SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
LUIGI
BOIANO
Luigi, Gigi per gli amici, Boiano è un giocatore campano di quarant’anni, e così si presenta:
Sono nato a torre del greco (NA) classe 85, Cresciuto nella scuola Calcio Mazzeo dove aveva un vivaio di giocatori la maggior parte selezionati, che a suo tempo era affiliata al Parma.
Nell’anno 2002 /2003 la mia prima esperienza è in serie D con il Corigliano Schiavonea, l’anno successivo 2003/2004, gioco con il Sora in C2 disputando l’intero campionato primavera, nel 2004/2005 faccio una piccola parentesi di 4 mesi con la Viribus Unitis in serie D.
Da lì in poi inizio a giocare in prima categoria dove ho vinto parecchi campionati.
Queste le società: giocavo il campionato di prima categoria ad Ercolano, la squadra si chiamava, Resina 98, così dalla prima categoria siamo passati in promozione; Atletico Portici eravamo in seconda categoria e siamo passati all prima categoria; Barca Ercolanese - dalla seconda categoria in prima categoria -; Pro San Giorgio- dalla seconda categoria alla prima categoria -; Real Vesuvio - dalla seconda categoria alla prima categoria -.
Altri club dove ho militato disputando i play off sono stati; Real Sangiovannese e il Ponticelli.
Adesso gioco nel San Pietro squadra che milita nel campionato di seconda categoria.
La prima domanda che le voglio fare è la seguente che cosa le ha dato il calcio, e che cosa le ha tolto, (se le ha tolto qualcosa è ovvio)?
Il calcio e sempre stato la mia più grande passione da piccolo come il sogno di ogni bambino di diventare un calciatore professionista.... una cosa fondamentale che mi ha insegnato il calcio e l’educazione e il rispetto per il compagno e questo me lo sono portato nella vita quotidiana stare in uno spogliatoio ti insegna tanto.
Quello che mi ha tolto ma senza portare rancore e che bisogna fare tanti sacrifici e di conseguenza moltissime rinunce solo chi ci e dentro può capire ma non e per niente facile quando si e adolescenti.
Grazie al giocatore Antonio D’Aniello, sto intervistando diversi giocatori del club DBFS San Pietro, tra l’ho ho capito che siete un gruppo molto unito, come siete arrivati ad avere quest’armonia (non sempre facile nello sport, dove spesso ci sono invidie e gelosie)?
Con Antonio d’ Aniello ci siamo conosciuti quest’anno e da subito c’è stato un ottimo rapporto, ma questo succede quando si incontrano ragazzi che hanno vissuto in certi contesti calciatici, ma che soprattutto sono uomini tanto da portare rispetto per l’altro e sono pronti a dare consigli ai compagni, lui è uno di questi e al di fuori del campo con Antonio ci sentiamo quotidianamente.
Purtroppo il calcio e così, stare in uno spogliatoio non è facile, tutti vogliono giocare, ma a decidere è sempre uno. il mister. Ovvio che un’ armonia la si trova solo se in uno spogliatoio si dà una pacca sulla spalla al compagno che magari trova poco spazio, tutto ciò serve allo stesso momento per farlo sentire importante. Alcuni giocatori vanno coccolati di più e questo non ci si arriva subito, ma con il tempo giorno dopo giorno lavorando con la squadra e mai sul singolo. Bisogna remare in un solo lato e quest’ anno al San Pietro dopo varie insidie, non semplici, nello spogliatoio ci siamo riusciti!
Come te ne accorgi? Semplice quando si fa gol la panchina si alza e si percorrono 70 metri di campo per andare ad abbracciare il compagno.
Questa è gia una vittoria!
I suoi genitori erano d’accordo che lei seguisse questa sua passione calcistica?
I miei genitori non mi hanno mai imposto di fare qualcosa contro la mia volontà, ma devo ringraziarli a vita perché mi sono stati vicini nei momenti difficili e anche quando ero lontano non mi hanno mai fatto sentire da solo!
Dopo l’esperienza con il Corigliano non ne volevo sapere più di giocare, anche se si era presentata un’opportunità importantissima per firmare con il club che era in C2. Non ne volevo sapere per nessuna ragione di partire e se me ne sono andato è grazie a mio padre che si è armato di pazienza parlandomi giorno dopo giorno. Non ti nascondo che facendo grandissimi sacrifici mi ha aperto la mente, siamo partiti in due io e lui, è rimasto lì con me qualche giorno, tempo che mettessi gli scarpini entrare in campo e dimenticare tutto ciò che non volevo fare, tutto questo per raggiungere quel sogno tanto sperato: diventare un giocatore professionista.
