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sabato 14 giugno 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

  

ANTONIO 

PENGUE

 





 

Antonio Pengue, soprannominato AP7, 30 anni di Arzano (Napoli)  è un giocatore di calcio. 

 

Due anni fa per il giocatore la stagione con il Melito è stata strepitosa, 16 gol, 17 assist e la vittoria dei play off. 

 

La stagione appena terminata, con l’Atlantis è stata a dir poco magnifica: 14 gol e tanti assist vittoria dei play off del girone C; però come ci dice lui stesso: “è mancata la ciliegina sulla torta per aver perso contro il club A.S.D. Claudio Oliva Passo Eclano al 90°minuto.”

 

La sua carriera include esperienze in Serie D con il C.TL. Campania, Eccellenza con il Neapolis, e Promozione con: Don Guanella, San Vitaliano, Virtus Afragola. In Prima Categoria ha giocato con Sanità, Plajanum Chiaiano, Grumese e, infine, Melito e Atlantis.

 

Per adesso è fermo a 70 goal, ma ha tanta voglia di arrivare 100 esimo goal nei prossimi anni.




 





La prima domanda è la seguente, anche per chi non ha seguito bene le ultime partire; nella stagione appena terminata cos’è successo contro il club; A.S.D. Claudio Oliva Passo Eclano? 

 

Abbiamo perso all’ ultimo minuto e siamo usciti in semifinale.

 

La stagione con l’Atlantis è stata magnifica, come mai?

 

La stagione magnifica con l’Atlantis perché abbiamo raggiunto l’obbiettivo della società, inoltre stavamo facendo l’impresa di passare in  promozione, in conclusione posso dire che ho avuto a che fare con  un gruppo bellissimo, e l’ho porterò sempre nel mio cuore.

 

La prossima stagione sa dove andrà a giocare? Le è arrivata qualche proposta? 

 

Sì, ho avuto un paio di proposte, ma ancora niente di concreto, Anche perché voglio fare la scelta giusto per la stagione che verrà e poi voglio vincere.

 






Lei è di Arzano ha frequentato qualche scuola calcio all’inizio?

 

Ho iniziato con la scuola calcio Oratorio Don Guanella all’età di 4 anni. Il calcio fa parte della mia vita anche se non lo pratico in modo professionistico,  per me riveste la stessa importanza, vivo di calcio da circa 30 anni; oramai non ne posso più fare a meno.

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

La squadra che sono rimasto più legato è il Melito, perché con quel club abbiamo scritto la storia, un ‘annata di quel livello ti capita solo una volta nella vita.


Lei gioca nel ruolo di? 

 

Io sono un esterno sinistro, ma mi ha detto che vado bene anche come seconda punta.

 


Di goal ne ha fatti tanti, se ne dovesse sceglierne uno, come miglior goal, quale sarebbe?

 

Il gol più bello è quello di quest anno:  Atlantis contro il Casamarciano,  un gol che ogni volta che lo rivedo mi emoziono tantissimo.





 


Le discussioni con i mister ci sono, come sono stati i suoi rapporti, improntati alla serenità o a volte ci sono stati degli screzi?

 

Con i mister ho sempre un bellissimo rapporto io sono un ragazzo che dice sempre quello che pensa e accetta sempre le scelta anche se posso pensare che siano sbagliate,  tutti sbagliamo, ma l’importante è saper rimediare,  complessivamente  ho fatto ricredere i miei mister e ripagato bene anche la loro fiducia.

 

Lei è un giocatore di esperienza, all’interno del gruppo  tende a imporre la sua volontà, oppure ascolta i pareri di tutti, anche dell’ultimo arrivato?

 

Per quando riguarda lo spogliatoio ti posso dire - forse sarà un mio pregio - di essere    un ragazzo molto socievole, faccio amicizia con tutti e porto tanta allegria e tanta esperienza. Cerco sempre di dare consigli e nello stesso momento, ascolto le opinioni dei miei compagni: nella vita c’è sempre da imparare.

 






Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)? 

 

A me piace la frase: l’ossessione batte il talento, ecco questo è il mio pregio: l’ossessione, il mio difetto, invece è il mio piede debole.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

L’intervista la dedico alla mia famiglia che vive la mia passione, inoltre è sempre al mio fianco qualsiasi decisione io decida di prendere.

