche,  ha conosciuto donne vittime di abusi?

 Fortunatamente no!


Lei abita a Roma, Roma negli ultimi periodi sembra essere diventata la città più violenta d’Italia, perché a suo avviso questa escalation?

 Due i fattori: la mancanza di lavoro e una certa assenza nel territorio della presenza delle forze dell’ordine.



Tutti oramai si sento insicuri e vorrebbero tenere un’arma con sé, non lo ritiene un po’ pericoloso, voglio dire, non sarebbe un “far west”?

 Personalmente sono contrario all’uso delle armi perché non risolvono un problema che è fondamentalmente sociale.



Che cosa le ha veramente insegnato il Sanda – che è lo stile del combattimento del kung-fu?

Mi ha insegnato ad affrontare le persone sul “ring” a viso aperto, e oggi in un mondo che è sempre più competitivo, questa disciplina ti dà sicurezza.



Grazie per la gentile collaborazione