Giovanissimo lei va a giocare in Calabria, con il Corigliano Schiavonea, che tipo di esperienza è stata? E poi non dev’essere stato facile lasciare casa per trasferirsi in un’altra regione, è così?
Corigliano è stata la mia prima esperienza in serie D, non avevo compiuto ancora 17 anni e non è stato facile.
Ritrovarsi catapultato in una realtà calcistica fuori regione non è un’esperienza semplice, ma la cosa bella e che eravamo un gruppo di ragazzi che gia giocavamo insieme nel settore giovanile, quindi la compagnia c ‘era e l ‘entusiasmo era alle stelle.
Poi lei successivamente gioca, settore primavera, in C 2 con il Sora, di questa esperienza che cosa ci può raccontare?
L’ esperienza con il Sora tra i professionisti la auguro a qualsiasi ragazzo che insegue questo sogno.
Ero abituato ad andare in trasferta con il pullman e fare anche 5/6 ore di viaggio, invece nel Sora si partiva il giorno prima e quando c’era necessità prendevamo l’aereo.
Gli alberghi avevano un campo di calcio e alla mattina dopo colazione si faceva la rifinitura. Posso dire di aver vissuto un anno calcistico da professionista, era calcio vero e proprio.
Altri sono i club dove lei è stato, a quale è rimasto più legato?
Tante sono le squadre dove ho giocato, ovviamente dopo la parentesi tra i professionisti. Ho militato nelle categorie minori in Campania e da quel momento in poi non mi sono più spostato di casa!
La squadra che rimarrà nel cuore è stata il mio primo campionato in prima categorie con il Resina 98, sono stati due anni fantastici coronati con la vittoria di campionato che ci ha permesso per andare in promozione. Fu un anno pazzesco! Non lo potrò mai dimenticare.
Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse?
I motori sono un’altra mia grande passione tramandata dal mio papa! Non a caso nel tempo libero mi diverto in pista con il go kart.
Se potesse tornare indietro, rifarebbe le stesse scelte; oppure ritiene che l’aver firmato con quel club non è stato molto positivo per la sua carriera?
Se dovessi tornare indietro rifarei tutto alla lettera, non rimpiango nulla del mio passato perché ho scelto sempre ciò che volevo fare, mai nessuno ha preso decisioni al posto mio.
Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?
Chi vive di calcio e lo tiene nel sangue è inevitabile avere discussioni con il mister quando non si viene scelti per giocare, io ho sempre voluto spiegazioni quando qualcosa non andava come credevo. Dall’ altra parte ho trovato sempre mister pronti a darmi le dovute risposte.
Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?
Essendo stato in determinati spogliatoi, con dei giocatori importanti, questi mi hanno insegnato di ascoltare sempre il compagno e di aiutarlo nel momento di difficolta, inoltre non bisogna mai sentirsi superiori agli altri.
Questa insegnamento l’ho portato nel tempo e sarò sempre a disposizione dei mie compagni, non a caso quando c’è da spendere una parola negli spogliatoi, sono quasi sempre in prima linea anche perché lo spogliatoio e un luogo sacro come si suol dire " è nostro " e nessun altro può aprire bocca, il litigare fra i compagni è normale, com’è normale il chiarirsi! Un litigio inizia e finisce con un abbraccio.
Che consiglio darebbe a un giovane che volesse intraprendere la sua stessa carriera?
Qualsiasi ragazzo che voglia raggiungere questo obbiettivo, data la mia esperienza, deve capire che tanti saranno i sacrifici, non bisogna alle cose futili di ragazzini; ovviamente è difficilissimo visto che io ci sono passato per primo. Però per arrivare in cima bisogna essere professionisti da piccoli per poi cercare di arrivare alla vetta e non il contrario: cioè arrivare alla vetta e diventare professionisti.
Fra le tante partite che lei ha disputato, qual è in assoluto la migliore, quella dove lei ha dato il massimo di se stesso?
La partita più bella e stata quella dello spareggio play off con il Resina 98, si è trattato di un campionato intero a pari punti fino alla fine.
La partita è stata giocata in un campo neutro con tantissimi tifosi a sostenere entrambe le squadre, ma che ci ha visti vincitori una di quelle partite al cardiopalma… sembrava che non dovesse finire mai.
A chi vorrebbe dedicare questa intervista?
Questa intervista la dedico alla mia famiglia che oggi mi viene a sostenere sul campo e posso dire di aver avverato un sogno che è quello di aver abbracciato mio figlio all’interno di un campo di calcio a fine partita.
Grazie
25 03 2025
(Tutti i diritti riservati)
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