 

Grazie 

 

14  06   2025

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

mercoledì 11 giugno 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

DAVIDE 

MASELLA

 







 

 Davide Masella, 23 anni, di Taranto, è un giocatore   di calcio  e così si presenta: “ 

 

Ho iniziato a giocare nella scuola calcio Eden boys e successivamente sono passato alla A.S.D S Statte, grazie a questa società ho fatto il salto nei professionisti approdando nel Pescara calcio dove ho fatto tutto il settore giovanile, fino ad arrivare in primavera 1.

 

Successivamente sono stato acquistato dal Benevento  facendo parte della rosa in serie A, ho collezionato 10 panchine, è stata un’esperienza che mi porterò a vita, specialmente la convocazione a San Siro contro l’Inter, la squadra del mio cuore, negli anni successivi sono andato in prestito in C: all’ Imolese e al Potenza, inoltre un anno ho militato nella serie A bulgara, un’esperienza certamente particolare ma anche stimolante.

 

Sono tornato poi l’anno scorso a Benevento in C fino a gennaio, poi ho deciso di rescindere il mio contratto in comune accordo con la società e prendere strade diverse.

 

Successivamente mi sono traferito nelle squadre che militavano in serie D: sono stato al Ghiviborgo, trovando un ambiente fantastico con gente seria e professionale. Quest’anno avevo iniziato il campionato nell’ F.B.C.  Gravina, ma a causa di un piccolo infortunio ho deciso di cambiare aria, e ho deciso di andare a militare nella Battipagliese, (Battipaglia) dove mi sono sentito subito a casa.

 

Ho disputando un campionato di grande livello, la cosa che mi è rimasta impressa di Battipaglia sono stati i tifosi, questi hanno dimostrato ogni domenica attaccamento e passione per la maglia che indossavamo.

 

Nonostante la sconfitta in semifinale- play off- i tifosi ci hanno applaudito, e non è non avviene in tutte le tifoserie dei vari club.  Questa esperienza di Battipaglia sicuramente è stata una delle migliori, adesso mi sento pronto per trovare nuovi stimoli per l’anno prossimo, sicuramente mi farò trovare pronto.


 





La prima domanda che le voglio fare è la seguente: lei è giovane con una grande esperienza alle spalle, lo sport del calcio cosa rappresenta per lei? 

 

Per me il calcio rappresenta tutto, è praticamente la mia vita, infatti ci dedico quasi tutto il mio tempo.

 






Nella stagione che si è appena conclusa lei ha giocato nella Battipagliese, anche se il risultato non era quello che lei e la squadra vi aspettavate, si è trattata di un’esperienza, importante, oltre al fatto che i tifosi dimostrano un grande attaccamento, per quale motivo? 

 

Perché ha una storia importante la Battipagliese, e i tifosi, ovviamente, ci sono sempre stati per la propria città.  Quest’anno è anche grazie a loro, visto  che ci hanno dato sempre supporto, se siamo arrivati fino in fondo.

 

Se ce lo vuol dire, come mai ha lasciato l’ F.B.C Gravina, motivi legati al club, oppure per una sua esigenza personale voleva cambiare città?

 

Sono andato via da Gravina per un piccolo infortunio che ho avuto durante l’inizio della stagione e in comune accordo con la società abbiamo deciso di prendere strade differenti.

 

E ora passiamo a qualche domanda che faccio sempre: Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Posso dirti  che ho sempre giocato a calcio sin da quando ero piccolo, però ovviamente non pensavo che sarebbe diventato anche il mio lavoro; poi con il tempo, crescendo,  ho iniziato a capire ciò quando arrivai a Pescara,  pensai che forse sarebbe stata la mia strada.

 

 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Io sono fortunato perché i miei genitori ci sono sempre stati alle mie spalle, ma in maniera molto tranquilla, perché mi hanno sempre lasciato libero di scegliere il mio futuro.  Per questo motivo vorrei ringraziarli, mi hanno cresciuto con grandi valori e vorrei ripagarli un giorno di  tutti i sacrifici che hanno fatto per me in tutti questi anni.



 




Lei ha lasciato la sua città giovanissimo perché è approdato al Pescara calcio dove ha fatto tutta la trafila, le chiedo questo, non le mancava la sua famiglia, gli amici? 

 

All’inizio non è stato per niente facile, quando ho lasciato Taranto avevo appena 14 anni, i primi anni sono stati difficilissimi, però poi con il tempo tutto diventa normale e ti abitui; appena ho un po’ di tempo torno sempre da loro.

 

Al Pescara che cosa le ha lasciato, a livello di club, di amicizie? 

 

Il Pescara calcio mi ha formato, perché sono stato lì nell’età più critica: quella dell’adolescenza. E’ stata un’esperienza importantissima per me, perché ti rendi conto di cosa possa significare vivere da solo.  Grazie a Dio ho trovato delle persone competenti, dei professionisti e che capiscono, ovviamente, il valore di questo sport. In conclusione posso dirti che ha fatto calcio ad alti livelli, diciamo che non sono sempre stato fortunato sotto questo aspetto.

 

Infine arriviamo al suo arrivo al Benevento, all’epoca la squadra era in serie A, ha collezionato 10 panchine, inoltre e ci pare giusto ricordarlo una domenica il Benevento giocava contro l’Inter, e lei era lì, che cosa ha provato essere tra le grandi? 

 

È stata un’emozione forte che mi porterò a vita, entrare in uno stadio come il San siro mette i brividi, l’unica nota stonata e questa mi provoca ancora dispiacere è il  non aver potuto vedere i tifosi, era il periodo del covid e gli spalti erano chiusi.

 

Ad un certo punto lei va a giocare in una squadra Bulgara, serie A, ci può dire come è stato contatto? Che tipo di esperienza è stata?

 

Mi ha chiamato un mister che avevo a Pescara, Andrea Sassarini, così a gennaio mi sono traferito in Bulgaria. E’ stata un’esperienza particolare perché la loro cultura e di conseguenza il loro stile di vita è totalmente differente dal nostro.

 

Lei gioca nel ruolo di ruolo di attaccante, ma si può adattare anche per altri ruoli? 

 

Principalmente durante la mia piccola carriera con i grandi ho svolto tutti i ruoli dell’attacco, però mi sento di esprimere le mie potenzialità o come  trequartista, o come  attacco a due punte.

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Gol più bello? Direi quando giocavo con il Pescara, la partita era contro Bologna primavera 1. Fu votato come gol più bello della settimana, mentre il più importante è stato  quest’anno contro il Solofra al 90’,  la   vittoria  ci ha permesso  di continuare a seguire la vittoria campionato.

 

Quando giocava nel Benevento lei era molto giovane rispetto agli altri suoi compagni di gioco, di conseguenza riusciva ad esprimere la sua opinione, oppure ascoltava in silenzio i loro consigli?

 

Non sono un ragazzo che parla molto in generale, ovviamente mi piace ridere e scherzare con i miei compagni, ma quando le  persone  più grande e con un’ esperienza più grande esprimono la loro visione di gioco, io cerco sempre di apprendere e imparare. 

 






Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Ho una buona abilità tecnica, devo migliorare il gol di testa.

 

Di lei ho letto molto bene, ha raggiunto obiettivi importanti, e non tutti ci riescono, anzi direi pochi, sono capaci di fare quello che lei ha fatto, come si riesce ad essere così apprezzati?

 

Le posso dire che non   mi sento che di aver fatto  ancora nulla di eccezionale, sono ancora giovane ho tanta strada da fare.

 

Sarebbe pronto per fare una nuova esperienza all’estero, anche fuori dall’Europa? Oppure rifiuterebbe,  ho precisato, fuori dall’Europa.

 

Sono pronto a tutto, a patto che ci siano i presupposti per farlo.


 




Vede sono tante le domande che mi piacerebbe farle, spero che mi concederà in futuro un’altra interista, ed ecco l’ultima domanda: A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Vorrei dedicare questa intervista ai miei genitori, e anche ad una persona che mi è stata accanto in tutti questi anni:  Emanuele Vitale, un mio vecchio mister, un secondo padre per me. 

 

 

 

Grazie 

 

12  06    2025

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

martedì 3 giugno 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ALESSANDRO

CUOMO

 

 


 

 


 

Alessandro Cuomo è nato a Napoli il 17-05-1990. Si è diplomato in ragioneria e lavora in una pelletteria. Appena finito gli studi ha  voluto continuare   seguendo la sua passione per il calcio. 


È cresciuto calcisticamente nell’Acerrana dove è rimasto 6 anni vincendo anche un campionato. Poi ho militato in varie squadre tra cui Portici, Stasia, Sorrento, Bacoli e Torrese.


 Non ha mai lasciato la sua passione, infatti  ha continuato anche con la Torrese vincendo un campionato, per poi proseguire con la Terzigno Agerola. Negli ultimi due anni ha militato  al: San Nicola calcio, Visciano e Terzigno.

 


 

 

 

 

La prima domanda è la seguente, sono passati cinque anni dall’ultima intervista, le posso chiedere come ha vissuto questo periodo di chiusura causa Covid?

 

Gli anni del Covid sono stati sicuramente difficili, soprattutto dal punto di vista calcistico, considerando che non ho potuto né giocare e né allenarmi, e per me, che sono un  grande appassionato di questo sport, è stato difficile non poter fare ciò che si ama più di tutto.

 

Arriviamo alla seconda, a proposito della stagione che è appena terminata che cosa ci può raccontare, soddisfatto delle sue prestazioni o poteva fare di più?

 

Sinceramente, a livello di squadra potevamo fare molto di più visto il piazzamento finale, in quanto - nonostante le difficoltà logistiche iniziali - siamo partiti alla grande e potevamo ambire a qualcosa di più, ma purtroppo non è andata come speravo. 

Dal punto di vista personale, mi sento di aver dato un bel contributo, considerarlo i 5 gol da difensore, anche se nella vita si può sempre migliorare.

 

Lei ha giocato in tantissime club, a quale è rimasto più   legato? 

 

Ovviamente, porto nel mio cuore l’Acerrana in quanto sono ci stato 7 anni, e questa esperienza mi ha formato sia come uomo che come calciatore. Inoltre, colgo l’occasione per complimentarmi con il club che quest’anno ha raggiunto la salvezza in serie D, non posso che augurargli tanti successi per il futuro



 




Il suo maggior pregio, e il suo più grade difetto (a livello calcistico) s’intende?

 

… bella domanda, partiamo dal difetto, sicuramente sono una persona calcisticamente molto irascibile ed impulsiva; per quanto riguarda il pregio, invece, mi reputo un grande trascinatore che cerca di fare da collante per il gruppo non arrendendosi mai e lottando sempre per la squadra.

 

Lei gioca nel ruolo di? 

 

Nasco e gioco come difensore centrale, ma all’occorrenza mi adatto facilmente.

 

Il suo goal più bello?

 

Il mio goal più bello sicuramente è stato quello nel campionato di eccellenza, era la partita Sorrento/ Palmese, anno 2016/2017.

Ho segnato in rovesciata contro la Palmese.

 

Che cosa le ha dato il calcio e che cosa le ha tolto, o le sta togliendo?

 

Il calcio mi ha dato tanto e non mi ha tolto nulla, ad essere sincero mi ha regalato tante amicizie, permettendomi di vivere tante esperienze in contesti diversi.

 

All’interno del gruppo, lei generalmente tende a imporre la sua idea, oppure ascolta i consigli degli altri dicendo poi la sua opinione?

 

Sono una persona molto riflessiva, molto aperto al confronto con gli altri e ovviamente se le mie idee sono valide cerco di coinvolgere il gruppo.

 

Con gli allenatori durante tutti questi anni i rapporti come sono stati, improntati al dialogo reciproco oppure ci sono state dello scambio di vedute piuttosto accese?

 

Con la maggior parte dei miei allenatori c’è sempre stato un rapporto civile e di reciproco rispetto ovviamente però, capita sempre in ogni spogliatoio qualche piccola scaramuccia per vedute diverse, ma nulla di irrisolvibile

 

Grandi giocatori si nasce, oppure ci si può diventare grazie a un duro allenamento e a uno stile di vita regolare?

 

Grandi giocatori ci si può diventare con il duro lavoro e la dedizione, ovviamente però c’è anche il talento puro e il genio come nel caso del mio idolo Diego Armando Maradona, in quel caso non si può che parlare di dono.

 

Il miglior attaccante in Italia, e il miglior allenatore?

 

Miglior attaccante in Italia attualmente mi sento di dire Retegui, per gli allenatori sicuramente Antonio Conte per la mentalità.



 




Questa è una domanda che faccio spesso, se lei domani ricevesse un’offerta allentante da un club estero, ci penserebbe su per qualche giorno, oppure risponderebbe con un no secco?

 

Dipende dal tipo di proposta e da quanto questa sia allettante.

 

Il Napoli ha vinto lo scudetto e forse in molti non se l’aspettavano, secondo lei è stato meritato oppure la fortuna ha aiutato parecchio?

 

Scudetto super meritato perché la squadra è  stata sin dal principio ai vertici della classifica e poi c’è da dire che la fortuna aiuta sempre gli audaci.

 

A chi vorrebbe dedicare quest’intervista?

 

Vorrei dedicare questa intervista alla mia famiglia, ma in particolare a mia moglie e a mio figlio Antonio che nascerà a breve.

 

 

 

Grazie   

 

03      06      2025

(Tutti i diritti riservati)